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Scritto da: Daniela
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I Racconti di Mauritius: IMMOBILIARE BANG & CRUNCH
Che l'economia vada a gonfie vele o sia in piena recessione, c'è sempre chi trova il modo di accumulare ricchezza e potere a spese del popolo bue... una situazione ricorrente inserita in uno scenario fantascientifico, non privo di riferimenti scientifici seri, fa da scenario a questo sagace e forse profetico racconto mauriziano.
L'IDEA
Le lunghe pale dell'antiquato ventilatore a soffitto ruotavano pigramente sopra le teste dei dodici membri del consiglio di amministrazione. Non mancava nessuno, cosa abbastanza insolita. In realtà l'aria era climatizzata da un modernissimo impianto di condizionamento che governava in modo ottimale tutti i parametri di temperatura, umidità e profumazione dell'aria. Il ventilatore era più che altro un simbolo retrò, voluto dall'architetto che aveva progettato gli interni, per lanciare il messaggio “non siamo arrivati ieri”.
E in verità la ormai unica multinazionale del settore immobiliare era arrivata da molto tempo sulla scena, spazzando via tutta la concorrenza. I primi a scomparire erano state, naturalmente, le piccole agenzie locali, messe in crisi dalla martellante pubblicità con cui il colosso aveva plasmato la testa dei compratori. Poi era stata la volta dei concorrenti più significativi. A colpi di acquisizioni e fusioni erano stati tutti fagocitati senza scampo. Alla fine erano rimasti in tre, ma i due rivali avevano dovuto cedere il campo nel giro di pochi anni.
La Immobiliare Unlimited godeva del più assoluto monopolio mondiale.
Tutte le transazioni passavano dai suoi uffici. Il settore delle abitazioni private, quello degli insediamenti industriali, dei terreni agricoli, addirittura i progetti di intere megalopoli, tutto era controllato, amministrato, programmato e realizzato nel grembo della rete di computer che costituiva il suo onnisciente sistema nervoso.
Ma nonostante la crescita demografica che aveva fatto salire la popolazione mondiale dai sei miliardi di inizio secolo, in solo cinquant'anni, ai dieci miliardi attuali, superando tutte le previsioni, gli affari avevano cominciato a dare segnali di crisi.
La stagnazione delle vendite era ormai un fenomeno innegabile. Nessuno comprava, nessuno vendeva. Le aziende si erano sedute sui propri investimenti e non cercavano altri spazi. Neppure il calo dei prezzi era riuscito a smuovere nulla. Occorreva un'idea, una visione rivoluzionaria che trasformasse un business ormai asfittico in una nuova corsa all'Eldorado, con cui tornare ai rendimenti a due cifre che tanto avevano allietato gli azionisti negli ultimi trent'anni.
Qualche tentativo di ripresa c'era stato, nell'ultimo quinquennio, con l'affitto degli asteroidi più piccoli che il settore “Spazio” aveva avuto in concessione plurisecolare dall'Amministrazione Planetaria, così come la costruzione delle Lagrange Twin Towers di Nakamura, ma erano poca cosa. Anche il leasing delle regioni subcontinentali di Luna e Marte per realizzare prima le basi e poi le città per i coloni, era riuscito a dare un po' di respiro, ma ci voleva ben altro per passare dalla pura sopravvivenza ad una vera, vigorosa espansione.
Alle 15 in punto il Presidente aprì la riunione con l'intervento introduttivo.
“Il nostro incontro di oggi è destinato ad entrare nella storia, non solo della nostra organizzazione, ma della intera umanità. La decisione che ratificheremo in questa seduta sarà un balzo immenso, ben più grande di quello che mosse il primo uomo sulla Luna. E' mia profonda convinzione che vivere in questo periodo sia per tutti noi un grande privilegio ed anche voi avrete questa certezza dopo aver ascoltato, dalla viva voce della Professoressa Isotta Kranz, il risultato della ricerca che ha condotto per la Immobiliare Unlimited”. Così dicendo fece un ampio gesto di benvenuto verso l'imponente figura femminile che era apparsa al suo fianco, uscendo dalla porta a fondo sala.
La Professoressa Kranz era alta almeno un metro e novanta, se avesse indossato un'armatura avrebbe potuto recitare nella “Valchiria”, ma indossava un tallieur bianco e aveva un antiquato paio di occhiali cerchiati d'oro, probabilmente su consiglio del solito architetto con la fissa del “non siamo nati ieri”. Prese la parola con la naturale disinvoltura di chi sa che sarà ascoltato attentamente.
