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Tags: alieni Feynman paradosso Fermi razze vita biologica
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Gli alieni e le razze: la vera soluzione del paradosso di Fermi?
Approfitto di un fiume di parole e di un mare di ignoranza che veleggiano in questi giorni di propaganda elettorale, per richiamare questo articolo che avevo pubblicato qualche giorno fa. Niente da fare; la parola razza esce fuori da molte bocche senza che il cervello sia minimamente messo in azione.
E' facilissimo documentarsi a riguardo e forse lo saprebbero fare anche i nostro governanti e molto giornalisti che li vezzeggiano a colpi di maggiore o minore visibilità. La razza umana NON esiste. E' una parola priva di senso alcuno, per cui non possono esistere a maggior ragione altre razze. La razza è solo e soltanto una manipolazione genetica effettuata su alcuni animali. Per l'uomo esiste solo una specie, uguale per tutti. L'unica differenza può riferirsi alla zona di provenienza e al clima relativo. Da un punto di vista biologico, noi italiani siamo più vicini agli africani che ai "bianchi" del nord Europa.
Parlare di razza riguardo al colore della pelle e a certi tratti somatici sarebbe come dividere gli uomini in razza bionda, razza bruna, razza rossa e razza bianca. O, ancora peggio, in razza nana (altezza minore di 1.70 m) in razza media per l'intervllo 1.70-1,80 e razza gigante per coloro che superano questa altezza. Idem per le donne (a parità di età ovviamente...). Ci sarebbe poi un altro tipo di razza che forse è quella più veritiera: la capacità di usare il cervello. Beh... in questo caso direi che siamo circondati veramente da una sola razza veramente inferiore...
Anno nuovo, vita nuova… o - meglio ancora - pensieri nuovi. I commenti di grande profondità espressi nell’ultimo articolo su Giordano Bruno, da Dany e da Fiore, mi hanno fatto pensare a lungo e, in particolare, mi sono risuonate le parole di Feynman, che in qualche modo esprimono compiutamente le tracce di pensiero che ogni tanto mi investono, che mi sembra di vedere chiaramente e che poi spariscono come la nebbia. Oggi, primo giorno di un anno nuovo, trovo giusto cercare di esprimerle al meglio delle mie limitate capacità. Più che altro vorrei legare due concetti apparentemente diversi, ma che, uniti assieme, potrebbero veramente risolvere il paradosso di Fermi sull’esistenza degli alieni.
Abbiamo concordato, in qualche modo, che la vita debba esistere ovunque nell’Universo. Sarebbe veramente assurdo (usando concetti ben chiari a Giordano Bruno) che un Universo capace di costruire la vita, e che segua costantemente da miliardi di anni l’armonia e la perfezione, si sia limitato solo a quella che noi vediamo sulla Terra. La prova risiede chiaramente nel fatto che le origini della vita biologica non sono certo prerogativa del nostro pianeta, ma si trovano e si fabbricano ovunque tra le stelle.
Le stelle sono creature estremamente variegate, a cui basta ben poco per produrre risultati del tutto diversi. Una somiglianza che solo noi possiamo vedere come apparenti e limitate. Basta pensare a una nana bruna e a una gigante blu… da una parte una vita silente e a prima vista monotona e dall’altra una fabbrica inesauribile, mai stanca, capace di creare tutti gli elementi chimici presenti nel Cosmo. Al confronto, le differenze tra l’animale più semplice e insignificante del nostro pianeta e la forma più evoluta, l’uomo, sembrano letteralmente sparire.
No, le stelle che hanno creato la vita biologica sulla Terra non l’hanno fatto per caso, ma hanno seguito un progetto ben chiaro e definito, costruitosi lentamente durante la loro evoluzione e, ormai, ben saldo e radicato. Quanto tutto questo sia opera del più piccolo microcosmo è ancora un problema nascosto e misterioso per la nostra mente, che non può certo essere considerata un punto di arrivo. Chi l’ha mai detto e chi mai l’ha potuto dimostrare? Il fatto di capire molte cose dell’Universo non ci dà alcuna garanzia a riguardo. I segreti ancora da svelare dovrebbero farcelo comprendere molto bene.
Le differenze possibili nella vita biologica potrebbero benissimo eguagliare quelle enormi e semplici che le stelle ci dimostrano ogni giorno, da miliardi di anni (QUI, per esempio, abbiamo parlato di un insetto vissuto cento milioni di anni fa che sembra molto più alieno che terrestre... che dire, poi, di questo Desulforudis Audaxviator che si trova perfettamente a suo agio a 2800 metri sotto il livello del suolo e si nutre di raggi cosmici?! Beh... dopo aver conosciuto i tardigradi e le loro straordinarie capacità di adattamento, non ci stupiamo più di niente!).
Vita ovunque, quindi, ma vita che, pur essendo costruita con gli stessi ingredienti delle stelle, potrebbe manifestarsi in modi ancora per noi del tutto irraggiungibili (l’evoluzione continua nel Cosmo e anche nelle sue creature).
Siamo noi in grado di giudicare se esiste e come si manifesti altra vita? No, penso proprio di no e il grande genio di Feynman lo conferma: “…l’unica speranza per un progresso dell’umanità in una direzione che non ci porti in un vicolo cieco (come già tante volte è successo in passato) risiede nell’ammissione dell’ignoranza e dell’incertezza. Io dico che non sappiamo quale sia il significato della vita e quali i giusti valori morali, e non abbiamo modo di sceglierli…”.
