18/10/17

I magnifici sette **

Cassini si è addormentato, ma la sua lunga vita continua a dare spunti per ricerche nuove e importanti. Sono contento tre volte di avere scritto questo articolo, per diverse motivazioni.

Dopo la notizia fantastica sulla fusione delle stelle di neutroni, sembrerebbe impossibile parlare di oggetti che non riescono a superare i 400 km di diametro e che, oltretutto, sono estremamente vicini a noi. Eppure l’Universo ci insegna che non esistono classifiche di merito e che tutto ne fa parte, con gli stessi diritti. Ben vengano, allora, ancora una volta, gli anelli e i satelliti di Saturno. Una piccola lezione di umiltà per il sottoscritto che avrebbe volentieri voluto spaziare tra gli oggetti più esotici dell’Universo e continuare a volare con la fantasia,  sempre più simile alla realtà futura.

Contento, quindi, sia per il contributo ancora attivo dell’insuperabile Cassini sia per essere riuscito a seguire una giusta umiltà scientifica (sono sicuro che le due stelle di neutroni e le loro onde non se la prenderanno di certo). Il terzo motivo di contentezza riguarda uno degli autori, il caro amico Joe Burns, professore alla Cornell University. Personaggio fondamentale negli anni ’80, non solo per gli studi compiuti, ma anche perché svolgeva il compito di editore della prestigiosa rivista Icarus. Proprio le lunghe discussioni avute con lui (a volte anche aspre, come ho raccontato QUI) hanno permesso agli europei e agli italiani, in particolare, di poter pubblicare su quella rivista, prima, in tutti modi, blindata a favore degli americani. La Scienza e la vera collaborazione internazionale, in campo planetario, ne hanno avuto grandi vantaggi, ai due lati dell’Atlantico. Ne sono, nel mio piccolo, molto orgoglioso (ma ve l’ho già detto varie volte… scusate…).

anello1

Veniamo alla ricerca in oggetto. Due cose saltano all’occhio immediatamente guardando gli anelli di Saturno e, in particolare, l’anello A, il più esterno delle strutture più evidenti, separato dal fratello B dalla celebre divisione Cassini: il piccolo Atlas, al suo bordo esterno non ha la forza per contenere la voglia di espandersi di quell'enorme disco microsolco. Inoltre, non può certo essere lui da solo a creare quelle fantastiche onde di densità che danno proprio l’idea di guardare un vecchio disco di vinile. Atlas sembra proprio un bimbo che aiuta il papà a sostenere un peso al di fuori della sua portata. La posizione è ideale, ma la forza insignificante. Il “papà” che doveva svolgere il ruolo di confinamento doveva essere Giano (e, in parte, il suo degno compare Epimeteo) e così si è pensato per molti anni: proprio i due satelliti coorbitanti che continuano a scambiarsi le orbite per non scontrasi tra loro, attraverso un gioco di prestigio fantastico.

Una figura che ho preparato per l’occasione e che conserva le distanze e i diametri dei satelliti. Spero di non aver commesso errori, ma è sicuramente utile per fornire un quadro abbastanza chiaro di come e cosa possono fare i magnifici sette.
Una figura che ho preparato per l’occasione e che conserva le distanze e i diametri dei satelliti. Spero di non aver commesso errori, ma è sicuramente utile per fornire un quadro abbastanza chiaro di come e cosa possono fare i magnifici sette.

D'altra parte, Pandora e Prometeo hanno già il loro da fare per tenere unito e stretto l’anello F, mentre il “gigante” Mimas, con le sue risonanze, crea e mantiene la divisione Cassini. Ben poco sembrano avere a che fare, anche se ci sguazzano dentro, i piccoli Pan e Dafni. Quest’ultimo, poi, quasi risibile. Al limite, possono aprirsi le loro utili autostrade.

E, invece, accurati calcoli basati sui dati inviati da Cassini, con sempre maggiore precisione, hanno illuminato uno scenario ben più complesso. Giano da solo non potrebbe assolutamente trattenere l’anello A dall’allargarsi e disperdersi nello spazio. Le sue risonanze non riuscirebbero a costruire quel bellissimo mare di onde che aiutano nel frenare lo sconfinamento dell’anello. Sono necessari tutti e sette i satelliti per ottenere lo scopo. Ognuno con le sue forze, che diventano sufficienti solo unendole con grande precisione. Sette magnifici satelliti, che ci insegnano come la collaborazione è fondamentale nell’Universo e come le dimensioni possono anche non contare. L’unico che sembra fuori dal “giro” è Dafni, troppo piccolo in realtà. Ma lui si sta divertendo con la sua piccola autostrada ed è bello veder giocare i bimbi nell’Infinito Teatro del Cosmo!

Grazie Cassini e grazie grande vecchio Joe, luci brillanti nel piccolo-grande mondo del signore degli anelli.

Articolo originale non ancora disponibile.

P.S.: voglio ricordare che i “magnifici sette” è un film americano tratto dal capolavoro giapponese di Akira Kurosawa, “ i sette samurai” (di ben altra potenza e tensione).

1 commento

  1. Mario Fiori

    Fantastico carissimo Enzo, ancora dei piccoli che uniti giocano da grandi e lo fanno più che bene. Il piccolino Dafni è un "coccolino" che, vedo, si è creato il suo spazio a sua dimensione e saà comunque il fatto suo.

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