Categorie: Satelliti e anelli Terra
Tags: biodinamica Che fai tu Luna in ciel Luna Steiner truffa
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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CHE FAI TU, LUNA, IN CIEL ? (4)
Fatti e misfatti, verità e falsità, miti e leggende
sul nostro Satellite
(4° puntata)
Come anticipato al termine della puntata precedente, in questo articolo parleremo di chi ha sviluppato un fiorente business basato sulla propensione di molti agricoltori a credere a tutto ciò che sembra quasi "magicamente" facilitare il loro duro lavoro... meditate, amici agricoltori, meditate!
Se vi siete persi le prime tre puntate di questa serie, le trovate QUI , QUI e QUI
La biodinamica: una miscela di verità e di farneticazioni
Per poter dare una valutazione dell’agricoltura biodinamica è necessario delineare prima i principi su cui si basa. Essi nascono all’inizio del secolo scorso e derivano dalla cosiddetta antroposofia, una visione filosofica della vita e della natura che coniuga mistica indiana e religione cristiana.
Il suo maggior sviluppo si ebbe per opera di Rudolf Steiner (1861-1925), che pretese di poterla applicare a quasi tutti i campi dello scibile umano, dalla scienza alla religione, dalla medicina all’agricoltura, dall’arte all’educazione. Egli tentò una descrizione della natura dell’uomo attraverso i suoi legami col mondo dello spirito ed enunciò che, per poter evolvere, lo spirito umano ha bisogno di ripetute vite terrene e che porta con sé, in ogni incarnazione, i frutti delle vite precedenti. Teoria questa che riconduce alle idee della “reincarnazione” e del “karma” (legge del destino), tipiche della visione culturale e religiosa orientale. Ma andò ben oltre, asserendo di poter descrivere l’evoluzione del mondo come essa si presenta ad una coscienza che ha superato i limiti dello spazio e del tempo.
Alla luce delle sue ricerche, Steiner si dichiarò capace di chiarire completamente epoche ed avvenimenti su cui l’astronomia, la geologia, la biologia e la storia “ordinaria” potevano soltanto ridursi ad enunciare ipotesi. Egli espose così i principi di quella che lui stesso definì scienza occulta, ossia in grado di esporre tutti quei fatti che, in generale, rimangono “occulti”, nascosti ai sensi ordinari.
Le applicazioni “pratiche” furono molteplici, prima fra tutte quella di carattere medico. Sempre in sintonia col pensiero orientale, Steiner asserì che l’uomo va considerato costituito di tre parti: corpo, anima e spirito. Ognuna di queste è a sua volta divisa in tre, sicché l’essere umano risulta formato da nove elementi: corpo fisico, corpo vitale, corpo astrale, anima sensibile, anima razionale, anima cosciente, ego spirituale, spirito di vita e spirito puro.
Tutto ciò si allaccia alla qualità dei regni della natura, che secondo la medicina antroposofica presentano qualità di tipo salino, mercuriale e sulfureo. Utilizzando questo tipo di affermazioni ed altre anche molto più complicate, derivò una serie interminabile di medicamenti alternativi per ogni tipo di malattia sia fisica che psicologica, fino ad utilizzare l’euritmia ("espressione del giusto ritmo, mira a ricondurre il ritmo dell’uomo ad una nuova armonia con il ritmo della natura e del cosmo"), un vero e proprio rito gestuale, una specie di pantomima.
Analoghe conseguenze si abbatterono sull’arte, sull’educazione, sulla psicologia (esiste infatti anche la psicologia dinamica e la psicoenergetica) e, infine, sull’agricoltura.
Non voglio nemmeno provare a giudicare l’operato di un personaggio così incredibile (talmente esperto in ogni disciplina da poter oscurare completamente il genio di Leonardo da Vinci) e lascio a voi stessi ed alle vostre capacità critiche ogni riflessione. Voglio solo aggiungere che il suo giudizio sulla Scienza “ufficiale” fu sempre piuttosto duro, considerandola solo capace di valutare i piccoli particolari senza mai riuscire a comporre un quadro generale di tutto l’Universo.
