Categorie: Riflessioni
Tags: Dario Bressanini effetto Dunning-Kruger Giorgio Parisi PastaGate
Scritto da: Daniela
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Sette sfumature di Dunning-Kruger
Abbiamo da poco parlato dell’effetto Dunning-Kruger (*), ovvero quello che spiega il comportamento di chi più non sa, più pensa di sapere (e di chi più sa, più è consapevole che ha ancora molto da sapere ed esercita, quindi, la saggia arte del dubbio), e mi è capitato per caso di vedere un video nel quale vengono efficacemente identificate sette “sfumature” di tale effetto.
In realtà nel video non si parla esplicitamente di Dunning-Kruger, ma si fa riferimento al polverone mediatico sollevato, suo malgrado, dal prof. Giorgio Parisi (Nobel per la Fisica nel 2021) che ha condiviso sui social un post nel quale si dice che è possibile cuocere la pasta spegnendo il fornello dopo avere riportato l’acqua a ebollizione e tenendo il coperchio sulla pentola per il restante tempo di cottura.
Ebbene… l’autore del video ha analizzato le reazioni di coloro che, in modo più o meno educato, si sono espressi principalmente contro Parisi (che, ricordiamolo, non ha lanciato un’innovativa tecnica di cottura della pasta, ma ha diffuso una tecnica altrui che ha trovato interessante) e li ha raggruppati in sette macro-categorie:
PUNTISTI ARRABBIATI: molto impulsivi, hanno reazioni parecchio scomposte, sostengono tutto e il contrario di tutto e spesso chiudono l’intervento con “Punto!” che sta a significare “questa è la verità, discorso chiuso”.
ARISTOTELICI: talmente convinti di una teoria che nessun esperimento o evidenza potrà mai intaccare il loro Credo.
CONTROSCIENZIATI: argomentano la loro posizione ricorrendo a concetti scientifici, ma lo fanno in modo sbagliato. La loro forza persuasiva consiste proprio nell’utilizzo di “paroloni” per impressionare e convincere chi sa meno di loro.
GERARCHICI: sottospecie degli aristotelici che aderisce al “principio di autorità”, nel senso che scelgono la teoria in cui credere in base all’autorità di chi la esprime. Salvo, però, scegliere con criteri del tutto personali chi ha più autorità e chi ne ha meno in quel determinato campo.
PRO-ESPERTI: sottocategoria dei gerarchici. Nel caso in questione (la ricetta della pasta alla Parisi), sono PRO-CHEF e sostengono che solo uno chef può parlare di pasta che cuoce, un fisico cosa ne può mai sapere…
MINIMIZZATORI: se un comportamento non procura vantaggi importanti e non cambia la vita, chissenefrega!, continuo a fare come ho sempre fatto.
SALTACARRISTI: coloro che saltano sul carro del presunto vincitore a spada tratta.
La domanda che vorremmo rivolgere a questi DK sorge spontanea… ma perché, prima di commentare, non provate a documentarvi? Non è più necessario fare il giro delle sette chiese (o delle sette biblioteche) per trovare informazioni, ormai con i motori di ricerca è piuttosto semplice e veloce.
Nel caso della pasta, per esempio, avreste scoperto che l’idea della cottura a fuoco spento è vecchia di due secoli, che vi ricorrono anche chef stellati e che se la utilizzassimo tutti il risparmio energetico a livello nazionale sarebbe importante. Non che si debba credere a tutto ciò che leggiamo sul web, ma se si trovano molte notizie concordanti che vanno in direzione opposta a ciò di cui siamo convinti, almeno il dubbio dovrebbe sorgere.
E poi, prima di arrabbiarvi tanto, perché non provate a cuocere un piatto di pasta in questo modo? Non è un esperimento difficile, ce la possiamo fare tutti senza bisogno di un costosissimo laboratorio ultra-tecnologico. Vi spaventa, forse, scoprire che potrebbe funzionare? O semplicemente non vi è minimamente sorto il dubbio che possa funzionare e vi siete fidati nella prima reazione che avete sentito salire dalla pancia?
