17/12/22

Il principio di Fermi e Zio Paperone *

Articolo pubblicato il 18/3/2021

Un articolo che vuole essere un ulteriore ricordo di uno dei più grandi "fumettisti", se non il più grande per l'abilità grafica, la fantasia e l'ironia dei suoi racconti. Sto parlando del grande Carl Barks, disegnatore fondamentale delle storie di Zio Paperone e Paperino. Storie che spesso nascondono molte verità e che hanno caratterizzato la figura di Zio Paperone, portandola all'altezza di certi personaggi del grande (ma ormai dimenticato) Carlo Goldoni.

Zio Paperone sembra avido, ma è un burbero dal cuore d'oro, capace di gesti altruistici e commoventi. Al di là della grandezza di scrittore, disegnatore e sceneggiatore di piccoli grandi capolavori, Carl Barks ha avuto grande fama presso gli studiosi di asteroidi. A questo riguardo voglio rammentarvi l'articolo scritto da Paolo Farinella e dal sottoscritto, nel lontano 1985, dedicato proprio alle visioni di Carl Barks che sono state confermate scientificamente dopo più di 20 anni. Era stato pubblicato su una rivista divulgativa, ma grazie a Daniela è stato riprodotto in questo Circolo. Il suo titolo era : Paperino e gli asteroidi.

Non solo Carl Barks aveva previsto l'esistenza degli asteroidi doppi, ma aveva addirittura previsto la formazione dei "piles of rubble", ossia asteroidi ricomposti dopo un urto catastrofico, in cui i frammenti sono tenuti assieme dall'autogravitazione. Veramente storica è la vignetta con Paperino che vuole "testare" la consistenza di un piccolo asteroide e che non merita nessun commento ulteriore: fantastico!

La storia è del 1960, quando gli asteroidi erano solo considerati punti fisicamente insignificanti, utili solo per le simulazioni di meccanica celeste.

Ieri sera leggevo una news abbastanza "sconvolgente", in cui Alan Stern propone una visione, sicuramente azzardata e un po' provocatoria, sui mondi planetari contenenti oceani sotterranei. Una visione che noi abbiamo già condiviso in parecchi articoli. Ricordiamo che l'amico Alan è la vera anima scientifica di New Horizons, che ha lottato duramente per mantenere grande credibilità su una missione verso Plutone, dopo che era stato declassato a pianeta nano, uno dei tantissimi... Alla fine ha avuto ragione, dimostrando che anche un pianeta nano può avere un interesse eccezionale per ampliare sempre di più le conoscenze sulla formazione ed evoluzione della nostra famiglia planetaria. Tra le varie cose, ricordiamo che molto probabilmente anche Plutone, come Encelado, Titano ed Europa (e non è detto che siano gli unici) nascondono sotto la loro crosta, generalmente ghiacciata, un oceano tiepido che sicuramente contiene le molecole base per la vita biologica.

Normalmente, si parla sempre di vita primordiale, di cellule singole o poco di più, ma... ecco intervenire Stern in modo sicuramente esplosivo (ma tipico di uno scienziato di grande professionalità e grande humor). Le sue considerazioni sono semplici nella loro enormità.

Cosa deve sopportare una vita che si stia sviluppando su un oceano esterno, come sulla Terra? Di tutto e di più: asteroidi e comete che piovono continuamente sulla testa, episodi estremi di variabilità nel clima a causa sia del Sole che delle risposte della propria atmosfera. Non parliamo poi dei raggi cosmici, dei momenti di stanchezza o di iperattività della stella, magari anche gli effetti di una supernova che esplode relativamente vicina. Una vita veramente difficile e irta di ostacoli (qualcuno potrebbe dire che è proprio tra le difficoltà che si che escono i "duri"), pensiamo, invece, alla tranquillità di un oceano sottomarino, in cui l'energia è fornita dal calore del nucleo e in cui la vita può evolversi con tutta calma e senza fenomeni violenti. Perché non pensare che proprio in questi oceani, così frequenti nel nostro Sistema Solare e chissà in quanti altri sistemi extrasolari, vi siano state le migliori condizioni per far nascere ed evolvere la vita?

Oltretutto, pensiamo anche che un pianeta con acqua in superficie deve stare a una certa determinata distanza dalla sua stella e la stella deve anche essere non troppo iraconda. Mantenere un oceano tiepido è invece meno restrittivo, e  potrebbe esserci sia alla distanza di Giove (Europa) che nei pressi di Nettuno (Plutone). A questo punto perché non dare una chiara risposta al paradosso di Fermi. Malgrado tanti pianeti abitabili perché non abbiamo ancora intercettato nessuno? Banale, perché noi siamo veramente un caso eccezionale, ma non perché siamo stati favoriti dalla sorte, ma perché la norma per la formazione della vita potrebbe essere negli oceani sotterranei.

Un'ipotesi in cui si cela sicuramente una vena ironica, ma chissà mai...

A questo punto voglio spiegarvi il perché dell'inizio fumettistico e del ricordo caloroso di Carl Barks.

