Categorie: Pianeti Satelliti e anelli Storia della Scienza Strumenti e missioni
Tags: Cassini Saturno
Scritto da: Daniela
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Il mio nome è CASSINI...
...e sto per portare a termine la ventennale missione affidatatami da voi umani, dopodiché ne inizierò un'altra che non avrà mai fine!
In questo momento sto provando una strana sensazione, non sono mai andata così veloce prima d’ora… ben 113.000 km/h! A questa velocità potrei compiere un giro intorno alla Terra in circa venti minuti, quattro volte più veloce della Stazione Spaziale Internazionale. Sembra che lanciarmi a così alta velocità sia necessario per non sbagliare bersaglio e non rischiare di andare a schiantarmi contro uno dei meravigliosi satelliti del mio Signore degli Anelli. Non sia mai… non potrei perdonarmi se, con le mie strumentazioni terrestri, dovessi contaminare Titano o Encelado, che hanno buone probabilità di ospitare forme di vita (se solo avessi avuto la strumentazione adatta, forse avrei potuto scoprirla io!).
Meglio lasciarli intatti e immacolati, così, quando finalmente da Terra si decideranno a dedicare una missione tutta per loro, non avranno dubbi se troveranno le prove che esiste la vita: io sono pronta a scommettere che la troveranno, ma inutile che scommetta, visto che quando accadrà, non sarò in grado di riscuotere il frutto della scommessa… tra poche ore mi tufferò nell’atmosfera di Saturno. Non prima, però, di avere inviato un’ultima immagine ai miei amici del Jet Propulsion Laboratory al Caltech! Su, un ultimo sforzo e… ecco fatto!
Non sarà pittoresca come quella visione completa del pianeta, incorniciato dai suoi anelli e impreziosito da una splendida aurora polare, ma di sicuro entrerà nella storia!
Loro la potranno vedere solo tra 83 minuti, tanto impiega quella tartaruga della luce a compiere il tragitto da Saturno alla Terra, e a quel punto, io sarò talmente impegnata nel trasmettere gli ultimi dati registrati, che probabilmente non potrò ascoltare i loro commenti…
…peccato, un pochino mi dispiace, ormai mi ero affezionata a quegli umani che mi hanno tenuto compagnia per quasi vent’anni, a partire dal lancio avvenuto il 15 ottobre del 1997 da Cape Canaveral. Lancio che un folto gruppo di anti-nuclearisti aveva fatto di tutto per fare annullare, perché temevano che, in caso di incidente, i 35 chili di plutonio che mi avrebbero dato energia sufficiente per fare ciò che poi per fortuna sono riuscita a fare, avrebbero potuto causare un disastro globale. Meno male che il presidente Clinton si fidò dei test di sicurezza effettuati dalla NASA, che garantivano la perfetta tenuta dei serbatoi del plutonio anche in caso di incidente e… il resto è ormai storia!
Ora posso finalmente rilassarmi e attendere di inabissarmi nella soffice atmosfera di quell’incredibile pianeta che ho studiato e analizzato in lungo e in largo per ben tredici anni. Chissà quali altre meraviglie scoprirò là dentro, mi dispiace solo di non poterle comunicare ai miei amici terrestri, visto che i miei strumenti ed io stessa tra poco ci disintegreremo, ma i nostri protoni continueranno a vivere là dentro e ne vedranno delle belle!
Ecco, la zona dell’impatto si sta avvicinando sempre più: è quella a destra nell’ultima foto illuminata dalla ringlight, la luce del Sole riflessa dagli anelli. Come sono gentili i miei anelli… mi indicano la strada in modo che non possa mancare il bersaglio. Però, però… forse avrei preferito immergere i miei protoni nel polo sud, per l'esattezza in quella regione a forma di esagono per chissà quali fenomeni ancora sconosciuti; speriamo che, continuando a studiare i dati e le immagini che ho trasmesso in questi anni, gli scienziati riescano, prima o poi, a capirci qualcosa!
Comunque, qualunque sia il luogo in cui riconsegnerò i miei protoni all’Universo, per uno strano scherzo del destino, ciò accadrà proprio oggi, 15 settembre 2017, appena un giorno dopo il 305° anniversario della morte del grande astronomo Gian Domenico Cassini, dal quale, non a caso, ho ereditato il nome. Infatti fu lui a scoprire i satelliti di Saturno Giapeto, Rhea, Dione e Teti, oltre ad individuare una zona vuota tra gli anelli, oggi chiamata Divisione Cassini.
