Agli antichi greci piaceva bere, ma non mentre lavoravano...

Oltre al suo famoso teorema, Pitagora ne ha inventate di cotte e di crude. Forse non tutti conoscono la storia del suo "bicchiere" molto speciale.

Faceva molto caldo, ma sull'isola di Samo dovevano essere fatti dei lavori molto urgenti. La situazione, però, diventò presto molto seria: gli operai, infatti, tendevano a bere un po' troppo vino e il lavoro andava a rilento. Fu così che si chiese aiuto a Pitagora ed egli fu pronto a trovare un rimedio.

Non gli ci volle molto a ideare un bicchiere che imponeva la moderazione. Il bicchiere (o -meglio- la coppa) assomigliava, in tutto e per tutto,  a quelle "normali", a parte una piccola colonna che si ergeva nel mezzo del bicchiere. Ne vediamo un esempio schematico nella figura che segue:

Sicuramente i lavoratori dell'isola fecero ben poco caso alla strana forma della coppa e continuarono ad esagerare nel versarsi il vino. A questo punto, la coppa sembrava diventare "magica": chi ne versava con moderazione riusciva a bere senza problemi, ma chi faceva l'ingordo vedeva il vino fluire velocemente per terra (Fig. 1).

Una vera magia che aveva, però, una chiara spiegazione scientifica. Tutto era deciso all'interno dell'apparentemente inoffensiva colonnina centrale. Essa conteneva  un tubicino che saliva e scendeva, con un'apertura in basso a destra e una al centro della colonnina. Quando il liquido rimaneva sotto lo spigolo del tubicino tutto era normale, ma se superava quel livello il principio dei vasi comunicanti, la pressione idrostatica e la gravità facevano sì che il vino scendesse verso il foro ai piedi della colonnina e si riversasse TUTTO al suolo in modo molto rapido. Una vero e proprio sifone come mostra la Fig. 2.

Si dice che Pitagora non abbia mai usato la sua coppa, preferendo quella senza colonnina centrale. Forse, forse, non poneva limiti alle sue libagioni!