18/10/21

Una vita da mediano... *

Questo articolo è inserito in "I miei amici Asteroidi"

 

Ebbene sì, anche nel nostro Sistema Solare esistono i "mediani". In fondo anche loro stanno sempre "lì nel mezzo", ma ben difficilmente riusciranno a regalare un Premio Nobel a qualcuno, malgrado oggi attirino l'interesse (senza volontà di ricordare) di molti giovani.

Sto parlando, ovviamente, degli asteroidi. La loro è stata ed è una vita veramente dura che, parlando in termini astronomici, è stata straordinariamente complessa e utile. Facciamone un sunto brevissimo che cercherà di dare onore anche a loro, piccole schegge dell'Universo. Innanzitutto, erano appena nati e già qualche "gradasso" ha cominciato a non lasciarli tranquilli. Nel nostro caso sono stati i grandi planetesimi che sarebbero andati da lì a poco a formare il gigante Giove. Essi scorrazzavano in lungo e in  largo, infischiandosene di chi stava cercando di crescere lentamente. E così i mattoncini che risiedevano tra Marte e Giove hanno cominciato ad essere profondamente disturbati dinamicamente da quei "bulli" di periferia.

L'eccentricità orbitale è aumentata e, di conseguenza, gli urti che avvenivano tra loro, invece di accumulare massa per la formazione di un pianeta roccioso, diventavano catastrofici. Quel poco che erano riusciti a fare veniva reso vano e dovevano accettare di essere relegati a ruolo di comparse. Solo alcuni tra i più grandi riuscirono a non essere distrutti, ma di accrescersi nemmeno a parlarne. Come se non bastasse, però, i bellimbusti che andavano formando Giove gli davano spinte non indifferenti e li costringevano a immettersi in orbite che in parte li scaraventavano fuori dal Sistema Solare e in gran parte li mandava sul Sole. Eppure, benché così terribilmente provati e soverchiati dalla legge del più forte, essi continuavano a portare su un pianeta come la Terra, al posto giusto nel momento giusto, il loro contributo essenziale per far nascere la vita: molecole organiche complesse e acqua. In questo erano aiutati dalle sorelle comete, ma loro non potevano nemmeno mostrare in modo fantasmagorico la loro esistenza.

Purtroppo, però, la loro fatica non è finita lì... Quando Giove si è finalmente formato, ha dettato alcune leggi fondamentali nella zona a lui più interna. Se qualcuno osava rivolvere attorno al Sole con periodi che stavano al suo con rapporti di numeri interi  piccoli (le risonanze di moto medio) veniva velocemente (pochi milioni di anni) scaraventato verso il Sole o, abbastanza frequentemente, su traiettorie che li avrebbero sbattuti contro i pianeti interni, tra cui il nostro. Accidenti! malmenati a destra e a sinistra, dovevano anche prendersi la colpa di questi disastri. Loro ne avrebbero fatto volentieri a meno, come erano riusciti a fare i troiani, ma la meccanica celeste non lascia scampo e si diverte, soprattutto, con i più piccoli. Senza dire che le collisioni tra loro continuavano a essere frequenti e catastrofiche. Le grandi famiglie dinamiche lo dimostrano, così come l'enorme cratere da impatto che si vede ancora su Vesta.

Poco contava se, anche in quel momento di caos terribile, andavano a formare la polvere che ancora oggi viene ammirata come luce zodiacale. Oh, che bello- si dice- ma nessuno pensa a che fatica è costata a chi l'ha creata.

Qualcuno, poi, si è si è finalmente accorto che anche loro potevano fornire indicazioni molto precise sull'origine dell'intero sistema planetario, ma è stata dura e chi è mediano resta mediano. E poco importa se solo loro, in tutto l'Universo, mostrano il passaggio da oggetti dominati dalle forze di coesione della materia a corpi dominati dall'autogravitazione. Non potevano nemmeno accasarsi attorno a qualche pianeta, dato che la velocità acquisita nel passaggio ravvicinato era troppo grande per qualsiasi cattura, almeno senza qualche aiuto esterno.

Non sappiamo ancora se qualcuno di loro è emigrato o se qualche emigrante è venuto a trovarli (come QUESTO, per esempio). Nel Cosmo non c'è razzismo, ma certi processi avvengono in modo molto silenzioso e misterioso.

Nel corso di 4.5 miliardi di anni, il loro lavoro, sebbene soverchiato dall'arroganza altrui, è stato fondamentale e lo sarà ancora, ma non potranno sicuramente regalare un Premio Nobel a qualcuno. Sì, una vita da mediano che non otterrà mai il pallone d'oro!

Eppure, se riusciste a parlare con loro (io ho la fortuna di poterlo fare), sapreste che si giudicano ancora fortunati. Racconterebbero che in altri sistemi planetari la loro vita è ancora più movimentata e rischiosa. addirittura i pianeti potrebbero essere sbattuti contro una stella e di loro rimarrebbe solo qualche abbondanza di metalli pesanti in più nella loro "mamma". Ma di chi starebbero mai parlando? Beh, delle stelle doppie. Poco importa se esse hanno dischi di accrescimento complanari oppure no, se esse si sono formate da una singola nube o da due frammenti di composizione diversa, il succo di tutto è che i poveri mediani asteroidi subirebbero una serie di perturbazioni supplementari e completamente caotiche.

Che dirvi, in un sistema planetario come il nostro, che sembra perfettamente stabile e duraturo (ma come dice il buon Laskar potrebbe anche non esserlo in un lontano futuro) c'è chi fatica, porta idrocarburi, permette calcoli di meccanica celeste complicatissimi, forma sistemi di fratelli che continuano a meravigliare gli studiosi, ci manda i loro frammenti in modo che si sia in grado di gettar luce sul passato più remoto dei pianeti e dalla nascita del Sole, ossia, in altre parole, fa proprio una vita da mediano. Eppure l'opinione pubblica si ricorda di loro solo quando potrebbero scontrarsi con la Terra. E allora diventano brutti, sporchi e cattivi!

Una vita da mediano...

1 commento

  1. Mario Fiori

    I tuoi racconti, le tue spiegazioni , carissimo Enzo, sono sempre fantastici. Capire cosa è accaduto a questi ragazzacci del Sistema Solare è più che facile con tutto ciò che ci dici.

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