Categorie: Comunicazioni Storia della Scienza Strumenti e missioni
Tags: orbite eterocline trasferimento orbitale
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Cambiare orbita senza spendere troppo *
Questo breve articolo vuole proporre un mio ricordo che risale a tanti anni fa (forse fine anni '80 del secolo scorso). I particolari mi sono sfuggiti, ma la base del discorso mi è ancora abbastanza chiara.
Stavo lavorando con l'ex Alenia Spazio per proporre una missione italiana all'asteroide Eros, qualcosa che anticipava praticamente la missione NEAR della NASA. Una collaborazione tutta italiana aveva delineato un quadro completo sulla sua fattibilità, a costi relativamente bassi. L'ESA aveva approvato uno studio approfondito e tutto sembrava andare per il verso giusto. L'Agenzia Spaziale Italiana, però, aveva già promesso certi fondi a progetti proposti da colleghi che avevano le giuste conoscenze. Conclusione, la missione non venne mai realizzata e non rimase altro che assistere alla missione NEAR che era praticamente un duplicato della nostra. Quando, dopo NEAR, tornai su quello "strano" rifiuto, mi fu detto che l'Italia non era ancora pronta... Assolutamente falso, ma così vanno le cose.
In quel periodo feci conoscenza con un meccanico celeste, poco conosciuto, purtroppo, che stava proponendo un metodo a dir poco geniale per trasferirsi da Terra a Marte. In parole molto semplici e solo qualitative, esisteva la possibilità di inserire una sonda da un'orbita terrestre a un'orbita marziana in condizioni in cui la velocità relativa per passare da una all'altra era praticamente zero. Bastava, cioè, solo una piccola spinta. Il punto critico era eseguire il passaggio quando le due energie orbitali erano praticamente coincidenti.
Non mi ricordo nemmeno il nome (forse un certo "Bruno" di origine italiana, trasferito negli USA), ma imparai a conoscerlo andando a cena assieme un paio di volte. Sicuramente non aveva agganci "importanti" e la sua proposta fu rifiutata e quasi derisa.
Oggi leggo un articolo che mi ha rispolverato la memoria: è stato trovato il modo di passare da un'orbita attorno a un satellite ad un'orbita attorno a un altro satellite di un dato pianeta, proprio attraverso le condizioni che mi aveva esposto quel certo "Bruno". Ovviamente, oggi si è fatto ricorso all'Intelligenza Artificiale, ma il risultato è lo stesso di quello proposto da una singola intelligenza umana. Un'intelligenza senza agganci e forse un po' imbarazzante per i poteri forti della meccanica celeste di quegli anni. Insomma, la storia continua a ripetersi e tutto ciò mi crea un senso di profonda amarezza...
Comunque l'articolo così "innovativo" lo trovate QUI.
QUI l'approfondimento sul trasferimento orbitale
2 commenti
Nello studio parlano di heteroclinic connections e tu nel tag hai tradotto connessioni eterocliniche. Curioso di sapere da dove possa derivare questo termine quasi medico, ho trovato in Wikipedia le voci orbite eterocline e orbite omocline. Non sono peró all'altezza di capire se si tratti della stessa roba. Se vuoi glielo chiedo ad AI :-)
Sono io che tradotto brutalmente... leggi eterocline...