21/01/19

La regola è morta, viva la regola!

Quelle che seguono sono poche e semplici parole di Richard Feynman, estrapolate dall'introduzione del suo libro "Sei pezzi facili", che il nostro amico Frank ci ha segnalato, reputando che si possano considerare un vero e proprio "manifesto metodologico" di questo Circolo-Blog. Ascoltiamole...

"Cosa si intende quando si dice che “capiamo” una cosa? Possiamo immaginare che questo complicato apparato di cose in movimento che chiamiamo “mondo” sia simile ad una partita di scacchi giocata dagli dèi, di cui noi siamo spettatori. Non conosciamo le regole del gioco; tutto ciò che ci è permesso è guardare la partita. Naturalmente, se guardiamo abbastanza a lungo, alla fine afferreremo alcune regole di base. Le regole del gioco sono ciò che noi chiamiamo fisica fondamentale. Anche se le conoscessimo tutte, comunque, potremmo non essere in grado di capire perché viene fatta una determinata mossa, magari perché è troppo complicata e le nostre menti sono limitate […] A prescindere dalla nostra imperfetta conoscenza delle regole, quello che in realtà si può spiegare tramite esse è ben poco, perché in genere le situazioni sono così enormemente complicate che non si riesce, applicando le regole, a seguire le fasi della partita, né tantomeno a prevedere come andrà a finire. Perciò dobbiamo limitarci alla questione di base delle regole del gioco. Se conosciamo le regole, diremo che “capiamo” il mondo […] Per lungo tempo possiamo avere una regola che funziona in modo eccellente e completo, anche quando non riusciamo a seguire i particolari, e poi a un certo punto ne scopriamo una nuova. Dal punto di vista della fisica di base, i fenomeni più interessanti sono quelli che si verificano nelle situazioni nuove, quando le regole non funzionano, non quelli in cui le regole funzionano! E’ così che si scoprono nuove regole".

Difficile immaginare una sintesi più efficace di queste poche e semplici parole per condensare lo Zappalà-pensiero in merito al metodo scientifico. E solo tenendole ben presenti, è possibile comprendere il suo atteggiamento fortemente critico nei confronti di tutti quei campi di ricerca caratterizzati da quelli che lui chiama atti di fede e/o dal voler a tutti i costi adattare le osservazioni reali alle regole conosciute (o che si vogliono far credere "conosciute" a tutti i costi, come la modellizzazione della climatologia futura solo sulla base dell'effetto serra della CO2 - vedi Global Warming).

Commentiamo un esempio "a caso": la materia oscura.

Secondo la Relatività Generale le galassie non dovrebbero rimanere compatte, ma disperdersi nel Cosmo perché non hanno massa sufficiente a mantenere l'aggregazione?? Guai a mettere in dubbio la validità della RG... DEVE esserci altra massa! Non la vediamo? Poco male... calcoliamo, con le formule di Einstein, quanta massa dovrebbe esserci nelle galassie per non fare fuggire le stelle che le compongono (secondo quanto previsto da quelle stesse formule!) e definiamo, in tal modo una materia oscura, che più oscura non si può. Così la regola conosciuta (la RG) resta valida e possiamo dormire sonni tranquilli.

Perché fare tanta fatica per provare ad ipotizzare (e - ahinoi! - verificare sperimentalmente) l'esistenza di una regola ancora sconosciuta che costituisca un'ampliamento della RG e sia applicabile all'azione della gravità su grandi distanze cosmiche? Molto più facile tentare di adattare la realtà alla rassicurante teoria più che verificata...

Una bella faticaccia la verifica sperimentale! Specialmente se vogliamo seguire i consigli di quell'esimio Scienziato pisano secondo il quale, per verificare una qualsiasi teoria, è necessario fare di tutto per smontarla; e se (e solo se) la teoria regge a tutti gli sforzi per distruggerla, allora POTREBBE essere giusta.