Un vicolo cieco che a volte sembra sia stato già imboccato, senza speranza. Forse non tutte le forme di vita possono evolversi a livelli superiori, così come non tutte le stelle possono costruire gli elementi della vita.
Vogliamo trovare una prova per questa triste conclusione? Facilissimo. Basta andare a cercare il significato di “razza”. Molti avrebbero una delusione e molti altri una sorpresa.
Razza è solo e soltanto una specie animale che è stata manipolata artificialmente dall’uomo. La figura che segue ci mostra come la Scienza odierna (magari imperfetta, ma già capace di risolvere tanti misteri del Cosmo) rappresenta gli animali, ossia le creature più vicine al nostro concetto di vita biologica, proprio quella che vorremmo trovare sugli altri pianeti e che inspiegabilmente non troviamo, come dice il paradosso di Fermi.
Proprio oggi hanno fatto rivedere il celebre Pinocchio con l’immenso Manfredi-Geppetto. Ebbene, l’asinello Pinocchio che esce dal paese dei Balocchi sarebbe una razza umana, ossia una variazione profonda, ma artificiale, di una stessa specie.
Come già detto non esiste la casella razza… L’ultima casella è specie e in quella casella si trova l’homo sapiens (sapiens), l’unica specie vivente del genere homo, appartenente alla famiglia degli ominidi e all’ordine dei primati.
Eppure noi stiamo continuamente usando la parola razza per discriminare colore della pelle e altre variazioni esteriori che con la vera essenza della specie non hanno nulla a che fare. Vi sono spesso maggiori differenze genetiche tra due bianchi della stessa zona climatica che tra un abitante del Senegal e un aborigeno dell’Australia.
Non voglio farla lunga o innescare polemiche, ma mi chiedo: “Com’è possibile per una specie che si diverte, con la massima convinzione, a usare la parola razza per definire individui della sua stessa specie, a riuscire, in un domani anche lontano, a comprendere chi sia veramente un alieno, anche se fosse solo un’altra specie del genere homo ? ”.
Richiamo ancora Feynman: “ …si ha l’impressione che i periodi peggiori della nostra storia siano quelli in cui era più forte la presenza di persone che credevano in qualcosa con fede cieca e dogmatismo assoluto, prendendosi tanto sul serio da pretendere che il mondo intero la pensasse come loro. E poi facevano cose espressamente in contrasto con i loro stessi principi al fine di dimostrare la verità della propria dottrina… “.
No cari amici, il paradosso di Fermi non è affatto un paradosso, ma solo e soltanto una nostra limitatezza culturale che, forse, non riusciremo mai a superare.
Ecco, adesso mi sta scomparendo la nebbia e tutto svanisce dai miei pensieri. Alla televisione sento parlare di razze migranti e sono preso da una grande confusione… Riesco ancora a immaginarmi gli altri mondi e gli altri esseri viventi di Giordano Bruno e poi la nebbia sparisce del tutto… scusate! Forse ho solo parlato a vanvera e dovrei occuparmi di più dei metodi che si stanno usando per trovare la vita nel Cosmo… forse…
Ma ha davvero senso cercare di scoprire oggi se c'è vita nell'Universo? Parliamone...
E se la incontrassimo questa vita aliena, magari sotto forma di batteri presenti nell'oceano sotterraneo di Encelado, saremmo in grado di riconoscerla? Chi lo sa...
43 commenti
La domanda di Fermi sulla presenza di possibili intelligenze presenti nelle galassie "dove sono tutti quanti?" andrebbe completata da una seconda domanda "quando sono tutti quanti?".
Se dall'estremo della nostra galassia,(restiamo pure in casa nostra), diciamo da 100.000 anni luce da noi, ci arrivasse oggi un segnale inviato da una civiltà evoluta, avremmo ben poche speranze di riuscire a stabilire un contatto. La nostra risposta impiegherebbe un tempo enorme per raggiungere la destinazione e chi la ricevesse dovrebbe mettere in correlazione eventi lontanissimi tra loro, nel tempo: l'invio del messaggio e la risposta ricevuta. E non è escluso che, probabilmente, non ci sarebbe più nessuno a ricevere il segnale.
Così, se non siamo soli in questo universo, siamo comunque isolati dalle immense distanze e dalla limitatezza della massima velocità con cui le possiamo coprire. Non possiamo ragionevolmente sperare in una collaborazione con altri per indagare i misteri della vita e della natura.
Ma se la sfida di trovare e comprendere gli alieni ci affascina, non occorre andare a cercarli tanto lontano. Ne siamo circondati. All'interno della nostra specie esistono davvero differenze enormi, e non consistono nel colore della pelle, ma nel modo di pensare e di agire. E se queste differenze sono da considerare una "ricchezza", non possiamo dimenticare che talvolta sono follia pura. La ricerca di "intelligenze terrestri" non è meno complicata e tortuosa di quella delle intelligenze extra-terrestri e forse non ha maggiori speranze di successo.
Più ci penso, più mi convinco che una distanza spaziotemporale non superabile da alcun tipo di tecnologia sia la migliore strategia che l'Universo può adottare per preservare tutte le possibili forme di vita che in esso, con ogni probabilità, pullulano qua e là, specialmente se "evolute".
Forse è meglio continuare a non sapere... speriamo, però, di non perderla mai questa preziosa curiosità di sapere!
