Categorie: Relatività
Tags: buco nero galattico orbita in 3D redshift relatività generale
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:4
"Migioratela voi!" direbbe Einstein... **
Sono ormai più di 100 anni che si fa di tutto e di più per "smontare" la Relatività Generale. Il che sarebbe anche giustamente galileiano, ma i dubbi che si sollevano senza dare risposte alternative veramente valide, lasciano, per adesso, il tempo che trovano (mai frase calza più a pennello per la RG). E intanto la teoria del grande Albert supera anche un ostacolo a prima vista veramente decisivo...
La teoria lavora bene su masse normali e anche molto grandi, ma come la mettiamo quando andiamo proprio vicini a un buco nero galattico? E allora, ecco che un gruppo di ricercatori ha iniziato un lavoro encomiabile e al limite del fattibile: seguire per 24 anni, passo dopo passo, l'orbita di una stella che orbita in 16 anni attorno al buco nero della Via Lattea, analizzandone la luce istante per istante. Uno studio tridimensionale, dato che alla visione proiettata sulla sfera celeste si è aggiunta anche quella diretta in senso radiale, attraverso una spettroscopia di accuratezza eccezionale. In poche parole la distanza tra stella e orizzonte degli eventi è stata determinata con altissima precisione.
La luce della stella... proprio ciò che può dirci se funziona la RG. Poveri fotoni, sono loro che vengono sballottati e affaticati dal buco nero e quando arrivano a noi dovrebbero portare tutti i segni di quanto era stato previsto da Einstein. E così è stato. Tutto si è svolto in perfetta sintonia. Anche vicino a masse mostruose, la RG funziona perfettamente...
Ma qualcuno continua a criticare... Sì, tutto bene, ma la teoria non è in grado di dirci cosa succede all'interno del buco nero. I suoi limiti sono ancora enormi. Quasi non si parla più della rotazione delle galassie, tanto, in quel caso, abbiamo sempre la materia oscura (che non ha ancora uno straccio di prova che ne indichi la possibile esistenza) che serve da tappabuchi.
C'è sicuramente del vero in tutto questo. Così come la teoria di Newton ha dovuto cedere ed essere migliorata (ma non distrutta, ricordiamolo bene), così la RG ha sicuramente dei margini di miglioramento. Ma questo lo sapeva anche Einstein che ha studiato fino alla fine possibili aggiustamenti anche perché ben conosceva la meccanica quantistica. Analogamente era impensabile, a quei tempi, immaginare nei dettagli una struttura galattica o addirittura un ammasso di galassie. Ne segue che potrebbe (diciamo potrebbe per adesso) dover essere "aggiustata" per distanza enormemente grandi. Tuttavia, ci vorrebbe un altro Einstein... dato che i tanti critici tutto fanno meno che passare all'azione!
Articolo originale QUI
Vale la pena andare a questo link, dove il contributo della stella viene spiegato molto bene attraverso immagini e schemi.
4 commenti
Carissimo Enzo che vadano loro a vedere all'interno del buco nero come funziona la RG , magari è un po' oscuro così potranno (ma potranno?) dire di avere trovato la "materia oscura". Qui come al solito di oscuro ci sono alcune menti e intanto Albert, il Grande Albert, gongola da dietro ...la quantistica.
ottima idea Mariolino! Non c'è niente di meglio che andare a vedere direttamente e se si portano tanti amici, magari politici, ancora meglio!
Perfettissimo Enzo! La RG è in salute più che mai, soprattutto la sua intuizione fondamentale: la gravità non è una forza, ma una relazione fra la materia e lo spazio-tempo. Suppongo che la Relatività non abbia bisogno di adattamenti, ma di ampliamenti a casi meno particolari, che ricomprendano la struttura a grande scala dello spazio-tempo medesimo e la conseguenza di ciò su quella relazione. Tutti cercano una violazione a piccolissima scala del principio di equivalenza, per quantizzare la gravità (e ricondurla ad essere una forza, quando non se ne sente la necessità) e nello stesso tempo adattamenti della RG a grande scala (perché invece è lì che si riscontrano i problemi). Una sorta di strabismo che ci terrà in scacco, a quanto pare, per un bel po'. Questo dovrebbe farci balenare in mente che il problema sta nel paradigma, e che la soluzione sia puramente logica (Albert docet! un altro tipo di moto stile ascensore, ma più generale e percepito dai corpi come inerziale).
Sagge parole, caro Giorgio