19/05/17

Semiotica relativistica o relatività semiotica: un progetto in preparazione… *

Non spaventatevi delle parole usate. Ciò che si vorrebbe fare è diretto verso il pubblico meno esperto, con la speranza che possa essere trasferito nelle scuole primarie e secondarie. Cent’anni di Relatività e una morte (quella di Umberto Eco) passati sicuramente sottotono  sono insulti alla capacità razionale dell’uomo. Esse hanno dato segnali e informazioni che tutti i bambini dovrebbero fare propri fin da piccoli. Concetti fondamentali per la crescita intellettuale così come il cibo lo è per la crescita corporea.

E’ ora di sfatare leggende troppo comode da proporre ai giovani per renderli il più imbecilli possibile e vere marionette nelle mani dei media e dei poteri “furbi” che gli stanno dietro. Certe nozioni non sono per pochi, ma per tutti: non inganniamoli!

Sono semplici, banali, alla portata di qualsiasi cervello appena appena attivato. Basta saperlo aprire per tempo, come diceva Einstein. Le grandi conquiste del pensiero umano (quello vero), sia di carattere scientifico che di condivisione profonda dell’informazione, sono molto più semplici  del funzionamento di un cellulare di ultima generazione. Tutti lo usano? E, allora, tutti possono capire la loro vera essenza di umili servitori e non di padroni indiscussi della propria vita.

Qualcosa va fatto, ma molto prima di quanto ci vogliono far credere. Se si aspetta l’Università, solo i più volenterosi, preparati, critici e riflessivi prenderanno coscienza del vero significato di rivoluzioni epocali che ci passano vicino lasciandoci del tutto apatici. La scienza e il pensiero come scuola di elite mentale? Sì, bello e facile, soprattutto se poi chi è arrivato alla meta è condannato a non poter restare in una nazione priva di ideali e di volontà.

No, non vogliamo questo! Dobbiamo partire fin dall’inizio per rivestire di una corazza morbida, estendibile, ma estremamente resistente, il cervello dei più giovani, capaci di scegliere e di valutare solo con le proprie capacità ciò che la società corrotta di oggi gli impone con tutti i mezzi. Per la Relatività Ristretta basta sapere il teorema di Pitagora, per la semiologia basta saper leggere alcune celebri favole per bambini. Forza, amici, dateci tutti una mano!!

Soprattutto, non spaventatevi del nome… Semiotica o semiologia (scienze abbastanza simili) non sono altro che quello che fanno i bambini appena cominciano a parlare o a usare un “linguaggio” per poter comunicare con la mamma cercando di farsi capire. Anche solo indicando con un dito che vogliono la pappa. Quello stesso gesto può essere interpretato a seconda del momento e del luogo in cui si trova il bambino: magari desidera un gioco. Uno stesso SEGNO può assumere diversi significati.

In fondo non fa lo stesso l’Universo cercando di comunicare con noi? Manda segnali (probabilmente molto infantili) sperando che noi si sia in grado di recepirli e di giungere al loro significato profondo. L’Universo è come un bambino che usa mezzi semplici per renderci partecipi della sua essenza e delle sue leggi.

Noi facciamo ancora fatica a comprenderli tutti, malgrado la loro semplicità. A volte confondiamo il significato (prendiamo la pappa invece che il gioco). Ma, piano, piano, un giorno forse riusciremo a capire qual è la vera “pappa” o il vero “gioco”.

David Blair, professore di fisica presso la University of Western Australia e direttore dell’Australian International Gravitational Research Centre ha detto una volta: “Einstein First: Changing the paradigm of school physics education by introducing the language of modern physics at an early age (Einstein per primo: cambiare il paradigma dell’insegnamento, introducendo il linguaggio della fisica moderna nelle scuole primarie e secondarie)”.

Forse è un’idea rivoluzionaria e apparentemente inattuabile al giorno d’oggi, dove certe cose si usano e si accettano senza porsi il problema del perché e del come. Malgrado si sappia che l’Universo e le sue leggi sono dominate dalle azioni delle particelle più piccole e che queste vivono a stretto contatto con la Relatività (e la Meccanica Quantistica non è certo da meno) niente si fa per introdurre nei più giovani i concetti base della Scienza del futuro.

I dominatori della materia (e quindi dell’energia) sono due simpatici nanerottoli: il fotone e l’elettrone. Personaggi estremamente agitati che quando si muovono lo fanno senza pensare due volte alla velocità raggiungibile. Il primo, anzi, deve sempre essere in movimento per esistere e niente può andare più veloce di lui; il secondo è il suo compagno di giochi preferito, capace di crearlo e di muoversi quasi al suo livello. Loro sono piccoli e si possono permettere certe velocità che noi, veri elefanti giganteschi, nemmeno possiamo immaginare. A quelle velocità la relatività diventa l’unico modo per descrivere le loro azioni. Un qualcosa che cambia completamente le nostre nozioni di tempo e di distanza.

