A DOMANDA RISPOSTA
Prima di imbarcarci, dopo la splendida vacanza in Sardegna, ci siamo fermati a visitare il pozzo sacro a Santa Caterina vicino a Oristano. Mentre mio papà comprava i biglietti, io girovagavo guardando i soliti oggetti in vendita: magliette, statuette, una più orrenda dell’altra, ma in un angolo nascosto osservai che vi erano anche dei libri.
Il mio occhio non poteva che cadere su un libricino di “fiabe sarde”; decisi subito di comprarlo, visto anche la grande cifra di 8 euro.
Meriterebbe potervelo raccontare tutto, ma una, in particolare, mi ha colpita, anche perché può in parte trattare di astronomia, anche se la morale vuole essere rivolta a tutti coloro che hanno ancora voglia di leggere le fiabe, di credere e soprattutto di riflettere.
La fiaba si intitola ”per un canarino in libertà “.
Riassumo velocemente, soffermandomi sul punto a me apparso più interessante.
Un re aveva un bellissimo canarino, a cui teneva molto, e dava sempre il compito al suo schiavo di occuparsene. Un giorno, il povero Vanni (lo schiavo), non fece abbastanza attenzione e il canarino fuggì.
Vanni era terrorizzato dalla reazione che avrebbe potuto avere il suo padrone.
Così fu, ma poi il re, visto Vanni profondamente e sinceramente mortificato, decise di non decapitarlo (come era solito fare un re quando un servo non si occupava correttamente dei compiti a lui attribuiti).
Disse a Vanni che l’avrebbe perdonato se fosse stato in grado di rispondere a due domande. La prima era “quanto dista la terra dal cielo?” La seconda “di quante pietre è fatto il mio palazzo “.
Soffermiamoci sulla prima e già possiamo capire quanto sia paradossale la domanda, visto che non vi è risposta.
Vanni non sapeva proprio come poter fare per togliersi da quell’impiccio. Nel suo vagabondare, incontrò un suo compare , conosciuto da tutti per essere uno di poche parole, ma di grande appetito.
Quel giorno, però, fermò Vanni e gli chiese cos’è che lo tormentava tanto.
Vanni raccontò l’accaduto. Il panciuto compare, che parlava poco e mangiava tanto, aveva però la capacità di aprire bocca solo dopo aver riflettuto. Disse al povero servo disperato: "Prendi uno spago molto lungo, ma ricordati che sia lunghissimo; portalo dal tuo padrone e digli che la terra dista dal cielo come la lunghezza dello spago". Così Vanni tornò al castello, ma non molto convinto. Trovatosi di fronte al re, che gli riformulò la domanda, Vanni riportò le parole del suo compare. Il re si fece una grossa risata, ma Vanni ormai credeva in se stesso e insistette: “Provate mio sovrano. Legate un amo al capo della fune, lanciatelo su quella nuvola, quella sarà la distanza”. La stessa astuzia e capacità di controbattere a una domanda insensata, con intelligenza, la dimostrò anche rispondendo alla seconda : “Contate mio padrone, ve ne sono 200 mila”. Il re rimase molto interdetto, non osò più dir nulla e perdonò Vanni
Come tutte le fiabe, potrebbe apparire di scarso interesse. Io però insisto nel dire che è importante non solo per i bambini, ma anche e soprattutto per gli adulti, cominciare a capire e riflettere sulla morale.
In questo caso, per me, quello che vuole essere messo in evidenza è: credere nelle proprie capacità e far lavorare il cervello. Perché si può sempre arrivare ad una soluzione; mai lasciarsi abbattere di fronte alle difficoltà. Si possono trovare altri significati. Ad esempio, rispondere con dati, apparentemente precisi, a domande create apposta per confondere. Ossia, per ogni domanda esiste la giusta risposta!
In generale, le fiabe, tramandandosi di generazione in generazione, hanno, sicuramente, avuto diverse interpretazioni. Potrei anche dire che la morale è funzione dei tempi in cui si racconta. Oggi, potremmo sconfinare facilmente nella politica e nei suoi miseri attori… È proprio questo il bello, avere la piena libertà di fantasticare. Lascio a voi, lettori, il piacere di divertirvi a trovare la vostra morale, senza dimenticare, però, di mettere prima in gioco il cervello.
BUON DIVERTIMENTO!!!!!.
Ricordo che l’autore Albino Bernardini è mancato l’anno scorso.
3 commenti
Il bisogno aguzza l'ingegno.È sempre bene rendere pan per focaccia.Farsi piccoli davanti a un prepotente è già mezza sconfitta.Quando ci si trova davanti ad un nemico troppo forte,meglio attaccare.Spesso da un male più o meno apparente nasce un bene.La realtà è figlia della nostra mente.
Mai fare domande delle quali non si conosce la risposta...
Nessuna è giusta o sbagliata , bravi continuate a sognare e riflettere
Tornate bambini e tutto sarà più facile