“Grazie Presidente, è certo un onore per me poter presentare questo progetto al consiglio di amministrazione della Immobiliare Unlimited”. Le luci si attenuarono e sullo schermo che occupava l'intera parete di fondo, apparve l'immagine di un semplice diagramma.
“In questa figura sono rappresentate le posizione che un punto G potrà occupare, in un momento del suo futuro, in uno spazio bidimensionale che ha proprio come coordinate lo spazio (unidimensionale) e il tempo.
Qualche concetto prima di iniziare:
- Non esiste una velocità assoluta di un punto in movimento
- Esiste solo una sua velocità relativa a un altro punto
- La velocità dipende quindi dal sistema di riferimento
- La velocità della luce è invece una costante ed è indipendente dal sistema di riferimento
- La velocità della luce può essere definita, per comodità, come la velocità di un fotone rispetto al punto da cui è partito, ed è un limite invalicabile
Quando parliamo di velocità di espansione dell’universo NON parliamo di velocità di un punto rispetto a un altro, ma dello spostamento di due punti a causa della dilatazione dello spazio. In altre parole, i due punti (o oggetti celesti) sono immobili nello spazio, ma è lo spazio che si dilata nel tempo.
Per comprendere questo concetto è accettabile immaginare l’Universo come un palloncino che si gonfia e che ha disegnati sulla sua superficie dei punti. I punti non si muovono di moto proprio lungo la superficie (sono immobili), ma è la superficie che si dilata e quindi costringe a dilatarsi lo spazio compreso tra i due punti.
Come possiamo rappresentare la luce che parte da un punto ad un certo istante in un diagramma spazio-tempo? Facile! Attraverso il cono di luce, che, nel caso di una rappresentazione piana, si riduce a un triangolo che altro non è che l’intersezione del cono con il piano del foglio. Osservate le linee, che demarcano il confine della superficie di questo cono, tracciate in rosso nel disegno: questo è il limite insuperabile, perché nessuno spostamento può avvenire a velocità superiori a quella della luce. Si definisce cono di luce l’insieme di tutte le posizioni che un oggetto G può occupare nel suo futuro. In altre parole, esso rappresenta il possibile futuro di un oggetto G nello spazio-tempo. Se l’oggetto rimane immobile, esso descrive la retta perpendicolare, proprio quella che definisce l’asse del tempo (G’). L’asse orizzontale rappresenta invece lo spazio. Se un oggetto si muove nello spazio e nel tempo, descrive una curva più o meno variabile (quella del punto G’’). Il cono di luce è delimitato ai suoi bordi dal movimento nello spazio-tempo della luce (c). In altre parole, la posizione del punto G non può mai uscire dai bordi rossi perché altrimenti si muoverebbe ad una velocità superiore a quella della luce e questo NON è possibile. Le linee rosse rappresentano quindi perfettamente la luce (o, se volete, i fotoni) che esce dall’oggetto G e si muove nello spazio-tempo verso G’’’. L’angolo tra l’asse del tempo e la luce è di 45° nel sistema di riferimento che viene normalmente scelto, ma è inutile approfondire questa parte che esula dal nostro problema.”
La Professoressa Kranz si concesse una breve pausa per lanciare uno sguardo circolare all'uditorio. Si poteva percepire nell'aria la tensione generata dalla curiosità degli astanti.
“Qual è allora l'idea che nasce da queste premesse? Ebbene il tempo genera lo spazio. A noi non resta che prenderne possesso. La velocità a cui si genera lo spazio è stimata in 73,2 chilometri al secondo per MegaParsec.
Diciamo che assumendo come origine il punto di osservazione in cui ci troviamo ora e prendendo una galassia qualsiasi che è distante da noi un po' più di tre milioni di anni luce, questa galassia per l'espansione dello Spazio che ci separa, si allontana da noi a 73,2 chilometri al secondo. Se fosse a una distanza doppia si allontanerebbe alla velocità doppia, se fosse al triplo, a velocità tripla, e così via. Può sembrare poco, ma tutte le grandi cose hanno piccoli inizi. Prendendo come punto di vista la nostra galassia o il nostro gruppo di galassie (tenute insieme dall'attrazione gravitazionale, che indipendentemente dall'espansione dello Spazio resteranno sempre vicine fra loro), con questa espansione dello Spazio arriverà un momento lontanissimo nel futuro in cui rimarremo solo noi in tutto l'Universo osservabile da cui ci può arrivare della luce (sempre inteso come gruppo locale di galassie). Tutto il resto dell'Universo si sarà ormai allontanato talmente tanto e talmente velocemente da non permettere più a nessun raggio luminoso emesso da questi oggetti di raggiungerci.”
