Cari amici, sto procedendo con il diagramma di Penrose, saltando di "brutto" , come vi avevo annunciato, la metrica di Schwarzschild (data la difficoltà di scrivere questo terribile cognome, potremmo chiamarlo Karl, come già proposto dal nostro amico Alan Zamboni nei suoi splendidi video).

Tuttavia, sapete come sono fatto e mi spiace sempre lasciare qualcosa indietro... Per cui mi sono deciso di arrivare a un compromesso: spiegare la metrica di Karl attraverso qualche semplice nozione di relatività ristretta (l'invariante, soprattutto) e qualche figura esplicativa che renda giustizia anche alla famosa forma "a imbuto". Qualcosa andrà, comunque, presa per buona, ma penso che sia sufficiente a capire il concetto di base che ci mostrerà, fra l'altro, il grande genio (sfortunato) di Karl, il primo a essere capace di risolvere le equazioni di Einstein, anche se per un caso molto particolare (lo stesso Einstein la pensava impresa quasi impossibile).

Facendo questo, metteremo anche chiaramente in luce la differenza concettuale enorme che esiste tra raggio di Karl (derivante dalla sua metrica) e luogo in cui la velocità di fuga da una massa M uguaglia la velocità della luce. Una confusione che si legge spesso e che credo sia giusto sfatare una volta per tutte. La seconda definizione deriva, ovviamente, dalla prima, che va ben oltre, dato che impedisce qualsiasi tentativo di "fuga". Per richiamare il concetto posso suggerire due vecchi articoli (QUI e QUI).

Tutto ciò, però, al ritorno dalle mie vacanze in Sardegna (spero ardentemente di partire mercoledì prossimo... ne ho proprio bisogno). Appuntamento con Karl ai primi di ottobre e, se mi dimenticassi..., ricordatemelo!

In attesa di essere riuniti in un unico approfondimento, QUI trovate tutti gli articoli della serie "Apriamo la porta del buco nero" finora pubblicati