Categorie: Arte e letteratura Riflessioni
Tags: Bernardini canarino fiabe morale Re Sardegna servo
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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A Domanda Risposta (di Barbara)
Il mondo delle fiabe è un mondo tutto da scoprire. Esse sono senza tempo e possono sempre far riflettere, pensare e aiutare, indipendentemente dall'età di chi le legge.
Un paio di anni fa, prima di imbarcarci, dopo la splendida vacanza in Sardegna, ci siamo fermati a visitare un magnifico pozzo sacro vicino a Oristano. Mentre mio papà comprava i biglietti, io girovagavo guardando i soliti oggetti in vendita, magliette, statuette, una più orrenda dell’altra, ma in un angolo nascosto osservai che vi erano anche dei libri. Il mio occhio non poteva che cadere su un libricino di “fiabe sarde”. Decisi subito di comprarlo, vista anche la grande cifra di 8 euro.
Meriterebbe potervelo raccontare tutto, ma una fiaba in particolare mi ha colpito, sia perché tratta -in parte- di... astronomia, sia perché la morale può essere rivolta a tutti coloro che hanno ancora voglia di leggere le fiabe, di credere e soprattutto di riflettere.
La fiaba si intitola: ”Per un canarino in libertà “
La riassumo velocemente soffermandomi sui punti a me parsi più interessanti.
Un re aveva un bellissimo canarino, a cui teneva molto, e dava sempre il compito al suo schiavo di occuparsene. Un giorno, il povero Vanni (lo schiavo), non fece abbastanza attenzione e il canarino fuggì.
Vanni era terrorizzato dalla reazione che avrebbe potuto avere il suo padrone.
Così fu, ma poi il re, visto Vanni veramente mortificato, decise di non decapitarlo (come era solito fare un re quando un servo non si occupava correttamente dei compiti a lui attribuiti).
Disse a Vanni che l’avrebbe perdonato se fosse stato in grado di rispondere a due domande. La prima era: “Quanto dista la terra dal cielo?”; la seconda “Di quante pietre è fatto il mio palazzo ?“.
Soffermiamoci sulla prima, già potete capire quanto sia paradossale la domanda visto che non vi è risposta. Vanni non sapeva proprio come poter fare per togliersi da quell’impiccio. Nel suo vagabondare, incontrò un suo compare, conosciuto da tutti per essere uno di poche parole ma di grande appetito.
Quel giorno chiese a Vanni cos’è che lo tormentasse così tanto e Vanni raccontò l’accaduto. Il panciuto compare, che parlava poco e mangiava tanto, aveva, però, la capacità di aprire bocca solo dopo aver riflettuto. Disse al povero servo disperato: “Prendi uno spago molto lungo, ma ricordati che sia molto lungo; portalo dal tuo padrone e digli che la terra dista dal cielo come la lunghezza dello spago. Riguardo alle pietre digli un numero inventato qualsiasi, anch’esso molto grande”.
Vanni tornò al castello, non molto convinto. Trovatosi di fronte al re che gli riformulò la domanda, Vanni riportò le parole del suo compare. Il re si fece una grossa risata che sarebbe finita in una condanna. Ma Vanni ormai credeva in se stesso e insistette: “Provate mio sovrano… legate un amo al capo della fune, lanciatelo su quella nuvola, quella sarà la distanza”. La stessa astuzia e capacità nel controbattere a una domanda insensata con una risposta altrettanto insensata, ma intelligente, la dimostrò anche rispondendo alla seconda: “Contate pure mio padrone… ve ne sono duecentosettemilanovecentotrentadue, non una di meno, non una di più”. Il re rimase interdetto, capì che le sue domande prive di senso avevano avuto risposte adeguate e perdonò Vanni, stimandolo molto di più.
Come tutte le fiabe potrebbe apparire di scarso interesse. Io però insisto nel dire che è importante non solo per i bambini, ma anche e soprattutto per gli adulti cominciare a capire e riflettere sulla morale .
In questo caso, per me, quello che vuole essere messo in evidenza è, innanzitutto, di credere nelle proprie capacità e far lavorare il cervello: si può sempre arrivare ad una soluzione senza lasciarsi abbattere di fronte alle difficoltà. Inoltre, vuole sottolineare che a domanda assurda si può solo rispondere in modo altrettanto assurdo.
Si possono certamente trovare altri significati; le fiabe, tramandandosi di generazione in generazione, hanno avuto sicuramente diverse interpretazioni. È proprio questo il bello, avere la piena libertà di fantasticare. Lascio a voi, cari lettori, il divertimento di trovare la vostra morale, senza dimenticare, però, di mettere prima in gioco il cervello. Magari sentite anche i vostri bambini… le loro risposte potrebbero anche stupirvi e illuminarvi.
BUON DIVERTIMENTO !!!!!.
Ricordo l’autore: Albino Bernardini, mancato nel 2015, all’età di 98 anni.
2 commenti
Con riflessione, intelligenza e calma si superano molte difficoltà, non tutte probabilmente perchè la vita a volte non lascia proprio scampo, ma molte certamente,
Hai perfettamente ragione caro Mario, ma anche se non è assolutamente facile, qualsiasi difficoltà che sei costretto a subire potrebbe apparire meno terribile se affrontata con tanta volontà e quindi intelligenza, unica grande padrona del nostro vivere
un grazie e abbraccio