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Tags: diagramma HR evoluzione stellare Le stelle di ammalano popolazione stellare variabili
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Le stelle si ammalano? (1). Uno strano modello evolutivo*
Non credo che troviate, in giro per la rete, un diagramma, atto a rappresentare l’evoluzione stellare, simile a quello che vado a proporre in questa introduzione. D’altra parte, ormai, mi conoscete e sapete molto bene la mia visione molto particolare dell’Universo e delle sue creature. Un concetto che si può anche non condividere, ma che meglio di ogni altro ci avvicina alla caratteristica principale del Cosmo: l’armonia! Vi prometto che quando parleremo di “acciacchi” e di “malattie” saremo molto più seri e specialistici, ma al momento lasciatemi volare un po’ con la fantasia. Non saremo, comunque, mai presi da compassione e da tristezza, dato che nel Cosmo non esiste una “fine”, ma solo una “trasformazione”.
Immaginiamo di avere a che fare con la popolazione mondiale… In teoria, dovrebbe rappresentare un insieme estremamente unitario e di facile comprensione. Siamo solo e soltanto un insieme di individui nati in un piccolo granello di sabbia e acqua, utilizzando ciò che lo spazio intorno ci ha regalato: un po’ di molecole piuttosto evolute e certe abbondanze di elementi chimici. Dei piccoli tasselli di “lego” con i quali si è riuscito a costruire un qualcosa capace di riprodursi autonomamente. Le differenze finali sono, in fondo, piccole variazioni sul tema: la scatola iniziale era quella che era e la fantasia poteva sbizzarrirsi fino un certo punto.
Escludiamo, per un momento, le “costruzioni” che vengono chiamate vegetali e anche quelle dette animali (e già qui ci sarebbe da discutere) e cerchiamo di limitarci a quella sottospecie animale che viene chiamata uomo.
Come rappresentare questo insieme di creature viventi? L’Universo sembrerebbe suggerirci una risposta ovvia: in base alla loro massa, la loro età, la loro temperatura, le loro dimensioni, la loro composizione chimica… Sì anche il loro colore, ma solo per determinarne facilmente la temperatura esterna. Basandosi su queste caratteristiche, comuni a una popolazione ben più grande e variegata di quella umana, è possibile descrivere tutta la vita di una stella con un solo diagramma. L’uomo, invece, non è capace assolutamente di rappresentare la propria popolazione.
Vuole scegliere in base a cose ben diverse… La posizione geografica? Ben poco indicativa per molte caratteristiche comuni. La ricchezza e la tecnologia raggiunta? No, nemmeno questa va bene, dato che non vi è certo un legame diretto tra capacità fisiche e cerebrali e il modo in cui si vive… troppi fattori esterni ne influenzano il risultato. Il colore? Nemmeno per sogno… per le stelle esso rappresenta un’indicazione ben chiara sulla fisica dell’individuo, per l’uomo solo e soltanto un metodo di discriminazione insulsa. La durata della vita? No, non ci siamo nemmeno così… essa dipende nuovamente da troppi fattori esterni, costrittivi e non intrinseci. La religione? Non parliamone nemmeno… una visione che dovrebbe unire e che invece viene usata proprio per dividere e per distruggere. Niente da fare, la popolazione umana, per limitata e circoscritta che sia, trova cento e più metodi di rappresentazione (meglio chiamarla discriminazione), ma nessuno veramente indicativo.
Forse, dovremmo riferirci a qualche romanzo di fantascienza, di quelli più “cattivi”. Una società dominata da regole ferree, imposte da pochi, in cui la popolazione viene separata brutalmente tra chi deve ancora produrre, chi produce, chi non può più produrre, ma che magari potrebbe tornare a farlo, e chi può essere messo in un luogo più o meno isolato o, più logicamente, eliminato. Non è difficile darne una rappresentazione unitaria.
In un estremo, abbiamo l’infanzia, dove si preparano gli uomini in modo che possano “lavorare” al meglio. Non tutti riuscirebbero a raggiungere le condizioni ideali per produrre abbastanza e verrebbero direttamente trasferiti nella zona dell’eliminazione. Gli altri, giunti all’età adulta, entrerebbero a far parte della vera società, in cui l’unico scopo è lavorare perché si mantenga e si rafforzi globalmente. Ovviamente, più la predisposizione al lavoro è alta e più gli individui occuperebbero posti di alto rilievo. Prima o poi sorgerebbero dei malanni, più o meno gravi. Non resta che cercare di curarli: se ci si riesce, sono pronti per tornare al lavoro, altrimenti gli si apre la strada per l’eliminazione. Stesso destino per chi, ormai, non ha più le giuste capacità a causa dell’età avanzata.
