09/05/14

E’ troppo facile (e sciocco) dimenticarsi del Sole. *

Piuttosto che la ormai ridicola paura del riscaldamento globale che deve sempre iniziare a far vedere i suoi effetti catastrofici, ma che ritarda sempre di più, alla faccia delle previsioni che ci ossessionano ormai da decenni, sarebbe molto più importante analizzare con maggiore serietà l’influenza dell’attività solare con il vestito più esterno della Terra. Stiamo guardando la pagliuzza nell’occhio del vicino e trascuriamo la trave che abbiamo nel nostro… Spero di rispondere alla domanda di Walter e di innescare una discussione più ampia.

Il Sole si studia con tutti i mezzi, sia da Terra che dallo Spazio. Anche se non tutto è ancora perfettamente chiaro, i progressi fatti, negli ultimi anni, sul suo modo di inviare l’energia sono stati enormi. Sembra quasi un Re che abbia una piccola influenza: i medici seguono ora per ora la sua salute e la sua evoluzione. D’altra parte è o non è l’unica stella che possiamo studiare da vicino? Merita tutti i riguardi! Inoltre, è ben chiaro che la nostra vita dipende da lui, sia nel bene che nel male. E quando dico nostra, intendo anche quella della Terra in generale, sia animale che geologica, atmosferica, ecc., ecc. C’è forse qualcuno che potrebbe negarlo? Forse (dico forse, però) lo direbbero anche i fautori del riscaldamento globale.

Tuttavia, poi se ne dimenticano immediatamente e preferiscono pensare che riesca a fare più cose quel microbo che si chiama uomo, con le sue attività. Figuriamoci… un pianeta di 4.5 miliardi di anni di esperienza nemmeno si accorge di averlo sulla sua superficie. Che si autodistrugga oppure no, sono fatti suoi. Intanto, prima o poi un asteroide o una cometa rimetterà le cose a posto. O -forse- anche lo stesso Sole, malgrado la sua notoria tranquillità e gentilezza.

Probabilmente, nemmeno i sacerdoti della fede nel dio malefico GW e della sua figlia maligna e prediletta, la CO2, credono che il GW sia vero e/o dovuto all’uomo. La storia, però, c’insegna che fa sempre comodo incolpare l’uomo di qualcosa, farlo spaventare e farlo sentire in colpa. Diventa una specie di burattino e gli si può chiedere di tutto..  Direi, quindi, di lasciare da parte una costruzione artificiosa (questa sì che è antropica!) e tornare a pensare un po’ di più al clima e al Sole.

In linea di massima è ovvio dire che se il Sole diminuisce o aumenta il suo irraggiamento, ossia si indebolisce o si ringalluzzisce, la Terra ne deve subire le conseguenze in termini di temperatura. Le macchie solari misurano proprio il grado di attività solare: più ve ne sono e più è attivo. Non è certo una scoperta eccezionale. Come si fa a calcolare la zona abitabile di un pianeta se non proprio analizzando, prima di tutto, la distanza dalla stella e la sua capacità di inviare calore? Lo sanno tutti, anche i bambini e -forse- perfino i sacerdoti di prima e i loro schiavetti di turno.

Tuttavia, le cose si complicano non poco, proprio per la presenza delle difese che la Terra ha sollevato sia per difendersi dalle non infrequenti ire del suo stesso padre che da cugini piccoli e invadenti, che vanno dai raggi cosmici alle meteoriti di dimensioni relativamente modeste. Oltre all’atmosfera, la Terra usa il campo magnetico. Entrambi, spesso cooperando, permettono una vita abbastanza tranquilla, smussando gran parte degli effetti deleteri che i vicini di casa potrebbero causare.

Dobbiamo, infatti, pensare che la Terra non è isolata, ma fa parte di un sistema molto complesso di materia ed energia, in cui vi sono interazioni continue. Parlo, ovviamente, del sistema Solare. Non limitandoci alla nostra “borgata”, potremmo anche vedere come la mano protettiva del Sole deve continuamente lottare contro le interazioni di un sistema ben più grande e violento (la galassia). Per ultima, la stessa Via Lattea ha i suoi problemi di convivenza nel suo ammasso, e via dicendo.

Salendo nella scala delle dimensioni (passando da un rione a una città a uno stato a un continente) gli effetti si fanno sempre più potenti, ma anche i tempi, fortunatamente, si allungano. Per la razza umana, quindi, potrebbe bastare pensare al proprio “rione”, con un’occhiata di tanto in tanto ai più grandi “disturbi” cittadini. Insomma ogni spazio e ogni tempo ha le sue problematiche.

In un modo o nell’altro, l’uomo riesce a capire molto meglio ciò che succede lontano da lui che non quello che lo circonda. Sarà un caso o una scelta? Nessuno può dirlo. Forse solo il fatto che ciò che è vicino (come detto prima) ha tempi scala corti o cortissimi e riesce a influenzare maggiormente (anche se in modo più lieve) la vita di una razza pensante (?) e di durata limitata. All’uomo importa poco, in  fondo, se esplode una supernova ogni dieci milioni di anni. Importa molto di più se domani può andare al mare o la pioggia lo costringerà a casa. Tuttavia, prevedere ciò che succede domani o dopodomani è, comunque, un grande problema. L’atmosfera lavora molto bene a livello globale, ma non ha regole perfette su scala locale. In poche parole, il suo comportamento è caotico.

Sappiamo bene cosa vuol dire caotico. Basta una lievissima variazione nei dati di partenza e l’evoluzione di un fenomeno può cambiare drasticamente. Non solo in tempi scala di milioni di anni come quello delle orbita planetarie, ma anche di poche giorni o anche ore. Tutto dipende da quali variabili possiamo trascurare e quali no.

Come si risolve il caos. Con il calcolo delle probabilità. Si fa girare un programma che simuli il fenomeno che si vuole studiare, un numero molto alto di volte, cambiando in modo impercettibile le condizioni al contorno (sotto all’errore stimato) e poi si vede quante volte succede una cosa oppure un’altra. Quella più probabile diventa una “previsione”. Ovviamente  -come diceva Leonardo nel celebre “Non ci resta che piangere”- il risultato potrebbe essere “trentatré, trentatré, trentatré” e le previsioni sono molto più simili a gettare una moneta in alto e sperare che venga testa.

Le orbite planetarie ci insegnano che, pur sapendo perfettamente le condizioni iniziali e le relazioni che legano le grandezze in gioco, spesso le previsioni hanno risultati difficilmente prevedibili o, al più, di breve durata. In certi casi addirittura di pochi decenni. Figuriamoci, quindi, se le variazioni delle grandezze in gioco sono rapidissime. Il caos diventa proprio caotico! E da qui la famosa farfalla dell’Himalaya…

In realtà noi conosciamo ben poco le sfumature più intime della nostra atmosfera, le sue bizzarrie e le sue piccole manie. Ripeto ancora, più il tempo diminuisce e più le variazioni diventano importanti e i loro effetti macroscopici. Nasce, così, la difficoltà enorme delle previsioni meteorologiche. Se ci bastasse sapere se domani la temperatura non vari di 30 gradi sarebbero perfette. Tuttavia, esse permettono, almeno, di assumere un valore costante e ben definito dell’attività solare. Anche se essa è una stella tutt’altro che costante, le sue variazioni sono trascurabili nell’arco dei giorni. E’ come usare un microscopio o un telescopio.

Su tempi poco più lunghi possono anche essere calcolate e applicate positivamente. Infatti, sulle previsioni a lungo termine (con intenti grossolani) siamo tutti molto bravi e non abbiamo bisogno di previsioni fatte da esperti. Dite di no? Io sono sicuro di sì. Scommetto che tutti mi sanno dire che la temperatura media nel mese di luglio sarà più alta di quella del mese di gennaio (qui da noi almeno…). E magari anche che marzo sarà più piovoso di agosto. Vedete, che ci siete riusciti? Tutto sta in cosa vogliamo trovare.

Lo stesso vale per le orbite planetarie. Se vogliamo sapere se tra dieci anni Giove e Saturno si scontreranno, basta applicare le tre leggi di Keplero. Se allunghiamo il tempo a due miliardi di anni, Keplero si deve mettere da parte. Se, però, vogliamo sapere se uno dei milioni e milioni di detriti spaziali della grandezza di una noce di cocco colpirà l’atmosfera domani o dopodomani, il problema diventa quasi insolubile. Bisogna sapere dove stanno tutte le noci di cocco, che orbita hanno, con che velocità arrivano e mille altri fattori che nel caso di Giove e Saturno abbiamo trascurato tranquillamente. In poche parole, tutto può essere considerato caotico, basta solo alzare il tiro della precisione desiderata.

