Categorie: Corpi minori Pianeti Satelliti e anelli
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Scritto da: Vincenzo Zappalà
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I più antichi attori si rifanno vivi **
Il Sistema Solare ha passato varie fasi prima di riuscire a formare l’attuale famiglia di attori che dominano il suo Teatro, i pianeti. Gas e polvere, prima, e -piuttosto rapidamente- planetesimi ed embrioni planetari, dopo. Gli unici segnali di questo concitato e caotico periodo rimangono quelli tramandati, dopo una evoluzione collisionale intensa, dagli asteroidi, per lo più frammenti sopravissuti a catastrofi primordiali. Un’analisi di laboratorio e un nuovo modello teorico (confortato dalle osservazioni) sembrano richiamare in vita gli attori la cui terribile “lotta” ha portato alla situazione odierna.
Se ne parla un po’ come nelle leggende e/o nelle favole. C’erano una volta i planetesimi, i mattoni primordiali, che, unendosi tra loro, hanno dato origine agli embrioni planetari e, infine, ai pianeti. Sicuramente, uno di questi non è riuscito a completare la sua opera e si è sgretolato prima ancora di nascere, mostrandosi oggi come un enorme cintura di detriti, piccolissima parte della materia originale, finita nel Sole o espulsa dal sistema. Si dice, anche che la colpa sia stata degli embrioni planetari che stavano unendosi per formare il gigante Giove e che nel loro moto orbitale attorno al Sole hanno “disturbato” dinamicamente la creazione del pianeta “asteroidale” (del ruolo di Giove, ma anche di quello di Saturno, nella "pioggia" di asteroidi sui pianeti interni del Sistema Solare, abbiamo parlato QUI).
Questi embrioni non esistono più, se non nella leggenda e nelle teorie. Probabilmente uno di questi, grande come Marte, ha impattato catastroficamente la Terra, l’ha parzialmente ridotta in polvere e sassi e ha poi fatto nascere la Luna. Le prove sono ancora aleatorie, ma la teoria resta la più valida. Di certo, non è facile riconoscere i “pezzi” del proiettile gigantesco. D’altra parte nessun embrione planetario può ancora esistere avendo colpito distruggendo e/o distruggendosi o avendo partecipato alla formazione dei pianeti attuali.
Le uniche informazioni su di loro le troviamo, forse, tra gli asteroidi, ma stiamo vedendo frammenti di embrioni asteroidali o frammenti di embrioni planetari? Sono, comunque, fossili, resti degli antichi attori, ma senza certezze del loro ruolo giocato quando il Sistema Solare era un bambino.
Ma ecco che nel 2008 un piccolo asteroide (2008 TC3) viene visto poco prima di cadere sulla Terra. L’impatto dovrebbe avvenire nel deserto del Sudan. L’oggetto è piccolo, pochi metri e non resiste all’atmosfera, sgretolandosi, ma facendo arrivare circa 5 kg di meteoriti al suolo. Si sa dove cercare, questa volta, e si recuperano molti residui dell’esplosione. Il tipo di meteoriti è piuttosto raro e prende nome di urelite. Composizione molto interessante dato che è facile trovare dei piccoli diamanti creatisi per pressione. Una pressione dovuta all’impatto o una pressione “statica” originale, come nel caso dei diamanti terrestri? Basta analizzare in dettaglio ciò che è contenuto nei diamanti.
Si trovano cromite, fosfati, solfuri di nichel e ferro. Le possibilità si stringono e la conclusione è molto emozionante: la pressione che li ha originati può essere solo quella di tipo statico che si ha all’interno di un oggetto delle dimensioni comprese tra quelle di Mercurio e Marte. Un vero e proprio embrione planetario, ben più grande dei planetesimi originali della fascia asteroidale. Chissà che vita avventurosa e che impatto può averlo disgregato a tal punto?