Se ci limitassimo a una visione molto superficiale di questo tipo, potremmo dire che questo sistema, duramente antidemocratico, sarebbe perfetto per le stelle. In fondo l’Universo è composto da “cose”, regolate da fredde regole di utilitarismo…
Utilizziamo la Fig. 1 e vediamo come si adatterebbe agli astri…
L’asse orizzontale identifica l’età, da destra verso sinistra. L’asse verticale l’utilità per il sistema globale. La nascita e l’infanzia sarebbero controllati sapientemente e chi non raggiunge condizioni sufficienti sarebbe trasferito direttamente verso l’eliminazione. Gli altri entrerebbero nel mondo lavorativo. All'aumentare dell’utilità il periodo lavorativo si ridurrebbe (sarebbero spremuti come limoni). Per chi cominciasse a perdere colpi si tenterebbe il recupero medico. Una zona abitata per poco: chi risponde alle cure torna indietro e ricomincia a lavorare; chi non recupera viene mandato verso la zona dell’eliminazione.
Una rappresentazione niente male, quasi perfetta… Magari un sogno anche per il futuro dell’uomo.
Il fatto è che per le stelle non avviene assolutamente così. No, le stelle, le fabbriche dell’Universo, ragionano in modo completamente diverso e hanno scelto qualcosa di più degno e razionale.
Il punto fondamentale che crea la differenza è che per le stelle non esiste un dittatore, ma solo l’accettazione gioiosa di ciò che le ha fatte crescere in un certo modo e la conseguente approvazione incondizionata e consapevole dei propri compiti. Inoltre, le malattie si manifestano e si “curano” senza scelte esterne, fino a che è possibile. Poi, non esiste la morte o il confinamento, ma una semplice trasformazione, ancora pregna di valori fondamentali. In una sola parola, la popolazione stellare non segue ordini o imposizioni, ma solo e soltanto una linea d’azione ben poco conosciuta dall’uomo: l’armonia totale! L’altruismo e la gioia di donare (come quelli che sembra provare questa gigante rossa che innaffia il prato del Cosmo con i suoi preziosi elementi)… parole sempre più strane e ambigue per quel gruppo di limitate formiche che abitano il nostro infinitesimo granello di sabbia.
E, allora, lo schema precedente va cambiato drasticamente, almeno nelle intenzioni e nel suo svolgimento. Non esiste eliminazione, non esiste grado di utilità, non esiste classificazione utilitaristica, ma solo unione e partecipazione. La mente umana (ogni tanto si illumina) è riuscita a decifrare questo schema di una complessità e semplicità meravigliose e lo ricorda con le iniziali dei suoi decifratori (Hertzsprung e Russell): si tratta del diagramma HR .
No, non vogliamo spiegarlo in modo dettagliato (basterebbe leggere il libro “Il Gioco delle Stelle”), ma richiamarlo in modo ultra divulgativo e semplificato, quel tanto che basta per riconoscere quando e come le stelle subiscono i loro malanni, sia di tipo “cronico” che “infiammatorio”. Parimenti, vedremo che le stelle stesse cercano di curarsi al meglio e, se proprio non ci riescono più, sono pronte a compiere la parte più importante della loro esistenza: donare se stesse e trasformarsi in qualcosa che sicuramente può servire ancora molto (e verrà il giorno che lo capiremo anche noi… forse).
Pronti, allora, a una visione ultra semplificata del diagramma evolutivo stellare? Chissà che l’uomo non impari qualcosa di più anche sulla sua esistenza terrena.
QUI tutti gli articoli sulla rappresentazione dell'evoluzione stellare tramite il diagramma HR
7 commenti
Mai stato così pronto... non vedo l’ora di scoprire tutti i segreti del diagramma harley-davidson ( ), a quando la prima puntata??
Gli esseri umani quando vogliono sognare guardano al cielo.È un fatto,prendiamone atto.Poi che il cielo risponda,non mi risulta.Ci restano i sogni,la fantasia,Platonia dei modelli perfetti.Penso che sia una quasi necessità per tutti.Il mondo delle stelle va studiato bene,abbiamo molto da imparare ancora.Eppure,secondo la mia visione del mondo, che è solo una opinione ovviamente,c’è qualcosa di disallineato,di asimmetrico; noi usiamo quasi sempre concetti che richiamano ad una verità assoluta che nell’universo non sembra esistere,vista la sua conformazione,la sua dinamica,e nella meccanica quantistica che nelle relatività.Usiamo e abusiamo etica e morale,che sono prodotti di consuetudini o accordi, tra membri di una società,più o meno condivisibili tra i propri membri,ma lungi da essere un qualcosa di assoluto.Pure tra i membri che le condividono ci sono interpretazioni e applicazioni diversissime.Non è il modo migliore per valutare le cose.Le etiche sono state,e saranno sempre,Focolai e cagione di conflitti interpersonali o tra nazioni,perché non riconoscono l’evoluzione nella diversità,assumono ideologicamente e testardamente di possedere la verità,quella che appiattisce e omologa tutti,mentre si rivela essere sempre un atto di volontà di qualcuno, su altri viventi.Il bene viene imposto con il senso di colpa(Quale bene?bene rispetto a chi? a che cosa?)chi