16/08/18

I pianeti sono tutti fatti dello stesso materiale **

Forse ci si poteva anche arrivare riflettendo e comprendendo le regole dell’Universo: se una cosa riesce bene, è inutile cambiarla. Tuttavia, una interessantissima prova indiretta è stata ottenuta sfruttando in parte i primi dati di Gaia e il più grande telescopio ottico del mondo.

Le stelle seguono linee evolutive che non differiscono certo da galassia a galassia. Le più vecchie hanno sicuramente una quantità minore di elementi pesanti, ma ormai tutto tende a mischiarsi nelle nubi di gas e polvere dove sono nate e nasceranno le stelle più giovani.

Abbiamo anche visto che un po’ ovunque, nelle nubi abbastanza fredde, gli atomi riescono a combinarsi in molecole sempre più complesse fino a formare i mattoni primordiali della vita e che il carbonio è l’elemento fondamentale, ovunque si guardi. Non possiamo certo stupirci, allora, che i pianeti  siano anch’essi formati dallo stesso materiale. Insomma, la Terra non è assolutamente un caso speciale e (probabilmente) nemmeno la vita che ospita.

Come provarlo direttamente? Non è certo un’impresa facile: i pianeti si trovano vicino a stelle molto più luminose di loro e le informazioni sono estremamente confuse e ambigue.

La cosa migliore è andare a studiare stelle che si siano già trasformate, alla fine della loro vita “lavorativa”. Esse, presentano caratteristiche superficiali ben chiare e nette. Stiamo parlando delle nane bianche, le trasformazioni finali di stelle come il Sole. Esse sono composte o da idrogeno o da elio ed è facile estrarre dalle osservazione la parte dovuta alla loro atmosfera.

Tuttavia, non dimentichiamo che quelle stelline dall’apparenza inoffensiva sono state giganti rosse e hanno distrutto molti pianeti a loro vicini. Di questi pianeti sono rimasti una miriade di frammenti delle dimensioni di piccoli asteroidi o addirittura solo polvere. Questi residui formano un disco di materia che ruota attorno alla nana bianca e va costantemente a sporcare la loro atmosfera. Analizzandola con un telescopio come il Keck delle Hawaii è stato abbastanza semplice individuare, attraverso la spettroscopia, gli elementi che costituivano gli ex pianeti… Silicio, carbonio, calcio, magnesio, anche acqua e anche nelle giuste proporzioni… terrestri.

La ricerca ha analizzato ben 18 sistemi planetari fino a una distanza di 456 Anni Luce. E siamo solo all’inizio, dato che la grandissima missione Gaia fornirà senza dubbio alcuno un enorme gruppo di nane bianche da analizzare in dettaglio.

Tanta vita, tanti pianeti adatti a sostenerla e allora dove sono gli “altri”? Beh… facciamoci un esame di coscienza e chiediamoci: “Se ci conoscessero non cercherebbero di evitarci?” Avanti robottini, inquinate e spezzettate Marte così come si autodistruggono “inspiegabilmente “ le opere dell’uomo. Tanto la colpa non è mai di nessuno…

Un pianeta salvatosi per miracolo osserva il disco di detriti che circonda una nana bianca. Fonte: NASA/JPL-Caltech
Un pianeta salvatosi per miracolo osserva il disco di detriti che circonda una nana bianca. Fonte: NASA/JPL-Caltech

Articolo originale non ancora uscito

 

Pensate che un destino del genere possa capitare alla Terra solo fra qualche miliardo di anni, quando il Sole subirà la sua trasformazione in gigante rossa prima e nana bianca poi? Non è detto... leggete QUI cosa ha combinato Kronos, una stella come lui...

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