Ormai sappiamo molto bene che i buchi neri centrali di due galassie, che si sono scontrate e fuse assieme, sono capaci di unire le loro forze e di diventare uno solo: per una grande galassia ci vuole un grande buco nero (come, più o meno, recitava una celebre pubblicità). Mentre lo fanno, stropicciano talmente lo spaziotempo che si è già riusciti con i mezzi terrestri (LIGO) a sentire (o vedere o come preferite) le onde gravitazionali che hanno emesso. Ma quanto è frequente questo gioco di collaborazione completa?
Con grande dispiacere ho sentito della catastrofe (fortunatamente senza molte vittime e con scarsi danni ai monumenti) capitata alla splendida Petra. Un'alluvione improvvisa, dovuta sicuramente a qualche "bomba" d'acqua anomala o cose del genere. Ovviamente, c'è già chi collega la bomba climatica (meglio sicuramente di quelle che hanno distrutto la vicina Siria) al riscaldamento globale. Ormai lo sappiamo benissimo: se piove è colpa del GW, se non piove anche.
Prendete un sacerdote cosmologo che insegna Fisica all'Università, Albert Einstein, una formula molto famosa che non è E=mc2, un uovo cosmico, un papa e un mistero rimasto tale per ottant'anni. Frullate il tutto e non otterrete una barzelletta né un giallo di Agatha Christie, bensì la storia vera di Georges Lemaître, una delle menti più brillanti del XX secolo, rimasto fuori dai riflettori, quindi dalla conoscenza del grande pubblico, ma non meno importante di altri suoi famosi colleghi per l'enorme balzo in avanti che ha fatto fare alla conoscenza dell'Universo. Vediamo perché...
Una stella come il Sole decide di farla finita con i suoi inutili tentativi di bruciare il carbonio e lascia liberi i suoi strati esterni che vanno a formare una splendida nebulosa planetaria. Lui, il Sole -o quello che ne resta - , si rifugia in uno spazio non più grande di quello occupato da un pianeta come il nostro e... attende di spegnersi lentamente facendosi chiamare nana bianca. No, cari amici, niente di tutto questo. Il nostro amico è ancora molto arzillo... altro che morto!
E’ sempre emozionante assistere in diretta a qualche record mondiale, soprattutto se aprono nuove strade al futuro delle competizioni a cui si riferiscono. I nostri “campioni” sono tutti e tre stellari, ma appartengono a diverse categorie, un po’ come i pugili: i buchi neri, le pulsar e le nane bianche. Oggetti molto massicci, che sembravano essere giunti alla fine della loro “carriera”. E, invece, ci stupiscono ancora…
Nella sezione archivio abbiamo parlato a lungo dei buchi neri galattici concludendo che questi supposti cannibali del Cosmo sono in fondo dei perfetti motori, capaci di gestire al meglio la creazione di nuove stelle. Dei papà veramente premurosi. Oggi la solita ALMA ci dà , in qualche modo, ragione, evidenziando una visione del buco nero proprio come una fontana della vita che agisce a ritmo continuo e con le idee ben chiare.
Non volevo parlarne, ma temo che, passato il periodo delle grandi alluvioni, dimenticandosi poi come sempre di agire malgrado mille promesse, si tornerà a notizie più eclatanti, dato che ormai il GW è una tiritera fin troppo monotona (a furia di gridare “al lupo al lupo” nessuno ci crederà più…) ed ecco servito su un piatto d’argento il passaggio ravvicinato di una vela spaziale di origine aliena!
La mia vena polemica (che io considero solo un gesto di onestà scientifica) non si è certo spenta con lo spegnimento della missione Dawn. L'avevo già considerata estremamente parziale e limitata e così si è rivelata. In fondo, ha solo confermato ciò che molti avrebbero già dovuto sapere da molti anni.
E' il momento di fare incontrare il concetto di ipersfera con il percorso culturale di Dante. Uniamo le due strade seguite finora ed entriamo nella Divina Commedia.
Non è certo comune vedere un fenomeno dell'Universo che mostra cambiamenti ben percettibili anche in tempi umani. Uno splendido esempio è dato dall'esplosione di una supernova e lo è ancora di più se essa è praticamente una vicina di casa. Ecco come è variata una ciambella nata nel 1987...
Gli occhi di Kepler si sono chiusi, dopo più di 2600 esopianeti individuati, non avendo più carburante a disposizione. Una missione pienamente riuscita, oltre ogni ottimistica previsione, passa il testimone a TESS. Kepler può riposare in pace sulla sua orbita eliocentrica... un piccolo pianeta in più.
Studiando il moto di una stella orbitante attorno al buco nero centrale della nostra galassia si pensava di verificare ancora una volta le previsioni della relatività generale di Einstein, dato che era previsto un passaggio molto ravvicinato. Tutto perfetto, ma un po' di fortuna e la sensibilità estrema della strumentazione ha messo in evidenza anche il disco di accrescimento, proprio ai bordi dell'orizzonte degli eventi. Un risultato prodigioso e -forse- ancora insperato. La velocità riscontrata nella materia è di circa 1/3 di quella della luce. Più vicini di così è difficile andare...
Vent'anni di lavoro per la preparazione di GAIA, un'idea chiara in testa già con i pochi dati a disposizione prima della missione e, infine, la conferma, analizzando 1.7 miliardi di stelle osservate da GAIA. C'è da esserne fieri... grande Amina.
Chi è che auspica più di tutti un reale riscaldamento globale? Proprio le nazioni che dicono di volerlo combattere. La ragione? Semplice: più GW, più facile è l’estrazione di petrolio e del gas.
A volte, in fisica, vi sono fenomeni che possono sembrare, a prima vista, contro intuitivi. Ne presentiamo uno che è una specie di classico in tal senso...
L'immagine rilasciata da poco è stata presa dalla sonda principale e mostra una risoluzione incredibile. Tuttavia, manca qualcosa...