Categorie: Astrofotografia Astronomia Elementare
Tags: Carlo Azimonti Cassiopea cielo dal balcone cometa SWAN Easy Astronomy
Scritto da: Daniela
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Il cielo dal balcone di Carlo (2): Cassiopea e la cometa Swan
Prosegue la collaborazione con Easy Astronomy, il blog di Carlo Azimonti. Questa volta vi proponiamo il secondo articolo della serie "Il cielo dal balcone" che Carlo ha scritto l'anno scorso, ispirandosi alla porzione di cielo stellato che poteva osservare dal balcone di casa sua.
Cassiopea e la cometa Swan
(di Carlo Azimonti, 25/5/2020)
Questa settimana due sono gli oggetti celesti che vi propongo: la costellazione di Cassiopea e la cometa Swan.
Per individuare i due oggetti rivolgete il vostro sguardo verso Nord - Nord Ovest. Se stendete il braccio davanti a voi con il palmo in orizzontale (fig. 1) questi due oggetti celesti sono poco sopra il palmo, quindi si troveranno molto bassi sopra l'orizzonte (fig. 2 e 3). Pertanto occorre che il vostro orizzonte sia libero da impedimenti per esempio montagne o altri ostacoli.
Cassiopea è una costellazione che ruota, come il Gran Carro, intorno alla stella Polare e quindi non tramonta mai. E’ pertanto visibile tutta la notte.
Potete individuarla facilmente per la sua forma a W o a M a seconda delle stagioni; essa si trova, rispetto alla Polare, dalla parte opposta del Gran Carro (fig. 4).
Veniamo ora alla cometa Swan (fig. 5). Attualmente ha ancora una luminosità molto bassa per essere vista a occhio nudo, ed è quindi preferibile utilizzare un binocolo.
Gli astronomi suppongono che la cometa potrebbe forse diventare più luminosa verso fine maggio e quindi visibile senza strumenti. Sarebbe davvero uno spettacolo da non perdere.
Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) questa è quasi certamente l’unica occasione in cui la cometa sarà visibile per la nostra era, considerando che il tempo che la cometa impiegherà per compiere un orbita intorno al sole è calcolato in migliaia di anni... e questa dimensione non è che un granello rispetto allo spazio e tempo dell’universo.
Gli astronomi sono però molto cauti nelle loro conclusioni, in quanto le comete spesso sono imprevedibili, perché si possono disintegrare e dissolvere improvvisamente. David H. Levy, coscopritore della famosa cometa Shoemaker-Levy 9, disse: “Le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono”.
Il termine "cometa" viene dal greco kométes che significa "chiomato", "dotato di chioma", in quanto gli antichi paragonavano la coda di questi corpi celesti a una lunga capigliatura.
La cometa Swan si sta avvicinando per la prima volta al Sole dopo avere passato miliardi di anni nella nube di Oort che si trova all'estrema periferia del Sistema solare. La minima distanza dalla nostra stella sarà raggiunta il 27 maggio, quando la cometa passerà a circa 65 milioni di km dal Sole.
Ma cos'è una cometa?
Una cometa è un corpo celeste composto da tre parti: il nucleo, la chioma (che insieme formano la testa della cometa) e la coda (fig. 6). Benchè piccolissimo, il nucleo è la parte più importante, poichè contiene la maggior parte della massa del corpo e costituisce il serbatoio dei materiali. Quando infatti la cometa è ancora lontana dal Sole non presenta nè chioma nè coda.
Nella composizione chimica è predominante il ghiaccio d’acqua, insieme con quello di anidride carbonica.
Negli anni '50 l'astronomo statunitense Fred Whipple definì giustamente i nuclei cometari come “palle di neve sporca”.
Mano a mano che la distanza dal sole si riduce i materiali che compongono il nucleo per azione del vento solare passano dallo stato solido direttamente a quello gassoso ed i gas espulsi vanno a formare un alone attorno al nucleo, detto chioma. La chioma assume dimensioni che possono arrivare a centinaia di migliaia di chilometri.