E mentre aspetto che ciò accada, mi vedo scorrere davanti all’antenna tutti questi anni che, ormai, mi sembrano passati come un soffio di vento! Sembra ieri che sono arrivata qui dopo un bel viaggetto durato quasi sette anni… tanti eh? Forse avrebbe potuto durare un po’ meno se avessi compiuto direttamente il tragitto Terra-Saturno, ma, per risparmiare una bella quantità del mio prezioso carburante che mi ha consentito di lavorare così a lungo, mi hanno prima spedito verso Venere, poi di nuovo verso la Terra e poi ho fatto un giretto anche intorno a Giove. Mi è stato spiegato che questi swing-by intorno ai tre pianeti sono stati fondamentali per sfruttare il cosiddetto effetto fionda gravitazionale. Comunque, fionda o non fionda, l’esperienza è stata stupenda ed è valsa la pena allungare il viaggio: avete presente come quando, durante una splendida giornata di Sole, scegliete di raggiungere la meta della vostra gita percorrendo un’amena strada di campagna anziché la comoda e veloce autostrada? Più o meno la mia sensazione è stata quella, mentre ammiravo i panorami mozzafiato che si paravano davanti alle mie antenne!
L’unico momento di cui avevo un po’ di paura era il passaggio nella fascia degli asteroidi, situata tra Marte e Giove: temevo di dover fare lo slalom tra sassi grandi e piccoli che avrebbero potuto distruggermi e vanificare il sogno degli umani di conoscere meglio Saturno e il suo sistema, e invece tutto è filato liscio! In realtà non è come ti fanno credere nei videogiochi terrestri: gli spazi tra un asteroide e l’altro sono enormi e, attraversando quella zona, ne ho solo intravisto uno in lontananza… ci sono quasi rimasta male, avrei voluto dare almeno un’occhiatina a Cerere! Va beh, per fortuna a lui sta pensando la sonda Dawn e lo sta facendo egregiamente. Perdonami, Dawn, se il mio tanto celebrato Gran Finale ti ha rubato un po’ la scena, sono certa che presto la riconquisterai, te la meriti tutta! Ma, attenta, dovrai difenderti dalla concorrenza di quel pezzo da novanta che è Juno: sembra che stia inviando immagini mozzafiato di Giove e che il bello debba ancora arrivare! Per non parlare, poi, di New Horizons che, dopo aver lasciato tutti a bocca aperta per l'incredibile quantità di informazioni sul sistema Plutone-Caronte che è stata capace di fornire durante la fase di avvicinamento e con un unico fly-by, sta ora volando verso la scoperta di chissà quali segreti nascosti nella Kuiper Belt.
Finalmente, il 1° luglio 2004, arrivai qui, e capii subito che c’era tanto da fare: con tutte quelle lune che sbucavano da ogni parte e quegli incredibili anelli, non sarebbero mai bastati i quattro anni che mi avevano messo inizialmente a disposizione. Per fortuna i miei amici si resero conto che, grazie a chi mi aveva progettato e costruito, ero molto più robusta e affidabile del previsto; quindi mi dettero altri due anni di tempo, per poi darmene ulteriori sette, ovvero tutto il tempo che il mio carburante mi avrebbe permesso di continuare a volteggiare in questa meraviglioso angolo di Universo!
Insomma, arrivai qui e, pensando di avere poco tempo a disposizione, mi misi a lavorare di buona lena! Il primo obiettivo era fare di tutto affinché la missione del lander Huygens avesse successo: sarebbe stato un bel regalo – non a caso lo lanciai il giorno di Natale del 2004 - per tutti coloro che si erano impegnati tanto per renderne possibile la discesa sul suolo di Titano, il satellite ricoperto da una spessissima coltre di nubi. Che emozione, ragazzi! Il 14 gennaio 2005, prima durante le due ore e mezzo dell’attraversamento dell’atmosfera ricca di azoto, e poi durante la mezz’ora in cui Huygens ha continuato a trasmettere dati dopo l’atterraggio (o attitanaggio?!?), rimasi con il fiato sospeso sperando con tutto il cuore che niente andasse storto. E, nonostante ci si potesse aspettare ogni sorta di problemi, tutto filò liscio come l’olio e il mio cucciolo rivelò agli occhi degli umani un mondo inimmaginabile ricoperto di rocce di ghiaccio e una superficie formata da idrocarburi. L’entusiasmo sollevato da questa scoperta fu tale che gli amici terrestri continuarono a studiare quel piccolo corpo planetario, tanto simile alla Terra primordiale, e anni dopo, grazie ad osservazioni radar, vennero scoperti laghi e mari di metano liquido al polo nord.
Queste sì che sono soddisfazioni! Per non parlare, poi, della registrazione audio fatta durante l’attraversamento dell’atmosfera https://soundcloud.com/esa/huygens-alien-winds-descent i primi suoni extraterrestri mai ascoltati dall’uomo!
L’avventura di Huygens fu entusiasmante, ma solo l’inizio di altre scoperte non meno importanti! Prima che io mi recassi qui, infatti, si conoscevano solo 57 satelliti di Saturno e ora siamo arrivati a 64! Per non parlare, poi, della scoperta dell’oceano sotterraneo di Encelado, dalla superficie del quale escono potenti geyser, il cui materiale non solo ha formato il maestoso anello E, ma continua ad alimentarlo garantendone la sopravvivenza.
E poi, e poi… ho visto e fotografato per i miei amici tanti di quei luoghi fantastici, che faccio fatica a ricordarli tutti! Ma voglio provarci…
La “spugna” Mimas con la sua crosta tutta bucherellata, che mantiene pulita quella “autostrada cosmica” che è la divisione Cassini.