stabilisce ciò che è mio o di altri?Quale verità mi porta uno che preleva i soldi da me guadagnati?Quello che ci impongono pelose organizzazioni,in base alle loro ideologie che plasmano il cervello dei bambini e degli adulti?La differenziazione che comincia nell’individuo fin dalla sua nascita,continua ogni secondo della sua esistenza,creando una vera unica dimensione,che interagisce con altre,a volte a suo vantaggio a volte no,l’uguaglianza nell’universo e tantomeno sulla terra non è mai esistita perché essa sarebbe realizzabile solo con l’arbitrio e la costrizione,ma essendo contro natura avrebbe vita breve,tant’è che malgrado gli sforzi di tiranni,religioni e ideologie,non è mai esistita,anzi,in quei periodi è sempre aumentata insoddisfazione e sofferenza.Non è la società che crea la società,ma l’individuo.Il mondo ha le sue dinamiche,che non coincidono con i voleri e i sogni dell’individuo,anzi quasi mai,il che è ovvio,nel filo sottilissimo di universo che una vita percorre,essa non può che vivere e conoscere quello,tutto il resto anche il contiguo,sono altri Universi.Se qualcuno impone un universo ad altri,quello è il suo universo,non quello degli altri.Una delle evoluzioni possibili,potrebbe essere non più quella che privilegia l’umanità,ma quella in cui degli individui,soli o in gruppi,considerino parte della propria identità/clan/società,un gruppo coeso di animali ,piante in uno spazio.Il conflitto è una parte fondamentale dell’evoluzione della vita,come la cosa che chiamiamo amore o altre emozioni propulsive.Le dobbiamo usare a nostro vantaggio,ogni volta che un evento si palesa sulle infinite scene della vita,che si è evoluta attraverso questi due strumenti,niente è statico in questo angolo di universo,non si capisce perché un gruppo di leggi umane debbano avere valore assoluto in spazitempi diversi.Ma chi lo dice? Non credo che la vita sia un film,essa sembra essere una sequenza di foto,una per ogni scena/evento.La prossima scena è già qualcos’altro,anche serbandone un più o meno ricordo,che scomparirà come il fumo di un petardo.L’Universo non mi sembra evolvere,vocabolo troppo legato alla positività umana,cambia solo disposizione e quello che ne costituisce la sua materia si deve adattare dinamicamente,non il contrario.
caro Gianni,
mi permetto un solo commento tra tanti che si potrebbero fare... Noi siamo vissuti il tempo di un soffio stellare, cosa possiamo pretendere di aver capito? Sì abbiamo le foto del passato, ma un album di famiglia non è vita veramente vissuta se non ne hai fatto parte integrante... Ragioniamo in grande, se riusciamo, ma sarà sempre un piccolo tassellino... troppo piccolo per trarne conclusioni definitive. L'Universo conosce l'uomo, l'uomo ammira e cerca di avvicinarsi all'Universo... accontentiamoci...
abbastanza presto Scherzy... ma inizieremo dall'asilo...
La popolazione mondiale, secondo valutazioni recentissime si aggira attorno a 7,5 miliardi di individui. Il numero di nascite negli ultimi 50.000 anni è stimato tra i 100 e i 115 miliardi. Il rapporto tra viventi e vissuti è quindi attorno al 7%. In un gioco di scomposizione e ricomposizione degli stessi elementi, ciascun individuo verrebbe "riciclato" ben 14 volte, ipotizzando una sorta di reincarnazione o metempsicosi limitata agli esseri umani.
Facendo le debite proporzioni, con 13 o 14 miliardi di anni a disposizione e migliaia di trilioni di stelle (viventi), quante volte un individuo, uscito dal gioco dell'universo, si è ripresentato alla partenza per ricominciare da capo?
Quante sono le stelle vissute (ossia le combinazioni di elementi che si sono avvicendate) dall'inizio dei tempi?
Dice bene Vincenzo: nel Cosmo non esiste una “fine”, ma solo una “trasformazione”.
E allora vediamo di capire bene cosa sostengono Hertzsprung e Russell ( o Harley e Davidson....?)
Certo, sor Pautasso, bisogna ammettere che come li dà bene Lei i numeri non li dà nessuno...
Forse viene davvero dall’Est la luce per le mandrie – o le greggi – europee che leccano avide la mano del padrone che consente loro di consumare, produrre, correre al centro commerciale, sballare, drogarsi, sposarsi con esseri dello stesso sesso, affittare l’utero, adottare bambini perché anche essere genitori (genitore uno o due, non importa) è un “diritto”, donare sperma a pagamento, indebitarsi per la vita, pagare con carta di credito, essere sotto costante controllo panottico attraverso telecamere, telefoni, cards, facebook, morire a richiesta in quanto malati o depressi (è l’ultima frontiera che viene dal Belgio: eutanasia per “sofferenza psichica”. Dall’Olanda abbiamo invece la possibilità di sopprimere i bambini sotto i 12 anni se è d’accordo il medico) . Mandrie, cui si addicono i bubboli, quei ridicoli sonagli sferici che si applicano al collare di certi animali domestici e ai finimenti delle bestie da tiro...
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Chissà che l'uomo non impari di più anche sulla sua esistenza terrena.