Ragasoli, è il primo giorno dell'anno se cominciate così la vedo dura. Positivi bisogna essere positivi, che non vuol dire essere "leggeri" ma che i problemi si possono risolvere. Mi piace l'idea di Daniela riguardo questa "sicurezza" architettata dall'universo per evitare gli incontri, però se guardo la natura direi che l'evoluzione biologica su questo pianeta va esattamente al contrario. Un altro dato è anche quello temporale nel senso che altre civiltà potrebbero essersi già estinte oppure non ancora nate, senza dover andare dall'altra parte della galassia se così fosse............ In ogni caso possiamo elucubrare fino all'infinito ma fino a quando non si avrà un riscontro, dato anche dal più insignificante batterio o simile, sono solo supposizioni. Sono convinto che ormai sia solo questione di "quando" e non più di "se" ma resta un'oppinione. Altro fatto è che ormai abbiamo superato i cento anni luce di esplorazione involontaria passiva e di "interessamenti" non ne abbiamo avuti.
Spero nessuno si offenda se sdrammatizzo, ecco la risposta al paradosso di Fermi:
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Cool e buon anno a tutti.
PS attenzione a non confondere "razze" con "culture" mi pare di capire che nessuno di voi abbia esperienza di vita in diverse culture e quindi un punto di vista non sufficientemente ampio. A volte ci si perde su una orribile parola "razza" quando chi la pronunciata, per moltissimi motivi diversi, magari voleva solo dire cultura.
caro Frank...
esiste, però, la parola razzismo, mentre culturismo penso voglia dire ben altra cosa
D'accordissimo ma mischiare le due cose non aiuta minimamente a risolvere il problema, anzi mi pare che lo complica senza via di soluzione. Se non si accetta di capire, quando possibile, le differenze invece di far finta che non esistono ci aspetta una bella regressione oppure una guerra.
Lo scambio di culture è sempre stato vincente. Le guerre non sono mai state innescate da differenze, ma da volontà di prevalere e questo non c'entra niente con razza (canina, caprina, ecc.) e cultura...
Chi ha paura di una cultura diversa è molto meglio che speri nel paradosso di Fermi e stia ben lontano dallo Spazio...
Sai, Frank, se uno ha paura di una differenza così piccola sulla Terra, cosa succederà quando si troverà di fronte a una differenza veramente grande, magari di maggior potenza rispetto alla nostra? Accetterà di esserne suddito e di farsi portare via tutti i beni più preziosi, come capita adesso in Africa? Temo che non siamo assolutamente pronti a contatti alieni e spero proprio che l'Universo aspetti la specie giusta (non razza!).
Mah, sai Enzo è stato vincente per chi è sopravissuto e non sempre il vincente è la somma delle due. Mi pare che la paura della parola razza faccia più danni che altro, ricordando che è pure contenuta nella nostra costituzione, da non dimenticare che è stata introdotta dopo i terribili fatti della seconda guerra mondiale quindi va presa con le dovute accortezze. Pur non condividendo capisco chi teme il diverso, direi che è nell'ordine delle cose e sicuramento criminalizzarlo serve solo a complicare. L'ostacolo principale è sempre la scarsa istruzione che non da modo di usare la testa. Spesso il carnefice e la vittima possono scambiarsi il posto senza alcuna differenza sostanziale. Delle volte discutere di queste cose è disarmante, vincere dei pregiudizi fondati sul nulla è spesso impossibile. Quando sopra accennavo ad un punto di vista più ampio non volevo essere arrogante era una semplice constatazione dovuta alla posizione da cui osservo, vivendo ormai da parecchi anni nella nazione arcobaleno ne vedo "di tutti i colori" dico solo che fino a quando le vecchie generazioni(di tutti e "colori" e tra tutti i "colori" anche dello stesso), che tuttora si odiano profondamente, non saranno scomparse non si potrà nemmeno cominciare a risolvere. Invito a cercare una delle ultime foto di Nelson Mandela e provare a leggere negli occhi di questo grandissimo uomo tutta l'amarezza del rendersi conto di come stavano/stanno andando le cose. Da parte mia, per quel che vale, dico di insistere sulle diversità e di valorizzarle. Altro problema è che differenti livelli di civilizzazione quando si incontrano e devono convivere portano problemi non facilmente gestibili, alla fine forse tutto parte da qui incomprensioni che col tempo si trasformano in razzismo.
Ma come ancora il paradosso di fermi??? Mica l'avevo risolto qualche post sopra????
Sorry Enzo me l'hai servita su un piatto "d'oro". Sai qui l'argento lo snobbiamo.
Cool
PS ho usato il termine colore per farla breve ma non mi piace nemmeno se virgolettato.
caro Frank,
dici cose condivisibili, sicuramente. Mettiamola così: finché ci sarà paura del diverso, l'uomo non può essere pronto a qualcosa di veramente diverso...
Xenofobia sintomo d' altezzosità, presunzione, orgoglio, alterigia, boria, spocchia, protervia, qui potremmo entrare nel campo dell'etica e della morale umana. Meglio circoncidere il discorso alla scienza pura altrimenti... Caro Enzo come stai? In questo inizio d'anno mi è capitato di leggere dei tuoi articoli sempre sulla breccia!!!
ciao Diego!!!!
si va avanti, tra un acciacco e un altro... Buon Anno
Spesso ci manca la consapevolezza che quel che crediamo bene è solo un punto di vista.Pure quel che crediamo male lo è.Ogni struttura porta con se,quello che ha incontrato in tutte le scene andate in onda,nel proprio unica e poco divisibile linea spaziotemporale.Fare il proprio gioco è meglio che fare il gioco degli altri,istruirsi sul passato è utile,ma innamorarsi delle idee,religioni,morali ecc.è spesso fatale per chi cammina su sentieri mai calpestati.È come il samurai che avendo vinto tante battaglie con la sua impareggiabile spada Katana,continuasse a combattere contro Tank e bombardieri.Romantico,rassicurante e...sicuramente perdente.Noi, come le onde e come tutti gli oggetti, siamo un fluire di eventi, siamo processi che per un breve tempo sono monotoni...E’ facile cadere nella tendenza quasi universale a trattare la nostra conoscenza come un insieme di verità essenzialmente fisse,che non hanno perciò la natura di un processo,per esempio si può ammettere che la conoscenza umana è sempre mutevole,ma poi si aggiunge che essa è di natura cumulativa,identificando così implicitamente gli elementi che la costituiscono,con verità permanenti che dobbiamo semplicemente scoprire.
