Categorie: Nascita e presequenza Supernove
Tags: grande nebbia produzione stellare parossistica reionizzazione rumore cosmico di fondo
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:2
Un grande lavoro di squadra *
Questo articolo è inserito nella pagina d'archivio "Record cosmici"
Una piccola galassia colta sul fatto mentre riesce a distruggere il suo involucro e far tornare la luce nella nebbia che ha seguito il rumore cosmico di fondo: via libera per i fotoni in cerca di nuove emozioni!
Pensiamo a una di quelle giornate nebbiose tipiche della Pianura Padana... Il Sole cerca in tutti i modi di rompere quel groviglio di nubi basse e dense, ma spesso non ci riesce e, a parte un breve e timido chiarore, la nebbia resta quasi impenetrabile. Questo fatto ci può far pensare al bisogno di privacy delle stelle che prima di mostrarsi all'Universo si formano più o meno rapidamente all'interno di un vero e proprio uovo di gas, capace di nascondere la nascita della nuova vita. Poi, finalmente, le prima urla di spavento e di gioia rompono il "guscio" e il pulcino si mostra in tutto il suo splendore (come quei dodici pulcini che stanno già pigolando). Le uova, però, in alcuni casi sono difficili da rompere...
Quando l'Universo superò i primi momenti frenesia e di caos a seguito del Big Bang, iniziò a raffreddarsi e le nubi di idrogeno divennero sempre più dense, gli elettroni si accoppiarono ai protoni e nulla riuscì più a creare la luce: il periodo della grande nebbia, quello relativo al "dopo radiazione cosmica di fondo". L'uovo, questa volta, era proprio gigantesco, ben difficile da rompere dato che gli atomi si erano formati e vivevano tranquillamente in una calma che sarebbe potuta essere eterna. Fortunatamente la gravità addensò parti di gas, fino a che si cominciarono a spaccare nuovamente gli atomi e a lasciar gli elettroni liberi di creare di giocare con i fotoni. Era nata nuovamente la luce.
Sì, teoricamente tutto bello... ma, il guscio che circondava le prime stelle era di gran lunga più "duro" di quello delle singole uova stellari. Immaginiamo un uovo ben più grande che raccolga al suo interno le piccole uova che si stanno schiudendo. Le stelle nascevano ma la loro luce veniva assorbita dal guscio più esterno, denso e spesso. Nemmeno l'accrescersi del buco nero centrale, sempre che fosse già presente, poteva fare tutto da solo: i sui getti erano costretti a fermarsi essendo assorbiti dal gas che circondava tutta la galassia nascente, galassia che era sicuramente ancora molto piccola e che sembrava destinata a mantenere segreti i suoi tesori che avevano innescato la reionizzazione della materia. Volontà di uscire allo scoperto, ma incapacità di riportare la luce: un'impresa quasi impossibile.
Come sempre, però, l'Universo sa giocare bene le sue carte e conosce bene il gioco di squadra... Le stesse stelle nascenti potevano aiutare il buco nero centrale ad aprire le prime finestre verso l'esterno. Tanto gas inerte? Tanta nebbia impenetrabile? Bene... ciò equivaleva anche a dire tanto materiale a disposizione per la formazione stellare. Soprattutto a disposizione di uova gigantesche e, di conseguenza, di stelle di grande massa. Una produzione eccezionale di stelle ultra massicce, che nascevano a spron battuto e che compivano il loro lavoro in tempi brevissimi, esplodendo come supernove. Esplosioni che non potevano che scuotere e disperdere anche la nebbia più resistente e aprire i primi squarci attraverso cui la luce poteva finalmente uscire allo scoperto. Luce che non poteva che aiutare altre uova galattiche a scrollarsi di dosso quella coltre così spessa.
Un magnifico gioco di equilibrio e di scambio di favori. Nubi spesse che formavano stelle, capaci, esplodendo, di frammentarle e di dare sfogo ai fotoni. Come sempre nell'Universo: non troppo caldo, non troppo freddo... la giusta via di mezzo per creare qualcosa di bello, duraturo e innovativo.
Un racconto che, in fondo, si sapeva già. No, no, un attimo... una cosa è ipotizzare e riprodurre con programmi al computer e un'altra cosa è riuscire ad osservarlo direttamente. Pensiamo alla relatività generale di Einstein... se ne parlerebbe ancora se il Sole non avesse piegato i raggi delle stelle la cui luce cercava di raggiungerci? E se non si fossero mai scoperti i buchi neri, le stelle di neutroni, le onde gravitazionali e cento altri effetti? Una teoria, una delle tante, frutto del pensiero fantasioso di un visionario o una vera descrizione della realtà?
Per la prima volta, una piccola galassia è stata colta sul fatto, proprio mentre il suo guscio esterno si sta rompendo permettendo (usiamo finalmente qualche parola più tecnica) la reionizzazione dell'Universo, quella che ci permette oggi di ammirarlo in tutta la sua magnificenza e in tutta la sua lunda storia evolutiva (sempre che i satelliti del signor Musk, tanto ammirati dai falsi e incompetenti astrofili da quattro soldi, ce lo permettano ancora...).
La prima, certo, ma sicuramente non l'ultima... forse uno dei momenti più importanti della storia dell'Universo ha trovato il modo per farsi studiare a fondo e farci capire come molte cose abbiano avuto inizio.
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2 commenti
Non ne capisco la straordinarietà, nubi di gas in cui si intravedono stelle in formazione c'è ne sono moltissime a portata di telescopio. In questo caso si parla di un'intera galassia nana con massa maggiore di 10 elevato alla quinta soli, distante - dice Wikipedia - 68, 5 milioni di anni luce. Sembra che si sia formata solo 100 milioni di anni fa dalla fusione di due enormi nubi con relative stelle già nate o in formazione.
Mi sarebbe piaciuto che fosse distante 13 miliardi di anni luce, cioè che fosse veramente una delle prime apparizioni post radiazione cosmica di fondo. Con qualche appropriata lente gravitazionale riusciremo un giorno a vederne? O ci siamo già riusciti e nessuno mi ha avvisato?
Galassie vecchie di 13 miliardi di anni ne sono già state scoperte. La novità sta nel fatto che si è visto un meccanismo capace di disfare nubi di gas molto spesse. Una galassia nata da poco che ripete ciò che doveva capitare tanto tempo prima...