Categorie: Sistemi extrasolari Strumenti e missioni
Tags: alieni ALMA nane rosse planepsicologia Proxima Centauri zona abitabile
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:2
Identificati gli alieni di Proxima Centauri !! *
Altro che i vegani, che chissà quando arriveranno... gli alieni ci stanno già preparando il cammino verso Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole. Essa si trova a solo poco più di quattro anni luce: una meta non impossibile (o quasi). Se avesse dei pianeti con vita biologica sviluppata come la nostra, sarebbe la miglior candidata per un futuro primo incontro con una razza aliena. E se ci stessero già invitando con molta discrezione? Molti segni sembrano indicare che forse questa è la verità!
Sì, d’accordo, Proxima è solo una nana rossa (quante Rosette ci sono in giro per la galassia!), con una massa pari a poco più di un decimo di quella solare, ma già sappiamo che, anche se con molte difficoltà (stella molto nervosa e possibilità per un pianeta della zona abitabile di avere sempre lo stesso emisfero rivolto verso la “mamma”), la vita potrebbe prosperare, in certe condizioni. L’anno scorso il giusto pianeta è stato trovato. Gira intorno a Proxima in solo 11 giorni o poco più e dista da lei 0.05 Unità Astronomiche. La sua massa è solo poco più grande della nostra Terra. Perfetto! Proprio nel mezzo della zona abitabile. Sì, sì, ma ci vuole ben altro…
Ed ecco che ALMA ha subito dato il suo contributo (che caso eh?!)! Guardando attentamente, ha scoperto due anelli di polvere e detriti rocciosi attorno alla nana rossa. Qualcosa che assomiglia moltissimo alla nostra fascia degli asteroidi e alla cintura di Kuiper. Questa osservazione ci dice, molto probabilmente, che vi sono altri pianeti, magari abbastanza grandi, che hanno dovuto lottare dinamicamente nella fase di formazione. Non per niente i nostri asteroidi sono ciò che rimane di un pianeta non nato a causa della formazione di Giove.
Bene, molto bene… Proxima sembrerebbe avere un sistema complesso come quello solare, anche se di dimensioni più modeste. Fino a qui la Scienza ufficiale, con tutte le incognite del caso.
Tuttavia, da pochi anni, a seguito delle scoperte quasi monotone di Kepler (il telescopio, ovviamente) è nato un nuovo filone di studio (di cui mi onoro di fare parte): la planepsicologia. In poche parole, essa unisce le analisi di tipo astronomico a quelle di tipo psicologico degli eventuali abitanti alieni, in relazione alle condizioni di abitabilità.
Ovviamente, la prima stella che abbiamo studiato è stata proprio Proxima e il suo pianeta quasi terrestre. Che carattere dovevano avere i suoi abitanti? Beh… la loro astronomia è scienza di pochi, dato che per osservare il cielo notturno i ricercatori devono recarsi nella zona buia e freddissima. Ne segue anche che si sentirebbero abbastanza soli, ma con una grande smania di visitare mondi privi di problemi di questo tipo. Inoltre, dovendo soffrire molto per eseguire osservazioni, gli astrofici sarebbero proprio dei missionari, ricchi di sacro ardore. Insomma, un mondo sicuramente pronto a condividere il sapere con eventuali alieni.
Immaginiamoci, allora, la loro gioia nell’aver scoperto la Terra, così vicina e con condizioni ottimali. La loro tecnologia permetteva già i viaggi spaziali (la ricerca di chi ha molta passione porta spesso a ottenere in fretta risultati straordinari) e quella meta così vicina non poteva non spingerli al grande passo… Tuttavia, le condizioni particolari delle loro zone abitate (al bordo tra notte e giorno) devono aver stimolato una gran rispetto per gli altri unito al timore di essere considerati diversi. Guai andare a rompere le scatole e guai a farli sentire inferiori. Loro, i proximini, sanno cosa vuol dire vivere vicino a una stella un po’ isterica. Rispetto e cautela sono le loro peculiarità più evidenti.
