Categorie: Buchi neri Strumenti e missioni
Tags: buco nero galattico Cantaurus A EHT getto
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Questo articolo è stato inserito nell'approfondimento dedicato ai Buchi Neri, che raccoglie in modo organico gli articoli più significativi sull'argomento.
Attraverso l'EHT (Event Horizon Telescope), lo stesso che ci aveva mostrato l'ombra del gigantesco buco nero di M87, si è riusciti a "vedere" come nascono i getti espulsi dal disco di accrescimento nelle immediate vicinanze dell'orizzonte degli eventi di Centaurus A. EHT si è ancora superato giungendo a una risoluzione fantastica.
Centaurus A è una galassia molto attiva, in cui il suo buco nero centrale è "solo" 55 milioni di volte la massa del Sole, ma lancia nello spazio due getti tra i più potenti e ben conosciuti. Sui getti galattici, dovuti proprio al lancio di materia ed energia (che è la stessa cosa) da ciò che sta cadendo verso la zona senza uscita si sa molto, ma su scale decisamente grandi. EHT è riuscito a superare se stesso e a dare un immagine della parte iniziale del getto con un dettaglio forse impensabile. Più di tante parole vale forse l'immagine che segue dove si vede l'evoluzione osservativa di Centaurus A e dei suoi getti fino all'osservazione di EHT.
Notate, in particolare, la piccola barretta che indica la "lunghezza" espressa in tempo luce. Nell'immagine di EHT è diventata soltanto un giorno luce, ossia la distanza percorsa dalla luce in un giorno. Una distanza che ci spaventa ancora, ma che è veramente eccezionale per il Cosmo.
In poche parole, guardando a una lunghezza d'onda di 1,3 mm, il getto si vede proprio nel momento della sua nascita. Aumentando ancora un poco la risoluzione (con strumenti spaziali) si riuscirà sicuramente anche a vedere l'ombra del buco nero, come fatto per M87.
Una delle caratteristiche più impressionanti, che finora si era solo ipotizzata attraverso visioni decisamente meno nitide, è la struttura "biforcuta" anche se molto collimata. La versione ufficiale(*) ci dice che questa apparenza è dovuta al fatto che la maggiore emissione si ha ai bordi del getto e quindi, come succede anche per le nebulose planetarie, sembra che siano più spessi i bordi che non la parte centrale. Un grande passo in avanti per capire finalmente i dettagli della formazione dei getti.
Articolo originale QUI
(*) Ho detto versione "ufficiale" perché attraverso contatti diretti con EHT e scambi di discussioni, il "team" ha deciso di non dire TUTTO ciò che è stato osservato, in attesa della stesura completa di un nuovo modello cosmologico. Se mi daranno il permesso, ne parlerò in privato solo a voi, ma che la notizia non si propaghi... mi raccomando!
1 commento
Dettagli che pian piano facciano un po' di luce dove c'è del nero. Ovviamente resta sempre molto difficile vedere "chiaramente" questo nero e non per colpa della ....materia oscura