Nel 1956 egli scrisse una storia, memorabile per i suoi appassionati, come il sottoscritto, che tradotta in italiano suona: Zio paperone e i terremotari. Un minimo di trama e qualche vignetta più indicativa (ne vale la pena).

Zio paperone è preoccupato per piccoli terremoti che scuotono la città di Paperopoli, dove si trova il suo immenso deposito di dollari (tutto in monetine, ovviamente). Ha una grande paura che una scossa un po' più forte possa danneggiarlo seriamente. Su consiglio di Paperino, decide di recarsi nel sottosuolo. Dopo un gira e rigira in enormi caverne sotterranee ecco che a Zio Paperone appare una strana pietra tondeggiante, munita però... di cravatta (memorabile la vignetta che allego).

Non è una pietra, ma uno degli abitanti del sottosuolo, appartenente al gruppo dei Fermini, ossia adibiti a mettersi sotto qualche grande strato roccioso e sollevarlo con violenza. In altre parole loro sono soliti (e si divertono un sacco) a sollevare la crosta superiore causando le scosse sussultorie.

Con una cravattina diversa sono invece i Terrini, che hanno il compito di rotolare dai crinali più o meno inclinati per sbattere contro i pilastri che tengono ferma la crosta superiore. In altre parole, danno luogo alle scosse ondulatorie.

Il guaio è che, ogni certo numero di anni, Terrini e Fermini si sfidano in  una grande manifestazione sportiva (vere e proprie Olimpiadi sotterranee) e il gruppo vincitore tiene per sé un trofeo fantastico, un vecchio vaso caduto nelle profondità da chissà dove e quando. Proprio quell'anno la competizione si svolgerà proprio sotto Paperopoli! I Fermini inoltre sono abbastanza arrabbiati, perché durante le prove eseguite dai più giovani, la radio di superficie ha annunciato solo "lievi" scosse. Gliela faranno vedere loro, accidenti!

Zio paperone, Paperino e i nipotini scappano, portando con sé il trofeo, cercando così di eliminare lo scopo della competizione. Terrini e Fermini si scatenano lo stesso fino a far crollare case, ponti e creare una crepa nel deposito di Zio Paperone, attraverso cui tutte le monetine finiscono nel territorio dei terremotari. Una catastrofe?

No, dato che questi strani personaggi non sono assolutamente interessati a quelle monete così numerose e inutili e le rispediscono al mittente. Come nuovo trofeo scelgono il cappello a cilindro di Zio Paperone, perso nella fuga. Dopodiché chiudono ermeticamente la galleria e decidono di non  avere più contatti con quella strana razza di superficie.

 

Tutto è bene quel che finisce bene, con la solita morale, anch'essa un po' sotterranea...

Insomma, la visione di Barks, con oceano o senza oceano, darebbe ragione a Stern. Visti i precedenti con gli asteroidi tipo mucchio di sassi (piles of rubble) starei bene attento a riderci troppo sopra... Vuoi che il grande disegnatore abbia ragione ancora una volta?

Per dovere, bisogna anche ricordare il "Viaggio al centro della Terra di Verne" e, nel mio piccolissimo, "Il Nucleo"...

Un consiglio per la prossima missione su Europa: non mettetevi a pescare nell'oceano sotterraneo del satellite di Giove... chissà cosa potreste trovare all'altro capo della lenza...

Articolo originale QUI

P.S.: Qualcuno, che non mi conosce ancora molto bene, potrebbe anche storcere un po' il naso nel vedere uno "scienziato" come me unire l'utile al dilettevole. In altre parole, mischiare il sacro (la Scienza) con il profano (fumetti e cose simili). Beh... io l'ho spesso fatto nella mia vita professionale, come si può vedere nella pagina che inserisco, relativa all'articolo pubblicato a seguito di un Congresso Internazionale tenutosi a Kyoto nel 1991. Proprio in tale occasione e proprio a seguito di quella "vignetta", diventai grande amico di Fred Whipple (il padre delle comete... e dico poco!) che ne fu entusiasta. Chi ha mai detto che la vera Scienza non possa andare a braccetto con l'ironia?

APPENDICE PAPALLICOLA

Ad insaputa del boss, pubblico le prove della sua amicizia col mitico Fred Whipple, trafugate a casa sua un po' di tempo fa... :-P  :mrgreen:

 

Voci di corridoio moooolto attendibili sostengono che la foto in basso a sinistra sia stata scattata in occasione del grande Simposio dell'Unione Astronomica Internazionale (Asteroids, Comets and Meteors), tenutosi a Belgirate, sul Lago Maggiore, nel 1993... guardate un po' chi era il "chairman" di quel Simposio...

 

Fonte: ex stanza degli ospiti della Cascina Zappalà

1 commento

  1. BRUNO ENRICO MANCINI

    Simpatico articolo... L'HO APPREZZATO così tanto che lo pubblico nel  mio blog "Amici cui piace EUROINGEGNERIA-MANCINI & PARTNERS"

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