Categorie: Astrobiologia Satelliti e anelli
Tags: calore Cassini correnti oceaniche Encelado ghiaccio nutrienti oceano antartico salinità oceani
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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L'oceano "al contrario" di Encelado *
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Oceani sotterranei nel Sistema Solare"
Sale, temperatura giusta, nutrimento... mancavano solo le correnti oceaniche per rendere sempre più "vivibile" l'oceano di Encelado.
Sappiamo ormai bene che almeno nel nostro sistema solare sembra più facile avere un oceano sotterraneo di acqua liquida piuttosto che superficiale. Alan Stern, il "papà" di New Horizons, ha perfino lanciato una provocazione ipotizzando che la stessa vita possa essere agevolata da una sua origine sotterranea, allargandone la visione a tutto l'Universo.
In qualche modo, una risposta alternativa al paradosso di Fermi: "Gli alieni ci sono, ma vivono sotto la crosta superficiale e, quindi, non conoscono probabilmente il cielo o, quantomeno, non hanno né preparazione specifica né volontà di contattare quegli "sfortunati" esseri che sono costretti a subire le angherie dei raggi cosmici, delle tempeste, del vento stellare e di tanti altri problemi "terrestri".
A parte gli eccessi in tal senso, l'ipotesi di una vita sotterranea più comune che una vita superficiale non sarebbe certo solo una assurda fantasia di Carl Barks. Poco alla alla volta le ricerche e le simulazioni sui satelliti che posseggono questo tipo di oceano si stanno intensificando, sempre in attesa di potere andare "in loco" ed eseguire le migliori analisi del caso.
Tra i vari mondi candidati per possedere un oceano "nascosto" alla vista, due sono praticamente sicuri: Europa ed Encelado. In particolare, il secondo ha mostrato, grazie alla mai dimenticata missione Cassini, dei getti di vapore provenienti da fratture della crosta ghiacciata, permettendo una preliminare analisi della composizione dell'acqua sottostante: tanti composti organici e anche tanto sale... una copia dei nostri oceani.
L'unica differenza è che essi agiscono "al contrario"... I nostri sono mediamente non molto profondi (circa 3.5 km) e hanno una caratteristica ovvia: sulla superficie sono più caldi che nelle profondità. Il calore proviene dal Sole e, quindi, più si va in basso e più la temperatura decresce. Su Encelado, invece, le cose vanno in senso opposto: più si scende verso il centro del satellite e più la temperatura aumenta. La zona superficiale è a contatto con la crosta di ghiaccio che mediamente è spessa pochi chilometri ed è quindi la parte più fredda, mentre nelle profondità (in media si stima circa 30 km) la temperatura è nettamente più alta.
Tutte le giuste componenti per poter trovare forme di vita primitiva (?). Beh... le cellule primigenie assorbono l'energia per sopravvivere e moltiplicarsi cibandosi di composti chimici e, solo in un secondo tempo, iniziano a sfruttare i residui organici dei loro simili. La "pappa" perciò si può trovare sia fuori che dentro l'oceano. Il problema potrebbe essere quello del trasporto da una zona più ricca a una meno vantaggiosa. Ci sarebbe bisogno di correnti oceaniche. Sulla Terra sappiamo bene come questo avvenga e il ruolo della temperatura e della salinità gioca un ruolo fondamentale.
Su Encelado, però, le cose potrebbero funzionare in maniera molto simile... Le analisi gravitazionali effettuate da Cassini hanno dimostrato che la crosta ghiacciata è maggiore nella zona equatoriale che in quelle polari. Ne segue che queste ultime (come mostrano anche le osservazioni) sono quelle più favorevoli allo scioglimento della crosta, mentre l'opposto capita all'equatore. In poche parole, l'oceano sotto l'equatore è più freddo superficialmente di quello sotto ai poli. Temperature più basse capaci di portare al congelamento dell'acqua sottostante causano la perdita dei sali che rendono più pesante l'acqua liquida circostante che precipita verso il fondo.
A questo punto, conoscendo la distribuzione del ghiaccio superficiale, è possibile stabilire la direzione e l'intensità delle correnti, dato che situazioni analoghe sono state sudiate attentamente nell'oceano antartico. Esse esisterebbero su Encelado e andrebbero dai poli verso l'equatore, distribuendo in modo equo sia gli elementi nutrienti sia il calore.
Questi studi incrociati che sfruttano i preziosissimi dati di Cassini e gli studi sull'acqua antartica, potrebbero aiutare di molto a stabilire le zone di Encelado dove sarebbe più facile lo sviluppo della vita. Come sempre, a volte le cose più belle e inaspettate sono quelle che si trovano vicino a casa propria...
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