L’opera di Steiner è vastissima e si compone di libri, lezioni, rappresentazioni teatrali, ecc. Esiste anche un sito dedicato a Rudolf Steiner, dove si possono trovare tutte le notizie sulla sua vita, le sue opere, le sue teorie e le relative applicazioni. Un sito veramente divulgativo, utilissimo per conoscere al meglio il filosofo. Risulta solo un po’ strano che nella pagina di ingresso si trovino subito consigli per procurarsi regali, libri, riviste, prodotti vari, calendari, ecc. Tutto ovviamente a pagamento. I siti istituzionali della Scienza ufficiale, tanto vituperata da Steiner, si limitano normalmente a dare solo informazioni, dati, metodi di indagine, risultati, ma mai, per quanto io sappia, consigli per gli acquisti… Vorrei inoltre aggiungere che le asserzioni riportate nei paragrafi precedenti non sono frutto di una mia personale valutazione, ma sono prese direttamente dai testi scritti da Steiner.
Inquadrato in modo approssimativo (ma penso già esauriente) il nostro personaggio, vediamo ora come le sue teorie si siano avvicinate al mondo dell’agricoltura. Ciò accadde solo negli ultimi anni della sua vita. Nel 1922 due giovani naturalisti si rivolsero a Steiner per domandargli come certe sue indicazioni circa i processi e i ritmi della vita si potessero applicare all’agricoltura. Egli fu subito in grado di fornire alcuni insegnamenti pratici sulla composizione di ingredienti vegetali, che, insieme a concimi naturali, ne avrebbero aumentato l’efficacia. Due anni più tardi venne invitato da alcuni agricoltori a tenere una serie di otto conferenze a Koberwitz, presso Breslavia. Proprio queste lezioni costituirono il suo corso di agricoltura.
In esse Steiner dimostrò come i risultati della ricerca spirituale possano condurre ad una concezione della natura completamente nuova. Nella sintesi che ha luogo tra suolo, acqua, irradiazione solare, vita animale e crescita delle piante, egli asserì che sono da distinguere sempre due specie di forze formatrici: le terrestri e le cosmiche. Le prime agiscono sulla crescita e la produzione, le seconde sulla maturazione e la fecondazione. Il tutto ovviamente fornito senza alcun ausilio di prove o spiegazioni scientifiche.
Vediamo allora come si articola la metodologia applicativa che costituisce l’agricoltura biodinamica. Innanzitutto, il fondamento base indica l’azienda agricola come un vero e proprio organismo vivente a ciclo chiuso, inserito nel più grande organismo vivente cosmico, alle cui influenze soggiace. Fin qui niente di sbagliato, ma tutto abbastanza ovvio se si traduce in parole semplici: se si vuole lavorare bene è meglio farlo in armonia con la natura, cercando di eliminare prodotti o artifici che rechino danno all’ecosistema generale. Le cose, però, cambiano quando asserisce che lo scopo della biodinamica non è quello di lasciar fare alla natura, ma quello di fare oltre la natura.
Ciò mi da l’idea di una visione fortemente egocentrica, in cui l’uomo si reputi in grado di poter far meglio di quanto la stessa natura abbia saputo fare in miliardi di anni di evoluzione. Siamo appena nati e già ci sentiamo autorizzati a poter competere con le immani forze che regolano il Cosmo. Ma torniamo ai fatti. Si ritorna a concetti giusti (ma anche ovvi) quando Steiner formula i tre principi base della biodinamica:
- mantenere la fertilità della terra;
- rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti;
- produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Non credo vi siano dubbi che ogni onesto e serio agricoltore debba cercare di seguire questi principi, limitando al massimo l’uso di prodotti inquinanti. I tre principi sembrano gli stessi di una consapevole agricoltura “biologica”, che cerchi di escludere fertilizzanti e antiparassitari che, alla lunga, potrebbero risultare nocivi a noi stessi ed alla natura in genere. La vera novità riguarda la parola “dinamica”, aggiunta alla parola “bio” (da bios = vita), che invita al movimento, alla costruzione ed alla trasformazione. Infatti Steiner dichiara apertamente che la coltivazione senza concime chimico e senza veleni è solo un aspetto secondario di un metodo che deve invece essere basato essenzialmente su una cosciente utilizzazione delle forze naturali.
