Categorie: Sistemi extrasolari Strumenti e missioni
Tags: coronografo interferenza Nancy Grace Roman pianeti pianeti vagabondi Roman telescope
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:3
Come "eliminare" una stella **
Un telescopio spaziale "femminile" riuscirà praticamente a eliminare la luce delle stelle. Ah... queste donne!
Abbiamo già parlato della prossima missione Nancy Grace Roman Space Telescope, soprattutto riguardo al sui scopo principale, ossia la scoperta dei pianeti "vagabondi" attraverso la tecnica del microlensing. Una ricerca fondamentale che metterebbe in chiara evidenza gli abitanti meno luminosi e sfuggenti delle galassie. Abbandonati dalle proprie stelle o strappati da stelle vicine essi errano spegnendosi lentamente nel vuoto cosmico.
Tuttavia, il nuovo telescopio spaziale porta con sé uno strumento eccezionale, un coronografo di livello tecnologico veramente elevato, da lasciare a bocca aperta. Normalmente, i coronografi agiscono con una "mascherina" opaca oscurando la stella, che con la sua luce vieta di osservare, almeno nel visibile, la zona ad essa più vicina. Una zona in cui si potrebbero ancora vedere i resti del disco protoplanetario o, se l'età è sufficiente, anche pianeti formati ed evoluti.
In particolare, i "colori" nella frequenza del visibile potrebbero dirla moto lunga sulla composizione della loro atmosfera e della presenza eventuale di gas legati ad una possibile evoluzione di una vita biologica. Purtroppo, spesso e volentieri, le zone "abitabili" (ma anche molti superpianeti) non emettono abbastanza luce da essere rilevati. Ed ecco il nuovo coronografo, capace di agire in modo ben diverso, attraverso, specchi multipli e prismi, creando interferenze distruttive con la luce stellare, aiutati in questo da strumenti autoregolabili, in grado di deformarsi in base ai disturbi che potrebbero limitare l'annullamento della luce preponderante. Si è calcolato (e provato) che essi sarebbero capaci di eseguire correzioni dell'ordine delle dimensioni di una catena di DNA. Strabiliante! Oltretutto, agirebbero solo sulla luce stellare e non su quella riflessa, in modo che i pianeti uscirebbero letteralmente dal loro nascondiglio luminoso.
Una più accurata descrizione dello strumento e dei risultati ottenibili si può vedere nel breve, ma esauriente, video che segue del NASA/Goddard Space Flight Center.
Con nostro vero stupore si pensa che si potranno letteralmente raccogliere i singoli fotoni emessi dal pianeta nascosto, anche se fossero inviati a distanza di secondi o di minuti. Poi, la luce verrebbe trasformata in un vero arcobaleno attraverso la tecnica spettroscopica e si vedrebbero i segnali di gas fondamentali come l'ossigeno, il metano e l'anidride carbonica.
Al momento il telescopio non riuscirà ancora ad arrivare ai livelli di piccoli pianeti rocciosi come la Terra, ma otterrà immagini di pianeti la cui flebile luce è centinaia di volte minore di quanto si riesca a cogliere, oggi, con i coronografi "opachi", ossia a maschera. Il che vuol dire riuscire a rendere visibili (e analizzabili) oggetti 100 milioni di volte meno luminosi della stella che li ospita.
Possiamo considerare questo telescopio "femminile" come banco di prova per la nuova tecnologia, tale da permettere future missioni in grado di analizzare gli spettri di oggetti di tipo terrestre, con le ovvie conseguenze.
Che dire? Buona fortuna al nuovo telescopio e al suo fantastico coronografo!
QUI il sito ufficiale del Telescopio Roman
3 commenti
Ovvio andarmi a leggere subito in Wikipedia la biografia di Nancy Roman. E scoprire un'altra delle troppe cose che non so: "Roman ha scoperto che le stelle fatte di idrogeno e elio si muovono più velocemente delle stelle composte da altri elementi più pesanti".
A parità di massa? Mumble, mumble...
Come spesso capita, caro Alberto, wiki italiana scrive cose confuse e poco chiare. Quello che ha fatto la "nostra" è di aver capito che le stelle avevano età diverse e che si arricchivano di elementi pesanti più erano giovani. La velocità di cui si parla è quella orbitale attorno alla galassia e vi era una differenza tra quelle più stabili in orbita circolare e quelle su orbite più ellittiche. Un moto più o meno regolare basato sulla loro età...
Pfui! Temevo di dover ricominciare i miei studi da zero