Ottima scelta riproporre questo articolo, non stanchiamoci mai di ricordare che le razze umane non esistono, nonostante siano state e siano ancora un pretesto di oppressione e segregazione del “diverso”.
Un plauso anche alla nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, portatrice di memoria, ma non di odio nonostante abbia vissuto sulla sua pelle gli orrori dei campi di concentramento.
L'ho sentita parlare ieri... ce l'ho messa tutta, ma non sono riuscito a vedere il minimo segno che la possa classificare in una razza diversa da quella della specie umana. Forse dovremmo veramente introdurre il termine "razza" inferiore e superiore in base a come vengono giudicati i nostri simili "homo sapiens". Chi è così ignorante da non sapere nemmeno com'è diviso il regno animale meriterebbe di appartenere a una vera razza diversa e di basso livello cerebrale!
Concordo... ma dubito che basterebbero due sole categorie (superiore e inferiore) per classificare le razze umane in base a come vengono giudicati i propri simili, come minimo sarebbe necessario aprire una nuova branca dell'antropologia
concordo anch'io...Ma che "specie" di animali siamo???? Forse dovremmo essere giudicati dagli altri animali... ne sentiremmo delle belle!
Forse ne sentiremmo delle belle o forse...
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2017/09/09/racconti-vin-census-un-mondo/
Mi sono imbattuto in questo dibattito che mi pare dia modo di pensare:
https://www.youtube.com/watch?v=EqYzD0AVocE&feature=youtu.be
Tra l'altro non sapevo dell'esistenza di questo festival che offre tanti altri interessanti dibattiti. Al di là delle conclusioni che si vuol trarre se si pensa in funzione di due valori da anteporre, sempre, come condizione cioè: rispetto per la vita prima e per la dignità subito dopo, qualsiasi discorso sul termine razza cade. Il problema è sempre quello di usare il cervello ma anche chi, purtroppo, non lo usa fa sempre parte della "razza" umana, ecco così ve ne è una sola e la facciamo finita (magari fosse così semplice). Farei attenzione anche con la classificazione degli animali, nel dubbio suggerisco di leggere "L'origine delle specie" di Darwin.
Caro Frank,
io posso anche essere pienamente d'accordo... ma non esiste una definizione di razza. Vi è una sola specie umana, ma non una sola razza umana. Una parola senza significato riesce, comunque, a essere utilizzata come gesto di disprezzo. E' come se io ti considerassi "diverso" solo perché hai i capelli di un altro colore. Sarei un deficiente e un ignorante. Farei la figura di un mentecatto. La stessa cosa succede per la razza e deve quindi essere sradicata. Se vogliamo eliminare questo tipo di approccio che esiste all'interno di un stessa specie, sarebbe bene eliminare subito un termine così male usato e senza alcun significato scientifico.
Il modo di comportarsi con altre specie del nostro genere è un ulteriore esercizio mentale, che io preferirei rendere sempre meno distante. Ma sulla razza e su tutto quello che crea e che fa così presa su animali della stessa specie sarebbe bene metterci un mattone sopra, per sempre. Per eliminare il "razzismo", il primo passo è eliminare ciò che lo fa nascere, ossia una parola che non esiste nella specie umana: la razza.
Io vorrei eliminare il dente marcio e non cercare di curarlo con medicine che potrebbero peggiorare la situazione...Insegniamo questo ai giovani, eliminiamo la parola dai nostri discorsi e non cerchiamo di darle significati che in qualche modo ne salvino l'esistenza. Non saremmo liberi o raffinati pensatori, ma dei pessimi maestri.
Eccomi Enzo, il tuo ragionamento non fa una una grinza. Fosse per me potremmo cancellare la parola dai dizionari in questo istante. Mahhh, appunto, ma sei sicuro che si possa fare con un termine così diffuso e quanto pensi che ci metta il genere umano ad inventare un sinonimo che , vista la cultura media la fuori, farebbe subito suo? Chi usa il termine "razza" se ne strafrega del suo significato o della correttezza dell'uso, lo fa per offendere e prevaricare. Caro Enzo mi sa che il lavoro da fare è ciclopico e non è il sopprimere la parola che darebbe sollievo, occorre imporre quei principi di cui parlavo sopra e non solo si smonta il problema ma si sistemano anche tante altre cose che seguono a ruota. Volente o nolente il diverso, anche solo nell'aspetto, fa paura è qui che occorre lavorare. Guarda sintetizzo ancora meglio, ho visto il trailer di "Sono tornato" il regista fa dire all'attore (Mussolini) una frase che mi ha colpito ed è il nocciolo del problema:
"Eravate un popolo di analfabeti..........dopo ottantanni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti"
Questo è il dente marcio.
Credo si possa estendere a tutto il mondo senza timori, nel senso di cui sopra.
caro Frank,
hai pienamente ragione... per eliminare una parola bisogna eliminare il suo significato errato. Dopo scomparirà anche lei... Ma ci riusciremo mai????
