06/07/22

Sempre più vicini *

Questo articolo è inserito nella pagina d'archivio "Record cosmici"

 

Scoperta la stella più vicina al buco nero della Via Lattea, in attesa del telescopio Webb.

Nel cuore della nostra galassia esiste un buco nero, la cui "privacy" è ormai stata violata sempre più frequentemente. Recentemente è stato anche "fotografato", ossia è stato individuato al centro della materia che lo avvolge, la cui luce viene violentemente distorta dalle dure leggi della relatività generale. In poche parole si vede ciò che sta dietro al buco nero e quest'ultimo si presenta come un'ombra oscura centrale.

Riuscire a vedere il nostro buco nero (o meglio ciò che lo circonda) sempre più da vicino è ormai alla portata dei telescopi odierni e chissà cosa salterà fuori utilizzando il Webb (forse la prima immagine scientifica sarà proprio dedicata al nostro buco nero). Tuttavia, è ormai sicuro che non siamo solo noi a cercare di vedere sempre meglio questo "mostro" (nel senso buono) galattico. Vi sono, infatti, centinaia di stelle che gli girano attorno e, malgrado i rischi che corrono, cercano di spingersi ai limiti estremi.

Un paio di anni fa è stata scoperta una stella capace di raggiungere una velocità (nel punto più vicino al buco nero) pari a 24 000 km/s, un valore confrontabile addirittura con la velocità della luce. Oggi, dopo circa vent'anni di osservazioni, si aggiunge al numero delle "curiose"  una stella capace di rivolvere attorno al buco nero in solo 4 anni, a una distanza di circa 100 Unità Astronomiche. Sembra tanto, ma date le masse in gioco è veramente un "attimo". Anch'essa ha una velocità con cui non si può scherzare: 8000 km/s.

Non è facile osservare queste stelle, anche perché tra di loro ve n'è una di gran lunga più luminosa che disturba la visione delle compagne: bisogna aspettare che lasci un po' di campo libero...

Alcune delle stelle che girano vicinissime al nostro buco nero galattico, identificato con una x. Si nota, in particolare, quella con l'orbita verde (S4716), la nuova arrivata che ha un periodo di soli 4 anni. In alto a sinistra la stella più luminosa, che si è fatta da parte per permetterci di scrutare meglio la parte centrale. Fonte: F. Peißker et al., Astrophysical Journal, 2022.

Nella figura che segue vediamo l'orbita dell'ultima arrivata e notiamo che stiamo lavorando con distanze angolari mostruosamente piccole, dell'ordine dei centesimi di secondo d'arco. Non per niente sono stati utilizzati cinque tra i migliori telescopi e le immagini di quattro di loro sono state combinate assieme per migliorare il potere separatore.

Fonte: F. Peißker et al., Astrophysical Journal, 2022.

Stelle amanti del rischio che sicuramente non sono nate così vicine al gigante centrale. Probabilmente, spingendosi gravitazionalmente tra di loro, sono riuscite ad arrivare ai limiti estremi e prima o poi qualcuna rischierà di essere distrutta dalla forza gravitazionale del buco nero (sicuramente qualcuna l'ha già fatto).

Una nuova scoperta che sembra preparare l'entrata in scena del Webb: il suo occhio riuscirà a spingerci ancora più vicino e ne vedremo delle belle. Aspettiamo il 12 luglio...

Articolo originale QUI

 

Il nostro buco nero non scherza con le stelle che osano sfidarlo avvicinandosi troppo... guardate cos'ha combinato a questo sistema doppio!

2 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Se qui siamo nell'ordine dei centesimi di secondo d'arco, Webb a quanto potrà arrivare?

    Se un telescopio lavora solo sugli infrarossi, come Webb, e un altro solo nel visibile, si possono confrontare ugualmente le loro risoluzioni?

  2. La risoluzione è proporzionale a lambda e inversamente proporzionale al diametro. In poche parole, il diametro più grande del Webb permette di raggiungere lo stesso potere separatore di Hubble a lunghezze d'onda maggiori.

Lascia un commento

*

:wink: :twisted: :roll: :oops: :mrgreen: :lol: :idea: :evil: :cry: :arrow: :?: :-| :-x :-o :-P :-D :-? :) :( :!: 8-O 8)

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.