Man mano poi che la cometa si avvicina ancora di più al Sole, l’attività del nucleo aumenta, e parte della chioma viene soffiata via dal cosiddetto vento solare, un flusso continuo di particelle molto veloci provenienti dal Sole. In questo modo si forma la coda della cometa, che risulta quindi sempre in direzione opposta al Sole.
Le code possono raggiungere lunghezze impressionanti: ne sono state osservate alcune lunghe diverse centinaia di milioni di chilometri. E’ soprattutto la chioma e la coda che notiamo bene a occhio nudo. Ed e’ la sua forma quasi romantica che ha ispirato scrittori e pittori sin dagli albori della storia.
Voglio qui ricordare l'”Ode alla cometa di Halley” di Giovanni Pascoli (1913) e l'affresco di Giotto l' ”Adorazione dei Magi” (1303-1305) nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Si pensa che le comete siano degli avanzi del materiale che ha inizialmente formato il Sistema Solare, 4,6 miliardi di anni fa. Alcuni ricercatori pensano che le comete avrebbero potuto portare sulla terra le molecole organiche che hanno poi dato origine alla vita.
La gran parte delle comete erano interpretate dai diversi popoli dell'antichità come portatrici di sventura. Non sempre però le comete sono state associate a eventi negativi, in qualche caso furono considerate portatrici di buone nuove. Sia il re Mitridate (132 – 63 a.C., Asia Minore) che l'imperatore romano Augusto (63 – 14 a.C.) sostenevano che il loro regno era stato annunciato dalla comparsa di una cometa.
Desidero ringraziare la Consulta Culturale di Appiano (BZ) per la passione messa per la realizzazione di questi appuntamenti settimanali. Questo periodo di clausura casalinga è stato per me l'occasione per avvicinare all'osservazione degli oggetti celesti chi non gli ha mai dedicato un po' del suo tempo. Spero di aver stimolato una curiosità che possa continuare. Mi auguro di incontrarvi insieme alla Consulta per prossime attività culturali e osservazioni del cielo stellato ad Appiano.
Io porto questa mia passione sul blog “www.easyastronomy.it” dove sarò ben lieto di comunicare con coloro che lo vorranno.
Auguro a tutti “cieli sereni”.
Appiano sulla strada del vino (BZ), 25 maggio 2020
QUI i nostri articoli dedicati alla cometa Swan
6 commenti
Intanto grazie per l'articolo. Mi viene una domanda: negli impatti tra comete e Terra, cosa succede quando la chioma della cometa viene in contatto con l'atmosfera terrestre, poco prima dell'impatto vero e proprio? Che conseguenze può avere sul clima e sulle dinamiche dell'atmosfera stessa?
Caro Dario,
mini comete che sono entrate in atmosfera ve ne sono state moltissime, ma sono esplose a contatto degli alti strati. Se l'oggetto fosse più grande i guai verrebbero dal nucleo e non certo dalla chioma che è essenzialmente composta da gas e polvere, ben poca cosa...
Bene, appurato che i guai sarebbero collegati al nucleo e quindi alle sue dimensioni, quali sarebbero le conseguenze di un impatto cometario sul clima? Un grande freddo per la mancanca del calore solare dovuto alle polveri da impatto, o un grande caldo per effetto serra sempre legato alla diffusione nell'atmosfera delle polveri? Certo che in entrambi i casi la Terra inizierebbe un suo nuovo percorso biologico.
Grazie Enzo, la mia domanda è stata innescata dalle dimensioni della chioma, sulle quali non mi ero mai soffermato: centinaia di migliaia di km sono ben più grandi della terra, per questo ritenevo che i suoi effetti fossero non trascurabili, anche se che un nucleo capace di generare una chioma del genere provocherebbe una catastrofe di chissà quale portata. Sempre che la chioma nei pressi della Terra non sia già stata abbondantemente ridimensionata dal vento solare, come dice l'articolo.
