Categorie: Galassie
Tags: evoluzione galattica galassie primordiali
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:8
Una volta si lavorava di più! *
Il telescopio Magellan ha dato una prova che sembra decisiva. Certe galassie, che sembrano ormai “pensionate” a causa della loro grandezza e del numero (100 miliardi almeno) di stelle rosse (dopo aver tenuto conto del redshift, ovviamente), ossia vecchie e stanche, non sono anziane nei tempi scala dell’Universo, ma appartengono a un periodo estremamente primordiale. La loro età attuale è di circa 12 miliardi di anni, ossia le stiamo vedendo come erano dopo poco meno di due miliardi di anni dalla nascita dell’Universo. Una scoperta da tempo suggerita e finalmente confermata. Le galassie iniziali, le prime dopo il Big Bang, sapevano lavorare e maturare in fretta. Nel giro di un miliardo di anni (o poco più) sono riuscite a formare miliardi di stelle e ad andare praticamente in pensione. Ciò vuole, ovviamente, dire che in quel miliardo di anni hanno sgobbato in modo impressionante, sfornando stelle a un ritmo oggi impensabile.
Dopo l’ultima guerra, l’Italia è riuscita a risollevarsi in tempi brevissimi. Oggi, forse troppo ben abituata, non riesce a crescere di un millimetro. No, non voglio discutere di politica… ci mancherebbe! E’ solo un paragone che la crisi economica mi ha stimolato istintivamente. O, se preferite, si potrebbe anche dire che nell’Universo primitivo si facevano lavorare anche i bambini (un po’ come capita, purtroppo, ancora oggi nel nostro scalcinato mondo odierno).
Resta il fatto che, anche non sapendo se tutte o solo una parte delle galassie più antiche abbiano seguito questa via da stacanovisti, ora ci tocca spiegare come hanno fatto. E questo, con le idee correnti sull’evoluzione galattica, non è un problema da poco.
Articolo originale QUI.
8 commenti
Il lavoro nobilita l'uomo e così nobilitava le galassie, poi l'uomo si è accorto che troppa nobiltà lo invecchiava troppo e...siamo quì , troppa nobiltà....
Forse anche le galassie hanno pensato che invecchiare presto non gli piaceva affatto , l'importante però è che non entrino in crisi anche loro.
Caro Enzo, paragone più che azzeccato, a quell'epoca primordiale vi era un gran bisogno di stelle, la materia prima era disponibile e costava poco... Poi si è scoperta l'inflazione e i prezzi hanno raggiunto le stelle....
cari ragazzi... siete troppo simpatici!!! Insomma, siamo proprio un bel gruppo che affronta la Scienza nel modo giusto, con tanto interesse ma senza mai dimenticare l'ironia...
E' un vero piacere scrivere... anche se solo per poter poi leggere i vostri commenti!!!!
Forse all'epoca c'era tanto gas (idrogeno) libero e disponibile, che ha permesso la nascita di tante stelle in poco tempo. Oggi ne abbiamo di meno e in più siamo in inflazione: la materia tende a "disperdersi", trascinata dall'espanzione dello spazio-tempo, e l'operazione è più difficile, almeno così mi verrebbe da dire.
L'Universo è in fondo un organismo vivente: nasce, cresce, si sviluppa, invecchia e poi morirà (?) e si sa che i bambini apprendono molto più velocemente degli adulti.
Risposta forse un po' troppo banale: "subito dopo" il Big Bang c'era più energia?
Sicuramente le condizioni erano più favorevoli (spazio ristretto, più gas, ecc.), tuttavia i modelli non porterebbero a una frenesia così alta...
Molto interessante e mi viene giusti in mente che non sono solo le Galassie si comportano così... Basta pensare anche solo alla crescita del feto umano, nel primo anno della sua vita.. E' stato calcolato che se noi crescessimo al ritmo con cui cresciamo nel ventre materno alla sola età di 1 anni peseremmo già 40 kg...
http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/co_pa402.htm
è anche interessante notare come ritorni sempre la spirale loaritmica...
ottima considerazione e ottimo anche l'articolo... Che bello condividere e scambiarsi idee e informazioni!