Lasciamo da parte le previsioni meteorologiche a breve termine e pensiamo a qualcosa di più globale, il clima medio di un pianeta. Già la definizione è piuttosto complessa. Esiste un clima medio o bisogna sempre parlare di clima su scala più piccola? Clima emisferico, continentale, nazionale, … Anche qui, alcune cose sono ben quantificabili. La latitudine di un luogo ci dice abbastanza bene dove gli inverni sono mediamente più rigidi. L’inclinazione dell’asse terrestre è quella che è.

A questo punto le strade si biforcano di nuovo, come abbiamo visto prima. Se vogliamo sapere la temperatura di domani o dopodomani può anche capitare che faccia più caldo a 70° di latitudine che non a 45°. Siamo in un tempo minimio e quindi le grandezze in  gioco si moltiplicano e anche la loro imprecisione. Se vogliamo sapere il clima tra decine, centinaia o milioni di anni, alcune grandezze possono essere trascurate e altre diventano essenziali. Su tempi molto lunghi conta di più la variazione dell’obliquità dell’eclittica che non la corrente che agisce sull’Oceano indiano. Tra cinque anni, invece, possiamo trascurare la variazione dell’eclittica e pensate al Nino o alla Nina.

Prevedere se tra dieci anni farà più caldo o più freddo è una via di mezzo non facilmente risolvibile, anzi… Sarebbe più facile parlare di tempi più lunghi, di grandi glaciazioni e cose del genere. Molte variabili se ne vanno in letargo. Su scale di tempo medie, i modelli dei calcolatori cominciano a vacillare, il caos non è più quantificabile, nemmeno con la probabilità. Il perché dipende dal fatto che non conosciamo assolutamente quali grandezze sono più importanti. Non è solo un problema di caos insito nel problema, ma nel fatto che non siamo in grado di scrivere il programma da far girare, dato che non sappiamo quali variabili considerare e quali no.

Oggi siamo proprio in questa situazione. Estrapolare dati passati e cercare di costruire modelli validi, anche in prima approssimazione, è non solo impossibile, ma assurdo. Si può tentare sull’arco dei giorni o sull’arco dei milioni di anni. Ma nessun programma può girare per tempi scala delle decine o centinaia di anni. Sarebbe troppo comodo inserire la CO2 (perché ci fa comodo) e trascurare altri fattori ben più importanti che nemmeno conosciamo. E’ come se volessi scrivere la Divina Commedia, conoscendo solo quattro lettere dell’alfabeto.

La cosa, poi, diventa assolutamente ridicola se pretendessimo di avere un modello da applicare senza tener conto di ciò che può fare il Sole! Su due o tre giorni, OK… su centinaia di migliaia o milioni di anni OK, conoscendo le variazioni fondamentali. Ma su decenni o secoli esso diventa essenziale e non si può trascurare o calcolare. Ci arriverebbe anche un bambino! E invece…

Finalmente, siamo arrivati al nocciolo del problema. Come varia l’influenza del Sole in tempi medi e come la sua variazione si ripercuote sull’atmosfera terrestre e su tutte quelle cause che si tengono in conto nelle previsioni giornaliere? Mischiamo il corto con il medio e possiamo trascurare solo il lungo… Le cose diventano terribilmente complicate. Se qualcuno tentasse di usare modelli parziali, magari senza  l’influenza solare, sarebbe un bell’approccio. Il risultato, però, è solo un bell’esercizio di preparazione, ma certamente NON una previsione con un benché minimo valore pratico. Eppure, è proprio quello che si sta facendo oggi.

Al limite, potremmo fare un passo in avanti inserendo anche le variazioni del periodo di undici anni (circa) dell’attività solare e quelle più lunghe della variazione della variazione. Ma non potremmo inserire le interazioni che vi sono tra questi fenomeni e l’atmosfera. Questo è ancora un campo praticamente sconosciuto alla Scienza. Pensate che ancora non è chiaro se è meglio o peggio, per la temperatura, se vi siano o non vi siano nuvole. Sembra una battuta scherzosa, ma è proprio così. Sopra la nostra testa possiamo anche dire che con le nuvole fa più freddo d’estate e più caldo d’inverno. Ma come questa situazione locale si ripercuota a livello nazionale, continentale, emisferico o globale è un vero terno al lotto. Non vi sono regole conosciute. E i raggi cosmici? Sicuramente influenzano le nubi ma se non sappiamo come queste influenzano il clima globale siamo sempre al punto di partenza. E l’irraggiamento maggior e minore del Sole? A prima vista si può dire quanto accennato all’inizio. Meno luce, meno energia, meno calore. Ma siamo anche sicuri empiricamente che le radiazioni interagiscono con gli scudi terrestri, anche se non sappiamo assolutamente tutte le modalità. Possiamo solo fare deduzioni a posteriori. Non sufficienti, però, per costruire un modello in presenza di caos.

Potrei quindi dirvi che quando il Sole è meno attivo fa più freddo. Ciò però capita ogni undici anni circa e so benissimo che il clima non varia con un periodo di undici anni. Questo vuole dire che il Sole non conta? No, vuole solo dire che non conosco come agisce. La polvere non si mette sotto al tappeto, ma si deve cercare di analizzare. Ovviamente, se l’attività cala in modo drastico si può anche stimare che vi sarà un effetto macroscopico anche sulla temperatura, trascurando gli effetti sulle correnti oceaniche e su cento e più fenomeni collegati. Ed ecco quindi apparire i minimi di Maunder, di Dalton e forse il prossimo futuro. In modo puerile potremmo essere sicuri che esiste una relazione Sole-temperatura, ma saremmo scienziati seri a basare le previsioni climatiche  decennali solo su questo dato?

Se vi è una pioggia torrenziale dedichiamo il nostro tempo a studiarne i possibili effetti sui fiumi e sulle possibili inondazioni. Ma se durante questa fase perturbata capita un terremoto di nono grado Richter, l’interesse si sposta immediatamente su di lui. La pioggia diventa un effetto secondario e trascurabile. Analogamente, se fossimo in un momento di variazione termica legata a effetti molto sottili e intricati, che ancora non conosciamo e tentiamo di analizzare, ma nello stesso momento piombassimo in un minimo di attività solare, sarà quest’ultimo a dominare la scena. Questo non vuol dire certo aver capito come funzionano le cose. Abbiamo solo capito che chiodo scaccia chiodo e poco di più.

La Scienza ha bisogno di spiegazioni più raffinate per poter costruire modelli plausibili e utili per le previsioni climatiche future. Le spiegazioni più raffinate hanno però bisogno della conoscenza di una serie di fenomeni ancora sconosciuti. Siamo proprio come un pugile ridotto all’angolo. Aspetta il suono del gong per prendere fiato. La climatologia moderna ha bisogno di tempo per tirare le somme dell’enorme mole di dati che la tecnologia le sta offrendo. C’è bisogno di calma, ragionamento, discussioni, confronti, tentativi, conferme, ecc., ecc. ma, soprattutto, c’è bisogno di fondi per svolgere queste ricerche di media-lunga durata e di non avere il fiato sul collo. Se, nel frattempo, qualcuno sforna modelli su modelli tanto per assecondare i politici che non capiscono niente di Scienza e si accaparra tutti fondi per creare opere senza basi solide, c’è poco da sperare nel prossimo futuro.

Pensate che si potrebbero studiare le pulsar come si fa oggi, se all’atto della loro scoperta si fosse deciso di convincere la razza umana che quei segnali erano artificiali per davvero? Gli imbonitori, i falsi profeti, i quaquaraqua da strapazzo, ecc., avrebbero portato il proprio contributo e la ricerca scientifica sarebbe andata in crisi totale. Nessun fondo sarebbe andato a chi voleva studiarle come oggetti celesti. Oggi sarebbero, probabilmente, ancora oggetti misteriosi. Se poi, si fosse detto, che, senza una risposta immediata, gli alieni carnivori di quei fari cosmici si sarebbero scatenati contro i terrestri, si sarebbe aggiunta la paura e la scienza sarebbe stata considerata come un insulto alla fede e al futuro della razza umana. Al limite era meglio armarsi e spendere i soldi in una direzione politicamente corretta. Vi ricorda qualcosa tutto ciò?

