Categorie: Pianeti Sistema Solare Strumenti e missioni
Tags: anelli di Giove Giove Webb
Scritto da: Guido Ghezzi
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LE NUOVE VESTI DI GIOVE *
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio Giove e i suoi tesori
Talvolta è sufficiente un nuovo punto di vista, un’inedita prospettiva o un angolo di luce differente e un oggetto dalle sembianze familiari ci offre un inconsueto aspetto di sé, qualcosa che rinnova l’interesse ai nostri occhi e, subito appresso, stimola la nostra mente famelica.
Se ci affranchiamo dalla speculazione scientifica e ci fermiamo alla superficie formata dal reticolo delle sensazioni più immediate persino un pianeta consumato protagonista come Giove può esercitare ancora inalterato fascino, basta guardarlo attraverso nuove lenti.
Ed ecco che il James Webb Telescope ci regala un nuovo volto del gigante gassoso, una visione che rapisce per la finissima bellezza dei dettagli, legati tra loro in straniante armonia (foto 1):
L’immagine è il risultato della sovrapposizione di 3 fotografie scattate in successione da NIRCam, ciascuna applicando un filtro differente tra i 26 a disposizione di NIRCam. In particolare sono stati usati i filtri
F360M, banda passante 3,426-3,814 μm, specifico per nane brune e pianeti;
F212N, banda passante 2,109 – 2,134 μm, specifico per l’idrogeno biatomico;
F150W, banda passante 1,331 – 1,668 μm, di utilizzo generale.
A causa della rapidità del moto di rotazione di Giove (12 580 m/s è il valore della velocità lineare all’equatore, circa 27 volte la velocità lineare equatoriale della Terra) la sovrapposizione delle 3 fotografie per ottenere una sola immagine ha richiesto un’attenta elaborazione digitale per compensare il disallineamento dovuto alla non contemporaneità dei 3 scatti. Poiché i filtri lavorano su lunghezze d’onda appartenenti al dominio dell’infrarosso (la specialità del JWST), invisibili per l’occhio umano, l’informazione è stata riprodotta su lunghezze d’onda nel dominio del visibile permettendo di visualizzare un Giove un po’ diverso dal solito gigante con l’occhio scarlatto, nell’immagine divenuto bianco per l’alto tasso di riflessione della luce ricevuta dal Sole.
Ma Giove ha un complesso sistema di corpi celesti attorno a sé, e JWST ne ha immortalato una parte allargando il campo (foto 2):
L’immagine è straordinaria ed è esemplificativa delle potenzialità del JWST. In essa sono visibili, oltre a Giove con le aurore polari e l’infinito frastaglio dell’atmosfera, due dei satelliti più interni (Amaltea e Adrastea) e i tenui anelli, oggetti milioni di volte meno luminosi del pianeta.
Ma non basta, ingrandendo l’immagine si scopre che JWST è riuscito a cogliere nel medesimo scatto anche alcune galassie sullo sfondo, oggetti ancora più deboli degli stessi anelli (foto 3, ingrandimenti 3a e 3b):
3 commenti
Sì ha idea quanto distino queste galassie? Sì può parlare di infraredshift?
Non saprei dire che galassie siano e quanto distino, sono capitate nel campo largo di NIRCam casualmente. Per lo spostamento della lunghezza d'onda direi che l'effetto non è limitato al campo del visibile e quindi dovrebbe esserci anche nel campo dell'infrarosso, ma lascio la parola ad Enzo....
caro Albertone,
si chiama redshift ma va oltre il rosso... pensa soltanto al rumore cosmico di fondo... si è spostato nelle microonde. Il Webb però arriva solo nell'infrarosso e perciò può vedere galassie lontane ma che ancora siano visibili nell'infrarosso.