02/07/18

Un uomo in mare **

Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio "Dinamica e Meccanica", in Fisica Classica.

 

Il problema che riproponiamo è un classico ed è una semplice applicazione dello studio di una funzione. Diventa, però, particolarmente interessante perché si lega quasi perfettamente con la meccanica quantistica, anzi addirittura con l'elettrodinamica quantistica di Feynman. Al posto di un essere umano, basta inserire un... fotone.

Una barca si è rovesciata a poca distanza dalla riva  e il naufrago A deve raggiungere il punto C, dove lo aspetta una bella bevanda calda e un morbido accappatoio. A è un noto matematico che sa fare calcoli a mente e che mantiene freddezza anche nei momenti più difficili. Stabilisce con buona esattezza la sua distanza dalla riva e la distanza del luogo di ristoro. La situazione è quella raffigurata nella figura che segue.

naufrago

I dati in suo (e nostro) possesso sono i seguenti:

La distanza tra A e la spiaggia è di 600 m. La distanza tra B e C è di 800 m. Il naufrago nuota alla velocità di 1 m/s, mentre corre sulla spiaggia alla velocità di 2 m/sec.  Le domande sono molto semplici: “Qual è il percorso che deve fare per raggiungere nel minor tempo possibile il punto C e quanto tempo impiega?

Questo esercizio è veramente semplice dal punto di vista fisico e si risolve facilmente ricordando lo studio di funzioni. La prima cosa che dobbiamo fare è, quindi, costruirci una funzione da studiare per trovare i suoi punti particolari.

Ciò che c’interessa sapere è il tempo impiegato dal naufrago per raggiungere il punto di ristoro. La nostra y è, perciò, il tempo impiegato, ossia t. Il tempo ovviamente varia a seconda del percorso e dobbiamo cercare un’incognita x che serva a descrivere il tragitto. Possiamo usare la distanza a partire dal punto B, che cresce verso C. In altre parole, la nostra x è misurata con l’origine in B ed è positiva verso C.

Il tempo t è legato alla x dalla relazione che definisce la velocità (proprio i termini noti):

t = x/v      (velocità costante per definizione)

Nel percorso in mare è:

t = x/2

Nel percorso sulla sabbia è:

t = x/1 = x

Non ci resta che esprimere un percorso qualsiasi che congiunga A con C e scrivere il suo tempo di percorrenza in funzione della x così definita. Questa sarà la nostra funzione f(x).

Il tragitto può sempre essere spezzato in due parti: la prima in mare e la seconda sulla sabbia. Consideriamo D come punto qualsiasi (Fig. 1).

Figura 1
Figura 1

Abbiamo che il percorso p da compiere è dato da:

p = AD + DC

A noi interessa il tempo t necessario a compiere p. Per ottenerlo, basta dividere AD (che si compie in mare) per la velocità v = 1 m/s e DC (che si compie sulla sabbia) per la velocità v = 2 m/s. Ossia:

t = AD/1 + DC/2

Scriviamo, allora, AD e DC in funzione dell’ascissa x del punto D. Si ha:

AD = (AB2 + BD2)1/2 = (6002 + x2)1/2

DC = (BC – BD) = (800 – x)

Sostituendo, otteniamo:

t = (6002 + x2)1/2 + (800 – x)/2     …. (1)

Questa è proprio la funzione t = f(x) cercata, che bisogna studiare per trovare il suo valore MINIMO (ossia proprio il tempo minimo di percorrenza richiesto).

Essa non va da meno infinito a più infinito, ma è decisamente limitata tra x = 0 (il naufrago giunge sulla spiaggia  lungo AB e poi corre su di essa fino a C) e x = x= 800 (il naufrago decide di nuotare direttamente fino C “in diagonale”, compiendo il percorso sicuramente più corto, ma a velocità ridotta).

Calcoliamo, innanzitutto, il tempo impiegato dal naufrago seguendo questi due percorsi limite. Essi ci danno i limiti estremi della funzione t = f(x), dato che x può solo variare tra 0 e 800.

tx=0 = (6002 + 0)1/2 + (800 – 0)/2 = 600 + 400 = 1000 sec

Se il naufrago nuotasse fino a B e poi corresse da B a C impiegherebbe un tempo di 1000 sec.

Calcoliamo, adesso, il tempo per il percorso completamente svolto in mare:

tx=800 = (6002 + 8002)1/2 + (800 – 800)/2 = (360 000 + 640 000)1/2 = 1000 sec

Se il naufrago nuotasse direttamente da A fino a C impiegherebbe nuovamente il tempo di 1000 sec.