Piccoli attori, quasi fiabeschi… e proprio le fiabe sono la prima cosa che viene letta ai bambini perché di facile comprensione, ma con un significato profondo che cambia con il passare degli anni. Così come si comincia a condividere la propria esistenza con il mondo esterno attraverso storie dall’aspetto infantile, così le particelle fisiche che dominano il Cosmo ci potrebbero permettere di capire il suo vero significato.

Il problema è che adesso stiamo tornando indietro, non si fanno più “segni”,  non si parla più, non si legge e non si scrive perché c'è chi lo fa per noi, il MAGNIFICO CELLULARE, che distrugge il pensiero e la voglia di sapere. Potrebbe essere un traduttore di segni, ma non certo l’unico creatore! E’ come se i bambini si affidassero a una serie prestabilita di indicazioni da prospettare alla mamma o al papà. Come se nascessero tutti uguali e schedati. No, in questo modo, è inutile cercare di interpretare i segnali dell’Universo, il bambino puro per eccellenza, la fantasia senza fine.

E’ ora di far conoscere certe discipline “infantili”, apertamente e senza segreti. Per descrivere ciò che possono fare NON è necessario un bagaglio pesantissimo di fisica classica o di filosofia. Solo in un secondo tempo, quando i concetti fondamentali saranno stati recepiti, si potrà anche legare il tutto alle più alte vette del sapere.

Mi ricorda un po’ la storia che si studiava a scuola ai miei tempi. Si sapeva tutto sulle guerre tra greci e persiani, sul continuo cambiamento dei confini delle nazioni europee, sull’invasione delle terre lontane e sul commercio della schiavitù, ma ci si fermava alla prima guerra mondiale per motivi “politici”. Forse sarebbe meglio illustrare l’ignobile situazione odierna fatta di menzogne, di sfruttamenti e di guerre pilotate dal danaro e solo dopo vedere come tutto ciò si inserisce prepotentemente nella storia dell’uomo fin da quando ha preso un osso in mano e ha  spaccato la testa del suo simile, solo per sete di potere.

Oggi non si conosce più né il passato che il presente. Come ci possiamo illudere di immaginarci un futuro?

Ovviamente, per insegnare qualcosa, bisogna prima conoscerla… Purtroppo la nostra scuola, anche quella universitaria, non obbliga un insegnante di matematica o di fisica a studiare con molta attenzione la relatività e la meccanica quantistica, ne segue che l’insegnante per primo è digiuno della materia e tutto continuerà come adesso, malgrado siano passati cento anni dalla geniale scoperta di Einstein e i media l’abbiano celebrata senza sapere, molto probabilmente, che cosa significava.

Noi abbiamo deciso di ribellarci! Si è già cercato in questo Circolo di spiegare in modo semplice le nuove Scienze, allacciandosi alla fisica classica. E’ ora di fare un passo in più. Lo so, lo so, ho già 72 anni e non sembro essere la persona più indicata per parlare di futuro. Ma, sono un testone e chissà che l’Universo non mi prenda a ben volere e mi dia qualche anno extra per terminare l’impegno. E poi ho l’aiuto di mia figlia Barbara e di tutto il Circolo, piccola perla di razionalità sopravvissuta. Abbiamo paura degli animali in via d'estinzione e non ci preoccupiamo affatto che si stia estinguendo anche l’intelligenza! Ma che razza anomala siamo?

Barbara, che già conoscete per i racconti su Astericcio & co., si è laureata con una tesi di semiologia, ricevendo i complimenti dallo stesso Umberto Eco, casualmente presente alla sua discussione. Lei parlava di favole, ma abbiamo pensato che la Semiotica sia qualcosa di ben più generale: una materia strettamente legata all’informazione e a come viene trasportata e diffusa. I nostri amici Astericcio & co. stanno già visitando un mondo discriminato dal modo di interpretare, utilizzare e diffondere l’informazione (il nuovo racconto uscirà tra poco), ma noi vorremmo andare ancora più avanti e mostrare come la fisica e la scienza del pensiero siano due facce della stessa medaglia,

In semiologia si parla di segni, del loro significato e della loro interpretazione. In poche parole, si studia la comunicazione della realtà e della sua visione più o meno personale. Ci è apparso subito che il legame con la relatività ristretta poteva essere ovvio. La realtà è quella che è e ci manda vari segnali. E’ poi disciplina personale quella di capirla, interpretarla e definirla attraverso segnali più o meno condivisi. E non è così forse anche la relatività ristretta di Einstein? Il fenomeno fisico è quello che è, ma è necessario capire bene quali segnali siano universali e/o soggettivi per comprendere le apparenti assurdità che ci pone davanti. Alla fine, lo stesso paradosso dei gemelli (solitamente male interpretato) diventa un esercizio stupefacente di semiologia.

