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Scritto da: Vincenzo Zappalà
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La musica dell’Universo *
Abbiamo già visto come l’Universo e i suoi attori siano capaci di realizzare opere d’arte strabilianti, che non temono certo il confronto con quelle create dal genio umano, anzi. Basterebbe dire che anche noi siamo Universo e tutto potrebbe risolversi facilmente. Tuttavia, il Cosmo è limitato nelle sue esibizioni artistiche, dato che può mostrarcele solo attraverso l’informazione luminosa. Sì, sappiamo che sta nascendo anche la trasmissione tramite onde gravitazionali, ma siamo ancora all’asilo infantile e i veri capolavori non possono essere recepiti dai nostri mezzi troppo elementari. Tuttavia, le onde gravitazionali ci lanciano verso un discorso ben più ampio che ho piacere di condividere con voi, in attesa di una qualche nuova rivoluzione scientifica.
Consideriamo il suono, le note, la musica, una pura armonia che dona sicuramente effetti straordinariamente piacevoli e complessi ai neuroni del nostro cervello. Il suono, però, non è altro che una vibrazione di una certa lunghezza d’onda. Ben poco si discosta dalla luce, o -meglio- dalle oscillazioni elettromagnetiche. L’unica differenza è che per trasferire la vibrazione al nostro cervello è necessario un mezzo, normalmente l’aria. Purtroppo, altri mondi hanno sicuramente aria o atmosfera in genere (capace di trasmettere la vibrazione), ma poi il viaggio fino a noi è interdetto dalla mancanza di materia, quella che si pensava fosse l’etere. La luce è l’unica informazione che riesce a viaggiare in questo “vuoto” e che quindi può meravigliarci con i capolavori dell’Universo.
Tra le tante teorie odierne più ardite esiste quella di un vuoto non vuoto, tale da essere composto da una serie continua di vibrazioni, capaci -forse- di comandare un qualcosa (energia?) in grado di combattere ad armi pari con la gravità (si tratta di una recente evoluzione teorica del concetto di vuoto non vuoto del Mare di Dirac). Siamo arrivati dritti dritti al concetto di spazio-tempo. Non è facile definirlo e ancora più difficile immaginarselo come qualcosa di concreto. Tuttavia, sappiamo anche che riesce a conservare e a far vivere infiniti ammassi di materia senza che essi “cadano” al di fuori di esso. In altre parole lo spazio-tempo e chi lo popola devono vivere in perfetta armonia, come se fossero ninfee galleggianti su uno stagno. Lo stagno però vibra e trasmette. Ebbene, può darsi che tutto lo spazio-tempo vibri con frequenze ancora sconosciute e trasmetta informazioni che non siano solo luminose. Ad esempio, le onde gravitazionali non sono altro che vibrazioni spaziotemporali, causate da drastici cambiamenti di velocità di masse particolarmente massicce. Un vero e proprio stropicciamento del tessuto che contiene il nostro teatro cosmico. In altre parole, un’onda che si propaga e che ci informa (e ci informerà sempre meglio) delle azioni svolte da personaggi di primo piano.
Trasmissione di vibrazioni? Bene, stiamo allora parlando di “musica” che non può essere sentita attraverso le limitate orecchie, ma che forse potrà essere tradotta in informazioni più facili da ricevere per i nostri sensi. Musica dell’Universo, che ancora non sentiamo, ma che potrebbe dar luogo a una serie di capolavori assoluti, al pari di Mozart se non di più. O, forse, persone come Mozart riuscivano già, in qualche modo, a sentirla.
Ma torniamo a una musica meno universale e soffermiamoci sui pianeti e sulle stelle.
Le semplici deformazioni gravitazionali (per intenderci la deformazione spaziotemporale dovuta alla presenza di varie masse in movimento) creano vibrazioni nel movimento degli oggetti più piccoli. Da ciò nascono le risonanze, vere e proprie armonie che dominano il nostro sistema solare, ma certamente non solo lui (QUI abbiamo parlato delle possibili risonanze che manterrebbero la stabilità del sistema planetario di Trappist-1). Una meraviglia, piena di accordi strani, di assonanze secolari, di ripercussioni sull’esistenza stessa di questi piccoli astri. Niente a che vedere con le onde gravitazionali, ma, comunque, musica dinamica visibile con le osservazioni e i confronti su tempi più o meno lunghi. Una musica ripetitiva, un canto sommesso, di pacifica armonia. Ogni tanto, però, subentra l’urlo dei “piatti” e l’armonia silenziosa diventa un grido scomposto: le risonanze hanno prodotto una catastrofe irrimediabile, un urto, una collisione, niente che possa essere riportato indietro.
Ma possiamo anche entrare in un campo meno studiato… Stelle e tanti pianeti possiedono un’atmosfera, materia gassosa o liquida che può benissimo trasportare le vibrazioni e creare onde sonore. Noi lo facciamo sulla Terra, volete che i pianeti e le stelle non lo sappiano fare dopo miliardi di anni di prove? Riferiamoci alla Cimatica, di cui abbiamo parlato poco tempo fa (QUI). Si diceva che è una disciplina che è al confine tra vera scienza e pseudo scienza. Da un lato ci dimostra che una vibrazione, una nota, una serie di assonanze possono trasformarsi in figure geometriche visibili e quindi trasferibili attraverso la luce. Dall’altra rischia di cadere nelle mani dei soliti imbonitori che ne fanno scoop mediatici e arrivano a considerarla come una scienza medica e/o qualsiasi altra cosa. Si rischia la distruzione di una nuova scienza per colpa di chi non conosce la scienza, ma soprattutto, non la vuole conoscere.
