Categorie: Matematica Storia della Scienza
Tags: ellisse macchina leonardesca teorema di Pitagora
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Le ellissi di Leonardo da Vinci **
Sappiamo bene come costruire un'ellisse con uno spago, due chiodi e una matita. E lo sapevano sicuramente anche nell'antichità, così come Leonardo da Vinci. Lui, però, amante delle "macchine", ha utilizzato metodi alternativi, tra cui uno estremamente interessante e a dir poco geniale. Non sappiamo come il grande Leonardo abbia dimostrato la validità del metodo, ma noi possiamo, oggi, dimostrarlo con un minimo di calcolo.
La Fig. 1 mostra uno schema della macchina leonardesca disegnato da me medesimo e, quindi, decisamente rozzo, ma, spero, comprensibile: Leonardo aveva fatto decisamente di meglio!
Consideriamo un squadra rigida, magari costruita in legno. All'estremità destra della parte verticale e a quella superiore della parte orizzontale inseriamo due guide che permettano lo scorrimento. Cosa vogliamo far scorrere? Presto detto: un'asta azzurra lunga quanto uno dei due bracci della squadra. L'estremità A dell'asta scorre in senso verticale, mentre l'altra estremità B scorre in senso orizzontale, come indicato dalle frecce. Su questa asta indichiamo un punto P tale che AP = a e PB = b, semiassi dell'ellisse che vogliamo costruire. Possiamo fare un foro nel punto P e inserirgli una matita o qualsiasi cosa che lasci un segno ben chiaro.
Partendo dalla posizione verticale dell'asta, la facciamo scorrere fino a che vada a coincidere con la posizione orizzontale. Il punto P descrive proprio un quarto di ellisse con semiassi a e b, come mostra la Fig. 2. Ovviamente, la lunghezza costante dell'asta è sempre data da a + b.
Non ci resta che dimostrare in modo analitico quanto detto a parole.
Dobbiamo ricordare una banale formula che permette di scrivere le coordinate di un punto P interno a un segmento AB, in funzione del rapporto tra AP e BP. Nel nostro caso AP = a e BP = b (Fig. 3).
Deve valere l'uguaglianza:
AP/PB = a/b
Le coordinate di A siano xA e yA, quelle di B siano xB e yB, mentre quelle di P siano x e y. Possiamo scrivere:
(x - xA)/(xB - x) = a/b
e
(y - yA)/(yB - y) = a/b
Da cui si ricava
x = (xB a + xA b)/(a + b)
y = (yB a + yA b)/(a + b) .... (1)
Spostiamo, adesso, l'origine O degli assi nel punto B iniziale (Fig. 4).
In tali condizioni, i punti A e B, dopo uno scorrimento qualsiasi dell'asta, risultano essere:
A(0, yB)
B(xB, 0)
Andiamo a sostituirli nelle relazioni (1)
x = (xB a)/(a + b)
y = (yA b)/(a + b)
ossia
x/a = xB/(a + b)
y/b = yA/(a + b)
Quadriamo le due relazioni e sommiamole
x2/a2 = xB2/(a + b)2
y2/b2 = yA2/(a + b)2
x2/a2 + y2/b2 = (xB2+ yA2)/(a + b)2
Consideriamo il triangolo rettangolo di Fig. 3.
Il cateto verticale ha come lunghezza proprio yA, mentre quello orizzontale ha una lunghezza pari a xB. L'ipotenusa AB si ricava dal teorema di Pitagora:
AB2 = AO2 + OB2 = xB2 + yA2
Ma AB è uguale alla somma di a e b, ossia:
x2/a2 + y2/b2 = (xB2+ yA2)/(a + b)2 = (a + b)2 /(a + b)2
x2/a2 + y2/b2 = 1
Che è proprio l'equazione di un'ellisse con il centro nell'origine degli assi.
c.v.d.