Voglio quindi concludere che sarebbe anche facile prevedere che tra pochi anni gli effetti di un minimo dei cicli solari, come quello che si sta verificando, porterà a un abbassamento delle temperature medie globali. Forse l’aumento della calotta antartica è già un segno in questa direzione. Ma sarebbe una previsione di poca consistenza scientifica. Forse, sarebbe anche corretta, ma di tipo essenzialmente empirico e la Scienza non può andare avanti con previsioni empiriche.

Il vero passo in avanti non sarà dimostrare che i catastrofisti del GW avevano torto (penso sia solo questione di qualche anno), ma di riuscire veramente a capire qualcosa sulla problematica generale del clima, dando al Sole e alle sue interazioni con i nostri scudi protettivi il giusto valore. Gli scienziati veri non vogliono una rivincita contro coloro che li hanno sbeffeggiati quando il GW andava di moda, ma vogliono avere il tempo e i mezzi per studiare meglio ciò che ci circonda. Magari sperando di poter iniziare a costruire un modello rudimentale, senza troppe pretese, ma che sia una base solida per innalzare una costruzione sempre più articolata, non deformata o scalfita da una falsa urgenza dovuta alla smania di danaro e di visibilità.

Vi presento alcune figure relative ai minimi nell’attività solare, evidenziata solitamente dal numero di macchie. In grande evidenza vi è il minimo di Maunder e quello di Dalton, di minore entità. Basta vedere le opere pittoriche del periodo a cavallo tra seicento e settecento per notare laghi e fiumi ghiacciati un po’ dappertutto. Il freddo era tangibile!

Come si vede il trend degli ultimi decenni porterebbe a un  qualcosa di simile, almeno, al minimo di Dalton e quindi a un  periodo freddo, ma… attenzioni alle previsioni, dato che il problema è, comunque, troppo semplificato. In tutto questo caos di informazioni conosciute e sconosciute, in cui gioca un  ruolo fondamentale e variegato una stella come il Sole, possiamo anche infilare la CO2 prodotta dall’uomo… ma non solo quella ovviamente!

La fede nei falsi profeti è potente,soprattutto se condita con il terrore delle punizioni. Certamente, però, non aiuta la vera Scienza.

Scusate se sono andato un po’ a ruota libera, senza una vera scaletta. Tuttavia, io non sono un climatologo e inoltre la situazione è talmente complicata che sarebbe inutile enunciare le numerose teorie sull’influenza solare che si succedono a ritmo frenetico. Bisogna avere pazienza e sperare che la Scienza abbia il tempo e i fondi necessari. Sono convinto che studiando meglio la VERA climatologia, si farebbero anche passi in avanti sulle VERE fonti di energia alternativa.

Malgrado il “caos” di questo articolo, penso vi sia materiale per discutere e ragionare senza trascurare la logica…

cicli solari
Il numero di macchie, ossia l’intensità dell’irraggiamento solare, in funzione del tempo. Si vedono bene i cicli periodici di circa 11 anni, ma anche la loro variazione di intensità. All’inizio il celebre minimo di Maunder e poi quello di Dalton. Entrambi hanno dato luogo a periodi di grande freddo.
ultimi cicli solari
Gli ultimi cicli fanno pensare a un nuovo minimo del ciclo undecennale. Dalton o Maunder? Nessuno può veramente saperlo, ma prima o poi inizierà a farsi sentire…
previsioni
Un’estrapolazione del ciclo solare verso il futuro. Potrei usarla come evidenza del prossimo freddo. Ma no, anche modelli a favore del prossimo raffreddamento hanno poco valore. La scarsa conoscenza dei fenomeni vale per entrambe le visioni future. Meglio la ricerca seria… e che ammetta la propria attuale ignoranza. Lasciamo lavorare i climatologi VERI e SERI!

42 commenti

  1. Caro Enzo, voglio solo aggiungere altre considerazioni:
    1) ho trovato un'articolo qualche giorno fa che conferma in qualche modo un mio vecchio sospetto: le variazioni climatiche sono più brusche e intense nell'emisfero Nord che in quello Sud. Secondo me, perchè a certe latitudini ci sono più terre emerse a nord che non a sud, e l'oceano mitiga il clima. Comunque, il "GW" non è uniforme come vogliono farci credere, anzi, ci sono zone nel mondo che si stanno raffreddando. Leggete QUI.
    2) molti climatologi azzardano conclusioni senza avere dati a sufficienza. Un'articolo di qualche giorno fa, ad esempio, riporta che almeno la metà dello scioglimento dei ghiacci in Groenlandia è dovuto a variazioni naturali. Se non ricorco male, poi, in un'articolo che ho letto tempo fa alcuni scienziati sostenevano che un'altra parte dello scioglimento dei ghiacci dipendeva da effetti geotermici. Mettendoli assiema, si potrebbe pensare che per la Groenlandia non si può parlare di GW. QUI il primo articolo, l'altro se lo trovo lo posto più tardi.
    3) Uno dei metodi più utilizzati negli ultimi anni per stabilire il clima nel passato sta facendo cilecca. Negli ultimi anni la densità degli anelli negli alberi (da cui si è tentato di desumere il clima) non corrisponde al tanto conclamato GW. Sembra che questo parametro dipenda anche dalle variazioni di intensità luminosa subite degli alberi (ma guarda un po'... :mrgreen: ). QUI lo potete leggere anche voi.
    Insomma, per  me i dati dell'IPCC puzzano sempre di più....  :-?

  2. caro Red,
    io è da tempo che mi sono messo la molletta al naso quando leggo qualcosa dell'IPCC... :mrgreen:  

  3. ice91

    Sono anchio della stessa opinione, a proposito del GW. La mia cultura in materia è bassa, quindi non poss argomentare in maniera scientifica, ma credo di capirne abbastanza per ritenere che considerare l'attività antropica come la causa del GW senza considerare tutte le immense forze astronomiche che regolano il nostro pianeta sia un po' come la pulce che pensa che il cane su cui sta sia suo. Certo, se a livello di inquinamento vogliamo fare qualcosa per migliorare la qualità dell'aria, per la nostra salute e per il benessere, va benissimo. Ma per il GW ...

  4. dario

    Bellissimo articolo Enzo.
    Può essere interessante anche questo  http://www.lescienze.it/news/2014/05/08/news/legame_riscaldamento_artico_raffreddamento_pacifico-2132127/ a proposito del tanto decantato scioglimento dei ghiacci artici.
    Sembra scritto da sostenitori del GW ma qualche dubbio (frutto di decenni di dati veri raccolti) si sta insinuando. 
    E comunque la scienza vera è sempre più interessante di ogni congettura.

  5. dario

    Mi sembra sia la stessa postata da Red... Scusate il doppione.

  6. Walter

    Grazie per la risposta/articolo
    Sono perfettamente d'accordo con te.
    Quando si era cominciato a parlare di GW a un mio collega 'Verde' accanito ho detto:
    Un TIR ha sbandato e si è rovesciato.
    Io penso a un guasto o che il conducente aveva bevuto.
    Tu dici che poiché c'era una macchia sul parabrezza, una mosca lo aveva urtato facendolo sbandare.
    Il problema è che l'umanità segue chi la illude di essere potente ('stiamo cambiando il clima e la natura quanto siamo forti') e non chi parla sapendo quello che dice (e non vende climatizzatori).
    L'uomo ha bisogno della volontà di potenza nietzscheana.
    Due domande se possibile:
    in che percentuale l'energia irradiata dal Sole cambia nel ciclo di 11 anni?
    esiste una 'tabella' di raffronto per gli ultimi anni?
    Non sono mai riuscito a trovarla 
     

  7. beppe

    La meteorologia ha fatto passi da gigante negli ultimi cinquant'anni grazie all'aumento delle centraline, ai satelliti artificiali ed ai modelli. Direi che la meteorologia sia divenuta una scienza seria, malgrado le "toppate" famose delle previsioni per alcuni ponti di vacanza dell'anno scorso...
    Per le mie passeggiate mi affido al mio sito internet di fiducia e per le previsioni a uno due giorni sono più che tranquillo.

    La climatologia la paragonerei alla psicoanalisi, una scienza in divenire che forse non sarà mai riconducibile ad equazioni matematiche. 