Le luci si riaccesero e la Professoressa Kranz si spostò per lasciare il podio al Presidente.
“Il nuovo traguardo della Compagnia è nello spazio profondo, è un fatto incontestabile. La nostra missione sarà quindi di vendere lotti di spazio-tempo ad un prezzo equo, con la garanzia che si rivaluteranno nel corso degli anni per il semplice fatto che la loro dimensione continuerà ad aumentare sempre più. Non si parlerà più di ridicole unità di misura come il chilometro quadrato o il miglio quadrato, ragioneremo in anni luce, o meglio, in parsec.
Chi mai vorrà rinunciare ad un investimento così remunerativo? E così diversificato, poi. Un lotto “a due passi dal Sole” per trascorrere il week-end, certo crescerà più lentamente che uno davvero distante, ma sarà facilmente raggiungibile anche dai più pigri, almeno all'inizio. E per chi guarda lontano... un lotto a centinaia di megaparsec che si espande come il fulmine, per garantire tutto lo spazio che possono desiderare i pro-pro-pronipoti, non è forse un investimento intelligente? Nessun problema di divisione dei beni in caso di divorzio o liti fra eredi, indipendentemente dal loro numero. Il capitale cresce in modo accelerato e c'è spazio per tutti. Sissignore, non più villette a schiera con vani di dimensioni ridicole, o piccoli quartieri-satellite ammassati alle periferie, vedremo sorgere dal nulla interi sistemi solari, ammassi aperti, e, perché no, nuove galassie!
Adesso, venendo al presente, il fatto che non ci siano concorrenti a contenderci questo mercato illimitato non deve rallentare la nostra azione. Dopo questa votazione inizieremo subito a definire in dettaglio i piani e le strategie. Il tempo vola e c'è sempre il pericolo che qualche nuova teoria metta in discussione il modello cosmologico che in questo momento ci è molto favorevole. Al lavoro, quindi.”
Inutile dire che nella votazione che seguì il progetto venne approvato all'unanimità. Fu così che, nel lontano 2867, l'Universo venne definitivamente lottizzato.
FLUSSI E RIFLUSSI
“Il valore del coefficiente di Hubble si attesta, alla chiusura delle osservazioni, al livello 42,7 km/sec Mpc, in calo dello 0,6% rispetto alla chiusura di ieri. La tendenza delle ultime settimane viene così confermata e, per fine anno, si prevede il raggiungimento della soglia dei 20 Km/sec Mpc.”
Nel Valhalla della Immobiliare Unlimited aleggiava un pesante silenzio. Il presidente ed il consiglio di amministrazione al completo fissavano il grande schermo su cui appariva il grafico, inesorabilmente in discesa, delle previsioni basate sui rilievi della sonda Plank.
“E' la fine...” mormorò uno dei consiglieri anziani con un profondo sospiro.
“Chi mai poteva immaginare che sarebbe successo così presto...” aggiunse un altro.
“Calma signori, calma. Non facciamoci prendere dal panico. Piuttosto, vediamo questa cosa come una inattesa opportunità e troviamo il modo di trarne vantaggio...” replicò il Presidente.
Ma il suo occhio destro non era d'accordo con le sue parole e lo mostrava chiaramente con un irrefrenabile battito della palpebra.
Il consigliere più anziano, con funzioni di segretario, trovò la forza di replicare per primo. “Signor presidente, mi sembra davvero difficile immaginare vantaggi in questa situazione. A parte il fatto che le vendite sono bloccate, ci stanno arrivando sulla testa migliaia e migliaia di cause con le motivazioni più diverse: tentata truffa, vizi occulti, circonvenzione, pubblicità ingannevole, etc. etc. I nostri legali hanno dato le dimissioni in massa e non c'è nessuno studio legale che sia disposto a difendere la Compagnia nei processi che verranno aperti. Anche le assicurazioni si rifiutano di intervenire per coprire i danni.”
