Imitazione
Non era facile la vita nell’ospedale psichiatrico di Clear Water. Era sicuramente una struttura modernissima, dotata di tutte le migliori attrezzature e con un personale estremamente qualificato. Tuttavia, i pazienti erano veramente dei casi limite ed era difficile riuscire a fronteggiarne tutte le esigenze e bloccare sul nascere situazioni che avrebbero potuto degenerare anche in tragedie. La parola d’ordine era assecondare e non reprimere, ma spesso era molto difficile seguire questa regola, semplice in teoria ma quasi impossibile in pratica.
Il dottor Simonsen ne sapeva qualcosa. Fino a che si trovava a tu per tu con presidenti americani, napoleoni, condottieri romani o capi indiani, tutto era abbastanza semplice. A volte faceva la parte dell’umile sottoposto e con grande abilità dialettica e servilismo riusciva a condizionare il paziente fino ad imporgli il farmaco, convincendolo che era stata proprio lui a decidere. A volte, invece, era Simonsen ad assumere una posizione di comando e faceva leva sull’attaccamento alla bandiera o sulla disciplina militare.
Molto più difficile era discutere con “colleghi” come Freud o Jung. Spesso proprio il dottore si trovava ad essere analizzato e doveva con estrema cautela ed attenzione dirigere il malato verso la sua linea di azione. Non era facile, perché a volte le idee dei pazzi non erano così pazze e avrebbero forse convinto delle normali persone un po’ sprovvedute. Si ricordava ancora benissimo quella volta che il paziente era riuscito con una lucida e rigorosa logica a convincere un infermiere, da poco assunto, che doveva lasciarlo libero immediatamente per scongiurare il suicidio del capo reparto. Meno male che era intervenuto in tempo. Ma aveva dovuto ammettere che l’abilità dialettica del matto era stata ben superiore a quella di tanti suoi “veri” colleghi.
I problemi più grossi derivavano comunque dai pazienti potenzialmente pericolosi per se stessi e per gli altri. In realtà in quell’istituto estremamente specializzato non esistevano rischi di omicidi o suicidi “brutali”, perché per definizione non venivano ricoverati malati violenti o a rischio di crisi improvvise. No, lì tutto era molto più subdolo e raffinato.
Si ricordava benissimo quanto era stato difficile convincere il signor Percy che anche durante il sonno il suo cuore avrebbe continuato a battere. Niente, non voleva prendere sonno per il terrore di soccombere immediatamente. Simonsen aveva dovuto scovare un contorto sotterfugio che facesse leva sul carattere prepotente ed egocentrico di Percy. L’aveva convinto che un uomo con il cervello complesso come il suo poteva benissimo regolare consciamente il battito del cuore sfruttando una piccola parte della massa cerebrale, mentre l’altra si riposava. E aveva anche dovuto inventarsi formule e schemi che sembrassero realistici.
Si, all’istituto di Clear Water vi erano solo casi veramente eccezionali e complicati. Pochi mesi prima, ad esempio, vi era stato l’episodio del signor Stenton. Sembrava perfettamente normale e riusciva a chiacchierare ore e ore con lucidità estrema. Anzi, esprimeva idee e concetti profondamente razionali e più che condivisibili. A volte era perfino trascinante e ci si dimenticava di essere di fronte ad un malato di mente. Fin troppo trascinante! Come quella volta che aveva convinto il remissivo ed anonimo vicino di camera, il povero signor Tern, a cambiare aspetto e carattere tornando allo stato molecolare primordiale attraverso il gigantesco tritacarne della cucina. Li avevano fermati con la testa di Tern ormai nel vano di ingresso dell’enorme diabolico meccanismo. Il fatto è che Stenton credeva seriamente nell’esperimento e non aveva nessuna intenzione di fare del male al suo amico.
Poi vi era stato il caso Malonsky. Lui era convinto di potersi sdoppiare e di essere composto da due entità differenti. Il problema stava nel fatto che era riuscito ad affinare una capacità di ventriloquio eccezionale. Molte volte gli stessi infermieri e qualche medico erano usciti sul balcone o entrati nel bagno per cercare la seconda persona. Fortunatamente la pazzia di Malonsky si fermava lì e non aveva mai sfruttato la sua abilità per fuggire. Spesso però lo si sentiva discutere a lungo con se stesso, anche ad alta voce. Una volta era stato fermato mentre si stava schiaffeggiando sonoramente.