Il leggerissimo Teti, che potrebbe galleggiare sull’acqua come un gigantesco iceberg, e che, probabilmente si è disintegrato e ricomposto più volte in passato; forse i piccolissimi Telesto e Calipso, che gli tengono compagnia percorrendo la sua stessa orbita, sono la prova di queste antiche peripezie.
Dione, il satellite che sembra avere subito un ribaltamento dei suoi emisferi di 180°, anch’esso accompagnato nel suo girovagare dai satelliti troiani Elena e Polluce.
Il misterioso Rhea, che potrebbe addirittura avere degli anelli come il suo gigantesco papà! Peccato non essere riuscita a fornirne la prova definitiva, se solo avessi avuto più tempo per osservarlo…
Quella strana scheggia spugnosa di Iperione, simile a una roccia di pietra pomice profondamente craterizzata, i cui frammenti scagliati nello spazio potrebbero aver contribuito alla formazione della densa atmosfera di Titano.
Atlas e Pan che tengono pulite le loro orbite raccogliendo la polvere attorno al loro equatore, assumendo, così, la forma dei classici dischi volanti.
Pandora e Prometeo che, come diligenti pastori, tengono a bada il gregge di frammenti che compongono l’anello F.
Il piccolo Dafne che, con andamento armonioso e sinuoso, modella i bordi della Keeler Gap.
Il microscopico Atlante, nascosto tra gli anelli, mentre Encelado e Rhea lo tengono amorevolmente sotto controllo.
Strani “veicoli” che spesso attraversano gli anelli, causando impatti scenografici: agglomerati di polvere transienti o piccole lune circondate dai detriti causati dai continui urti?
Gli stupefacenti disegni creati dagli anelli visti da distanza ravvicinata…
E chissà cos’altro che in questo momento non ricordo, ma sicuramente lo troverete nell’immensa mole di immagini e dati che ho puntualmente trasmesso e che i miei amici potranno e dovranno continuare ad analizzare ancora per molti anni a venire! Quindi, statene certi, continuerete a sentire parlare di me.
Ecco, ho appena perso la possibilità di inviare segnali ai miei amici e mi rammarico di non aver mandato loro, insieme agli ultimi dati, un grazie per l’incredibile avventura di cui ho avuto il privilegio di essere protagonista. Ma mi conoscono bene, ormai, sono certa che mi hanno letto nel pensiero e mi hanno risposto “Il privilegio è stato reciproco, cara Cassini, non ti dimenticheremo mai!” …o qualcosa del genere.
L’emozione per il tuffo finale è sempre più forte, la meta si avvicina, ormai non vedo più il nero dello spazio profondo, ma solo il chiarore dell’alta atmosfera di colui che mi custodirà per sempre o, meglio, mi custodirà finché il Sole glielo consentirà. Dopodiché ci disperderemo insieme nell’infinito Universo e, lo spero, i nostri atomi saranno i mattoncini per la costruzione di altri mondi, forse altre forme di vita.
Eccomi, papà Saturno, finalmente posso abbracciarti!
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12 commenti
Un articolo straordinario, emozionante. Brava Daniela.
Per una volta sono d'accordo con Maurizio...proprio un gran bell'articolo!
Uao, che colpo, ragazzi! Essere riuscita a mettere d'accordo voi due è un'emozione incredibile... grazie, Cassini, anche per questo!!
Bellissimo e dolcissimo racconto Daniela, da vera brava scrittrice quale dimostri sempre di essere. Grande Cassini , buon viaggio ai tuoi atomi e che giungano là dove nessuno è giunto mai.
Grazie Mario, anche il tuo commento è bellissimo, sono certa che piacerebbe anche a Cassini!
Bravissima
Brava e molto informata Daniela! Non mi ricordavo delle contestazioni degli antinuclearisti.Ormai qualsiasi cosa si faccia,trova contestazione.Penso che un avvenimento senza contestazione porterebbe la depressione chi lo organizza;nessuno,manco lo scemo del paese che lo contesti,sarebbe una jattura.
Se devo essere sincera, Gianni, non me ne ricordavo neanch'io, ho trovato l'informazione mentre cercavo su vari siti la cronistoria di Cassini e mi è sembrato interessante ricordarla.
A proposito di contestazioni su tutto e su tutti, non ci crederai, ma mi è capitato di assistere, durante una passeggiata in centro qualche mese fa, ad una manifestazione contro gli psichiatri, con tanto di cori "chi non salta uno psichiatra è"! Siamo davvero alla frutta...
il primo commento post vacanza non può che andare alla bravissima Dany... Senza di lei povero Circolo....
Anche se un po in ritardo , non posso che congratularmi con la mia sorelliccia Che in attesa del mio ritorno ha pensato bene di trasformarsi in DanyCassini, permettendomi di venire a conoscenza di un mondo meraviglioso.
Brava come sempre
Rinnovo tutti i complimenti 4,5 anni dopo