La palpebra destra del Presidente si fermò per un attimo poi riprese a battere a ritmo accelerato.
“Signori, non nego che la situazione sia allarmante, ma è proprio in momenti come questo che bisogna ragionare freddamente. Tra poco ci raggiungerà la persona che più di ogni altra è in grado di suggerire una soluzione a questo drammatico problema. Abbiate fiducia, riprenderemo la riunione al suo arrivo”.
Erano passati esattamente 9062 anni dal giorno in cui tutto era cominciato. Molti presidenti si erano avvicendati alla guida della Immobiliare Unlimited, forse più di un migliaio. Al loro fianco, vera eminenza grigia della Compagnia, c'era sempre stata una donna, non la medesima donna ovviamente, ma sempre della stessa discendenza, quella dei Kranz. Per più di trecento generazioni la primogenita della famiglia aveva ricoperto il ruolo di Consigliere Scientifico, monitorando la situazione e suggerendo raffinate strategie.
L'attuale rappresentante di questa incredibile casata era Brunilde Kranz, una bellissima donna di una cinquantina d'anni, che sembrava la fotocopia della sua lontana ascendente, Isotta, colei che aveva dato inizio a questa lunga epopea.
Entrò nella sala e mandò in frantumi il terrore tridimensionale che permeava l'ambiente. Forse era solo suggestione, ma nelle orecchie dei presenti arrivavano in sottofondo le esaltanti note dei Maestri Cantori, in tutta la loro trionfale gloria.
Il presidente l'accolse con un inchino e l'invito a prendere subito la parola.
“L'universo sta diventando sempre più piccolo. E' un dato di fatto, una cosa inevitabile. Ma vi domando: è forse un male?”
Un mormorio di stupore serpeggiò attorno al grande tavolo del Consiglio, ma nessuno si azzardò a dare una risposta a quella incredibile domanda.
“Lo è nella misura in cui la cosa ci paralizza. Se doveste macchiare la vostra cravatta, pensereste forse che la vostra vita è finita? Certamente no, avreste solo il piccolo fastidio di sceglierne un'altra da indossare, rifare il nodo e dimenticarvi del banale contrattempo. Ebbene se questo universo sta diventando stretto e non ci state più dentro, la soluzione più ovvia è di indossarne un altro.”
Seguì un inevitabile secondo mormorio. Ma questa volta un consigliere trovò la forza di fare la domanda che rimbalzava nella testa di tutti.
“Professoressa Kranz, ci sta dicendo che esistono altri universi...accessibili?”
“Certamente, Consigliere, certamente. Ne esiste un numero indefinito e si tratta solo di creare il necessario collegamento. Certo bisognerà scegliere tra quelli più adatti ad ospitarci. Dovranno essere in fase espansiva, universi giovani, con tutte le costanti cosmologiche a posto, per garantirci una residenza ottimale a lungo termine.”
“E come potremo raggiungerli?”
“Quanto tempo ci vorrà'”
“E i costi?”
Le domande si accavallavano. La Valchiria sorrideva volgendo lo sguardo su quei patetici alti dirigenti che sembravano scolaretti agitati. Il suo abito, rigorosamente bianco, risplendeva di una luce fredda, generata dai filamenti in fibra ottica fotoluminescente, un modello disegnato da Zac Posen IV solo per lei.
“Risponderò a tutte le vostre domande, ma per ora mi limiterò ad illustrare l'idea nelle sue linee generali. Il passaggio da questo universo ad uno alternativo è possibile.”
Le luci nella sala si attenuarono e davanti agli occhi ipnotizzati dei presenti si formò un ologramma.
La voce della Kranz sembrava sospesa a mezz'aria, assieme all'immagine.
“Quello che vedete è un ponte di Einstein-Rosen. Collega tra loro due universi. Da un lato il buco nero costituisce l'entrata del tunnel, dall'altro il buco bianco è la via di uscita. Cominceremo a traslocare su piccola scala, un sistema solare per volta, poi passeremo alle cose più grandi, scegliendo ovviamente quelle più indispensabili. Non è il caso di portarsi dietro tutto, dato che dall'altra parte troveremo facilmente quello che ci serve.”
“Ma il nostro trasferimento produrrà una perdita di massa in questo universo e un corrispondente apporto di massa nell'altro. Uno squilibrio che non è consentito dalla seconda legge della termodinamica...” Obiettò, perplesso, il segretario.