Guardando alla natura, le espressioni fondamentali che caratterizzano queste ultime si riferiscono alla liberazione nella terra di materie nutritive, allo scambio tra atmosfera e terra, ed all’autoregolazione esistente tra tutti gli organismi viventi. In parole povere, questo vuol dire che la terra ha bisogno di un deciso miglioramento dei normali processi naturali attivi nel suolo (lombrichi, microrganismi, ecc.) e di una netta intensificazione degli elementi nutritivi presi dall’atmosfera (anidride carbonica, acqua, azoto), che sono invece inibiti dalla presenza di concime chimico. Inoltre, come l’essere umano può venire influenzato e guidato dalle sostanze presenti nel cibo (vitamine, ormoni, enzimi, ecc.), così la terra abbisogna di accorgimenti specifici per una migliore autoregolazione. Ciò si ottiene con la rotazione delle culture (in realtà un procedimento ben conosciuto da tutti da lunghissimo tempo) e con l’utilizzo di certi preparati biodinamici.
Rudolf Steiner si dedica allora alla costruzione del preparato migliore, del cosiddetto compost, una mistura di terra, resti vegetali, acqua, calcio, ecc., con l’aggiunta di un concentrato di energia ed impulsi vitali. Non basta allora miscelare componenti naturali diversi (come forse farebbe ogni buon agricoltore tradizionale), ma bisogna dare al compost una massa, un corpo ed una forma specifica. Solo così si avrà un vero beneficio per la cultura. Acqua ed aria sono requisiti essenziali per il compost, tenendo presente che materiale bagnato va mescolato con materiale secco e che materiale troppo secco va innaffiato. Il compost deve inoltre essere avvolto in un sottile strato di terra che impedisca l’evaporazione e lo lasci respirare, e coperto di paglia, erba o foglie che lo proteggano dal freddo, dalla pioggia e dal Sole in modo da favorire lo sviluppo di una “vita interna”.
A questo punto si devono inserire i famosi “preparati biodinamici”, ottenuti da certe erbe con funzioni specifiche di regolazione dei processi di costruzione e distruzione. Steiner paragona questi ultimi agli organi interni di un animale, quali il cuore, i reni, il fegato, ecc., definendo il nostro compost come un essere vivente a tutti gli effetti. Alcuni preparati biodinamici vengono inoltre spruzzati direttamente sui campi ed utilizzano in parte letame, che stimola la crescita, ed in parte polvere di quarzo, che stimola l’assimilazione e la maturazione. Quelli invece immessi nel compost vero e proprio sono a base di piante medicinali quali l’ortica, la camomilla, la valeriana, il dente di leone.
A prima vista sembra che si sia costruito soltanto un concime biologico alternativo, che potrebbe benissimo essere utile come molti altri non “contaminati” da composti chimici più o meno dannosi. Quello che è veramente diverso è la presunzione di avere creato un organismo vivente, superiore a quanto la natura sia mai stata in grado di produrre.
Per comprendere come questo sia possibile, vale la pena di scendere nei dettagli della preparazione di almeno uno dei suddetti “preparati dinamici” essenziali, il cosiddetto preparato 500, uno di quelli da spargere direttamente sul terreno. Voglio chiarire molto bene che ciò che sto per riportare è stato preso letteralmente da uno dei più autorevoli testi di agricoltura biodinamica e non è assolutamente frutto di una mia interpretazione personale.
Per ottenere il preparato si deve prendere un corno di mucca, la quale abbia partorito almeno due volte, e riempirlo di sterco. Poi lo si sotterra all’inizio dell’autunno ad una profondità di 30-50 cm. Nel giro di qualche mese, all’interno del corno, si scatena un condensato di energie vitali, radianti e centripete, esaltate da forze di origine cosmica, che accentuano la trasformazione dinamica del contenuto del corno. In primavera questo si dissotterra e quindi si passa all’applicazione sul terreno. Per un campo di 1/3-1/4 di ettaro, si devono sciogliere 40-50 grammi del contenuto del corno in circa 10 litri d’acqua tiepida (meglio se piovana). Utilizzando un secchio di legno od un vaso di pietra, si inizia a rimescolare con un bastone in modo da formare un gorgo profondo, che viene mantenuto col movimento per 1-2 minuti. Poi si cambia direzione e si agita in senso inverso finché si formi di nuovo il gorgo, si cambia ancora senso e così via per un’ora intera, in modo che il potere dinamico del preparato venga incorporato nell’acqua. Attenzione però: se si cerca di abbreviare la durata dell’operazione o si agita meno intensamente si va incontro ad un sicuro insuccesso!
