22/09/24

Attenzione ai getti galattici **

Sappiamo quanto siano potenti ed energetici i getti creati dai buchi neri galattici. Essi svolgono un ruolo fondamentale nel permettere la formazione di nuove stelle: spesso la riducono notevolmente, altre volte potrebbero riattivarla. Un fenomeno che sembrerebbe, comunque, confinato nella galassia che ospita il buco nero in piena attività. Questi getti sono proprio quelli che permettono la "visione" dei quasar, ossia delle galassie più antiche dell'Universo, quando esso aveva cominciato la sua evoluzione.

Un po' alla volta, però, ci si accorse che questi getti potevano estendersi per dimensioni veramente enormi. Nel 2007 il record venne raggiunto dalla galassia  CGCG 049-033 che mostrò un getto veramente eccezionale, lungo circa 1.5 milioni di anni luce. Gli effetti di tale fenomeno potevano, perciò, influenzare anche galassie vicine.

Recentemente il grande radiotelescopio olandese a basse frequenza LOFAR stava studiando quella tenue rete di filamenti che collegano tra loro gli ammassi di galassie. Una specie di "rete" che permette la connessione tra gruppi di galassie, facendo sembrare l'intero Universo un qualcosa di simile a un gigantesco sistema neurale, al pari di quello del nostro cervello.  Questi filamenti sembrano un vero e proprio sistema di comunicazione tra gruppi di galassie. A volte sono lunghissimi, fino a 2 miliardi di anni luce.

Studiando proprio questi filamenti sono comparsi centinaia e centinaia di getti galattici estremamente tenui, ma confrontabili in lunghezza con gli stessi filamenti. Le galassie potevano, perciò, influenzarsi direttamente attraverso i loro getti.

In particolare è stato scoperto quello che detiene il record (per adesso, ma probabilmente sarà presto superato) a cui è dato il nome di Porfirio. Esso si estende per ben 23 milioni di anni luce. Non è certo conveniente trovarsi lungo la linea del getto. I suoi effetti sulle stelle della propria galassia sarebbe devastante e ancor di più per i pianeti, che  vedrebbero spazzata via la loro atmosfera e sarebbero investiti da particelle deleterie per la vita. In poche parole verrebbero "sterilizzati" completamente.

La galassia che ospita il buco nero è una piccola macchia al centro dell'immagine. La macchia più estesa, alla sua destra, è un altro "piccolo" sistema di getti. Le dimensioni della nostra galassia sono indicate nell'angolo in basso a sinistra. Fonte: LOFAR Collaboration / Martijn Oei (Caltech)

Viste le dimensioni dei "nuovi" getti e la loro energia, equivalente a quella di migliaia di miliardi di volte quella solare, anche le galassie vicine ne sarebbero profondamente influenzate. Ne segue che moltissimi getti potrebbero giocare un ruolo comparabile a quello dei filamenti, nel definire la struttura a grande scala dell'Universo. Uno scambio di informazione, di materia, di campi magnetici e di chissà che altro ancora...

Tuttavia, anche se queste scoperte giocano un ruolo fondamentale per comprendere i fenomeni formativi ed evolutivi dell'intero Cosmo, pensiamo un po' anche al nostro piccolo pianeta. Il nostro buco nero è tranquillo e non preoccupa, ma pensiamo un attimo alla galassia di Andromeda. Anche lei è tranquilla, ma si trova solo a 2.5 milioni di chilometri di distanza da noi, un "niente" se confrontata con la "gittata" di Porfirio, circa dieci volte maggiore.

Fortunatamente Porfirio si trova a circa 7 miliardi di anni luce e, probabilmente, questi getti sono tipici delle fasi primigenie. Nessuna galassia vorrebbe forse sparare direttamente contro il nostro piccolo pianeta azzurro, ma, malgrado la nostra arroganza, l'Universo ragiona su scale e su numeri ben superiori. Insomma, sarebbe solo un piccolissimo effetto collaterale di nessuna importanza...

Occhio ai getti, quindi... magari ne sta per arrivare uno!

 

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