Categorie: Supernove
Tags: collasso elettroni espulsione instabilità di coppia positroni pulsazione raggi gamma stella supermassiccia
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Una super supernova **
Si fa presto a dire supernova... Spesso, proprio le stelle più grandi, quelle che si avvicinano o superano le cento masse solari danno luogo a fenomeni estremamente bizzarri e inaspettati (per non dire poco compresi). Nel 2016 è stata scoperta una supernova e oggi si può dire che mai se ne era vista una così luminosa ed energetica.
Ci sono voluti anni di studio, in attesa soprattutto di una diminuzione di luminosità, per cominciare a tirare qualche conclusione sulla super supernova SN 2016asp, decisamente eccezionale, la cui luminosità ed energia è risultata doppia di quella di qualsiasi altra supernova osservata. La sua massa era sicuramente notevole, ma intorno a un limite abbastanza particolare che potrebbe aver aiutato a raggiungere valori così alti sia di energia che di luminosità nel visibile. Parliamone con un linguaggio terra-terra, ma sufficiente a farsene un'idea...
Se le stelle sono troppo grandi si può avere una distruzione completa dell'astro, senza che venga lasciato alcun residuo. Alternativamente, potrebbe anche succedere che si formi un buco nero senza nemmeno un'esplosione. Intorno alle 100 masse solari, possono invece succedere strani e rapidi comportamenti, che chiamerei quasi "tentennamenti", del tipo: "Che faccio esplodo? o è meglio che mi contragga?". Un'incertezza di questo genere porta sicuramente a delle pulsazioni, in cui la stella rilascia sempre più rapidamente strati superficiali in attesa del botto finale.
Stiamo parlando di variabili pulsanti del tipo Eta Carinae (ma anche Betelgeuse, che ci ha di recente deliziato, e illuso, con le sue pulsazioni).
Ma chi è comanda questo tira e molla? Il fenomeno prende il nome di "instabilità di coppia", ma, una volta tanto, non è dovuta a qualche litigio o incomprensione tra una coppia di stelle. La coppia in questione è formata da positroni ed elettroni. L'altissima temperatura del nucleo stellare fa sì che i fotoni che si formano sono prevalentemente raggi gamma. Essi interagiscono con la materia che cerca di comprimersi per l'alta gravità e la tengono a bada. Tuttavia, possono dar luogo a eserciti di coppie "instabili" di positroni ed elettroni che fanno perdere pressione di radiazione al nucleo e permettono alla materia più esterna di collassare. Ma, il collasso fa rapidamente annichilire le coppie e si ha un nuovo aumento di temperatura e una nuova creazione di raggi gamma che riescono a ribaltare la situazione costringendo la materia a tornare indietro e a lasciare del tutto la stella, creando inviluppi gassosi che circondano l'astro in netta crisi esistenziale. Ma ecco che la nuova formazione di coppie instabili allenta la pressione interna e la massa torna a contrarsi in un gioco sempre più rapido.
Alla fine la stella esplode e la materia espulsa va a scontrarsi con gli strati rilasciati precedentemente dando luogo a energie spaventose. Un meccanismo soprattutto illustrato teoricamente e mai osservato chiaramente in Natura. Forse questa supernova ne è un esempio quasi perfetto... Ma (c'è sempre un ma nell'Universo e nei suoi giochi più arditi), qualcosa non torna del tutto. In questo tiramolla energetico tutto l'idrogeno della stella primitiva dovrebbe essersene andato verso lo Spazio da parecchio tempo e non comparire in ciò che viene visto nell'esplosione... e invece se ne vede e molto! Accidenti... filava tutto così liscio. Però, però... potremmo capovolgere il tutto e tornare nuovamente a una coppia di stelle. Due stelle di circa 60 masse solari ciascuna, ancora in vita anche se prossime alla fine, decidono di unire gli sforzi e che sia quel che sia. Si lasciano trasportare dalla reciproca gravità fino ad unirsi in un ultimo abbraccio che non può che dar luogo a una immane esplosione, la quale, però, potrebbe ancora contenere quel tanto idrogeno che è stato osservato.
Va bene, va bene... tutto e il contrario di tutto. Questi sono i fenomeni estremi dell'Universo. Una spiegazione c'è sempre o quantomeno si può tentare, ma un minimo di mistero rimane sempre latente e stimola la voglia di saperne di più e di osservare meglio. Aspettiamo il Webb e un passetto in più verrà fatto... forse (oppure si scoprirà che abbiamo capito meno del previsto).
Il Cosmo ci prende sicuramente in giro, ridendo della nostra arroganza... a volte imponendoci sforzi mentali (come, per esempio, QUESTO) che spesso vanno a vuoto... a volte facendoci toccare con mano quanto poco basti per annientarci.
Articolo originale QUI.
P.S.: Sapete che vi dico? Non ho mai visto una primavera così viva, colorata, cinguettante come questo anno. I fiori sembrano nascere anche dove non dovrebbero; le api, i bombi e le vespe sono in crisi d'abbondanza e riescono a confondersi nel loro movimento che dovrebbe essere perfettamente regolare; i miei numerosi gatti stanno riscoprendo le bellezze della Natura selvaggia e sembrano sempre più felini. La Natura ci sta parlando e sta cercando di farci capire molte cose dimenticate. Purtroppo i nostri sensi sono quasi tutti atrofizzati e seguono le fasulle regole del virtuale, del modaiolo, del ritorno alle abitudini più becere. Che non sia l'ultima messa alla prova dell'umanità? Ricordiamoci il Tempo Profondo del nostro amico Guido...
3 commenti
Buongiorno, ogni volta che pensiamo d'aver compreso qualcosa spuntano cento altri punti interrogativi....e tutto torna in gioco. Come diceva il caro Stensen:
"Belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano."
(Pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur).
E' proprio vero, caro Guido!
E' il bello del Tutto, il bello della diversità delle cose nell'insieme della loro unità. Sulla Natura in questo momento hai proprio ragione Enzo: fermiamoci e ascoltiamola.