    Di una cosa sono sicuro, la vita esiste da miliardi di anni sul nostro pianeta e vi sono buone probabilità che esisterà per altri miliardi di anni. L'uomo forse si estinguerà prima ma come per altre specie animali, il nostro pianeta se ne farà una ragione :lol:  

  8. caro Walter,
    varia di pochi (un paio o anche meno)W/m2.  Poi dipende ovviamente dal ciclo e si va da circa 1368 a 1360.... Questo grafico ti può interessare... a parte le previsioni...
  9. caro Beppe,
    la vera differenza è che la meteorologia ha essenzialmente bisogno di dati e di un programma. Non s'interessa più di tanto delle cause, ma solo degli effetti. Per questo la valuto  una tecnica più o meno sofisticata piuttosto che non un campo di ricerca. La climatologia dovrebbe, invece, spiegare le cause, le interazioni tra loro e il perché degli effetti. Il suo problema è quello di essere caotica. In dinamica, il caos può essere affrontato abbastanza bene, ma i parametri in gioco sono relativamente pochi. Nell'atmosfera le variabili sono moltissime e non si sa ancora come varino e come vengano influenzate. E nemmeno quante siano... Siamo agli inizi, bisognerebbe andare avanti con calma e con collaborazione totale e non certo in mezzo a una pressione che di scientifico ha ben poco e tra imbonitori che si definiscono esperti e non sanno nemmeno come impostare un'equazione di stato... Mi ricorda un po' la scienza planetaria durante il periodo da Tolomeo a Copernico. La fede bloccava la ricerca e anzi la indirizzava dove voleva. Non vi erano problemi di fondi, ma di ... roghi! Oggi, abbiamo la fede del GW, dove il diavolo è la povera CO2... Meno male che i roghi veri non ci sono più....
     

  10. E' comparso da poco... vi è stato il primo sorpasso: lo shale gas degli USA ha superato il petrolio dell'Arabia. Parliamo, parliamo, ma la rivoluzione energetica è già stata decisa e cambierà la politica economica dei prossimi 50-100 anni. O carbone o shale gas e la risposta è ovvia. Cerchiamo di approfittarne e di studiare veramente qualcosa di alternativo!!!!
     

  11. Walter

    Grazie per la dritta, avevo già visitato una volta quel sito ma pensavo che si riferisse solo alle previsioni del tempo.
    Sono rimasto scioccato dalla frase:
    Oltre a questo c'è un ciclo di 200 anni, esso pure in fase di declino dall'inizio del 1990, con variazioni del diametro del Sole, dalle quali dipende l'Irradiazione Solare Totale (TSI) che determina le temperature terrestri.
    Ho sempre pensato che il diametro del Sole variasse su scale di tempi di milioni di anni

  12. caro Walter,
    sì, esistono piccolissime variazioni, possibilmente periodiche (niente a che vedere con l'evoluzione vera e propria della stella) che qualcuno, come Abdussamatof  pensa di associare alle macchie solari e ai vari cicli (veri e/o presunti). Prenderei con le molle queste teorie (per adesso, almeno), ma le piccole variazione (1") vi sono realmente...

  13. Walter

    Prima di essere frainteso non voglio dire che il cambiamento climatico dipenda dalla differenza del diametro del Sole
    Dal tempo dei greci/romani ad oggi ci sono state alcune piccole glaciazioni e momenti di caldo oltre a quelli attuali e non mi sembra che possa dipendere dalla differenza del diametro del Sole.
    Capirei dai tempi dei dinosauri.

  14. Walter

    Scusa non avevo letto la tua risposta

  15. Alberto De Luca

    Non solo sono state dette e continuano a dirsi molte fandonie sul così detto GW ma sempre più l'argomento è cavalcato da una certa politica così da lasciare completamente fuori dalla discussione i veri dati maneggiati da chi li sa interprtetare, per quanto possibile. Mi sembra dunque triste ma altrettanto doveroso dovermi complimentare con Vincenzo  anche per il... coraggio? (non trovo ora parola più adatta) che dimostra nell'affrontare il problema del clima in un modo oggettivo che per definizione coraggio non dovrebbe richiedere!

  16. caro Alberto,
    hai azzeccato perfettamente il problema. Io non ho bisogno di coraggio dato che non sono coinvolto direttamente nelle ricerche sul clima e viviamo (per ora) in un paese in cui si possono scrivere opinioni discordi da quelle ufficiali e politicamente corrette. Tuttavia, chi lavora nel campo deve veramente avere coraggio, dato che gli vengono tagliati i fondi e si cerca di ridicolizzarlo in tutti i modi. Io ho sentito con le mie orecchie una specie di individuo che si fa chiamare climatologo, ma mai lo è stato e mai lo sarà, sbeffeggiare pubblicamente Lindzen, uno dei massimi esperti dell'atmosfera terrestre. Un individuo che forse non ha mai studiato Fisica 1 in vita sua... si permette di denigrare chi ha speso una vita nella ricerca ai più alti livelli. Chi lotta contro questa melassa piena di quaquaraqua, appoggiati da conoscenze altolocate e da chissà quali altri intrallazzi, è un piccolo grande eroe.
    E' quindi mio dovere, come scienziato, cercare di portare a galla la verità, anche perché io non ho problemi di fondi e delle sbeffeggiature (lo hanno fatto in un blog un po' idiota, dicendo che andando contro ciò che dice la TV dovevo essere un pazzo...) di chi è ignorante nel profondo me ne frego altamente.
    Tuttavia, tu hai proprio ragione: non si dovrebbe avere coraggio nell'esprimere opinioni qualsiasi esse siano, purché fondate su basi solide e disponibili a tutti. Ma, ormai, sappiamo che chi tenta di dire la verità viene annullato. La ricerca seria  dà sempre molto fastidio se tocca interessi economici. Bisogna crearne una ad hoc... e la TV e i suoi esperti sanno bene come mettersi in riga.

  17. Valerio Ricciardi

    Un articolo scritto benissimo, estremamente ponderato e oggettivo nel tipo di analisi; l'ho apprezzato moltissimo.
    Il problema è che se all'idea di GW determinata sostanzialmente da disboscamenti e parallela iperproduzione da C02 si possono in astratto facilmente associare gli interessi economici di chi spinga economicamente per eolico, fotovoltaico e nucleare (le prime due con modestissime emissioni di CO2 nell'arco del processo, la terza un bel po' di più ma ben meno che nel caso dei combustibili fossili) io non vorrei che la progressiva, forse inevitabile entro una quindicina d'anni delegittimazione scientifica degli allarmismi da GW costituisse la base pseudoscientifica per legittimare un garrulo e leggiadro processo di beatificazione della produzione di energia da combustione di fossili, che a mio avviso andrebbe COMUNQUE contenuta quanto possibile.

    Insomma, io dubito fortemente almeno dal 2003 della velocità - sopratutto - dell' (eventuale) futuro GW (non ho strumenti cognitivi per negarlo con troppa sicumera, dico: non sappiamo, i dati son pochi e il modello fa ridere). 

    ...parimenti però, non ho strumenti cognitivi per affermare una tendenza qualunque di senso opposto. Posso benissimo negare la certezza di A senza necessariamente affermare che - poiché la tesi A è platealmente raffazzonata e basata su estrapolazioni che nessuna mente "seria" dovrebbe sentirsi autorizzata a fare - allora deve essere attendibile la tesi B. Se non so, non so, osservo, cerco di capire, ma nel mentre non ho capito e non so e basta.

    Però dal nostro punto di vista di umani,  quanto al modo con cui dovremmo stare al mondo, che cambia? Piantarla di ridurre biodiiversità e di tagliare foreste pluviali ha senso comunque, introdurre SERIE politiche di risparmio energetico e di migliore utilizzo dell'energia disponibile ha senso comunque, eliminare sprechi ed usi imbecilli (utilizzare energia elettrica o combustibili fossili per riscaldare acqua sanitaria o dei termosifoni è follia pura) ha senso comunque, valorizzare i mezzi di spostamento collettivi su quelli individuali ha senso comunque, ridurre l'inquinamento da attività antropiche ha senso comunque...

    Insomma, l'umanità penso sia nelle condizioni della storiella del leone e della gazzella, intanto che non sappiamo se siamo leoni o gazzelle, tocca svegliarsi ed iniziare a correre... a prescindere dalla CO2 (che poi del metano non parla nessuno, e come gas serra mi pare MOLTO più efficiente e subdolo).