Non so esattamente quando, ma vi assicuro che mia figlia Barbara ed io inizieremo quanto prima a preparare un corso di relatività semiotica per i più giovani, collegandoci appena appena a quei grandi geni (che non saranno mai obsoleti) che sono Galileo e Newton. Una relatività che parta da zero e sia veramente alla portata di tutti, scandita costantemente con il linguaggio dei segni e del loro significato. Dopo cent’anni DEVE essere ora di renderla disponibile a tutti, senza che debbano essere “specialisti”.

Gli esempi in cui la semiologia e la relatività sembrano seguire la stessa strada intellettiva sono moltissimi. Al limite chiederemo di imparare e capire il teorema di Pitagora (niente di più…). Un corso per i bambini e i ragazzi, sperando che lo seguano anche gli insegnanti per poi riprenderlo nel loro corso di insegnamento. Chissà… Le parole sono belle, ma noi vogliamo parlare con i fatti!

Il senso di un testo o di una formula è determinato solo in parte dal significato datogli dallo scrivente. Un ruolo altrettanto fondamentale viene svolto da chi li legge e li interpreta. La stessa E = mc2 può dar luogo a infinite interpretazioni, ognuna come fosse una porta aperta verso un nuovo modo di vedere l’Universo.

Insomma, stiamo lavorando insieme a una visione parallela di due scienze diverse, ma estremamente moderne e utilissime per fare gli uomini dei veri partecipanti al mondo tecnologico e informatico di oggi. Due metodi che potrebbero permetterci di essere sempre meno succubi delle false verità dei media, della loro somministrazione, della pubblicità e del modo generale del pensiero umano “medio”.

Cellulari e internet sono segnali chiari di una tecnologia in rapida espansione. E’ obbligatorio, a nostro parere, comprenderne perfettamente la base scientifica e la valenza della loro informazione, spogliandola di tutti gli inutili segnali illusori e deleteri. Un mondo libero di menti libere e poi vengano pure a tormentarci i tuttologi e i consigli per gli acquisti. I giovani sapranno benissimo come fronteggiarli, limitarli e inserirli nel loro giusto contesto di umili servitori dell’intelletto umano e non il viceversa.

Speriamo che l’idea vi piaccia e che ci vogliate aiutare in questa impresa sicuramente non facile.

 

QUI tutti gli articoli dedicati alla semiotica relativistica

5 commenti

  1. Paolo

    Cari Enzo e Barbara a me sembra davvero un'ottima iniziativa!

    Quando ho iniziato a frequentare il circolo avevo solo una vaga idea di cos'era la Meccanica Quantistica... poi ho avuto l'occasione di conoscere il mondo di Alice, la QED, Feynman, che mi hanno letteralmente stregatto!

    Anche della Relatività avevo solo una vaga idea, poi tra una contrazione qui e una dilatazione là, ho imparato a conoscerne i segni distintivi, tanto da far amicizia (nel mio piccolo) con un tal Minkowski ed i suoi segni grafici...

    Ho anche fatto conoscenza con i papalliani, che mi hanno trascinato in mille avventure...

    Il circolo mi ha dato molto e ciò che si impara si socializza, perciò se vi serve qualche figura o qualche animazione, io sono disponibile..

    Paolo

  2. Caro Paolo,

    tu sei ormai un pilastro portante di questo Circolo e sono orgoglioso  di averti conosciuto. Finite (spero) le vicende molto stressanti di questo periodo, dobbiamo incontrarci sicuramente. Per le figure, conoscendoti, non avevo dubbi in proposito... :-P

    a presto e GRAZIE :wink:

  3. oreste pautasso

    Ecco una buona notizia.  Anche al CAC sono tutti in fermento, visto che si parlerà di segni e i geroglifici sono proprio il loro panettone. Poi, noi di Cuneo, abbiamo sempre avuto il problema con l'interpretazione dei segni che ci fanno gli altri automobilisti alieni. Di solito usano le dita,  Tempo fa ne usavano sempre due ma adesso, credo per via della la crisi, molti ne usano uno solo. Mah!

    Comunque sono compatto al vostro fianco, come l'amico Paolo che è sempre sulla barricata in prima fila per aiutare la causa del circolo. Bravo!

    Se ci fossero foton copie o scannamenti di elettroni  da fare... Oreste è agli ordini.

  4. Grazie caro Oreste,

    di quelli di Cuneo ci si può sempre fidare!!! :-P

  5. Barbara

    Grazie del sostegno di tutti voi.

    Anche se sarà dura seguire il grande Enzone, speriamo di riuscire nell'impresa.

    :roll: :idea:

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