Una descrizione veramente istruttiva. Personalmente, io sono rimasto molto colpito dal corno di mucca (la quale abbia però partorito almeno due volte…), dalle strane energie radianti e centripete, dalla sequela dei movimenti alternati e vigorosi, ed infine dalla non scontata riuscita dell’intera operazione (chi sbaglia è perduto...). Ho in realtà l’impressione di aver letto la ricetta di una pozione magica (magari un filtro d’amore) di qualche stregone medioevale o di qualche malvagia fattucchiera. Tutto ovviamente senza spiegazioni. A chi solleva plausibili obiezioni in merito, viene normalmente risposto: non preoccuparti del perché, segui le pratiche e vedrai il risultato! I fautori dell’agricoltura biodinamica asseriscono infatti che le numerose ricerche eseguite hanno largamente dimostrato che quando si opera secondo i canoni sopra descritti si ottengono magnifici raccolti.
Innanzitutto devo dire che non sono riuscito a reperire e quindi a verificare i dati di partenza, i processi statistici di analisi e la validità dei risultati. Ma ammettendo pure che la difficoltà di trovare queste prove sia dovuta alla mia scarsa abilità nel cercarle e che esse esistano realmente (cosa di cui mi permetto di dubitare), resta tuttavia valido un altro grosso problema, già ampiamente affrontato nei capitoli precedenti: il fatto che un evento X avvenga quando si applica un procedimento Y, non vuole assolutamente dire che X capiti a causa di Y. Ricordate l’esempio sui miei viaggi giornalieri in macchina e sulla ripetizione di un gesto rituale che sembra favorire la buona riuscita del tragitto o, ancora, la falsa correlazione tra spettatori al cinema e vendita di ombrelli? Anche nel nostro caso, altre potrebbero essere le vere cause di un ottimo raccolto: la scelta dei semi, la posizione delle culture, il microclima, l’abilità del contadino, ecc. Il rapporto causa-effetto è un argomento estremamente difficile che non si può esaurire soltanto con una serie di affermazioni più o meno provate. Servono analisi comparate, dati selezionati, procedimenti statistici rigorosi, e molto altro ancora.
Purtroppo però l’agricoltura biodinamica e le idee di Rudolf Steiner non si fermano qui. Il passaggio successivo è forse ancora più critico e meno convincente. Seguiamone allora insieme i punti essenziali.
Steiner afferma che la biodinamica guarda alla terra come parte dell’Universo e quindi deve necessariamente essere soggetta alle leggi ed alle influenze cosmiche. Si sente già odore di “bruciato”, ma ancora tutto bene. A riprova di ciò ricorda che senza il Sole non è possibile la vita e che solo grazie alla luce avviene uno dei processi più meravigliosi della natura: la fotosintesi. Il Sole determina inoltre il giorno, la notte e le stagioni, cioè tutto il ritmo vitale del pianeta. Perfettamente d’accordo. Ciò è ampiamente dimostrato ed accettato dalla Scienza, che ne ha saputo fornire spiegazioni esaurienti e riproducibili.
Poi però Steiner continua affermando, senza alcun dubbio in proposito, che la Luna governa i liquidi, come dimostrato dalle maree, dal ciclo femminile e dal fatto che moltissimi contadini eseguono i loro lavori di campagna seguendo i movimenti della Luna. Nulla da eccepire sulle maree e gli oceani, ma il legame col ciclo mestruale non è certo assodato. Ancora più grave è il ricorso alle consuetudini contadine: si considera come prova proprio ciò che si vuole provare! Se per il Sole tutto andava bene, per la Luna non ci siamo proprio… Tuttavia, ciò bastò a Steiner per assegnare alla Luna un ruolo essenziale nell’agricoltura biodinamica: un vero e proprio orologio cosmico che scandisce con le sue fasi i momenti più o meno propizi alle pratiche contadine.