“Certo dovremo compensare questo squilibrio con il semplice espediente di creare un secondo passaggio, il più distante possibile dal primo, in cui realizzare un trasferimento compensativo: tanta materia viene iniettata nell'universo di destinazione, quanta verrà restituita in senso contrario. Niente di più di quanto si fa da millenni per filtrare l'acqua delle piscine.
Resta solo da decidere cosa fare qui prima di andarsene. Dato che la fase di contrazione durerà miliardi di anni occorre pensare ad investimenti a lungo termine. Per questo suggerisco un piano di acquisizioni progressive degli spazi residui, tenendo conto che in questo momento la gente è disposta ad accontentarsi di una cifra simbolica pur di liberarsi dal peso delle tasse che, come sapete, non tengono conto del valore di mercato ma sono commisurate al valore fissato dal catasto galattico. Comprate oggi gli spazi e, quando qui ci sarà il prossimo big bang, li potrete rivendere al prezzo che vorrete. Nel frattempo, nella nuova sede, potrete proseguire le operazioni di vendita, in un contesto in espansione esplosiva, magari con un nuovo marchio aziendale: universo nuovo, nome nuovo. E dato che il presidente mi ha offerto una partecipazione societaria a compenso dei miei consigli, credo di poter avanzare la proposta per una nuova denominazione della nostra organizzazione, che richiami il senso di continuità e di rinascita. Che ne dite di IMMOBILIARE BANG & CRUNCH?”
L'applauso che seguì fu il più lungo e caloroso mai tributato nella ultramillenaria storia della compagnia.
LA RESA DEI CONTI
“Ecco, vai un po' avanti. Sì, fermo! Allarga il campo, apri a sinistra, più avanti. Perfetto! Entriamo qui, questa volta li abbiamo beccati, finalmente!”
Brunilde Kranz si volse appena quando i due agenti della Cronosorveglianza si materializzarono al centro della sala. Non fece alcun gesto, sapendo bene cosa stava accadendo. Più scomposta fu la reazione degli altri presenti. Qualcuno tentò di raggiungere le uscite di emergenza, peraltro bloccate dalle guardie robotiche. Altri cercarono di attivare il sistema di autodistruzione dei propri archivi personali, ridicolo tentativo di distruggere prove che erano ormai state ampiamente intercettate.
Mentre l'immagine ologrammatica fluttuava ancora nell'aria, il capo pattuglia dichiarò tutti in arresto con le imputazioni di cospirazione ai danni della collettività, aggiotaggio, turbativa di mercato, tentata esportazione clandestina di beni comuni, e altri reati accessori. L'arcaica dichiarazione dei diritti degli arrestati, la cui omissione in tempi remoti avrebbe inficiato la legalità della procedura, non era più necessaria dato che la consapevolezza di tali diritti era innestata nella memoria di ciascun individuo al momento della nascita.
Da quando, molti anni prima, era stato istituito il servizio di Cronosorveglianza, la Immobiliare Unlimited era al centro del mirino. Ma erano stati sempre abbastanza furbi da eludere tutti i controlli. Solo la situazione di emergenza li aveva resi incauti al punto di trascurare ogni precauzione col risultato di essere scoperti.
Tutti gli arrestati vennero condotti al centro di prevenzione crimini (lo scopo della Cronosorveglianza non era di reprimere, ma di prevenire) mentre le “cucitrici” si stavano occupando con solerzia di rimarginare velocemente le falle temporali prodotte dall'operazione.
L'intrusione in un “frame” temporale produceva sempre degli strappi, delle lacerazioni che andavano ricucite immediatamente per non produrre paradossi temporali che avrebbero potuto generare effetti imprevedibili. Questo delicato compito era svolto da piccole unità dalla curiosa forma di ciambella, che venivano lasciate sulla scena dell'intervento per analizzare ogni minimo dettaglio e riconciliare le anomalie prodotte nel tessuto causale perturbato. Le cucitrici, appunto.
La procedura processuale fu brevissima e si risolse in una severa condanna per tutti gli imputati, confinati nelle loro proprietà a tempo indeterminato, sotto costante sorveglianza. Naturalmente la Immobiliare Unlimited fu condannata ad un risarcimento di entità tale da portarla al fallimento.
L'impatto sulla economia fu devastante, come si poteva prevedere, e molti si chiesero se il prezzo della giustizia non fosse troppo alto anche per gli innocenti che subivano il contraccolpo di questo evento, fino al giorno prima considerato irrealizzabile.
