23/07/21

Dalla Terra alla Luna **

ALMA ci mostra la formazione di un sistema satellitario, mentre il pianeta sta finendo di costruirsi. Una fase mai vista prima... grazie ALMA!

No, non stiamo parlando del celebre libro di Giulio Verne e nemmeno del primo viaggio dell'uomo sul nostro satellite nel lontano 1969. A maggior ragione non vogliamo certo parlare dei gesti esibizionistici dell'uomo più ricco del mondo che si è divertito, a suon di miliardi, a ripetere un gesto tecnologico già eseguito più di 60 anni fa. E' come se con la tecnologia di oggi volessi rifare il volo di Lindbergh... Un brevissimo salto nello spazio (vicinissimo) e ritorno dovrebbe aprire nuove forme di turismo? Che dirvi, la sete di potere e di esibizionismo conduce a imprese degne di un centro psichiatrico. Eppure sapeste quanti "astrofili" da strapazzo stanno gioendo di queste imprese da circo.

No, no, vogliamo invece parlarvi dell'unico, fantastico, ormai nostro caro amico, ALMA. Il suo occhio straordinario ci ha proprio permesso di fare un salto dalla Terra alla Luna o, per essere più precisi, da Giove ai suoi satelliti. Ciò che, però, è eccezionale è che questo Giove si trova in un altro sistema stellare e che è vicino alla fine della sua costruzione, ma ha ancora in gestazione il suo corteo di satelliti.  In poche parole, si è riuscito a vedere ciò che si diceva a parole, ma senza alcuna prova: i satelliti dei pianeti giganti si formano come fossero figli delle stelle. Attorno al pianeta ormai quasi completato, non molto diverso dal nostro "Giove", si forma un disco di accrescimento di polvere e di particelle più o meno grandi che non servono più al pianeta che ha trovato la sua giusta massa. Queste particelle, originarie del disco proto planetario stellare, sono ormai legate al nuovo pianeta e girano attorno a lui come fosse una piccola stella. In quella zona si ripete il gioco dell'accrescimento e, attraverso i meccanismi delle risonanze, è facile che le collisioni mutue portino alla fine alla formazione di satelliti.

ALMA ha ripulito il disco stellare più interno mettendo in evidenza soltanto la piccola "nube", ossia il disco proto satellitario che circonda un pianeta ancora in fase di costruzione e di completamento. Parte di questo disco potrebbe ancora essere inghiottita dal pianeta, ma gran parte servirà quasi sicuramente a formare il suo corteo di satelliti. Fonte: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Benisty et al.

La massa presente in questo disco, che possiamo anche chiamare proto satellitario, potrebbe formare almeno tre satelliti di massa comparabile a quella della nostra Luna. In quel sistema stellare, ancora in fase di completamento, vi è anche un pianeta ancora più grande e più vicino, ma sembra che attorno a lui si sia già arrivati ad un gradino in più: le lune ci potrebbero già essere, ma sono ovviamente troppo piccole per essere viste. Ci sarà ancora da aspettare per vedere cose del genere, mentre invece non ci vorrà molto (ELT, Extreme Large Telescope) per riuscire a separare perfettamente il moto circolare dei grani del disco planetario locale, da quello dei grani del disco che ancora circonda la stella.

Di seguito, un bel video esplicativo preparato dall'ESO ed esteso e tradotto in italiano da parte di Media INAF, in cui si parla anche dei sospetti già avuti attraverso le osservazioni fatte con VLT nel 2018-19.

Un passo fondamentale per la conoscenza dei meccanismi di formazione planetaria e satellitare, un passo che apre le porte per entrare veramente negli altri sistemi stellari.

Articolo originario QUI

 

Come ogni mamma che si rispetti, l'Universo non fa mai mancare niente ai suoi cuccioli... nemmeno un giocattolo!

2 commenti

  1. Massimo Delpa

    Alla luce di queste osservazioni, forse sarebbe da rivedere anche la teoria di formazione della nostra luna.

    La teoria, in gran voga, che la luna sia scaturita da una impatto di un corpo celeste delle dimensioni Marte con la Terra, andrebbe riconsiderata.

    La formazione contestuale del sistema Terra-Luna, non è da escludere, anzi sembra proprio essere il meccanismo "standard" delle genesi planetarie.

    Le differenze di composizione, vedi mancanza di elementi volatili, così come la mancanza di un nucleo di ferro della Luna, potrebbero spiegarsi, semplicemente, facendo ricorso alle "semplici" interazioni gravitazioni, ossia gli elementi mancanti nella Luna, rispetto alla terra, (sempre che i campioni lunari apollo siano rappresentativi) si spiegherebbe perché inglobati nel corpo di maggior massa, lasciando le "briciole" alla Luna.

    Il vento solare avrebbe poi spazzato via il residuo di elementi volatili verso le orbite solari esterne, lasciando così arida, almeno in superficie, la Luna.

    Cosa ne pensa Professore, è verosimile questo ipotetico scenario?

     

     

  2. caro Massimo,

    è uno dei modelli proposti, ma abbandonati, dato che la massa della Luna appare troppo grande per un disco di accrescimento posseduto dalla Terra primordiale.

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