You want truth or you want nice?
Sono stato educato e sono cresciuto con l'orgoglio di appartenere alla razza bianca.Adesso molti orbi,sono impegnati a guardare il dito non vedendo per scelta,ideologia o per stupidità la Luna.Se vogliono scendere scendano a combattere nel gruppo misto,nessuno li rimpiangerà.
In biologia, l’unica categoria tassonomica che esiste nei “fatti”, è la specie, intesa come gruppo di individui fra di loro interfecondi e con prole fertile fino alla seconda generazione filiale.
Questa è, forse, la definizione minimale anche se ne esistono molte altre che cercano di applicare il concetto ( e qui è già diventato un concetto, non proprio e non più soltanto un “fatto”) anche a quei gruppi di viventi per i quali anche questa, che è “stringatissima”, va un po’ stretta e bisogna stiracchiarla un po’, o modificarla sostanzialmente, per adattarla.
Comunque, tutte le altre categorie tassonomiche, di ordine superiore o inferiore, diceva uno zoologo, non esistono, sono delle categorie “nostre”, da noi inventate per raccapezzarci (e mettere … ordine, il nostro ordine mentale) in questa … bella d’erbe famiglia e d’animali che esiste inpipandosene delle nostre esigenze catalogative.
Tanto è vero che se chiedessimo a esperti diversi quante specie contiene, per esempio, una certa classe (anche una di quelle più “tranquille”) avremmo, in risposta, numeri diversi.
La razza non esiste, biologicamente parlando; ma psicologicamente e socialmente sì, esiste, secondo me.
Nella mia comunità (“mia” nel senso che io vi passo gran parte della mia esistenza e dove “gran parte” è riferito alla tipologia di relazioni, alla quantità diversa e alla “qualità” delle cose fatte, vissute, non tanto al tempo passatovi) ci sono diversi slavi. Fanno lavori nei boschi che quasi nessun giovane più vuole fare. Non si notano molto. C’è interscambio, minimo, ma c’è.
In una comunità vicina ci sono molti cinesi: date le abitudini, gli usi e i costumi diversi, si “notano” solo nei loro negozi.
In un’altra comunità confinante, vi sono gruppi di senegalesi, credo; anche questi non si notano molto se non per il fatto che passeggiano senza fare nulla dalla mattina alla sera. Questi ultimi, nessuno li osteggia, anzi… qualcuno comincia a fare dei lavoretti, a differenza dei locali, pare, per pochi soldi in cambio di molte ore di lavoro…
Ecco: qui può cominciare il problema del, diciamo così, “farsi notare”. Potrebbero dare fastidio a chi, quello stesso lavoro lo vuole fare, lo fa ma a costi più alti per il committente (al quale, invece, e proprio per questo, vanno bene i nuovi arrivati).
Qui può cominciare la rivalità, l’antagonismo di fronte al quale non si parla del fatto in sé (tu fai più ore a minor prezzo; io di meno ad un costo più alto), meglio (si fa per dire) nascondere le vere motivazioni (che, se rivelate, se oggettivizzate, richiederebbero spiegazioni, aggiustamenti etc.) e dire… “tu non fai parte di questa comunità, tornatene nel tuo paese d’origine”, “non hai il mio stesso colore di pelle”, “non credi in quello in cui io credo” etc etc. A questo punto farebbe capolino anche il rifiuto dei loro usi e costumi ma tutto, credo, non per le differenze in sé: queste sarebbero solo, credo (non sono un sociologo), il paravento dietro il quale nascondere quelle vere, quelle essenzialmente pratiche.
Questo, almeno, in una prima fase.
Se poi di numero dovessero aumentare e diventare maggioranza, la popolazione residente, diciamo quella “autoctona”, indigena, vi vedrebbe un’altra minaccia… è, credo, innegabile.
Forse, credo, più che conoscere l’altro (cosa che va sempre bene, anzi, benissimo) dovremmo conoscere le nostre dinamiche interne: solo così potremmo gestircele; non negandole, ma gestendole al meglio.
Così si diventa altro da ciò che siamo in base alla nostra animalità ( per me gli animali non sono … gli animali: sono gli altri animali) che è tutt’altro che da buttare (sarebbe sciocco il solo pensare di farlo; oltretutto è anch’essa … noi!) ma è da conoscere perché ha le sue radici in ciò che siamo stati quando eravamo sugli alberi, nelle praterie (e prima ancora nelle gallerie sotto terra) e ci confrontavamo con altri gruppi (che potevano avere o meno il nostro stesso aspetto) alla ricerca di spazio vitale. Stiamo vivendo una situazione che richiede, per essere gestita al meglio, senza traumi per nessuno, una presa di coscienza, una consapevolezza più nostra, di noi, che dell'altro. E'un piccolo passo evolutivo, culturale (ma l'evoluzione è anche culturale), ma è un altro passo, che ci migliorerà (anche se l'evoluzione, a volte, è anche regressione).
Sicuramente non è solo questa, la genesi di certi comportamenti, ma credo che questo giochi un ruolo importante nel problema del rigetto degli altri, di questi altri.
In realtà, la parola razza è stata inventata fin da quando un'unica specie ha occupato territori abitati dalla stessa specie e ha subito cercato di dominarli sfruttando una tecnologia migliore ottenuta da un'origine più antica (le civiltà dei grandi fiumi). La vera differenza era la religione (ragione finta) e la forza delle armi. Risultato: massacro, ruberie, sfruttamento, schiavitù... Anche in altre specie ci sono guerre, ma solo per spartirsi il territorio e per un futuro di figli migliori.
