Categorie: Sistemi extrasolari Strumenti e missioni
Tags: 13C17O ALMA disco protoplanetario isotopologo massa mancante
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:3
ALMA scopre la massa anche dove non c'è *
Questo articolo è stato inserito nella sezione d'archivio dedicata alla materia "invisibile".
Nel suo piccolo, ALMA riesce a scoprire una notevole quantità di massa nascosta nei dischi protoplanetari. In qualche modo, si è risolto un piccolo, ma significativo, problema di "massa mancante".
A volte la massa c'è ma non si vede, non perché assuma forme strane o sia composta da particelle introvabili (e probabilmente inesistenti), ma solo perché i nostri occhi non sono ancora riusciti a vederla. Niente a che vedere con la massa mancante dell'Universo, ma forse una piccola lezione a riguardo...
Parecchi sistemi stellari molto giovani mostrano una quantità di materia nel loro disco chiaramente insufficiente per la formazione di pianeti di massa enorme, come invece sembra dimostrato dalla situazione reale dei sistemi più avanzati. Questi dischi così poveri non saranno capaci di formare pianeti gioviani o stiamo sbagliando qualcosa?
La statistica sembrerebbe dare ragione alla seconda ipotesi oppure a una revisione totale dei meccanismi di formazione planetaria. Prima di concludere qualcosa è molto meglio dare via libera a chi ha la vista migliore della nostra. Innanzitutto, mettiamo in chiaro che per stabilire la massa di un disco protoplanetario si fa riferimento alla sua luminosità (cosa che spesso viene anche usata per le galassie). E se non fosse vero? O, quantomeno, se ci fosse qualcosa in grado di impedire alla luce di raggiungerci? Un qualcosa, però, che deve già esistere fin dalla partenza, altrimenti si potrebbe capire attraverso vari tipi di osservazione.
Gli occhi di ALMA erano proprio quelli che ci volevano... e sono stati diretti verso la giovane (solo sei milioni di anni) stella HD 163296, distante 330 anni luce da noi. Il suo disco sembrava veramente inconsistente per poter sperare di formare pianeti di massa notevole. Ce ne sarebbe voluta almeno il doppio, se non anche di più. Ma ALMA sa vedere il materiale più freddo e invisibile a noi e si è accorto che insieme al normale ossido di carbonio (una delle fonti migliori per inviare luce adatta ai normali telescopi) ve ne era uno molto più raro, un suo isotopologo (ossia formato da isotopi del carbonio e dell'ossigeno) di formula 13C17O. Molto raro per noi, ma non per quella lontana stella e per la culla dei suoi futuri bebè! Studiandone a fondo la distribuzione e stimandone piuttosto bene la quantità si è capito che ce ne era a sufficienza per intralciare la luce del normale CO. Non solo però... la massa totale di materia cresceva, in tal modo, di almeno due o addirittura anche sei volte quella stimata in precedenza.
Un traguardo che è solo l'inizio di tanti studi futuri. Se questa è la norma, qualsiasi problema relativo alla massa mancante degli esopianeti potrebbe essere risolto, senza nemmeno dover cambiare i meccanismi di formazione.
Viva ALMA che rende semplici le cose apparentemente irrisolvibili!
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3 commenti
Si , e và bè , ora ALMA magari vuole contrastare i fautoridella "materia oscura", ma come si permette ?
Nella mia ignoranza non ho mai capito perché gli astronomi dicono che manca massa. Mi sembra più corretto dire c è ma non si vede bene.
perfettamente d'accordo!