A me il dubbio è sorto e, prima di scrivere questo articolo, ci ho provato. Questo è il risultato...
Attenzione: il risultato dipende da svariati fattori, principalmente il tipo di pasta e la velocità di dispersione del calore della pentola utilizzata, quindi potrebbero essere necessari più "esperimenti" per trovare il tempo di cottura che si adatti ai propri gusti. Io ho utilizzato pasta al farro e l'ho tenuta in pentola due/tre minuti in più rispetto al tempo consigliato: la prossima volta la toglierò prima perché, pur non essendo scotta, ha perso la cottura al dente. Importante anche riportare ad ebollizione l'acqua e girare la pasta prima di spegnere il fornello.
I consigli di un esperto (un chimico, non uno chef stellato), pubblicati cinque anni fa, li trovate QUI, QUI e QUI. Mi raccomando, non accontentatevi del primo video ma guardateli tutti e tre perché contengono riflessioni interessanti sulla difficoltà di fare Scienza in Italia, oltre che consigli pratici su come cuocere quella che ormai possiamo chiamare la "Pasta alla Parisi" e sugli errori da evitare.
Dimenticavo... non posso non darvi il link al video semi-serio dal quale ho preso spunto per scrivere questo articolo, anch'esso rilanciato da Parisi con questa avvertenza:
"Le opinioni espresse in questo video sono di Dario Bressanini. Non fornisco nessuna garanzia, esplicita o implicita, sulla correttezza di queste opinioni. Ho messo questo video solo perché mi ha fatto divertire. Non fornisco nessuna garanzia, esplicita o implicita, che faccia divertire anche a voi".
Perché errare è umano, ma dopo il putiferio scatenato con la pasta, il saggio Parisi non vuole perseverare!
(*) Gli psicologi David Dunning e Justin Kruger iniziarono a studiare questo fenomeno perché incuriositi dal caso di un rapinatore che nel 1995, dopo avere letto del trucco dell'inchiostro simpatico (quello per cui se si scrive col succo di limone, la scritta rimane invisibile a meno che non si avvicini il foglio ad una fonte di calore) si convinse che cospargersi il volto col succo di limone lo avrebbe reso invisibile. Dopo due rapine in banca in un giorno e l'inevitabile arresto (entrava nelle banche a viso scoperto sorridendo verso le telecamere di sorveglianza), non riuscì a farsi una ragione di come ciò fosse potuto accadere...
7 commenti
Beh Enzo, io appena letto di questa cosa ho fatto subito la prova con spaghetti n.5 ed è andata benone. A onor del vero uso fornelli a resistenza (qui in Svizzera, dove vivo ormai da anni, abbiamo le centrali nucleari, una a tre km da casa mia) e tali fornelli mantengono il calore a lungo anche da spenti. Forse coi fornelli a gas la cosa è un po' differente. Ad ogni modo la pasta è venuta benissimo. Del resto è ovvio: quando l'acqua bolle resta a 100 gradi... è che non ci si pensa!
Premesso che la pasta ognuno di noi la può cuocere come meglio crede e risparmiare nei modi che ritiene più opportuni, è proprio il ragionamento che sta alla base del concetto espresso nel video che andrebbe analizzato meglio. Qual è la motivazione per cui dovrei cuocere la pasta a fuoco spento? Ci viene chiesto un sacrificio (ulteriore) a causa della guerra, come pure vengono prospettati sacrifici ben peggiori che dovremo sostenere in futuro a causa dei cambiamenti climatici (dal minuto 8:20, e su questo argomento noi del blog dovremmo essere tutti in disaccordo). Addirittura cuocere la pasta in questo modo è raccomandato da molti chef e, pensa che fortuna, il cibo sarà anche più buono! E' questo il succo della resilienza, un termine molto ricorrente in questo periodo storico, ovverosia l'adattamento del soggetto (noi) ad un oggetto (l'evento) che ci viene proposto come ineluttabile, quindi secondo il pensiero dei dominanti intrinsecamente immodificabile, che può essere a seconda dei casi: una guerra, una pandemia, i cambiamenti climatici, crisi ed emergenze di ogni genere. Noi (il soggetto) modifichiamo le nostre abitudini in nome di un oggetto che, ci dicono, sia non modificabile. Il resiliente quindi non lotterà con tutte le sue forze per adattare l'oggetto al soggetto, ma farà esattamente il contrario, ovvero, a seconda dei casi, non esiterà a cucinare a fuoco spento, a comprare una macchina elettrica, a sottoporsi ad ogni genere di trattamento sanitario, a patire il freddo d'inverno, ed anzi proverà gioia in tutto ciò poiché si sentirà una persona migliore (come il nostro amico nel video, che parla di "fastidiosi e dolorosi cambiamenti da affrontare"). Voi siete felici come il Prof. Bressanini oppure qualcosa non torna?