Da quei tempi nulla è cambiato: l'Africa, L'America del Sud, ecc. sono sempre state considerate prede di guerra e di schiavi. L'uomo ha creato la razza per darsi una ragione morale e religiosa (roba da ridere) per le sue ignobili azioni. E oggi continuiamo senza pensare che le nostre ricchezze provengono dai misfatti che continuiamo a fare in quei territori di "razza" diversa. Ci danno fastidio in casa nostra? Nessuno pensa a quanto stavano bene gli Incas a casa loro e a quante ricchezze avrebbe avuto accesso l'ex Congo Belga o il Brasile? Noi "razza" bianca gliele abbiamo rubate, inserendo capi posticci che li stimolassero alla guerra tra loro e adesso che li abbiamo resi poveri e affamati li vorremmo aiutare a casa loro, dopo avergli rubato tutti i ... mobili. Sì cari miei, guardiamoci nello specchio: la chiesa cristiana e la razza bianca hanno e continuano a fare schifo!!!!!Per noi, forse, la parola razza avrebbe un senso....
...non vorrei essere frainteso.
E' bellissimo che esistano delle differenze; oltretutto sono anche esse ... biodiversità (e, nel mondo dei viventi, per la loro evoluzione, è anche utile che esistano).
Però, nella nostra società, nel momento in cui cominciano dei "problemi" tra gruppi in qualche modo diversi, diventano lo strumento (nascosto o meno che sia dietro il nome di "razza") attraverso il quale nascondere le vere cause della "contesa", dell'attrito di natura squisitamente sociale...
Questo non ne giustifica l'uso ma, forse (FORSE), ne spiega in parte la genesi: sociale e psicologica.
...siccome è "disdicevole", impresentabile la motivazione della "razza", si è parlato, usato, il concetto di "eportazione altruistica della democrazia"; siccome, forse, pure questo ha fatto il suo tempo, oggi si parla anche di "globalizzazione".
Cambia il "paravento": ma i fatti, dietro di esso, restano gli stessi.
Quello che mi rende perplesso in molti fanatici del multi multi e amanti del buon selvaggio,è il loro comune costante richiamo masochistico e falso,a tutto quello che di male il bianco avrebbe e fa contro il resto dell'umanità.Una vera tara psicologica da studiare in psichiatria.Ogni civiltà,popolo,etnia,ha interagito in maniera simile agli altri popoli nei conflitti,guerre,eccidi,generosità e quant'altro,e,a seconda della disposizione della storia,le hanno date e ricevute.Basta guardare la storia dell'Asia del medio oriente,perfino dell'Africa sub Sahariana,che pur non avendo mai prodotto storia,si sono sempre ammazzati allegramente a milioni,anche quando l'uomo bianco non interagiva con loro.Ne io ne i miei conosciuti antenati,abbiamo fatto del male a chicchessia,e come me,una marea di italiani ed europei,eppure c'è gente che di continuo sputa sul proprio e purtroppo anche nostro sangue,come se fossimo il male assoluto(Le enormi cose belle fatte da questa straordinaria inimitabile civiltà, al contrario non le vedono mai).Se costoro hanno avuto antenati delinquenti,farabutti,predatori come dicono,parlino per LORO,senza coinvolgere Noi e la nostra civiltà,che come ripeto non è seconda a nessuna,in tutta la storia dell'umanità.Costoro nel loro falso,fariseo,intellettual buonismo,pieno di ipocrita flagellazione,continuano con arroganza,a imporre la loro superiorità(tutta presunta),esattamente come i loro diretti consanguinei,che tanto male hanno fatto al resto del mondo che,come risaputo anche dalle capre,è fatta di innocenti pecorelle che mai hanno fatto e mai faranno del male ad una mosca.
Razionalmente:
"Non ho dubbi che essere aggressivi e letali sia inscritto nella nostra biologia, così come lo è saper essere profondamente premurosi e amorevoli. Molto di ciò che abbiamo capito sulla biologia evolutiva umana suggerisce si tratti di due facce di una stessa medaglia".
Così si esprime uno dei coautori dello studio sul primo massacro di gruppo documentato, avvenuto in Kenya circa 10.000 anni fa http://www.lescienze.it/news/2016/01/20/news/guerra_preistorica_cacciatori-raccoglitori_massacro-2935514/
Nei cento secoli che sono passati da allora l'uomo ha imparato a dare una giustificazione "culturale" alla sopraffazione dei propri simili di cui a quei tempi non c'era bisogno: oggi è la razza, domani chissà...
A mio avviso il termine razza è figlio di quel sistema di false giustificazioni utilizzate per spacciare presunte superiorità.
Non esiste giustificazione scientifica, ma solo un sistema di falsificazioni create a fini giustificatori.
La schiavitù, così come il genocidio compiuto in America, le leggi razziali del sistema fascista e nazista, venivano giustificati in nome di una superiorità razziale e culturale…. Se ne son sentite delle belle, dalla presunta dimensione del cervello legata al colore della pelle, a quella legata al genere… eh si anche la presunta superiorità di genere è figlia della stessa logica, una logica pagata a caro prezzo dalle donne.
Vorrei suggerire a tutti uno splendido film: District 9 (https://it.wikipedia.org/wiki/District_9).
E’ la storia di un’astronave aliena in avaria che si piazza sopra Johannesburg.