Come fare, allora, per instaurare un contatto senza ledere l’orgoglio dei vicini di casa, dimostratisi nelle osservazioni abbastanza litigiosi, iracondi, arroganti e boriosi? Bisognava far sì che fossero loro a scoprire l’abitabilità di Proxima e lanciarsi, a tempo debito, verso la piccola stella. Sì, ma per farli muovere e per sveltire un poco le loro conoscenze dei viaggi spaziali piuttosto scarsa, bisognava dare dei segni sicuri senza farsene accorgere.
Innanzitutto fargli scoprire il pianeta e poi fargli capire che vi era un intero sistema planetario ad aspettarli. Qualcuno degli alieni doveva infiltrarsi tra i ricercatori terrestri e dirigere, quasi di nascosto, le osservazioni verso quella piccola stella che sembrava, ai terrestri, poco abitabile. E così fu fatto! Nel 2016 si scoprì il pianeta e nel 2017 la cintura di detriti. Noi avremmo continuato a credere in un caso fortunato… se non ci fosse stata la planepsicologia (di cui, ripeto, mi pregio di far parte)! Un tocco in più è poi stato dato dal prolungato contatto con gli esseri umani: chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
La nuova Scienza riesce a legare le caratteristiche psicologiche, quelle fisiche e quelle connesse al territorio e alle condizioni di vita, e molto altro, attraverso formule di estrema complessità, che sono, però risolvibili, anche se in casi particolari. Proxima è risultata uno di questi casi singolari e, finalmente, una delle equazioni fondamentali è stata risolta, anche se solo riguardo a caratteri psicologici di minore importanza neuronica. Non posso certo inserire le formule del caso (a parte la difficoltà vi sono anche motivi militari e politici che ce lo vietano), ma posso dire che si è stabilito il livello di fantasia della razza aliena. Purtroppo, per loro, una vera tragedia, ma non per noi… dato che proprio grazie a questa azione comportamentale abbiamo potuto scoprire con certezza due dei loro inviati.
E’ ovvio che facessero parte dei “team” di ricerca, sia per la scoperta del pianeta che degli anelli. Sì, ma come trovarli? Che prove ci potevano essere per identificarli? Sicuramente non di tipo fisico (gli alieni sono perfettamente uguali a noi!), ma proprio dovute alla loro scarsissima fantasia. Innanzitutto, entrambi si sono esposti troppo nella ricerca (troppo ardore e/o influenza dei terrestri), ma il vero problema è stato il nome che si sono scelti. Andate a vedere il primo autore in entrambi gli articoli di scoperta (QUI e QUI). Vi posso assicurare che non sono la stessa persona (sono ben diversi) e nemmeno parenti, ma la loro scelta è caduta sullo stesso nome: Guillem Anglada. La conclusione è risultata ovvia...
Viva la mancanza di fantasia e viva la planepsicologia (di cui sono fiero di far parte). Grazie a loro, OGGI, sappiamo di non essere soli nell’Universo. Però, mi raccomando, non ditelo a nessuno: è ancora top secret!
P.S.: sono convinto che i nostri cari amici Guillem Anglada non se la prenderanno di certo...
Oggi abbiamo scherzato, ma quali possibilità ha il sistema di Proxima Centauri (e molti altri simili ad esso) di ospitare la vita? In modo serio, ne abbiamo parlato QUI
NEWS del 27/2/2018: Annunciamo con dolore la prematura dipartita dei nostri amici proximini, carbonizzati da un flare particolarmente potente della loro stella...
2 commenti
E bravo Enzo, fondatore di una nuova scienza (non fare il modesto , dai, l'hai fondata eccome) e ci hai anche fatto scoprire l'esistenza degl alieni, altro chge annunci di Assange o della NASA, è Vincenzo Zappalà il vero Mr. Mistero del Teatro Cosmico .
Comunque sia caro Enzo potresti non essere andato molto lontano dalla realtà a mio parere, magari è da vedere se vi siano esseri senzienti ma...E poi cosa vuol dire intelligenti? Se si confronta l'intelligenza con la nostra può essere che non troviamo mai alieni.
accidenti... alle mie notizie "elaborate" non ci credete mai!!!! Siete troppo intelligenti...