Sicuramente si sarebbero potuti scrivere libri e libri su Clear Water ed il dottor Simonsen ogni tanto ci pensava seriamente. Ma il lavoro gli portava via tutto il tempo a disposizione e doveva rimanere sempre all’erta per fronteggiare qualche imprevisto numero di “geniale” pazzia. Guai ad abbassare la guardia. Era meglio soprassedere.
Proprio un giorno, in cui l’idea del libro gli era tornata in mente, accadde un episodio gravissimo. Il tranquillo, mite e silenzioso signor Ikar decise improvvisamente che sapeva volare. Dato il suo carattere del tutto inoffensivo non si era mai pensato di chiuderlo nella stanza (si cercava sempre di evitare misure restrittive, per quanto possibile) e la finestra era solo accostata. L’infermiere di turno, passando davanti alla porta spalancata, fu quasi affascinato dalla figura di Ikar, in piedi sul cornicione esterno, completamente fasciato dalla sua leggera vestaglia bianca che le braccia distese facevano sembrare quasi delle vere ali. Meno male che da giovane era stato un discreto saltatore il lungo. Superò se stesso e riuscì a placcare il paziente un attimo prima che si lanciasse dal quarto piano. Arrivò subito Simonsen e trovò una persona niente affatto sconvolta o frastornata. Diceva solo che era tanto tempo che ci pensava e che ormai era sicuro di averne le capacità. Era convinto di avere un piccolo motore ad elica all’altezza del coccige.
Dopo cinque ore di estenuante colloquio il dottore riuscì a convincerlo che doveva aspettare ancora qualche anno, in attesa che l’elica raggiungesse le dimensioni adatte. Dovette anche falsificare una radiografia, mostrandogli l’apparato ancora in fase troppo embrionale per essere utilizzabile, e condendo il tutto con approfondite spiegazioni scientifiche. Bastava solo avere ancora un po’ di pazienza. Sarebbe stato Simonsen stesso ad avvertirlo quando le condizioni ottimali sarebbero state raggiunte. Che fatica! Sembrava però che ci fosse riuscito. Ordinò comunque agli infermieri di chiudere ermeticamente la finestra e la porta. Meglio non rischiare.
Oramai era notte fonda ed il dottore, veramente stanco, decise che era ora di tornare a casa per un meritato, anche se corto, riposo. Uscì sulla terrazza, tirò un lungo respiro nella fresca aria notturna, e poi si alzò tranquillamente in volo dirigendosi verso la sua villetta di periferia. Bloccò per qualche minuto il battito del cuore, lasciando questo compito al suo doppione che gli volava accanto sotto forma di nube molecolare creatasi con il passaggio nel tritacarne.
Si lavorava in modo pazzesco, ma quante cose si imparavano in quello splendido istituto!
4 commenti
Se non fosse che la temperatura è scesa, verrebbe voglia di provare a fare un voletto.
Con questo commento vorrei inaugurare una piccola follia: segnalarvi ogni tanto un brano di musica che mi è particolarmente piaciuto.
Questa volta è la nona variazione - adagio- di Nimrod (Enigma variations) di Elgar
Ci sono in rete esecuzioni di orchestre celebri (London Sinphony, Vienna Philarmonic, BBC) e direttori dai nomi prestigiosi, ma ho scelto questi studenti del St. Olaf College, Minnesota, che hanno dato un senso alla loro interpretazione. Buon ascolto.
https://www.youtube.com/watch?v=xj8QU_vuK9Y
La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare. (Leibniz)
Aggiungo questo link alla esecuzione di un'altra orchestra di giovani, quella della Boston Philarmonic Youth Orchestra, da sentire.
https://www.youtube.com/watch?v=EbpsrSa6nlY
Appezzo i tuoi off topic musicali, ma ti consiglio di ascoltare anche la musica di sottofondo deell'ospedale psichiatrico: roba da urlo!!!
Ho sentito dire che è sensazionale. Addirittura ... pazzesca
Però preferirei sentirla da fuori, se possibile.