La nostra funzione t = f(x) inizia e finisce con un valore di 1000 sec. In parole più tecniche, nel sistema di coordinate cartesiane (x,t), la funzione inizia dal punto P(0, 1000) e termina nel punto Q(800,1000). Disegniamo la Fig. 2 che descrive questa situazione.

Figura 2
Figura 2

Siamo caduti in un classico esempio di studio di funzione e possiamo trovare altri punti particolari. Beh… dopo i due estremi non ci sarà molto da fare, se non trovare gli eventuali massimi e/o minimi (e magari anche i flessi).

Non ci resta che eseguire la derivata prima della funzione e trovare la x che l’annulla. Poi vedremo se è un massimo o un minimo o che altro…

t = (6002 + x2)1/2 + (800 – x)/2

t’ = x/(x2 + 6002)1/2 - 1/2    …. (2)

Non ho svolto tutti i passaggi, ma per far questo basta ricordare quanto abbiamo spiegato nella serie di articoli sulla “matematica”. Bisogna ripassare le derivate delle potenze, delle costanti, della somma e cose del genere…

Poniamola uguale a zero e cerchiamo il (i) valore (i) di x che l’annulla:

x/(x2 + 6002)1/2  - 1/2 = 0

x/(x2 + 6002)1/2  = 1/2

2x = (x2 + 6002)1/2

Eleviamo a quadrato entrambi i membri dell’uguaglianza

4x2 = x2 + 6002

3x2 = 6002

x2 = 6002/3

In realtà, sembra che esistano due soluzioni che annullino la derivata, ossia:

x = +/- 600/31/2 = +/- 600/1.7321 = +/- 346.4 m

Tuttavia, possiamo escludere subito la soluzione con il segno meno, dato che sappiamo che la x può andare solo da 0 a 800 m ed è quindi SEMPRE positiva.

La soluzione accettabile è quindi una sola:

x = BD = 346.4 m

Questo valore rende massima o minima la funzioni f(x)? Basta sostituirlo nella (1) e vedere cosa diventa t. Proviamo subito:

t = (6002 + x2)1/2 + (800 – x)/2

t = (6002 + 346.42)1/2 + (800 – 346.4)/2 = 919.6

Il risultato può venire leggermente diverso a seconda del numero di decimali che si prendono per la x che annulla la derivata prima… Tuttavia, resta il fatto che t346.4 è nettamente inferiore ai due valori estremi uguali a 1000 sec. Ne consegue, intuitivamente, che il tempo minimo di percorrenza è tmin = 919.6 sec, che si ottiene nuotando il tratto da A a D (di ascissa 346.4 m) e poi correndo sulla sabbia fino a C (la cui x è uguale a 800 m).

Tuttavia, potremmo anche fare i raffinati e calcolare la derivata seconda e vedere che segno assume per x = 346.4.

Per chi vuole provare… il risultato è:

t” = 6002/(x2 + 6002)3/2

Non vi è nemmeno bisogno di fare tanti calcoli. Sostituendo a x un numero positivo la t” assume  valori sempre positivi, per cui il punto considerato DEVE essere un punto di minimo. Ovviamente, non possono esistere punti di flesso obliqui dato che la derivata seconda è sempre positiva.

La funzione può essere facilmente disegnata nella Fig. 2: si ha una curva che assomiglia a una parabola “deformata”. Essa ci dice al variare di x qual è il tempo impiegato dal naufrago. Chi vuole, può anche calcolare la tangente alla curva nei punti estremi…

Possiamo facilmente ricavare il percorso in metri effettuato dal naufrago per raggiungere il punto di ristoro. Egli ha percorso sm = (6002 + 346.42)1/2 = 692.8 m, in mare, e poi ss = 800 – 346.4 = 453.6 m, correndo sulla spiaggia.

Molti avranno trovato veramente banale questo esercizio e, allora gli consiglio di andare a rileggerlo quasi identico nel capitolo della Elettrodinamica Quantistica intitolato un uomo in mare (da Fig. 26 a 28). Com'è bella la fisica: a tutti i livelli si riesce sempre a semplificare e a trovare analogie. Ovviamente, basta avere una mente illuminata come quella di Feynman, un uomo che sapeva perfettamente "parlare" ai fotoni e agli elettroni e che capiva le loro risposte...

 

Vi è piaciuto calcolare questo percorso? QUI ne troverete altri!

13 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Che bello, adesso provo a metterci anche una corrente che va da B a C a 0,5 m/s

  2. ottimo Alberto! :mrgreen:

    peccato che per la luce non si possa fare... :roll:

  3. alberto salvagno

    HELP ! Me l'ero fatta troppo facile, credo. Dunque vediamo, la velocità vera del nuotatore è data dalla somma del vettore con direzione AD (modulo 1) con quello orizzontale della corrente (modulo 0,5), ma l'angolo α tra i due dipende dall'inclinazione variabile del vettore con direzione AD. L'angolo α è però uguale all'angolo (variabile) formato da AD e BD, quindi α = cot AB/BD = cot 600/x. Giusto fino qui?

