Categorie: Sequenza principale Sistemi extrasolari
Tags: giove-caldi nana rossa transito planetario
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:1
Il Cosmo insegna che il lieto fine esiste … *
Prendo spunto da un fatto di cronaca di qualche anno fa. Uno di quelli che non sono legati a crimini efferati, terrorismo, macchie di sangue da zoomare con gusto sadico, femminicidi e via dicendo. No, un episodio che ha un lieto fine e che i media hanno avuto quasi paura a divulgare, non facendo “share!”. Questi episodi sono invece la norma nel Cosmo, anche quando ai nostri occhi apparirebbero tragici. Purtroppo, siamo abituati molto male…
I protagonisti sono due attori americani, come spesso accade. Ma, in questo caso, non molto invidiati dalla gente comune: sono entrambi nani! Si conoscono sul set ed è subito colpo di fulmine. Qualcuno potrebbe dire: “Ma che colpo di fulmine! Devono accettare quello che viene… sono dei “diversi” e non possono andare per il sottile”. E, invece, anche i diversi possono amare come tutti gli altri. E dall’amore nasce subito un frutto: lei è incinta.
I medici non lasciano speranze: il corpo della signora non è in grado di ospitare una nuova vita. Al limite, il figlio morirebbe entro pochi giorni dalla nascita. Nella più fortunata (ma sarebbe veramente tale?) delle ipotesi sarebbe, comunque stato anche lui un nano, un diverso. Insomma, per i dottori l’unica strada che la coppia può e “deve” scegliere è l’aborto. In fondo, ci sarebbe solo un nano in meno. Meglio per lui e per i genitori (e per tutti i normali…). Ma la mamma non accetta gli stressanti consigli dei medici e vuole “provare” comunque. Lei e il papà sognano per nove mesi, in allegria e gioia: devono fare di tutto perché nasca una nuova vita, un nuovo piccolo o grande attore del Cosmo. Nathan nasce, senza problemi, sano e, soprattutto, NORMALE. Anzi, magari, diventerà un vero gigante: "Ehi, piccolo uomo normale... che tempo fa laggiù in basso?!"
Non voglio strappare lacrime… anzi (mi conoscete...), ma queste sono le storie che gradirei sentire al telegiornale. Ma anche molto meno: “Oggi, il signore Mario Rossi si è alzato contento, sta bene, e pensa di passare una splendida giornata!”. In prima pagina, a caratteri cubitali. Nell’Universo queste sono le notizie più importanti…
Nel Cosmo la parola “nano” ha ben poco significato. Anzi, quasi tutte le stelle sono NANE (compreso il Sole) ed è difficile trovare giganti. Da nane si vive bene e a lungo. Inoltre, non vi è nessun problema ad avere figli e poco importa quali saranno le loro dimensioni.
Gli astrofisici, però, sono spesso come i dottori dell’episodio precedente: “Una stella troppo nana non ha abbastanza materiale a disposizione. Può solo creare figli nani, piccoli e rocciosi. I giganti gassosi non sono per loro”. E, invece, non è affatto così e la prima prova è arrivata.
La stella in questione è decisamente più piccola del Sole, avendo solo la metà della sua massa: la nostra Rosetta, una nana rossa! Il suo figliolo è un vero mostro, atletico e forte (per fortuna, visto che Rosetta potrebbe essere molto severa nell'educarlo) e molto affezionato alla sua mamma, dato che le gira attorno a una distanza pari al 3% della distanza della Terra dal Sole e lo fa in soli due giorni e mezzo. E che ragazzo che è: una massa comparabile a quella di Giove, forse solo un po’ meno, ma un vero gigante caldo (forse come questo guastafeste QUI)!
E chi mai se l’aspettava? Adesso le idee cambieranno e anche le ricerche. Una mamma così non è facile da vedere, emettendo poca luce. A maggior ragione non è facile vedere il suo calo di luminosità quando un figlio le passa davanti. Ci vogliono tecniche speciali, ormai sempre più utilizzabili. La conclusione è ovvia: anche le nane possono fare figli giganti, a noi basta solo capire perché, eliminando i soliti “stupidi” luoghi comuni.
Inoltre, come già accennato, le nane rosse sono le stelle più numerose nella galassia e chissà quanti pianeti giganti nascono tra le loro braccia gravitazionali!
Articolo originale QUI
Se vi ha commosso la maternità di questa nana rossa, chissà come vi emozionerà quella di una nana bruna...
A proposito di metodi per l'individuazione di esopianeti... QUI abbiamo esopianeti scoperti grazie alle variazioni di luminosità della stella dovute al moto intorno al baricentro del sistema stella-pianeta e altri grazie sempre a variazioni di luminosità della stella dovute, però, agli effetti mareali provocati dal pianeta. QUI, invece, la storia di Peter Van De Kamp, che negli anni ’60 aveva ipotizzato l’esistenza di molti “pianetoni”. Purtroppo la tecnologia del tempo non era ancora pronta a dargli la soddisfazione che meritava
1 commento
Ebbene caro Enzo la diversità cosa è? Tutto e niente perchè tutti siamo diversi ed allo stesso tempo uguali. La diversità per distinguere e sentirsi superiori è una bruttissima invenzione umana per dimenticarsi che tutti proveniamo dall'Universo e tutti torniamo ad essso, anzi Esso.