IL DI-VIN FIUME E IL SUO SACERDOTE
Chi tra i lettori più affezionati si ricorda della battaglia del nostro Enzone affinché all'amato Tanaro venga riconosciuta la natura di fiume più importante d'Italia, non può non ricordare la sacra cerimonia da lui officiata per rendere omaggio al fiume di-vino. Ebbene, vi svelerò un segreto... quella cerimonia, in analogia con quanto avviene per la Pasqua cristiana, deve essere ripetuta ogni anno in occasione del primo plenilunio dopo il solstizio d'estate (che, infatti, cade proprio oggi 13/7/2022), pena sette anni di sventure agli abitanti della pianura padano-tanarica. Poteva, quindi, il capo della religione tanarica esimersi da tale responsabilità? E' per questo motivo che dobbiamo rassegnarci a patire la sua assenza per qualche giorno. Ma non chiedeteci quando sarà di ritorno, solo la di-vinità acquatica lo sa!
Traduzione dal piemontese all'italiano delle frasi pronunciate dal cronista all'inizio del video:
Abbiamo avuto la fortuna di trovare il professore Zappalà…
Adesso lui spiegherà perché il Tanaro è più importante… è una divinità acquatica…
E’ un momento quasi sacrale…
Ecco… guardiamo… è come stare in riva al Gange…
Guardiamo il fedele… il capo della religione tanarica che sta a piedi nudi sulla riva del fiume sacro..
Come il Gange in India… guardiamo…
E’ il momento della cerimonia sacra!
Tempo fa avevo pubblicato un articolo semi-serio che suggeriva di cambiare il nome al Po e di dargliene uno nuovo: Tanapo. Seguendo il Tanaro si ottenevano più o meno gli stessi chilometri complessivi del massimo fiume d’Italia, ma, in aggiunta, si attraversavano molti dei vigneti più celebri del nostro Paese.
Un fiume legato al vino, insomma. Dopo ulteriori studi, però, la faccenda è diventata veramente seria e vorrei riportare le conclusioni proprio su questo sito che ha visto nascere la provocazione iniziale. In fondo, il vino rimane spettatore attento della questione…
Geografia antica
Fino a circa 100 000 anni fa non ci sarebbero stati problemi a considerare il Tanaro il fiume più lungo d’Italia. Esso nasceva (come nasce tuttora) dal Monte Marguareis, al confine con l’attuale Francia, e, giunto nei pressi di Bra, continuava verso nord, ricevendo a Carmagnola le acque di un piccolo affluente di sinistra che proveniva dal Monviso, oggi chiamato Po. Poi il Tanaro continuava passando per la futura Torino e si gettava nel mare Adriatico dopo circa 750 km.
Geografia moderna
Intorno a 80 000 anni fa, le colline delle Langhe si sollevarono sensibilmente permettendo all’antico fiume che scorreva tra Bra e Asti, a livello inferiore, di erodere il più elevato pianoro di Poirino su cui scorreva il Tanaro. Alla fine, quest’ultimo si riversò nella valle più profonda e cambiò il suo percorso, costeggiando le colline del vino delle Langhe, del Roero, del Monferrato e del Tortonese. A seguito di questa trasformazione geologica l’alveo asciutto del vecchio Tanaro venne occupato dal piccolo Po che si ricongiunse al suo antico “padrone” nei pressi di Bassignana, in provincia di Alessandria.
Ovviamente, a causa degli affluenti che provenivano dalle Alpi, il Po raggiunse il Tanaro con una maggiore portata d’acqua e viene oggi considerato il dominatore della pianura che ha davanti.
A questo punto sono cominciati i miei nuovi studi geografici e storici. La sorgente del Tanaro, che gli dava una lunghezza di 276 km, è stata recentemente portata più a monte, utilizzando il torrente Negrone, e oggi possiamo stabilire una lunghezza complessiva, da sorgente a confluenza, di almeno 285 km. D’altra parte, invece, la lunghezza del Po, da Bassignana fino alla sorgente risulta essere di “solo” 230 km. Basta fare un semplice calcolo e si conclude GEOGRAFICAMENTE che
Po (da solo) = 652 km
Po + Tanaro + Negrone = 707 km
Fino a questo punto sarebbe scientificamente esatto cambiare il nome del Po in Po-Tanaro-Negrone o, almeno, in Po-Tanaro, così come fatto normalmente per altri grandi fiumi terrestri, quali il Mississippi-Missouri, il Nilo-Kagera, il Rio delle Amazzoni-Apumirac, e via dicendo. Però si può andare oltre.
Storia
Spulciando qua e là ho trovato questo testo storico interessantissimo (il testo linkato è stato rimosso e, fino a poco tempo fa, si apriva la home page di un sito della Lega Nord, ndr), al di fuori di ogni sospetto per essere considerato “contrario” al Po.
In esso si legge che il nome originario del Po erano in realtà due nomi: Bodincus e Padus. Il primo, di origine LIGURE, si riferiva al corso superiore, mentre il secondo, di origine celtica, si riferiva al corso inferiore. Da Padus deriva appunto la Pianura Padana.