Gli alieni, vengono raccolti in campi di internamento (dei giganteschi “centri di accoglienza”)… e si alimentano volutamente tensioni “razziali”, con argomenti piuttosto simili a quelli sentiti (ci rubano il lavoro, quanto ci costano, sono incivili… ecc.)…
In segreto, l’industria bellica effettua esperimenti per tentare di usare le loro armi… e si appresta a spostarli lontano da occhi indiscreti, alimentando volutamente l’odio e la contrapposizione per giustificare il forzoso spostamento.
Interessante è come anche in questo caso, i superbi ominidi del terzo pianeta del sistema solare, si sentano superiori, anche nei confronti di una civiltà tecnologicamente più avanzata…
Interessante è come dietro a certe false giustificazioni, razza in primis, ci sono sempre inconfessabili interessi di pochi….
Paolo
grande Paolo
Si grande Paolo e grande dibattito. Caro Enzo e cari tutti , tutto ciò che è stato detto è comunque valido e chiaro perchè a comandare è il "dio" denaro e tutti gli interessi dietro e davanti ad esso. E' anche fuori dal dubbio che la specie umana caratterialmente è messa male e cova nella sua mente un profondo individualismo che crea attriti, differenziazioni dove non ci sono, voglie incredibili di prevalere , e che tutto ciò si amplifica quando l'essere umano agisce in gruppi . Non si può che arrendersi quando si legge che l'1% degli umani possiede la ricchezza pari , e forse anche un tantino più, a quella che ha tuto il rimanente 99%, ma io non voglio arrendermi e non intendo sentire la parola "utopia". A mio parere quando scopriremo molto di più sulla Quantistica ne vedremo delle belle, e scusatemi se inserisco un argomento importante di questo Circolo in una discussione , di altro genere, sempre e comunque importante ed interessante (ripeto, di altro genere) sempre di questo Circolo e non dico altro, mi è presa così.
Riprendo il link di Daniela... "Non ho dubbi che essere aggressivi e letali sia inscritto nella nostra biologia, così come lo è saper essere profondamente premurosi e amorevoli. Molto di ciò che abbiamo capito sulla biologia evolutiva umana suggerisce si tratti di due facce di una stessa medaglia"
Io la vedo un po' diversa... Molti animali "inferiori" manifestano premura e amore (non ho paura di chiamarlo così) per i propri cuccioli, ma anche verso cuccioli di altre specie e/o non solo ai propri figli. Vi sono madri che si sacrificano e via dicendo. Risposta di molti: ISTINTO. Bene, l'uomo ne ha un ricordo ancestrale, essendo un animale pure lui...
Tuttavia, esistono lotte tra animali per la conquista del territorio o per generare cuccioli più forti o per questioni di cibo. Anche l'uomo ha qualcosa del genere, ma utilizzare il cervello per trasformare le lotte di questo tipo in lotte religiose, di potere, di danaro, di schiavitù e darsi motivazioni del tutto primitive anche per un animale inferiore NON è una faccia della stessa medaglia. E' una perversione della specie umana... E' come se una parte del regalo della mente fosse stato dedicato alla ricerca del dominio assoluto privo di alcuna logica naturale. Forse un errore nel ramo che ci ha fatto crescere, un difetto che madre Natura saprà gestire come ha saputo fare in moltissimi altri casi. In poche parole: un ramo secco... il cervello deve essere migliorato o modificato perché la specie "homo" possa seguire la storia evolutiva (cosa sono poche centinaia di milioni di anni per una specie? un niente e non credo che saper costruire aggeggi elettronici convinca la Natura a permetterci uno spreco così grande di energia). Chi crede di poter uccidere un pianeta non è sicuramente degno di farne parte... non per cattiveria, ma per ignoranza!
O qualcosa del genere....
La perversione di cui parli, caro Enzo, è probabilmente dovuta (non lo dico io ma Daniel Goleman in "Intelligenza emotiva") ad una dicotomia tra i normali tempi evolutivi del cervello e quelli imposti dallo sviluppo socio-tecnologico: il nostro cervello non è molto diverso da quello dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori che dovevano reagire immediatamente ad un fruscìo in un cespuglio perché rivelava la presenza di un potenziale predatore.
Sarebbe l'inadeguatezza del livello evolutivo del cervello, dovuto all'allontanamento dell'uomo dai ritmi naturali, abbinato ad una aggressività naturale comune a quasi tutte le specie animali, a generare i comportamenti "deviati" rispetto a quanto osserviamo nel mondo animale.
Sarebbe interessante poter verificare come cambierebbe l'evoluzione dei felini (tanto per fare un esempio a caso) se cominciassero a disporre di armi e di denaro e se, con essi, volessero soddisfare bisogni diversi dalla semplice sopravvivenza... siamo davvero sicuri che non farebbero la stessa fine dell'essere umano? Io la mano sul fuoco non ce la metterei...
Forse sì, Dany... ma cosa deciderà la Natura trovandosi di fronte una tale anomalia? Farà diventare tecnologici i felini o taglierà un ramo secco e deviato rispetto agli altri animali?
E chi lo sa...?
Forse, però, lo sa uno dei tuoi cari amici asteroidi...
Lo sanno, lo sanno... ma non vogliono dirmi niente!
Per dirla con "crudezza"...
Io credo che ci portiamo dietro, evolutivamente parlando, geni che danno al nostro comportamento tratti di tipo animale.
L'evoluzione non li ha eliminati.
Se fossimo una specie come tutte le altre, potremmo concludere che si tratta di tratti utili, oppure che l'evoluzione, in 10.000 anni o giù di lì, non ha fatto in tempo ad eliminarli.