Nelle mani dei ricercatori ci sono pezzi degli antichi attori, sminuzzati quanto si vuole, che ci hanno regalato un piccolo ricordo tangibile dopo miliardi di anni. Un momento meraviglioso, qualcosa di più che toccare un asteroide, frammento collisionale di un qualcosa che mai era arrivato a certe dimensioni.
Scusate l’emozione, ma un frammento di un vero embrione planetario di dimensioni veramente planetarie è molto più di una leggenda o di una favola: è il passato che ritorna!
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Prima di abbandonare l’argomento, facciamo un salto anche nella teoria… Un embrione planetario ha creato la Luna? Bene… forse anche i satelliti di Marte sono dovuti a un impatto.
L’origine di Phobos e Deimos come asteroidi catturati ha sempre avuto molti punti lacunosi e sollevato dubbi. E se anche loro fossero figli di un impatto? Un oggetto delle dimensioni intermedie tra Vesta e Cerere avrebbe potuto strappare abbastanza materia da Marte e sistemarla in un anello, la cui parte più esterna si sarebbe agglomerata nei due piccoli satelliti: piccolo impatto piccoli satelliti; grande impatto grande satellite.
L’estrema somiglianza composizionale di Phobos e Deimos con Marte avvalorerebbe questa ipotesi “catastrofica”, ritenuta più che valida quantitativamente da un recente modello ultra sofisticato. Di nuovo un embrione planetario come attore principale o un grande asteroide schiantatosi contro Marte? Non possiamo saperlo, ma nuovamente, i primi attori del Teatro Solare cercano di tornare tra noi o concretamente o, almeno, con il ricordo.
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La telenovela di Phobos: da un'origine probabilmente catastrofica ad una fine (anzi "trasformazione" come sempre avviene nell'Universo) sicuramente catastrofica.
4 commenti
Sulla Terra vi dovrebbero essere altri frammenti con le stesse caratteristiche, in sabbie e ghiaie composte prevalentemente di crosta solidificata, sedimentata, e di embrioni asteroidali comuni e rari.
Possibile che sia il primo di frammenti di embrioni planetari, magari cercando tra quelli rinvenuti nei ghiacci, o nei fondali marini o nelle rocce che si sono formate da antichi fondali.
Ovvio che è impossibile cercare nello spazio, asteroidi di pochi metri che non resistono all’atmosfera terrestre. Ma sognando di possederne alcune migliaia in cantina, o appena sotto la cantina ….
P.S. Trovandone diversi, nello spazio, si potrebbero datare le collisioni planetarie con maggiore precisione(la “storia” del sistema solare), quindi l’età del campione?
Se fosse proprio un pezzetto di Mercurio?
caro Gianfranco,
Normalmente le meteoriti provengono da vari tipi di asteroidi attraverso collisioni successive. Frammenti di frammenti di planetesimi. Il fatto nuovo è la pressione che ha potuto formare diamanti di quelle dimensioni e di quella composizione. Gli asteroidi non ne hanno avuto la possibilità. Per la prima volta sembra che si sia di fronte a un pezzo di un embrione planetario, ossia un pezzo non asteroidale, ma quasi-planetario. Potrebbe anche essere stato Mercurio, ma -a quei tempi- ce ne erano migliaia che giravano in lungo in largo... perchè proprio Mercurio? Non è facile essere lanciati da Mercurio e arrivare fin da noi...
ScusaEnzo ma potrebbe essere un frammento di ciò che è rimasto del possibile impattatore che ha creato la Luna? Quindi dell'eventuale impattatore della Terra? Se fosse possibile si potrebbe trovare conferme penso.
direi proprio di no. Innanzitutto, la sua orbita non poteva andare d'accordo con un oeggtto "sparato" dalla Terra. Inoltre l'urelite è qualcosa che non si trova sulla Luna o sulla Terra (o, almeno, è molto rara). Ma non dobbiamo preoccuparci, nelle prime fasi di formazione, i corpi di livello marziano erano centinaia in giro per le zone interne... Tempi duri, quelli...