Categorie: Corpi minori
Tags: asteroidi banalità distruzione catastrofica famiglie forma a V ricostruzione
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:2
Come raschiare il fondo del barile e inventarsi (riciclando) colpi di genio **
Fa sempre piacere (o, almeno dovrebbe far piacere) essere citato in un lavoro dopo dieci anni di pensione. Purtroppo, però, lo stesso lavoro mi fa vedere come ormai le idee scarseggino e ci si affidi sempre di più a vecchie ovvietà, rispolverandole come nuovi colpi di genio.
Appare su Media INAF un lavoro sulle famiglie asteroidali (QUI). Interessante! Tra gli autori gente che conosco. Bastano poche righe per capire, però, che siamo alle solite… riciclaggio di vecchie idee, date come colpi di genio innovativi.
Tra le varie banalità scritte, sapute e risapute, il caro Marco Delbò (portato verso gli asteroidi proprio dal sottoscritto, ma con scarsa memoria e riconoscenza), scrive:
"Noi abbiamo usato un metodo differente: ogni membro di famiglia si allontana dal centro della famiglia in un modo che dipende dalla sua dimensione – gli asteroidi più piccoli si spostano più velocemente e vanno più lontano dei grandi. Quindi, cercando una correlazione tra dimensione e distanza (quella che chiamiamo V-shape), si può vedere la forma delle famiglie più vecchie".
La presenza di asteroidi di tipo anomalo (leggi “vecchi”), nella zona interna della fascia, era stata sollevata da molti anni, così come la “geniale” forma a V. Avevo scritto molto a riguardo… Ricordo benissimo, quando avevo fatto vedere tutte le distribuzioni di questo tipo a un paio degli autori della “nuova” ricerca. In realtà, un volta, non si conoscevano molti diametri, ma conoscendo il tipo tassonomico e/o l’albedo era facile averne una stima più che sufficiente, attraverso le magnitudini assolute. “Bella”, avevano detto. “Banale”, avevo risposto… basta conoscere un po’ di fisica delle frammentazioni catastrofiche per impatto (simili, ma non del tutto, a quella per esplosione interna) ed è ovvio che vengano fuori forme a V. A quei tempi banalità di questo genere non venivano nemmeno pubblicate, tanto erano ovvie per tutti. Anche se, in realtà, in un lavoro sui supposti “intrusi” delle famiglie, ne avevo fatto uso…
Oggi diventano colpi di genio… Su come, poi, si possa ricostruire una famiglia, solo dai suoi bordi, ho molti dubbi, a meno di non inserire i soliti programmi che fanno tutto da soli sulla base di ipotesi del tutto soggettive.
Sì, il mondo è cambiato e mi stupisco perfino che si ricordino di citarmi come uno dei “padri” delle famiglie…(aggiungendo, tra le righe, che sono in pensione e quindi ormai… inoffensivo).
Fa già tanto caldo e sono un po’ giù di corda per altri motivi. Viva i nuovi geni fatti a V, proprio come Vittoria! Contenti loro…
Articolo originale QUI
P.S.: mi fa sorridere come una volta la pubblicazione su Science o Nature era sempre una vera lotta. Oggi, qualsiasi ovvietà ha la strada aperta. Un piccolo aneddoto. La missione Voyager aveva mostrato in modo più o meno approssimato che il satellite di Nettuno, Nereide, aveva una forma molto allungata... Le immagini e le conclusioni su una forma a "sigaro" erano state subito pubblicate su Nature. Il gruppo di Pisa ed io ci eravamo buttati a pesce (avevamo appena descritto le forme a tre assi), creando un modello fisicamente valido e ipotizzando scenari evolutivi. Nature l'aveva rifiutato! Motivazione? I dati osservativi (pubblicati da loro stessi!) erano troppo incerti per poterci costruire un modello. Ma come! Dicevano chiaramente che quella doveva essere la forma, e allora perché non potere accettare come vera una notizia data dallo stesso giornale? L'ultima risposta era stata: "Con le osservazioni si può essere più permissivi...", ossia si possono dire anche probabili falsità. La vera motivazione era sempre la stessa: la paura che gli europei (e gli italiani in particolare) sapessero leggere tra i dati "grezzi" delle missioni spaziali senza aspettare le lunghe ricostruzioni al computer.
Oggi, invece (forse), l'importante è riempire le pagine, vista la carenza di vere novità...
2 commenti
Ormai ci siamo abituati caro Enzo, oggi basta il fumo...e l'arrosto di altri, se poi l'arrosto e trito e ritrito non importa , lo si spennella con un po' di olio e lo si ripresenta come appena sfornato..la mancanza, in buonissima parte indotta, di memoria e cultura fa' il resto.
parlare di ARROSTI in questo momento fa un po' "senso", ma come non darti ragione?