    Certo, non verso distese di pale eoliche ferme sulla skyline deturpata di paesaggi di valore mondiale, o verso terreni fertilissimi destinati per via di insensati incentivi antieconomici a pannelli fotovoltaici di durata discutibile e smaltimento futuro complesso, o verso coltivazioni destinate a gas da biomasse mentre all'umanità scarseggiano in continenti interi i cereali per alimentazione...

    Insomma, dimostrare che una pernacchietta un po' più convinta della media del Pinatubo influisce eventualmente sul clima più di un 20% di incremento di PIL della Cina,  non deve diventare il nostro alibi per fare quel che si è fatto sopratutto negli anni '50 e '60 del secolo appena trascorso, che comunque per l'ambiente è stato DAVVERO devastante. Anche ipotizzando un clima sostanzialmente ininfluenzabile.

  18. caro Valerio, innanzitutto ti ringrazio...
    Poi, volevo evidenziare meglio il succo del discorso che avevo già affrontato nell'articolo precedente. Pur ammettendo che il riscaldamento continui (ma non ci sono prove concrete) esso è sicuramente ben diverso da quello previsto quando si è dato il via alle tasse ecologiche e alle energie alternative che sono  acqua fresca e di cui tutti parlano, ma che i governi si guardano bene dal seguire (vedi Germania, Cina, India con il carbone e gli USA con lo shale gas). Sono specchietti per le allodole che servono a tassare di più e far guadagnare i soliti noti nell'eterna battaglia tra poteri forti. Anche se a parole si dice di risparmiare, poi non lo si fa per partito preso. Inoltre, hai forse il coraggio di dire a chi non ha mai avuto l'energia elettrica che deve continuare a non averla, solo perché il mondo progredito ne ha usato a dismisura e vuole continuare a usarla. Mi ricordo benissimo il sacrosanto pernacchione che era stato fatto dalle nazioni emergenti al trattato di Kyoto durante l'assemblea di Copenhagen...  GW o no, vero o finto che sia, bisogna comunque trovare energie alternative vere e non quelle attuali che sono catastrofiche per l'economia e che sono irraggiungibili per le nazioni in via di sviluppo. Il tempo c'è prima che la CO2 cominci ad essere veramente dannosa. Per adesso la natura sa come trattarla: ne ha vista ben di maggiore nella sua vita e gli animali sono comunque progrediti. In questi cinquant'anni, almeno, dobbiamo lasciare via libera alla ricerca e non continuare a tassare i cittadini con pannelli solari e pale eoliche. Diciamo pure che si deve usare lo shale gas e diamo il via ai fondi per la ricerca vera. In meno di vent'anni si risolverebbe il problema, volendo...
    Ti mi dici che questo farebbe ritardare sempre più il momento del vero cambiamento e ci si adatterebbe allo shale gas? Può anche darsi, ma questa è una volontà politica. Pensi forse che non capiti la stessa cosa utilizzando un'energia sempre più cara che distrugge sempre più la crescita delle nazioni di serie B e ci porta velocemente a risorse ben più dannose come il carbone? No, meglio dire basta a finti specchietti, chiudere idiozie come il trattato di Kyoto, ammettere che è stata tutta una montatura o un errore e dare il via alla ricerca vera. Se non ci fidiamo di questa strategia ONESTA, come possiamo fidarci che le inutili energie alternative attuali portino a qualche risultato?
    In poche parole, se c'è volontà onesta la strada buona c'è. Se non c'è volontà onesta la situazione attuale è ancora più deleteria dello shale gas. A quel punto preferisco lui che i falsi pannelli che nascondono il carbone, le biomasse e che non ferma, comunque, gli USA, le sue  guerre "costruite" in Ukraina per rendere la stupida Europa succube del suo gas, e la strategia ormai chiara di annullare il ruolo dei paesi arabi (con chissà quali tragiche conseguenze) e sicuramente in molte altre nazioni.
    Ci vuole un GW dell'intelligenza e non un GW finto legato al terrore.
     

  19. Alberto De Luca

    Vorrei aggiungere che il buon senso rimane buon senso! Non inquinare, non distruggere le foreste, risparmiare energia (anche se su questo punto c’è chi dice che la ripercussione sulla richiesta di minor energia non ci sarebbe ma si avrebbe un, seppur ben voluto,  aumento delle  prestazioni ottenibili.. ma questo è un altro discorso), rimangono certo tutti buoni propositi. Ciò su cui Vincenzo e la discussione in corso sul suo blog vogliono a mio avviso porre l’accento, tra l’altro,  è anche il fatto che alla promozione di una giusta causa l’uso di false argomentazioni è non solo inefficace ma anche controproducente. Ad un bambino non posso spiegare che non deve buttarsi dalla finestra perché altrimenti la notte arriverà l’uomo nero a portarselo via. Oltre a turbargli inutilmente il sonno, quando scoprirà che l’uomo nero non esiste...

  20. Mario Fiori

    Alberto hai ragione così come ha ragione Enzo.
    Qui si tratta di usare il buon senso e il denaro non come "dio" ma per il bene di tutti una volta tanto.
    Inquinare, distruggere, morire soffocati dalla CO2 e... soprattutto da altri malefici inquinanti non serve di certo. Serve iniziare e portare avanti una seria ricerca sul clima, sugli effetti di ogni genere che lo influenzano e mdificano (appunto di ogni genere) e su energie alternative vere ed efficaci , anche perchè, CO2 o meno che sia, i combustibili fossili non sono eterni. Pannelli  fotovoltaici? Le distese non servono e rovinano il paesaggio, ma può servire usare ciascuno il tetto della propria casa o industria, naturalmente studiamo a fondo come non inquinare al momento di rottamarli ( a mio modesto parere , premetto non sono un tecnico, se si studia seriamente qualcosa si trova). Termovalorizzatori? Già sono molto più efficienti e meno inquinanti ora, ma se si studia meglio e a fondo potrebbero veramente quasi non inquinare, solo che tutti li vogliono, basta che se li prenda il vicino e i vantaggi a tutti: pensate a quanto inquinano e distruggono invece le discariche. Poi ampliam lo studio di energie veramente alternative e nel frattempo usiamo meglio quelle che abbiamo e risparmiamo, oltre che denaro, che purtroppo c'è e va' risparmiato, appunto risparmiamo proprio energia e facciamolo per il nostro bel Pianeta. A proposito Enzo ma gli studi per andare a prenderci l'energia solare proprio nello spazio? Dimenticavo e poi chiudo ,scusate, tutto ciò di cui sopra e tutte le future proposte energetiche, più o meno alternative, dovranno necessariamente passare per tutti i popoli e non solo i soliti noti: ci pensare i pannelli sulle case nei Paesi poveri? Lì si che il Nostro Sole arriva. Ed è lì che purtroppo scatterebbe la repulsione dei soliti noti. Scusate arisono utopico e me ne vergogno... :oops:

  21. caro Mario,
    tu dimentichi una cosa: i pannelli sul tetto non li puoi mettere nelle megalopoli del terzo mondo e nemmeno nelle nostre... E le automobili? E le navi? gli aerei? Ecc., ecc.?
    Risparmiare energia? Sì, ma chi? Anche quelli che non l'hanno mai avuta (quasi due miliardi di PERSONE, non di bestie...)? Eh, no, sarebbe comportamento da vigliacchi! Utopia per utopia, facciamo così:
    un bel trattato, magari siglato in Bangladesh, in cui si dica che le nazioni dei G20 o 30 o 40 riducono l'uso della loro energia e danno la differenza (gratis)  a quelli del terzo e quarto mondo. 
    Bene, se fosse così, comincerei a credere nelle energie alternative attuali.  
    Se non viene fatto è solo perché le energie alternative non servono a niente se non a coprire le porcherie che vengono fatte alle loro spalle e con il loro aiuto! Come dicevo, tutti parlano bene, ma razzolano male. Ne sono un esempio gli USA. Oggi Obama ha quasi pianto per il caldo degli USA (ma fino a poco tempo fa non si diceva che faceva un freddo cane???), ma intanto non ha certo interrotto il suo shale gas (il metano è gas serra anche più della CO2, poverina... prima o poi si stuferà di essere il diavolo e smetterà di dare cibo alla vita biologica) che venderà (a prezzo vantaggioso) all'Europa, dopo che gli ecologisti hanno gridato contro le NOSTRE risorse di shale gas. Nel frattempo, rivolterà le gerarchie mondiali del petrolio con guerre nei paesi arabi ancora più terribili do oggi. In tutto questo contesto (alla faccia di quattro pannelli arrugginiti e di pale eoliche sempre ferme) chi pensa alle nazioni povere? Però, ci pensano e come quando si tratta di vendere le armi ai loro capi (scelti apposta dai grani paesi civili) in cambio di tutte le loro ricchezze. E io dovrei avere speranza in una razza così e credere alle parole sulle energie alternative attuali che hanno avuto bisogno del terrore fasullo del GW per essere accettate e pagate da tutti noi? E adesso ci dovremmo anche sentire in colpa. E magari anche i paesi del terzo e quarto mondo? ma siamo matti???!!!!
    Blocchino tutto, eliminino i pannelli, le pale, la biomassa che affama milioni e milioni di poveri. Eliminino trattati fantoccio e ipocriti. Mandino a casa i non esperti e non li paghino più. Ci si affidi a quel poco combustibile fossile che abbiamo, dando via libera alle vere ricerche. Ci fidiamo? IO NO!!!! 
    Prendere l'energia da fuori atmosfera? Già provato, ma per mandarla giù bisogna ricorrere alle microonde e sai che tragedia... Abbiamo già i cellulari che non fanno male finché non ne avranno venduti 100 per abitante.
    L'ho già detto molte volte: la risposta è nella stessa Natura. Essa usa la CO2 e l'energia solare. Dobbiamo seguirla e imparare da lei. Foglie sintetiche e cose del genere. E poi c'è la fusione fredda, ma basterebbe l'acqua e ancora costa troppo poco. Quando sarà carissima vedrete che si farà anche quello... 
    Mi spiace, ma preferisco, fino a che posso, guardare all'Universo e che la razza umana vada pure al diavolo, anzi alla ... CO2, il cibo migliore per la vita!

    Basta se no mi sale la pressione :mrgreen:  

  22. Gianfranco

    Ma qualcuno vuole forse insinuare che i pannelli solari/fotovoltaici non sono meglio che bruciare petrolio ed inquinare l'ambiente?
    A me sinceramente non frega assolutamente nulla del GW (la Terra si regola certamente da sola la sua temperatura) però importa tantissimo se inquiniamo l'atmosfera che respiriamo, per noi e per i nostri figli e nipoti!

  23. anche usare la luce della Luna è meglio di una lampadina... Il fatto è che costano troppo (20% sulla bolletta della luce) e accontentano solo pochi. Non è questo il modo per risolvere i problemi energetici. Ci vuole ricerca e non editti semi-religiosi. E poi dove finiscono i rottami dei pannelli? E come credi che vadano avanti le macchine e i treni e gli aerei ecc., ecc.... Anch'io preferirei energia pulita, ma non solo per pochi fortunati... In ogni caso, la Cina & Co. useranno carbone e gas e bastano loro a inquinare il globo...

  24. beppe

    Caro Enzo, hai accennato alla fusione fredda, io ci speravo tanto, ma Rossi è un venditore di fumo, in internet circolano un mucchio di pagine sul LENR, ma il 99% è autoreferenziale, quindi poco attendibile, ho letto qualcosa anche in siti un poco più attendibili ma non c'è uno straccio di teoria a supporto, il più serio mi pare il giapponese Arata, ma poverino, ha 90 anni!!!

  25. Gianfranco

    Però usare i pannelli è comunque un inizio, anche se non tutta l'energia prodotta dagli esseri umani è di fonte solare e non è ancora una produzione per tutti gli abitanti del pianeta.

    Però - dico io - da qualche parte ed in un certo tempo bisogna pur cominciare, o no?

    Che poi non sia ancora globale, per me è sempre meglio di nulla! 

  26. Mario Fiori

    Carissimo Enzo, non volevo dilungarmi troppo e forse non mi sono spiegato bene, ma le tue sono parole sante. Io non vorrei mettere pannelli sui tetti delle Megalopoli di mezzo mondo, ovvero, potrei anche accettare in più che si produca anche così qualche Watt di energia  purchè lo si possa fare tutti indistintamente e senza mafie e speculatori, io, caro Enzo, la penso come te e mi reputo purtroppo utopico, ma forse ne sono pure orgoglioso.
    Tutto quello che dicevo sulla ricerca seria, copiando qualcosa che tu dici da secoli (ti pagherò il copyrigt :mrgreen: ), è sottinteso che deve portare pian piano(possibilmente relativamente piano) ad energie VERAMENTE alternative e che il grosso attuale dell'energia deve essere fossile con tutte le aggiunte di idroelettrico, geotermico, termovalorizzatori molto più sicuri e simili, a questo punto ci vuole anche efficienza e risparmio da parte dei Paesi ricchi ed accesso a pari oportunità di chi non ha maai conosciuto veramente l'energia e tutto ciò che produce.
    Se poi c'è qualche pannello sul tetto e non in distese inutili e distruttive, che venga pure in più ma venga senza mafie dietro e per tutti compresi i poveri di cui sopra.
    Adesso bisogna in...come giustamente hai fatto rispondendo a me (non contro di me stai tranquillo lo so') e bisona farlo in numero più alto possibile perchè si inizi a parlare veramente e seriamente di ricerca su foglie sintetiche, delle quali avevi già giustamente parlato, fusione fredda ed ogni altra cosa che possa servire. Naturalmente Enzo sono daccordissimo su cosa dovrebbero fare, anzi devono, le nazioni dei vari G citati e da citare invece di prendere in giro ilMondo intero.
    Adesso sono davvero utopico.
    Mi sei piaciuto tantissimo caro Enzo.

  27. caro Mario,
    figurati se mi incavolo con te! Ho preso solo spunto dal tuo condivisibilissimo commento per fare uscire un po' di nervosismo latente che mi prende, quando si parla di queste prese in giro. So benissimo che la pensi come me, anche se forse hai un po' più di speranza  :-P

    caro Gianfranco,
    io comincerei da qualche altra parte... proprio perché non vorrei pensare solo a me ed essere egoista! Potrei mettere i pannelli sul mio tetto, ma non lo faccio per questioni di principio. Se l'umanità, ogni volta che faceva qualcosa, avesse pensato anche agli altri non saremmo arrivati a questo livello di decadenza morale. E non mi si dica che la ricerca tecnologica sarebbe andata a rilento. Quanti geni come Einstein sono nati e morti per fame o stenti o spade in giro per il globo? Se avessimo dato le stesse possibilità a tutti forse saremmo ben più avanti e in modo molto più etico. E anche i soldi riprenderebbero il loro giusto valore.
    Vedi la differenza tra noi sta nell'ultima tua frase: "è sempre meglio di nulla". Io non sono d'accordo, tutto qua. Bisogna cominciare da qualcosa di globale e non di utilizzabile solo da pochi e che gli altri pensino a loro. Oltretutto, imponendogli, magari, di non potere ottenere ciò che noi abbiamo sperperato per anni e anni. Ripeto, tutti soldi che elargiscono gli stati a chi "traffica" con le energie alternative sarebbero dovuti essere spesi per dare l'energia minima a tutti. 
    Caro Mario.... questa sì che è utopia!!!! :mrgreen:

    Comunque ragazzi... potremmo parlare per anni e ognuno mantiene giustamente le proprie idee. Il mio compito (piccolo piccolo) è di cercare di portare a conoscenza (di chi stimo) ciò che viene normalmente nascosto. Poi ognuno, con le varie visioni davanti, sceglie e giudica da solo. Tutto qui! 