Ma come sempre avviene, dopo una forte discontinuità, in un tempo relativamente breve il cambiamento venne metabolizzato e la nuova realtà, con i suoi problemi e le sue opportunità, cancellò rapidamente lo scenario precedente.
Ora il mercato immobiliare fluttuava in una sorta di limbo, i prezzi oscillavano senza alcuna regola, se non quella caotica di un moto Browniano. Benché fosse ormai certo che si andava verso il Big Crunch e tutto l'universo si stesse contraendo in modo accelerato, c'erano i sostenitori del valore economico legato alla densità e non all'estensione. Costoro erano disposti a comprare a qualsiasi prezzo appezzamenti i cui confini, pur riducendosi, venivano a contenere quantità di materia sempre più concentrata. Peraltro c'era chi sosteneva che questa materia avrebbe impedito ad un certo punto qualsiasi libertà di movimento e avrebbe letteralmente “murato” i proprietari al suo interno. I più, sconcertati da queste opposte tesi, non sapevano se vendere o comprare o non fare nessuna delle due cose, maledicendo in cuor loro i padri di tutte le teorie economiche che per secoli avevano scientificamente distrutto ogni logica, producendo più danni di tutte le guerre e le catastrofi naturali.
Indifferente ai problemi dei suoi inquilini, l'universo continuò a rimpicciolirsi.
Nelle notti di novilunio, un tempo profondamente buie, lo splendore delle stelle si fece sempre più forte. Poi tutto il cielo si riempì di luce al punto che la Luna si confuse con il chiarore di fondo e solo la presenza dei suoi mari consentiva di distinguerla confusamente.
Infine tutto il cielo diventò brillante come il Sole. Ma ormai, a vederlo, non c'era più nessuno.
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Se pensate che Mauritius abbia esagerato con la fantasia, scrivete su un motore di ricerca "acquistare pezzo di Luna" o "acquistare una stella" e vi renderete conto del livello al quale siamo già tristemente arrivati... ritenete davvero così fantasioso che tra qualche secolo (forse prima), quando Luna e stelle non susciteranno più l'interesse del consumatore medio, sempre più "indirizzato" nelle sue scelte, si passi alla vendita di zone di spazio in espansione o in contrazione?!?
Già mi immagino i consigli per gli acquisti, i pubblicitari non dovranno neanche sforzarsi troppo...
Tutti i racconti di Mauritius sono disponibili, insieme a quelli dell'amico Vin-Census, nella rubrica ad essi dedicata
5 commenti
Io in questi bei racconti ci vedo la sicurezza che l'umanità ci mette in tutte le storie in cui crede,per autoconvinzione o per balle galattiche in cui vuole credere.Non hanno ancora capito i bipedi respiranti,che la realtà è come il gas,caotico e imprevedibile.Le realtà più solide sono quelle costruite dalle fantasie che noi contribuiamo a sviluppare,finché un giorno capita qualcosa che le fa crollare,perché non più aderenti allo spaziotempo in cui hanno trovato credito.Siamo fatti ad immagine dell'Universo,e non possiamo che funzionare come Lui.Il principio sembra essere quantistico,l'osservatore condiziona l'osservato...
Grazie Gianni, per questo tuo commento e le suggestioni che contiene. L'umanità ha sempre avuto bisogno di credere in qualcosa, abbastanza immateriale da non poter essere verificato e falsificato troppo facilmente e troppo presto.
Per mio diletto ho cercato il significato della parola "credenza" , trovando questo:
http://www.etimo.it/?term=credenza
Come vedi, la credenza più solida è fatta di legno.
Di legno come i paraocchi di chi non vuole vedere! Ciao Maurizio,grazie a te.
A me il commento di Gianni ha fatto venire in mente la bolla dei tulipani, il primo grande crack finanziario risalente alla prima metà del '600...
http://www.consob.it/web/investor-education/la-bolla-dei-tulipani1
Purtroppo a leggere i commenti di molti analisti e commentatori,sembra che nel mondo finanziario,malgrado il recente disastro dei sub prime,ci siano una marea di bulbi di tulipano in giro,valutati col famoso e inestinguibile:"catena di St.Antony",la cui catena si spezzerà quando l'ultimo imbecille si estinguerà,cioè l'umanità.