Buongiorno a tutto il Circolo. Gli effetti dell'impatto con un corpo celeste di massa significativa quale potrebbe essere un nucleo cometario sono oggetto di studio e ad un definitivo chiarimento non si è ancora pervenuti. Un articolo abbastanza recente relativo alla formazione del cratere Yarrabubba di cui si è già parlato ipotizza un effetto che potremmo definire forse "bifronte": un immediato effetto di raffreddamento dello stato atmosferico generale (a causa delle particelle solide immesse in atmosfera) e un successivo (e più duraturo) effetto di riscaldamento dovuto all'immissione di ingenti quantità di vapor d'acqua, responsabile di un marcato effetto serra. Se posso esprimere un'opinione personale tenderei a considerare l'effetto come una ricerca dello stato di equilibrio dell'atmosfera dopo un violento allontanamento dal precedente stato di equilibrio: l'impatto perturba l'equilibrio (dinamico) dei rapporti atmosfera-oceani ed il sistema risponde cercando di recuperare l'equilibrio oscillando in entrambi i sensi fino ad esaurire l'effetto dell'impatto. La vita risponde a sua volta cercando di adattarsi.
Lascio la parola ad Enzo per migliori considerazioni.
Guido è, come sempre, molto preciso. Io aggiungerei che lo stesso impatto con l'atmosfera potrebbe causare effetti sia fisici che dinamici non indifferenti. Potremmo prendere come esempio la caduta dei frammenti della Cometa Shoemaker-Levy nel lontano 1994. Tra parentesi, proprio durante il Congresso di Belgirate, Shoemaker annunciò ufficialmente la distruzione mareale della cometa - guardate l'ultima foto di questo articolo:http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2021/03/18/il-principio-di-fermi-e-zio-paperone/
Piccoli frammenti non avrebbero fatto pensare agli effetti enormi che si ebbero sula temperatura, sulle trasformazioni chimiche e sulla dinamica dell'atmosfera di Giove. Macchie scure persistettero a lungo, rivaleggiando con la ben più celebre macchia rossa. L'atmosfera della Terra non è quella di Giove, ma, comunque, l'entrata di un corpo alieno può rivoluzionare non poco una dinamica che sarà poi anche stravolta dalla polvere sollevata e dall'immissione dei gas ... di scarico. Tuttavia, come sempre sa fare la Terra, più o meno lentamente, tornerà in equilibrio.
Questo ci deve fare anche pensare che l'atmosfera terrestre non è qualcosa di rigido, così come la sua temperatura e il collegamento con le correnti oceaniche. Il che vuol dire che non ha senso parlare di riscaldamento o raffreddamento, quando non si ha un livello ZERO, ossia un livello considerato IDEALE. Si possono solo fare confronti relativi: questo periodo è più caldo di un altro e viceversa. Proprio in questi giorni ho letto che sono stati trovati fossili di alberi negli strati sottostanti lo strato di circa 1 km di ghiaccio in molte zone della Groenlandia. Prova fondamentale che circa un milione di anni fa, l'isola era realmente "verde", senza traccia di ghiaccio, ma con foreste e vegetazione (analoga situazione si ebbe, in un periodo diverso, quando il Sahara era verdeggiante e popolato da civiltà ben poco conosciute). Dobbiamo considerare quello il periodo di riferimento? Allora siamo veramente in un periodo di freddo intenso. Sappiamo, però, che i ghiacciai delle Alpi arrivarono fino alla pianura padana circa 40000 anni fa. Se questo è il riferimento allora siamo in un periodo di grande caldo!
Certi concetti dovrebbero essere dati all'opinione pubblica, ma da chi se ne intende e non dai soliti "divulgatori" inesperti che tanto successo mediatico hanno...