  28. Valerio Ricciardi

    Gianfranco, qui non si tratta di cercare di escludere l'energia solare, ma solo di utilizzarla bene, e in modo che il rapporto costi/benefici sia favorevole. L'inquinamento connesso ad ogni processo antropico è legato a tutte le fasi del processo stesso: i pannelli solari fotovoltaici inquinano - e richiedono una certa quantità di energia per essere prodotti... di origine non solare, tipicamente - inquinano e assorbono energia un tot in fase di fabbricazione, perché le materie prime di base con cui vengon costruiti non si scavano sotto il pavimento del capannone che produce pannelli ma da qualche parte nel mondo, poi il materiale dev'essere lavorato e ciò assorbe energia, poi il prodotto di lavorazione dev'essere trasportato coi mezzi più vari (tipicamente non aquiloni o aerostati o kajak), poi li metti in opera e questo richiede energia (saldature, buchi col trapano etc.... poi c'è un esercizio corrente durante il quale, con ogni evidenza, producono molta energia senza inquinare; man mano che passano gli anni, la loro efficienza di conversione cala, sino a raggiungere un minimo al di sotto del quale vanno sostituiti. Ancora, serve energia per il "decommissioning", poi c'è un costo ambientale ed energetico per lo smaltimento.
    Al netto di tutto, la loro convenienza per ora è massima dove portare una linea elettrica sarebbe  troppo oneroso (zone isolate, fari, isolette con stazioni radio, basi antartiche etc) o dove si abbiano centinaia e centinaia di mq di superficie di tetto di nessun interesse architettonico, pronte per essere così utilizzate; ad esempio, la nuova Fiera di Roma a Ponte Galeria i cui tetti... son tutti fotovoltaici. Mi dirai tu... "fantastico! Che vuoi di più?" Ma... che ci fanno con tutta quella corrente? La immagazzinano in file interminabili di inquinantissime batterie al piombo, e la sera ci illuminano a giorno immensi parcheggi.... sempre stravuoti, perché complice la crisi la Fiera di Roma, area gigantesca che al confronto la zona espositiva della Fiera di Bologna pare un mercatino rionale, è sempre inutilizzata! Al massimo arrivano ad affittare da due a quattro dell'interminabile teoria di padiglioni, che andrebbero bene per accogliere tutti gli Alleati sbarcati in Normandia, completi di mezzi e vettovaglie... Però i suoi parcheggi generano un livello di inquinamento luminoso che i poveri astrofili si godono imprecando a bassa voce. Per illuminare parcheggi vuoti. Ossia per produrre un danno ambientale ai ritmi circadiani di piante e animali, delle due. 
    Quindi il vantaggio maggiore è stato... per la ditta che ha prodotto i pannelli e per quelli che son riusciti, si potrebbe temere, a prendere le mazzette giuste per dar l'appalto dell'impianto alla grande ditta X piuttosto che alla ditta Y. 
    E di massima poiché i pannelli fotovoltaici, che sia chiaro in molte situazioni io considero superpreziosimenomalecheesistono, sono molto "politically correct", il conto TOTALE dei costi, dei benefici e degli svantaggi di questo sistema si tende a non farlo, così come non lo si fa ONESTAMENTE per ogni complesso processo dietro al quale vi sia un adeguato giro di quattrini.
    Basta nella somma "dimenticarsi" ad arte qualcosa, ed esaltare qualcos'altro, che una cosa che è magari una mezza fregatura (all'atto pratico) diventa "alle cifre" una soluzione altamente desiderabile.
    Il problema non è teorico, è quantitativo, e i conti VERI non si vogliono mai fare...
    Risparmieresti più risorse (ed emetteresti meno CO2) se riuscissi a convincere il 20% dei romani ad andare in ufficio senza automobile, ovviamente mettendo loro a disposizione adeguate linee di tram e metropolitana, che se stuprassi tutti i parchi pubblici della Capitale ricoprendoli di distese ininterrotte di pannelli di silicio nero... 
    E poi ribadisco. ci si concentra troppo sul solare FOTOVOLTAICO, ossia destinato a produrre energia elettrica che poi devi ritrasformare in quel che ti serve, e troppo poco nel solare TERMICO, il cui recupero di calore è invece di pronto impiego, e che richiede tecnologie molto meno sofisticate per essere fruito... 

  29. Alberto De Luca

    Proverei a fare una piccola sintesi e vediamo se ci si mette tutti d'accordo.
    1) L'uomo per il tipo di civiltà che ha realizzato ha bisogno continuo e crescente di energia.
    2) E'utopia pensare che a livello globale venga deciso di arretrare e ritornare alle candele (il mio parere poi è che sarebbe una iattura per tutti noi; oggi si vive meglio che cento anni fa o oltre, pur con tutte le storture certo che ogni epoca ha da affrontare.)
    3) L'energia per essere efficiente deve essere disponibile qui dove voglio, ora quando voglio e alla potenza che mi serve altrimenti industrie (per fabbricare tutto ciò che mi può venire in mente compreso il computer che ho ora davanti, i telescopi a noi tanto cari o...pannelli fotovoltaici), aerei, treni, automobili, lavatrici, si fermerebbro.
    4) L'energia fornita da pannelli fotovoltaici e pale eoliche è incontestabilmente intermittente, inprevedibile, non producibile in egual misura nelle varie parti del pianeta, in una parola inaffidabile.
    5) Chiamiamo tale energia quindi al massimo complementare ma no e poi no "alternativa". Buona al massimo per chiedere meno energia alla rete, che rimane una garanzia, ma solo in certi momenti e con determinate condizioni. Da qui non vedo come si possa uscire.

  30. lucidissima l'analisi di Valerio e la sintesi di Alberto. Io aggiungerei soltanto che bisognerebbe pensare coralmente e non solo agli interessi di pochi e fortunati... Questo è il primo passo INDISPENSABILE per una politica sociale eticamente e praticamente vittoriosa. Tutto il resto è solo corruzione e sfruttamento... :wink: Non oso chiamarli EVOLUZIONE o PROGRESSO!

  31. Gianfranco

    Io continuo a non essere d'accordo!
    In questa discussione para-astronomica vi siete tutti scagliati NON contro l'energia continua della nostra amata stella, ma bensì sulle politiche sociali-speculative-economiche-finanziarie-globali-umane-eccetera che vi stanno dietro.
    Ma questo - cari tutti - è un'altra storia! 

    Il progresso tecnologico si porta sempre dietro queste speculazioni, è nella natura umana, da sempre!
    Ma sinceramente nè io nè tutti noi di questo blog messi insieme cambieremo il mondo.
    E' proprio questa l'altra storia. Una storia che con l'energia solare, insomma col nostro caro Sole, non ha nulla a che vedere.
    Si rischia (ma forse lo avete già fatto...) di passare dalla scienza alla filosofia o alla psicologia umana, o peggio ancora, alla politica.
    Ecco perchè non sono d'accordo! 

  32. Walter

    Scusate non volevo più intervenire perché ho già fatto forse troppe domande 'tecniche' su questo argomento ma come direbbe un mio amico 'mi scippate le botte dalle mani'
    Non pensate che la causa, non del GW, ma di tutti i nostri mali sia che l'animale uomo sia troppo numeroso per il pianeta Terra?
    Più siamo e più dobbiamo mangiare, più dobbiamo mangiare e più dobbiamo coltivare e allevare.
    Sapete quanto CO2 o metano emette un allevamento di mucche o maiali? è pauroso.
    Per coltivare occorrono trattori e fertilizzanti che per produrli emetto tonellate di CO2.
    La medicina ci assicura una vita più lunga ma pensate a quante medicine dobbiamo produrre e per produrle altro che l'emissione di CO2 di tutte le automobili. Probabilmente quando prendo una aspirina faccio produrre più CO2 che se andassi al mare in auto
    Il problema è politico per quanto riguarda i guadagni dei vari faccendieri ma è metafisico per quanto riguarda la popolazione sempre più crescente di questo povero pianeta che prima o poi si 'arrabbia' e buonanotte.
     

  33. Valerio Ricciardi

    Sai, Gianfranco, quando non ti occupi di politica... la politica si occupa di te. Si può cercare (io lo tento pervicacemente da decenni) di non politicizzarsi in un senso partitico, ideologico,  restando sempre pronti a buttare  mare il "proprio candidato" o il "proprio partito" o meglio, il suo programma se poco poco si rivelano anche solo inefficaci (perché se restiamo fedeli un leader o a un partito quando si rivelano addirittura disonesti e moralmente corrotti, siamo talmente imbecilli che sarebbe meglio non votassimo nemmeno).

    Ti faccio un esempio pratico d'altro tenore, sempre legato alla dicotomia fra l'ecologia dal punto di vista reale, e nel senso invece "pubblico", formale e politico del termine. 

