30/06/24

Ci vuole un genio non l'IA **

Le osservazioni eccezionali di Webb si moltiplicano, ma esse, piuttosto che risolvere, complicano la descrizione delle prime fasi dell'Universo, durante la fase di reionizzazione, ossia durante la nebbia successiva all'emissione del rumore cosmico di fondo.

Il vero problema, attorno a cui si dibatte da anni, è che le prime stelle e galassie sembrano aver fatto troppo in fretta a raggiungere fasi di avanzata costruzione. Analoga situazione per i buchi neri supermassicci che hanno raggiunto masse incredibili in tempi troppo limitati, andando contro un loro accrescimento "normale".

Si legge, spesso, che si è sempre più vicini alla soluzione del mistero (che -forse- tale non è), ma, in realtà, la faccenda rimane inspiegabile se si vuole far sopravvivere le teorie correnti. Parliamoci chiaro: "Non è necessaria l'IA che, al limite, aumenterebbe i dati che vanno controcorrente (ricordiamoci che, in fondo, essa non è altro che un fantastico "archivio" di dati), ma una mente capace di trasformare eventi peculiari in una visione creativa e nuova della realtà. Qualcosa di simile a quanto fatto da Einstein riguardo alla forza gravitazionale. Una grande mente, un grande coraggio e una grande fantasia.

Purtroppo, menti all'altezza dei dati di Webb non ne esistono e la strada migliore non è certo solo quella legata a una tecnologia virtuale sempre meno gestibile.

Non ci rimane che fare esempi che corroborano questa grave lacuna di comprensione, scartando le solite frasi che ci dicono che siamo sempre più vicini alla soluzione. No, non è vero, non ci avviciniamo per niente, anzi...

Il primo caso riguarda un fortunato evento di lente gravitazionale. Webb riesce a spingersi veramente indietro nel tempo, ma deve essere aiutato da un po' di fortuna. Ed ecco che una galassia veramente primordiale, risalente a poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang, ha visto la sua immagine deformarsi e giungere a noi non solo evitando di rimanere nascosta dietro qualche oggetto più vicino, ma, soprattutto, ingrandita. Sono visibili nettamente 5 "grumi" concentrati che altro non sono che ammassi stellari in procinto di diventare ammassi globulari. Una visione eccezionale che, però, ci dice che nel momento in cui ci si aspetterebbe la nascita di una galassia primigenia, si erano già formati ammassi stellari.

A sinistra, l'immagine della galassia deformata dalla lente gravitazionale. I cinque pre-ammassi globulari appaiono due volte e sono segnati con delle lettere. A destra l'immagine riportata alle condizioni reali attraverso un processo "inverso". Fonte: ESA/Webb, NASA & CSA, L. Bradley (STScI), A. Adamo (Stockholm University) in collaborazione con  Cosmic Spring.

A sinistra, l'immagine della galassia deformata dalla lente gravitazionale. I cinque pre-ammassi globulari appaiono due volte e sono segnati con delle lettere. A destra l'immagine riportata alle condizioni reali attraverso un processo "inverso". Fonte: ESA/Webb, NASA & CSA, L. Bradley (STScI), A. Adamo (Stockholm University) in collaborazione con  Cosmic Spring.

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Ancora più "spiazzante" è la scoperta di tre galassie primigenie, relative a una fase intorno  a meno di un miliardo di anni, che presentano una popolazione stellare sicuramente nata parecchie centinaia di milioni di anni prima. Senza menzionare l'esistenza al loro centro di buchi neri di dimensioni impressionanti, dalle 100 alle 1000 volte quelli che potrebbero avere oggi. Ma le intere galassie sono decisamente anomale... Esse contengono miliardi se non trilioni di stelle concentrate in un volume che è mille volte più piccolo di quello occupato dalla Via Lattea. In parole povere, due stelle di quelle galassie avrebbero una distanza media comprabile a quella del Sistema Solare. La nostra Terra non sarebbe a 26 000 anni luce dal buco nero centrale, ma solo a 26 anni luce. Mamma mia, che densità!

Le tre "misteriose" galassie: una Via Lattea concentrata in un volume 1000 volte minore. Fonte: Penn State University.

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No, troppe cose non vanno e non è certo sufficiente la materia oscura per spiegarle (anzi...). O i dati sono male interpretati, oppure bisogna convincersi che le nostre attuali teorie fanno acqua da tutti i pori. Sembrerebbe che la tecnologia sia tale da fornirci dati incomprensibili. O, forse, basterebbe avere ancora una VERA mente pensante, capace di gestire i risultati di una tecnologia che sembra essere andata oltre alle nostre capacità mentali.  Galileo, Newton, Einstein, Heisenberg... dove siete!?

 

3 commenti

  1. Alexander

    ciao Enzo ma te che ti sei occupato per una vita di problemi di carattere matematico fisico e cosmologico che idea ti sei fatto?
    Io non ho competenze ma considerando tutte le problematiche che ci sono a livello cosmologico (curva rotazione galassie e ammassi di galassie, espansione accelerata, singolarità) mi verrebbe abbastanza naturale pensare che non sia un problema di singoli meccanismi particolarmente rari e ancora non compresi bensì una mancanza di vera comprensione delle legge fisiche che regolano l'universo (non a caso manca anche una teoria di gravità quantistica che possa unire la concezione dello spazio tempo einstaniana con la meccanica quantistica).
    A naso mi verrebbe più facile pensare che vada rivisto il modello standard sulla base della gravità quantistica e sugli effetti del vuoto nella geometria dello spazio tempo (mi è parso di capire che ci sono nuove ipotesi interessanti chiamate di vuoto attrattivo in cui si ipotizza che
    la presenza di zone a bassissima densità accanto a zone di maggiore densità possano provocare una deformazione locale dello spazio tempo assimilabile a quella che si creerebbe in caso di presenza di massa).
    Forse è grazie a questi meccanismi che stelle, galassie e buchi neri centrali si sono formati prima del previsto...

  2. detto in parole molto semplici, caro Alexander, io penso che sia da rivedere il modello standard, così come prima o poi bisognerà risolvere il problema di unire in un sola teoria gravità e MQ (le due cose possono essere una sola... chissà). Facile a dirsi, ma non a farsi. Ci sono troppe idee preconcette che bisognerebbe riuscire a superare. Ma ci vuole intelligenza creativa e molto coraggio. Temo che si dovrà aspettare parecchio... anche perché le menti più estroverse e creative rimangono appiattite in un sistema che premia la fretta e la visibilità tutta e subito. Senza parlare del problema dei fondi che seguono indirizzi dettati da interessi spesso poco scientifici. I dati saranno sempre migliori, ma non bastano i dati... bisogna saperli interpretare.

  3. Massim Delpa

    Chissà, magari dico una banalità, ma forse all'inizio c'era così "poco" spaziotempo che tutte le cose avvenivano velocemente, almeno rispetto a come le vediamo noi spalmate su scala maggiore.

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