Bene, abbiamo anche visto che l’esagono di Saturno potrebbe riferirsi a particolari vibrazioni atmosferiche in grado di produrre un accordo musicale, non certo udibile, ma visibile attraverso una figura geometrica perfetta, simile a quella costruita con i semplici mezzi della Cimatica di laboratorio. Spero tanto che questo studio essenzialmente fisico non diventi una stregoneria tipo biodinamica. Non vorrei mai che tutto si concludesse col dire: “Non preoccuparti del perché. Ti assicuro (?) che funziona e allora credici senza far domande”. Siamo nel medioevo? No, siamo nel XXI secolo, il secolo della tecnologia miniaturizzata, dell’informazione a 360°, della medicina sempre più collegata alla meccanica quantistica. Possiamo ancora credere che l’uomo munito di cellulare, PC, iPod, smartphone e chi più ne ha più ne metta, possa cadere in questa presa in giro d’altri tempi? Ebbene sì, i media possono riuscirci benissimo, trovandosi davanti un deserto di pensiero autonomo e di razionalità scientifica.
Immaginatevi Pasteur che riesce a trovare quasi empiricamente dei corpuscoli viventi che potrebbero influenzare il corretto funzionamento delle nostre cellule. Corpuscoli che invadono il corpo dei cani e di altri animali e che si possono trasmettere all’uomo, portandolo alla morte. Stiamo parlando di rabbia, una vera epidemia senza cure efficaci. Ebbene, lui studia la vita di quei corpuscoli, vede come si muovono e si infiltrano. Li contatta e li disturba fino a fargli perdere potenza. Poi ha l’idea risolutiva: questi corpuscoli di seconda generazione possono combattere i loro stessi simili più agguerriti. Basta valutarne le dosi e la somministrazione. In qualche modo prepara un liquido magico da iniettare nel malato. Funziona!
Fosse un imbonitore di oggi se ne fregherebbe del perché e del percome. Lo userebbe per tutto e di più. Avrebbe fama e ricchezza, anche salvando solo pochi individui. No, lui non ha agito così. Ha cercato di capire, di generalizzare, di eseguire statistiche esaustive, di utilizzare al meglio le modeste apparecchiature di quei tempi e … ha scoperto i batteri e i virus e un’arma letale che si chiama vaccino.
Oggi, probabilmente, un falso Pasteur, o chi per lui, venderebbe a caro prezzo uno sciroppo da Far West dicendo che fa guarire da ogni male. Uno ogni tanto sopravvivrebbe e lui avrebbe fama e seguito mediatico. E’ scienza questa? No, sarebbe stregoneria medievale. La scienza deve dare risposte precise, spiegare il come e il perché, non può affidarsi a “provate per credere!”.
La stessa cosa potrebbe capitare alla cimatica (e sta già capitando): facciamo sentire la grande musica ai malati, alle piante, agli animali e avremmo guarigioni miracolose, prodotti super, a costi maggiorati, ovviamente. Che peccato! Una vera scienza si trasformerebbe in una pseudo scienza da baraccone. Perché allora non eseguire analisi accurate, valutare nota per nota (vibrazione) come questo effetto fisico si trasmetta al mezzo (acqua, aria, latte, vino, ecc.) e infine al tessuto vivente. Solo dopo tanti dati, trarne le conclusioni?
Prima o poi si stabilirebbe una vera relazione tra vibrazione e beneficio (sicuramente c’è, dato che tutto ciò che esiste è composto dalle stesse particelle), basata, però, su concetti e tecniche scientifiche veramente riproducibili. Nessuno scoop mediatico, meno clamore banalizzato, ma ricerca vera che potrebbe insegnarci molto… Non è forse vero che la fotosintesi (una vera "musica" fondamentale per le piante) si realizza con catene quantistiche (ne abbiamo parlato QUI)?
Purtroppo, temo che il tutto finirà nell’aumento dei prezzi della verdura e nella mistificazione di una qualche magia che ogni tanto riesce, ma di cui non dobbiamo conoscere niente, tipo la biodinamica, oggi seguita come una specie di atto di fede.
Accostiamoci all’Universo con la ragione, la razionalità, l’umiltà e la passione. Forse solo così capiremo, un giorno, che il Cosmo sta eseguendo una meravigliosa e corale prova d’orchestra!
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2 commenti
Non ho parole Enzo, la tua descrizione è lei musica per le nostre orecchie, la tua appassionata difesa della Scienza aperta anche al nuovo e al "magico" è stupenda , purchè, come dici tu in modo chiarissimo, il nuovo sia studiato, valutato , capito e fatto capire e...solo così ne vedremo delle belle.
Grazie Enzo.
Caro Mario,
la tua ammirazione e condivisione mi commuovono e mi aiutano moltissimo. Rimanessi anche solo tu come "lettore" continuerei comunque!!!!