Purtroppo però le cose si complicarono ancora di più negli anni ’50 ad opera di un’altra studiosa biodinamica tedesca, Maria Thun. Essa affermò che le influenze lunari erano da mettere in relazione anche con la posizione del nostro satellite rispetto alle costellazioni dello zodiaco. Queste influenze si esercitano, a seconda del segno zodiacale, sulle quattro parti costitutive della pianta (radice, foglia, fiore, frutto). Ovviamente i fautori della biodinamica asseriscono che queste osservazioni sono state confermate da vari Istituti di ricerca ufficiali: pensare che sono decine di anni che studio i pianeti, la loro fisica ed i loro movimenti e non mi ero mai accorto di questi sconvolgenti processi! E chissà per quale oscura ragione, quei miei colleghi in giro per il mondo che sicuramente dovevano saperne qualcosa, si sono sempre rifiutati di rendermene partecipe. Mi viene un dubbio: non potrebbe darsi che certi Istituti di ricerca non fossero poi così… ufficiali?
Resta comunque il fatto che le nuove asserzioni di Maria Thun diedero nuovo vigore al legame indissolubile tra piante e corpi celesti e che la biodinamica iniziò ad assomigliare sempre più all’astrologia. Vale allora la pena riportare alcune considerazioni che sono alla base di quel calendario delle semine, che è frutto di venti anni di ricerca assidua della Thun, ed a cui devono ricorrere gli agricoltori che vogliano seguire correttamente le pratiche biodinamiche ed ottenere gli ambiti risultati.
Maria Thun utilizza alcune nozioni tipiche dell’astrologia riguardo alle suddivisioni dei segni zodiacali: Ariete, Leone e Sagittario appartengono al segno del fuoco; Toro, Vergine e Capricorno a quello della terra; Gemelli, Bilancia ed Acquario a quello dell’aria; Cancro, Scorpione e Pesci al segno dell’acqua. Seguendo il passaggio della Luna attraverso lo zodiaco, Maria Thun associa ad ogni segno una delle quattro parti che compongono le piante: radice = terra, foglia = acqua, fiore = aria, frutto = fuoco. Ne consegue “facilmente” che quando la Luna transita nei segni di fuoco seminiamo piante di cui vogliamo un buon sviluppo fruttifero. Quando la Luna transita nei segni d’acqua seminiamo piante di cui vogliamo usare le foglie. Quando la Luna attraversa i segni di terra seminiamo piante di cui raccoglieremo radici e tuberi. Quando, infine, la Luna transita nei segni d’aria semineremo piante di cui vogliamo i fiori. Questo è un tipico esempio di come viene applicato il calendario delle semine. Si noti che non è basato su alcuna spiegazione scientifica, ma solo su “atti di fede” di tipo astrologico.
Il calendario proposto risulta però anche più complesso in quanto tiene conto di particolari configurazioni astronomiche, quali eclissi, opposizioni, passaggi di pianeti dietro al Sole o alla Luna, ecc. Non si trascurano nemmeno gli spostamenti della posizione della Luna, dovuti alla leggera inclinazione del suo piano orbitale rispetto a quello della Terra intorno al Sole (circa 5 gradi). Ciò causa infatti un’oscillazione della posizione della Luna rispetto alla traiettoria apparente del Sole attraverso lo zodiaco. Nell’arco di un mese la Luna passa da posizioni più basse a posizioni più alte e viceversa. Durante la salita si dice che la Luna è ascendente, durante la discesa che è discendente. La linea continua di Figura 1 illustra il tracciato della Luna, mentre quello tratteggiato indica il moto apparente del Sole (eclittica) rispetto alle stelle. Da A a B la Luna è ascendente, da B a C la Luna è discendente:
Il calendario delle semine dà grande importanza a questa lieve oscillazione: in Luna ascendente la linfa sale con più forza e la pianta è più rigogliosa, in Luna discendente la linfa ha meno energia e quindi conviene seminare, tagliare alberi e concimare. Inutile dire che non vi è alcuna motivazione scientifica che possa collegare questa lieve oscillazione con il comportamento del mondo vegetale.
Molto più evidente sarebbe invece la variazione della posizione della Luna durante l’anno a causa della sensibile differenza tra piano orbitale lunare e piano equatoriale terrestre. Sappiamo bene che la differenza tra piano orbitale della Terra (piano dell’eclittica, parlando in linguaggio astronomico) e piano equatoriale causa le stagioni. Alle nostre latitudini i raggi del Sole sono più inclinati durante l’inverno e meno inclinati durante l’estate. O, se preferite, il Sole resta più basso durante l’inverno (ed i giorni sono più corti) che non durante l’estate (ed i giorni sono più lunghi).