    A questo punto immagino che devo mettere a sistema la tua equazione t = (6002 + x2)1/2 + (800 – x)/2 con la mia α = cot 600/x ovvero x= cot 600/α... ma in questa immensità s'annega il pensier mio...

    Vincenzo/Virgilio (visto l'anno dantesco) guidami tu!

    ps. In compenso credo di avere trovato una tua svista sotto la figura 1, dove scrivi DC = (BC – BD)/2 = (800 – x)/2 senza che ciò ovviamente poi incida sui calcoli seguenti

     

  4. scusa Alberto... ma continuo a non vedere la svista...

    Per la tua prova... perchè non separi subito la velocità nelle due componenti. Poi una sola è aumentata sempre della corrente... Scusa, sai... ma una cosa è chiarire dubbi e un'altra è mettermi anche a risolvere i problemi aggiuntivi... Sono sempre di corsa e dovrei avere tempo per rifletterci un attimo...

  5. caro Alberto,

    ho avuto un attimo di relax... dunque, il fatto che compaia un angolo non è un problema, dato che esso sarà una costante per ogni caso che che vuoi raffigurare. Avrai un certo risultato e poi i risultati, al variare di alfa, ti diranno anche come varia il valore minimo al variare di alfa... In pratica hai una funzione a due variabili che puoi risolvere separando le due variabili...

  6. alberto salvagno

    Grazie, hai ragione, non volevo certo che mi risolvessi tu il problema, volevo solo capire se ero nella strada giusta.

    Quanto alla svista DC = BC – BD e basta, perché fratto 2 ?

  7. hai proprio ragione Alberto! Continuavo a pensare in relazione al tempo e invece erano ancora lunghezze. Ieri ero proprio fuso...

    Riguardo al problemino, direi che è molto più semplice... Immaginiamo che l'omino nuoti alla sua velocità. esso raggiunge la riva in t secondi percorrendo uno spazio x1. Questo tempo dipende dalla sua velocità. Nello stesso tempo, però, l'omino è trascinato lungo l'asse x di un a quantità x2 che è legata alla corrente che lo spinge verso destra. Ne segue che lui percorre un tragitto pari a x1 + x2 nel tempo t. Tuttavia x2 è anche uguale a quanto la corrente lo ha spostato lungo l'asse x alla velocità di 0.5 nel tempo t. Quindi il tempo rimane lo stesso, solo che ha percorso più spazio...

  8. Mi spiego meglio... il tempo della nuotata rimane  sempre lo stesso. Ciò che cambia è che quando giunge sulla spiaggia gli rimane da percorrere uno spazio minore, ossia 800 - (x1 + x2). Ne segue che cambia il tempo necessario a correre sulla spiaggia.

  9. Alberto Salvagno

    Da noi in Veneto si dice: "ma quanto mona sono!“. Mi è chiarissimo e hai perfettamente ragione, mi ero già fasciato la testa senza essermela ancora rotta. Un banale scarrocciamento l'avevo fatto diventare un problema complicato.

    Mi giustifico un po' perché mi hanno vaccinato con un Astra Zeneca doc e mi è venuto il febbrone . Ma mona resto...

  10. io invece sto ancora aspettando... dai, meglio un po' di febbre!! Spero presto, avendone 76...

  11. alberto salvagno

    Io 75, ma accompagnatore di una 90enne. Guarito subito con 1 grammo di Tachipirina. La 90enne completamente indenne alla faccia del tanto chiaccherato Astra Zeneca :-)

    Comunque intanto ho voluto rinfrescarmi un po' di trigonometria e un po' di derivate, ponendo come incognita nel tuo problema non la lunghezza del cateto BD, ma l'angolo α tra AD e BD. Ovviamente ho ottenuto il tuo stesso risultato. Ne sono fiero!

    nuotatore

  12. bravo, caro coetaneo! (io sono del 45, 21 giugno... quindi ormai quasi 76...). Insomma, se ci mettiamo insieme superiamo il secolo e mezzo!! Ma abbiamo ancora voglia di pensare e cercare di capire... :roll: :-P

  13. Alberto Salvagno

    Che poi - leggendo per caso proprio in questi giorni un libro di Sandro Caparrini su Fermat (grandangolo di scienza vol. 9) - vengo a sapere che proprio questa storia del nuotatore si riallaccia allo studio dei massimi e dei minimi di questo grande matematico. Che poi, con le due diverse velocità (in mare e in terra) cercava di spiegare già a metà del 600 la rifrazione della luce. Che poi...

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