Caro SMA,
premesso che condivido la manleva di Parisi ("Le opinioni espresse in questo video sono di Dario Bressanini. Non fornisco nessuna garanzia, esplicita o implicita, sulla correttezza di queste opinioni. Ho messo questo video solo perché mi ha fatto divertire. Non fornisco nessuna garanzia, esplicita o implicita, che faccia divertire anche a voi"), l’argomento di questo l’articolo non è convincere qualcuno a spegnere il fornello per cuocere la pasta (né penso ingenuamente che questo costituisca la soluzione al problema energetico), ma criticare chi commenta un’informazione di pancia, senza alcuna competenza a riguardo e spesso offendendo. Caso vuole che mi sia capitato questo video che mi ha dato l’occasione di affrontare l’argomento e, come puoi vedere, non ho calcato la mano sulle considerazioni fatte da Bressanini dal minuto 8.20 in poi, limitandomi a parlare dell’effetto Dunning-Kruger al quale nel video nemmeno si accenna.
Se non stata capace di trasferire questo concetto, ma ho dato l’impressione di sostenere a spada tratta ogni argomentazione di Bressanini, mi dispiace e me ne scuso.
Da ben prima di Bressanini e Parisi ho sempre cercato di ottimizzare i consumi, energetici e non.
Nel caso della pasta ( una o due porzioni in pentola con circa un litro di acqua) ho trovato che, se immergo la pasta a freddo, essa non ne risente e risparmio tempo e gas.
La fiamma iniziale deve essere regolata in modo che sia ben coperta dalla base della pentola per evitare dispersioni di calore laterali, quindi: fornelli di dimensioni adeguate e pentole non troppo alte e strette. Va sempre usato un coperchio.
Raggiunta l'ebollizione riduco il gas in modo che smetta o quasi di bollire e così fino a cottura avvenuta. Il risultato è ottimo, il tempo impiegato è minimo e il consumo energetico idem.
Bonus.
Impiattando in un piatto freddo, il cibo perde rapidamente la temperatura ideale per il consumo, specialmente con porzioni piccole. Per ovviare semplicemente, basta mettere il/i piatto/i sopra la pentola al posto del coperchio e il tutto sarà riscaldato a dovere.
Inserirei una nuova sfumatura (che noia le categorie): Quelli che ascoltano tutti e poi fanno come gli pare, possibilmente cercando di migliorare...
PS: Bressanini mi stava simpatico anche se a volte sembrava un po' scontato. Ho cambiato opinione quando ho visto che si è legato contrattualmente con Repubblica sposando le dottrine della religione antropo-catastrofica e relative agende, come Parisi. La scusa addotta era sempre "bisogna seguire la buona scienza", ma io al metodo scientifico 2.0 (che confonde l'output degli esperimenti con l'output dei modelli) continuo a preferire quello vecchio di Galileo. Visto il personaggio, alla classica domanda se ci sei o ci fai, la risposta è ci fai! E non a caso, anche in quest'ultimo pistolotto, il nostro si lancia in previsioni di futuri sacrifici necessari per evitare scenari ben peggiori. Un classico della più becera propaganda, secondo me.
