Categorie: Sistemi extrasolari
Tags: collisione tra pianeti nube di detriti oscuramento stella
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Anche i giganti si scontrano *
Se vi sembra impossibile che un pianeta come la Terra e uno come Marte si siano scontrati per dare origine alla Luna, leggete con attenzione quanto è successo a 1800 anni luce di distanza.
Sappiamo molto bene che le collisioni mutue tra asteroidi e tra questi e i pianeti sono eventi all'ordine del giorno. Oggi un po' meno di una volta, quando il Sistema Solare era pieno zeppo di "mattoni" vaganti, ma comunque le collisioni sono ancora relativamente frequenti. Ve lo posso dire con sicurezza, dato che ho studiato per una "vita" l'evoluzione collisionale degli asteroidi, la formazione di famiglie, l'origine delle meteoriti che colpiscono la Terra. Sul fatto che questi piccoli oggetti si divertano anche a colpire pianeti molto più grandi, dovremmo chiedere ai dinosauri che conoscono molto bene ciò che può capitare...
Sappiamo anche molto bene che la stessa cosa potrebbe essere capitata a un pianeta come la Terra e a un gemello di Marte. Anche se solo un'ipotesi, l'origine della Luna, un satellite così grande e così utile per la vita biologica terrestre, sembrerebbe proprio essere dovuta a una collisione di tale enorme portata.
La faccenda non convince tutti e la sfortuna (o fortuna per noi) di un impatto di queste dimensioni sembrerebbe quasi irrealistica. Sarebbe bello poter vedere qualcosa del genere anche attorno ad altre stelle.
Ed ecco che siamo stati accontentati!
A 1800 anni luce dalla Terra, una stella simile al Sole, ma molto più giovane (solo poche centinaia di milioni di anni), mostrò qualche anno fa un forte aumento di luminosità nell'infrarosso e si valutarono varie ipotesi senza trovarne una ragione del tutto plausibile. Circa tre anni dopo, la stella si mette di nuovo in mostra esibendo un comportamento del tutto opposto: una forte diminuzione di luminosità nel visibile. La cosa diventava sempre più interessante...
Anche con l'aiuto delle osservazioni di un amatore americano, i due eventi sono state analizzati meglio cercando di collegarli in qualche modo. La soluzione ha lasciato tutti esterrefatti. La temperatura registrata e altre peculiarità, sembrano non lasciare dubbi: la collisione, prima, e l'allargamento della nube di detriti poi, sembra proprio la soluzione all'enigma. L'eccezionalità sta però nelle dimensioni dei pianeti coinvolti: due oggetti delle dimensioni di Nettuno. Un vero scontro di giganti!
L'ipotesi spiega molto bene la luminosità nell'infrarosso al momento dell'urto, con la formazione di una nube di detriti molto calda, e altrettanto bene l'abbassamento di luce nel visibile, tre anni dopo, quando la nube si è sistemata sull'orbita dei due pianeti mascherando la luminosità della stella.
Non resta che seguire con grande attenzione lo sviluppo della situazione, facendo scendere in campo i più grandi telescopi terrestri e il "novello" Webb, capace di visualizzare in dettaglio la distribuzione dei detriti.
Di seguito un bel filmato che racconta tutta la storia con maggiore accuratezza.
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