In realtà, però, noi non siamo esattamente come gli altri animali: abbiamo dei geni uomo-specifici, che ci conferiscono una architettura cerebrale in grado di darci funzioni cerebrali, cognitive, comportamentali superiori a quelle degli altri animali.
Questo fa anche un'altra cosa: ci consente di sottrarci alla nuda e cruda selezione cui saremmo sottoposti se non avessimo queste capacità superiori. Per cui i geni responsabili di quei tratti inferiori, non vanno via per pressione selettiva contraria.
Se l'evoluzione di quei tratti "superiori" fosse andata ancora un po' più avanti (perché non lo ha fatto? Servivano ancora un po' quelli inferiori? Non lo possiamo dire), saremmo decisamente diversi dagli animali, ci saremmo affrancati decisamente dai tratti inferiori che, forse, in qualche modo, non so come (selezione naturale? Editing genomico?), non avremmo più.
Allora non avremmo più questa dicotomia.
Ma i tratti comportamentali "inferiori", forse utili quando eravamo raccoglitori e cacciatori (ma poteva andare anche diversamente), sono ancora in noi.
Ecco una domanda fondamentale: quando il nostro patrimonio genetico non avrà per noi più nessun segreto, avendo l'opportunità di eliminare, silenziare, modificare i geni responsabili di comportamenti ..."cattivi" (s.l.), che faranno i nostri discendenti? Diventeranno buoni o se li terranno i geni della "cattiveria" animale?
Oppure, potrebbero potenziare la capacità di gestirsi questa dicotomia (quella che oggi ci fa accapigliare, quasi, solo a parlarne) e tenersi entrambi i tipi di geni!!!
Io preferisco questa soluzione (ma è un fatto tutto mio personale) ma loro, che faranno?
Forse dipenderà anche da cosa troveremo là fuori...in termini di "geopolitica" galattica.
?
Farnetico!!!!
Questa chiacchierata tra amici,segue altre sull’argomento,tenute da personaggi potenti,giornalisti,cattedratici,insomma gente importante,che sa.Questo tema del significato della parola razza,sembra sia stato poco sentito nei secoli,tanto che la parola girava insolentemente in tutti i libri,codici,pene,perfino nella costituzione più bella del mondo.Qualche zotico malevolo,pensa che il tema sia stato enfatizzato dalle solite manine , per fare digerire a qualche contribuente poco convinto,il dover pagare anche di tasca propria,vitto e alloggio a una marea di portatori di civiltà,che fregandosene dei confini entrano con prepotenza nella vita degli azionisti e di diritto proprietari di questa nazione.Ma adesso che sappiamo che le razze non esistono più,negri,gialli,bianchi,sono finalmente cancellati,mi chiedo:” Come faranno i giudici,condannare qualcuno per razzismo?Come faranno a cancellare da tutti i libri del mondo la parola razza?Dalle canzoni,i manifesti dei film,dagli insulti che ti mandano quelli a cui non dai la carità?”Io direi di mandare una petizione a Colei,prima che faccia le valige,che ha insegnato agli Italiani che non avevano altro a qui pensare,cosa è bene dire e cosa non dire.La mitica ormai ex Presidente della camera.
Ho letto con attenzione tutti i commenti, pur condividendone alcuni e meno altri mi pare che quel che ci manca sia la capacità di formulare le domande giuste a cui tentare di rispondere. Guardare il problema dal buco della serratura e non nel suo complesso porta a conclusioni parziali e valide solo in uno specifico ambito, forse. Mi permetto un esempio dal post di Paolo che va a toccare una realtà che conosco. Il film consigliato, dal punto di vista del genere mi pare una sciocchezza come lo è circa il 99% o più del filone (opinione personale), l'interpretazione di Paolo è lecita ma posso garantire che se si conosce la realtà in cui è ambientato tutto prende una forma diversa. La connotazione sia fisica che caratteriale dei personaggi, agli ignari, nascondono un linguaggio ben poco accettabile a chi esprime idee come quelle di Paolo. In società come quella sudafricana dove una forza rappresentata in parlamento invita i neri ad uccidere tutti i bianchi cosa che sbocca poi in reali omicidi razziali all'ordine del giorno, film come quello danno fiato a al razzismo. Nel caso qualcuno pensi ad un regolamento di conti di vecchia data ricordo che qui sono rappresentati tutti i "colori" e atteggiamenti di questo tipo, forse, finirebbero solo quando il colore rimasto è uno solo. Allargare il punto di vista è essenziale per comprendere il problema, quel che vale in occidente non sempre vale in oriente. Se non si riesce a fare una sintesi, che io non so fare, manca la base su cui costruire una risposta.
Giusto per non essere frainteso, guardare il film dal punto di vista del filone è lecito oltre che piacevole per gli amanti del genere ma tirare conclusioni è tutta un'altra storia.
Ancora una cosa riguardo al film, il protagonista nel film si chiama Van De Merwe che corrisponde al Pierino delle nostre barzellette ( Pierino è anche il mio secondo nome). Anche questo ha un significato ben particolare da queste parti.
Sperare che il colore diventi uno solo per far sì che il nostro misero cervello non si inventi più il problema della razza, degli schiavi, de "Io padrone, tu venerdì" è come mettere la polvere sotto al tappeto. Se non riusciamo a cambiarci da soli, dopo secoli e secoli di scelte idiote e vigliacche, vuol dire che la nostra specie non è quella adatta al primo incontro con i veri diversi! La prossima sarà sicuramente migliore... l'Universo ha tempo... noi no!