Dato che la Luna ruota attorno alla Terra su un’orbita anch’essa inclinata rispetto al nostro equatore, essa, analogamente al Sole, raggiunge punti più alti o più bassi durante l’arco dell’anno. La Figura 2 illustra, come esempio, le posizioni della Luna Piena (L) in prossimità dei solstizi di inverno ed estate. In inverno, quando il Sole (S) è più basso sull’orizzonte (O), la Luna Piena è più alta. In estate capita esattamente il contrario: il Sole è più alto e la Luna Piena è più bassa. PN e PS sono il Polo Nord ed il Polo Sud terrestri, mentre Z è lo Zenit del luogo:
Questa variazione, sicuramente più significativa di quella precedente, non è invece tenuta in conto nel calendario delle semine.
Se andate a spulciare nei siti informatici dell’agricoltura biodinamica troverete una descrizione ben più ampia di quanto io abbia cercato di riassumere. Ma noterete anche due frasi molto importanti.
La prima dice che da oltre mezzo secolo anni si stanno conducendo ricerche sugli effetti dei ritmi delle stelle per seguire le reazioni delle piante, animali, terreno e tempo atmosferico, ma non si riportano i risultati né tanto meno i metodi di analisi dei dati. La seconda dice che il rispetto del calendario dà buoni risultati solo se la terra è coltivata biodinamicamente, cioè se essa presenta un’alta attività biologica. Il che sembrerebbe implicare che il vero punto essenziale rimane una buona e sana cultura della terra. O se volete, in modo più malizioso, l’utilizzo di quei prodotti che sono ampiamente pubblicizzati nei vari siti.
Personalmente mi sembra evidente che l’agricoltura biodinamica si basi su alcuni principi sicuramente corretti, anche se forse oggi abbastanza ben conosciuti (riduzione dei concimi chimici, scelta delle migliori condizioni stagionali, rotazione delle culture, grande cura e precisione nelle pratiche contadine, ecc…). Tutti quelli in pratica che, malgrado le asserzioni di Steiner e della Thun, sono essenzialmente biologici. Gli altri principi (dalla preparazione del compost, inteso come un essere vivente, ai legami tra piante e Luna, stelle e pianeti) mi sembrano invece farneticazioni basate solo su visioni filosofiche assai dubbie e su credenze astrologiche non certamente scientifiche. Non fatevi infatti suggestionare da forze misteriose o energie occulte, che vengono spesso invocate per spiegazioni altrimenti impossibili, al pari di quanto si fa per i fantasmi, gli spiriti, il paranormale e per tutte le scienze fasulle in genere. Senza contare poi il chiaro indirizzo commerciale di tutta l’impostazione…
Conclusioni
Cari amici e cari produttori di vino in particolare, non so cos’altro dirvi. Mi sono veramente convinto che gli innesti, le potature, i travasi, gli imbottigliamenti, ecc... abbiano ben poco a che fare con il nostro pallido satellite. Né tanto meno con le pratiche dell’agricoltura biodinamica, quando queste invocano forze ed energie misteriose per cercare di complicare una Natura che non ha certo bisogno dell’uomo (né nel bene, né nel male) per creare e gestire la meravigliosa armonia del Cosmo e delle sue leggi. Voi avete ben altre capacità, sia in vigna che in cantina, per riuscire a produrre quel nettare divino che ho la fortuna di assaggiare e di cui non saprò mai ringraziarvi abbastanza. Sono altresì convinto che otterreste gli stessi risultati trascurando del tutto la Luna e guardando solo alle stagioni, alle condizioni atmosferiche, all’umidità, allo sfruttamento ottimale del terreno, alla salvaguardia dell’ambiente circostante, ecc. Tuttavia, non abbiate remore a continuare a seguire i vostri calendari lunari più o meno dettagliati se questo non vi causa un aumento di fatica o di spesa. In fondo non c’è niente di male ad avere qualche piccola mania o abitudine, se essa non reca danno né a voi né al vostro prossimo.
La Luna è così bella, così poetica, così importante per la Terra, che vale bene un occhio di riguardo.
Viva il vino e viva la Luna!!!
La serie "Che fai tu, Luna, in ciel?" termina qui, ma sarà a breve seguita da un'appendice dedicata ad una semplice spiegazione del fenomeno della marea lunare
NEWS del 25/5/2021 - La biodinamica steineriana mette (purtroppo) d'accordo i senatori