Già... ma se Einstein avesse perso il suo tempo a cercare di adattare le formule della LGU (Legge di Gravitazione Universale) alla realtà, la RG non esisterebbe e saremmo tuttora ancorati ad una visione molto limitata del Teatro del Cosmo (per non parlare, poi, del fatto che non esisterebbero tante diavolerie moderne, tipo il navigatore satellitare, che tanto ci semplificano la vita!).

Emblematica la storia dell'anomalo avanzamento del perielio di Mercurio che proprio non ne voleva sapere di andare d'accordo con la LGU: avanzava più del previsto e, dal momento che Newton non si poteva mettere in discussione, "doveva" per forza esistere più massa tra il Sole e Mercurio. Forse una fascia di asteroidi, forse un pianeta misterioso. Le Verrier, dispotico direttore dell'osservatorio di Parigi nella seconda metà del XIX secolo, non si dava pace e cercava quella massa disperatamente. Forse sperava di ripetere il successo avuto con Nettuno, la cui esistenza fu il primo a teorizzare grazie alle perturbazioni gravitazionali dell'orbita di Urano. Non gli parve vero, quindi, quando ricevette una lettera da Lescarbault, medico e astrofilo, che gli annunciava di avere osservato un pianeta sconosciuto in transito davanti al Sole. Senza preoccuparsi di verificare nient'altro che la qualità delle strumentazioni dell'astrofilo, Le Verrier annunciò trionfante che la massa mancante aveva un nome, Vulcano, e ne calcolò il periodo di rivoluzione intorno al Sole (33 giorni), nonché i futuri transiti davanti ad esso. Il successivo si sarebbe dovuto verificare nel 1881.

Le Verrier non vide quel transito, e non avrebbe potuto vederlo neanche se non fosse passato a miglior vita nel 1877, dal momento che il presunto pianeta altro non era che... una macchia solare! Per la "scoperta" della quale Lescarbault aveva ricevuto nientepopodimeno che la Legion d'Onore. Nel 1882, svanite le speranze riposte in Vulcano, Newcomb si rassegnò a spiegare l'avanzamento del perielio di Mercurio introducendo un termine correttivo nella formula di Newton. Nel 1916 la Relatività Generale di Einstein riuscì a spiegare quello "strano" comportamento di Mercurio, senza mettere in discussione Newton, ma semplicemente ampliando la sua teoria.

A quando il prossimo Einstein che riuscirà a spiegare, magari ampliando la RG senza metterla in discussione, quelle che oggi sembrano anomalie, senza bisogno di ricorrere a materie sempre più oscure? Una cosa è certa: finché i fondi per le ricerche andranno solo a chi vuole schiarire questa materia oscura, sarà molto improbabile che una mente del genere, se anche esiste, riesca ad emergere.

Abbiamo divagato, ma il concetto dovrebbe, a questo punto, essere chiaro ed è con grande piacere che accontentiamo la richiesta del nostro Frank, istituendo il nuovo manifesto metodologico di questo strano, anomalo e circolare blog!

 

Feynman-regole2

 

 

Questo articolo è parte integrante della presentazione di questo blog.

 

4 commenti

  1. Guido

    Buongiorno.

    Non posso che approvare.

  2. Franco Mantovani

    Parole sacrosante cara Daniela. Una riflessione chiarissima e profonda! Eccezionale la citazione del grande Feynman.

  3. Daniela

    Grazie! Anche da parte di... Feynman!

    :wink:

  4. GMistenda

    Faccio la prova a farlo. Ricordate il secchio pieno d'acqua di Newton e Mach, che ruotando crea un rialzo della superficie del liquido ai bordi? Bene, basta guardare la questione da un nuovo punto di vista, e la Relatività del nostro grande Albert riesce in qualche modo a dare ragione a Mach. E, stranamente, giocando da questo nuovo punto di vista, la Materia Oscura non fa più parte del match. Non dimentichiamo che occorre il sorriso se si vuole capire il grande il gioco così come lo vedevano gli occhi di Einstein e di Feynman. Proviamo?

    https://giorgiomistenda.com/

    Tutte le critiche immaginabili faranno parte integrante del gioco!! Grazie.

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