A questo punto sorge ovvia una domanda: “Perché il corso superiore del Po aveva un nome ligure, quando il tracciato era completamente in territorio celtico?”. La risposta sembra altrettanto ovvia: “Il Bodincus non si riferiva al fiume che nasceva dal Monviso, ma a quello che attraversava e nasceva nel territorio dei liguri, ossia l’attuale Tanaro”.
La conclusione è allora ancora più ovvia: “Se il tratto superiore dell’attuale Po era già riconosciuto essere il Tanaro fin da secoli prima di Cristo, perché non si dovrebbe considerare Tanaro anche il tratto successivo alla confluenza di Bassignana?”. In realtà i chilometri complessivi danno ragione a questa soluzione ed essa non è in conflitto con la storia: Padus altri non era che il tratto inferiore del Bodincus, ossia del Tanaro.
Spiegazioni del controsenso storico-geografico
Perché, allora, il Po è diventato il primo fiume d’Italia nella geografia, nella storia e in molte altre cose? Non è difficile rispondere. Ha avuto essenzialmente due grandi “fortune”. La prima è dovuta all’errore dei romani, conquistatori di quelle terre, che vedevano nel Monviso e nella sua aguzza cima il monte più alto delle Alpi. Era ovvio quindi far nascere il fiume più importante dal monte più importante. D’altra parte non avevano strumenti di misura molto precisi e nemmeno satelliti artificiali né GPS. La seconda è legata a Torino, capitale del Regno Sabaudo, prima, e di quello Italiano, poi. Era fondamentale che il fiume più importante passasse proprio per quella città!
Oggi, in occasione dei 150 anni dell’Italia, forse dovremmo ridare a Cesare quel che è di Cesare o, meglio, al Tanaro quello che è del Tanaro.
So che sarà impossibile far diventare Pianura Tanària l’attuale Pianura Padana. Tuttavia, la faccenda mi ricorda molto quella dell’ex pianeta Plutone. Gli americani hanno cercato fino all’ultimo di mantenerlo tra i pianeti, ben sapendo che il suo ruolo fisico era di grado “inferiore”. Per distruggere le ultime resistenze abbiamo dovuto aspettare che si scoprisse un altro oggetto dalle sue parti che lo superasse in dimensioni. Sapendo che presto i corpi celesti oltre Nettuno, maggiori di Plutone, sarebbero diventati probabilmente decine vi è stato finalmente il declassamento a “pianeta nano”.
Lo stesso capiterà anche per il Po? No, non credo, per varie ragioni. Tuttavia, mi sembra doveroso dare al “fiume del vino” l’onore che la geografia e la storia gli hanno concesso fino a un passato non poi tanto lontano, geologicamente parlando.
La battaglia per il Tanaro continua
(Vincenzo Zappalà 25/11/2013)
Cari amici,
vi ricordate la mia "lotta" per dare al Tanaro il ruolo di fiume più importante d'Italia? Tra l'ironia e uno studio storico-geografico del tutto serio, ho portato avanti questa piccola battaglia. Sono anche riuscito a trascinare il Tanaro tra i pianeti, dando a un asteroide il nome del fiume tanto vilipeso (QUI). In un modo o nell'altro, la mia ricerca ha stuzzicato le Istituzioni ufficiali e il Politecnico di Torino ha effettuato nuove misure dei fiumi piemontesi e un'analisi approfondita delle loro sorgenti. In particolare, un gruppo di speologi ha scoperto molti chilometri di Tanaro sotterranei. Conclusione? Il Tanaro è nettamente più lungo del Po, se misurati dalla loro confluenza fino alle rispettive sorgenti. Per stabilire le conclusioni è stato organizzato un Congresso a Ormea (in alta val Tanaro) dove si confronteranno i ricercatori del Politecnico e rappresentanti dell'Istituto Geografico Italiano. Sono stato ovviamente invitato per fare il quadro della situazione e chiedere espressamente alla geografia ufficiale alcuni riconoscimenti al grande fiume bistrattato per secoli e secoli.
Questo è il programma:
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Conclusione del Convegno di Ormea? Non si poteva pretendere di più… I ricercatori del Politecnico continueranno le loro esplorazioni verso le veri sorgenti del Tanaro, convinti ormai del suo primato… Il Presidente dell’Istituto Geografico non può che ammettere che abbiamo pienamente ragione, ma che lui non può certo cambiare di punto e in bianco una storia e una cultura geografica così profondamente radicata. I secoli futuri daranno ragione al fiume del vino…
Nel frattempo, per le strade della valle, si vendono ormai i primi frutti ottenuti dai semi recuperati del Tomaticus Tanaricus e stanno andando a ruba!
QUI trovate i libri scritti da Vincenzo, compreso "Vini dell'altro mondo" che descrive l'eNoica avventura di Vin-Census nella galassia di Andromeda. QUI la telenovela a puntate della sua vera storia, QUI i suoi racconti di fantascienza e QUI un'intervista al Prof. Zappalà
2 commenti
Seguo da molto tempo questa tua battaglia, non mollare. Vinceremo!
Per me è come parlare di corda in casa dell'impiccato: non bevo alcolici da quattro anni. Ciò non toglie che la mia media sia ancora ben superiore a quella della maggioranza dei tanariani