mi sono chiesto il perchè un nobel per la fisica non abbia invece argomentato il fatto che si, si può cuocere la pasta in questo modo, ma il risparmio dove sta?, la stragrande maggioranza dell'energia non e' spesa per tenere la pasta a 90/100 gradi, ma per portarla da 20 gradi a 100. Quindi il risparmio di questa mossa e' piccolissimo.
il fornello a gas è un campione di inefficienza, la maggior parte del calore da sotto la pentola si disperde nell'ambiente, il piano a induzione se la cava meglio ,perchè il calore è concentrato sul fondo della pentola, ma è la pentola stessa che dissipa calore all'esterno, poi l'induzione ha anche un rendimento più basso di una resistenza, la soluzione sarebbe la pentola coibentata con la piastra elettrica direttamente sul fondo , le risottiere oggi tanto in voga sono fatte così, sono pentole elettriche e sotto il profilo dell'efficienza sono il massimo che possiamo avere in una cucina.
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facendo due conti, 500wh (consumo della pentola elettrica) costano all incirca oggi 0.20 eur
per portare ad ebollizione l'acqua siamo intorno ai 10min arrotondando per accesso consumiamo sui 100wh quindi con una spesa di 0,02 eur abbiamo cotto a nostra pasta.
Ti ringrazio, Alessandro, per il tuo commento perché mi dà l’opportunità di riportare i conti fatti da altri (fonte: podcast “Ci vuole una Scienza” episodio del 9/9 dal minuto 28 in poi, si può ascoltare gratis su varie piattaforme tipo Spotify), secondo i quali, se lo facessimo tutti, il risparmio energetico ammonterebbe allo 0,5% del consumo annuo nazionale, ovvero al 10% del piano di risparmio obbligatorio previsto dal governo per il periodo 1/8/22-31/3/23. Quanto sia affidabile questo calcolo non lo so, ma nel podcast forniscono i dati sulla base dei quali è stato elaborato e avvertono sulla difficoltà di effettuare stime precise data l’ampia variabilità dei fattori in gioco. Se, poi, si applicasse questo metodo di cottura ad altri alimenti (io, per curiosità, ho cucinato anche uova sode e finocchi lessi in questo modo e sono venuti bene), il risparmio energetico globale aumenterebbe sensibilmente. Quello personale, invece, si stima che possa ammontare a qualche decina di euro all’anno (niente di importante, ma questo lo si può immaginare anche senza fare calcoli precisi).
Forse, e sottolineo forse perché è solo una mia ipotesi, Parisi non si è soffermato a fare calcoli precisi e ha pensato che, indipendentemente da quanto sia il risparmio energetico, se si può ottenere lo stesso risultato consumando meno energia, perché non farlo? Non dimentichiamoci, poi, che non ha scritto un articolo destinato alla prima pagina di un quotidiano nazionale, ma ha visto su Facebook un post che gli è piaciuto e l’ha semplicemente condiviso sulla sua pagina personale, seguita da poco meno di 14.000 persone (ovvero lo 0,05% di coloro che seguono la Ferragni).
Colgo, infine, l’occasione per ribadire che l’articolo non aveva la finalità di convincere qualcuno a cuocere la pasta alla Parisi, bensì a criticare chi, in generale, si tuffa in commenti di pancia senza riflettere… ti ringrazio, quindi, per avere commentato in modo critico, pacato e fornendo i dati sui quali hai basato la tua riflessione.
@Alessandro.
Purtroppo l'elettricità non è una fonte energetica diretta come il gas per es. Perchè per fare l'elettricità occorre bruciare qualcosa per generare calore che evapora l'acqua, che muove la turbina, che gira l'alternatore che ... al mercato mio padre comprò.
Tutto ciò ha un rendimento che alla fine, a casa, si attesta intorno al 30/40% .
Quindi tanto vale usare direttamente il gas per scaldare l'acqua, dato che per farlo con l'elettricità più della metà del calore va comunque disperso nell'ambiente all'origine! Secondo me.