    Io per un ventennio (1987-2007) ho scritto anche del settore automotive, di cui mi interessavano gli aspetti ingegneristici. Ciò che a me premeva, e di cui scrivevo, era tutto ciò che era connesso alla sicurezza del sistema trasporti su strada, e alla compatibilità ecologica (consumi e inquinamento). Nel, mi pare, 1992 vi fu la prima famosa "rottamazione" delle auto non catalizzate, le c.d. "Euro Zero", prevalentemente a carburatori. Lo Stato, trionfante, offrì un incentivo mi sembra di - massimo - un milione e mezzo delle vecchie lire per l'acquisto di un veicolo nuovo catalizzato, purché se ne rottamasse nel contempo uno inquinante.
    Un altro milione e mezzo, in media, lo avrebbero per convenzione firmata col Ministero offerto, come sconto, le concessionarie. In teoria, fantastico! Una vettura catalizzata inquinava MOLTO meno di una non catalizzata, sopratutto dal momento che essendo arrivate al posto della c.d. Super le benzine c.d. "Verdi" (altra suprema ipocrisia) ricche di Benzene come antidetonante al posto del piombo tetraetile e tetrametile, senza catalizzatore quel che respiravi dallo scarico... era MOLTO più pericoloso di prima. L'anello benzenico è alla base di una quantità di processi oncogenetici nell'uomo e negli animali! 
    Un ragazzo mio amico, che lavorava in una grande concessionaria, mi descrisse inorridito la quantità di vetture di pochissimi km, in condizioni di conservazione da ottime ad eccellenti (specie quelle di pensionati da 2-3000 km l'anno di percorrenza) mandate alla pressa per la scusa di comprarne una nuova con circa tre milioni di sconto, che su una vettura da diciamo otto-dodici eran davvero tanti.

    Io pubblicai su Auto Tecnica, rivista di settore più... appunto tecnica della media - altro che Quattroruote - un lungo e documentato articolo nel quale analizzavo i costi ambientali di smaltimento di un veicolo, specie in quel momento in cui ne arrivavano tutti insieme centinaia di migliaia, il che favoriva una rottamazione diciamo poco "virtuosa", con percolato ed eluato dritto in falda freatica d'olio motore, di glicole etilenico dei freni, e roghi improvvisati a volte di pneumatici e di tessuti sintetici di sedili... e provavo a fare i conti dei costi energetici e ambientali per produrre un'auto, e per demolirla.

    La conclusione (dichiaratamente e onestamente) mia, non offerta a mo' di credo ma ben suffragata da tabelle e grafici, era che era stato assolutamente folle incentivare la rottamazione tout court di tutte le vetture non catalizzate ...purchéfosse, ma che si sarebbero dovute se possibile rottamare le vetture deteriorate oltre che obsolete, riservando alle altre, quelle in buone condizioni, incentivi statali non per la loro sostituzione ma per installarci un impianto a GPL o metano.
     
    Perché mi sembrava di aver dimostrato che metanizzando una vecchia ma poco usurata vettura, e facendole finire tutto il suo ciclo di vita senza anticiparlo, per l'ambiente si sarebbe ottenuto il massimo vantaggio.

    Allo Stato, con l'IVA sulle vetture nuove, riuscì di incassare ben più di quanto aveva offerto di incentivo... un milione e mezzo era il tetto per le vetture di maggior cilindrata, sopra un certo livello. Il bilancio fiscale era nettamente positivo, entrava più IVA di quanto uscissero di incentivi... ecco l'origine di tanta attenzione per l'ambiente... giravano tanti sghei e tutti erano più felici... alle cataste immani di vetture ancora efficienti rottamate e percolanti olio bruciato in nome del miraggio di massimo tre milioni gratis, non era disposto a far caso nessuno.

    Auto Tecnica era abbastanza seguita da persone che nelle Filiali nazionali delle maggiori Case, e a livello di marketing, contavano qualcosa (responsabili P.R. dei massimi marchi, ad esempio). Chiesero, ed ottennero col sottile ricatto delle inserzioni pubblicitarie di cui le riviste vivono, la mia testa. Ma come! Proprio in quel momento, in cui a Dio piacendo il mercato era stato tanto rivitalizzato dagli incentivi statali, arriva uno che ne mette in dubbio la sincera ed effettiva valenza ambientale? Ma chi era 'sto matto rompiscatole che andava a impicciarsi del fatto che il Re era nudo? Ma che gliene doveva importare a lui?

    Non ho più avuto articoli miei accettati da Auto Tecnica. Decine e ...tante, decine su Roma Motori del Messaggero si, Protecta anche, occasionalmente altre testate... ma ad Auto Tecnica ero sulla lista nera, creavo imbarazzo e potenziali problemi. Ufficialmente, non mi han mai contestato nulla, tanti complimenti ed attestati di stima. Per fortuna, vivevo d'altro...
    Non so se ho reso l'idea.  

  34. davide1334

    eh,il racconto di valerio lascia ben poca fantasia a qualsiasi alternativa "alternativa".... e scusate la ripetizione,su come funzionano e funzioneranno sempre le cose....d'altronde ha ragione anche walter,forse siamo in troppi sul pianeta per non  rimanere imbrigliati in un sistema di perenne guerra fredda su certi temi, energia in primis
    concentrerei tutto in un motto internazionale :  " no,we don't can"

  35. Gianfranco

    @ valerio:
    allora vedi che ho ragione io?
    E' così, piaccia o non piaccia!
    Naturalmente non intendo dire che tutto ciò sia cosa buona e giusta ma è così! Anzi...
    Per cambiare davvero ed alla radice le cose bisognerebbe re-inventare quell'animale chiamato UOMO, da Adamo ed Eva in poi!
    Oltre all'astronomia, leggiamo anche un pò di storia, anche antica... 

  36. Valerio Ricciardi

    Non sarei troppo pessimista, ad una sola condizione: che ci si renda conto che l'unico modo per "fare la Rivoluzione" è... educare e formare i nostri figli.
    Nulla di più importante c'è dell'insegnamento, nel senso più lato ed etico ben prima che tecnico.
    Nel mio piccolissimo, mi sto impegnando sin da quando Damiano ha si e no iniziato a parlare per sprovincializzarlo, per insegnargli ad osservare criticamente, per renderlo disponibile a non fossilizzarsi su nessuna idea e nessun punto di vista se nuove evidenze (solide e ben motivate) dovessero suggerirgli di mutare una convinzione, per aprirgli in una parola la mente, più che riempirla di nozioni.
    Perché come diceva Einstein, la mente umana è come un paracadute: funziona bene solo se si apre. Per ora, i risultati parrebbero proprio buoni: ha sette anni e mezzo, e già delle volte mi fa delle domande che ...mi fan venire letteralmente gli occhi lucidi.
    Una cosa di cui son convinto da sempre, è che in fondo è più importante saper formulare una buona domanda che saper trovare la risposta definitiva ed esatta.  

  37. Matteo

    Anche dopo aver letto l'articolo e i commenti che in parte condivido continuo a divergere su alcuni punti, non me ne voglia il caro Enzo che ha tutta la mia stima e il mio rispetto più sincero.

    In Italia il 72% dell'energia elettrica prodotta proviene da combustibili fossili e il restante  da fonti rinnovabili di cui il 5,5% dai pannelli fotovoltaici in rapidissima espansione (nel 2010 era lo 0,5%) sicuramente anche a causa della nuova morale ecofriendly ma sopratutto grazie ai forti incentivi statali. Dati percentuali aggiornati al 2012 fonte wikipedia. Sicuramente questi pannelli così criticati hanno le loro pecche: bisognerebbe vedere quanta energia è stata spesa per produrli e quanta ne servirà per smaltirli senza contare che i primi installati funzionavano col telluro di cadmio altamente inquinante. Tuttavia adesso ci sono e producono energia, costituiscono un precedente per i paesi sviluppati e mi auguro anche per quelli in via di sviluppo. La possibilità che gli sgravi fiscali hanno concesso a questa tecnologia ha consentito di creare un industria che col tempo riuscirá a produrre pannelli sempre più efficienti fino a diventare un giorno (mi auguro) veramente concorrenziali con le fonti fossili. La fetta più grossa delle rinnovabili se la aggiudica l'idroelettrico: criticabile anche quello. Io che faccio passeggiate sulle Alpi le vedo costellate di dighe e laghetti artificiali. Per non parlare degli sconvolgimenti microclimatici, paesaggistici, che le dighe più grosse comportano soprattutto quelle recentemente realizzate nei paesi emergenti. Però hanno permesso di risparmiare petrolio sfruttando la beneamata gravità. Le rinnovabili sono attualmente una fetta del mercato marginale ma non trascurabile, mi chiedo se senza Kyoto, la morale ecologista, la minaccia del GW saremmo mai giunti a questo primo traguardo, marginale ma non disprezzabile. Con quali argomentazioni continuare a sostenere il fossile? Sicuramente gioca a suo favore la grande resa e fruibilità dovuta a decenni e decenni di esperienza e sviluppo industriale di questo settore. Ma a quale prezzo? Il rovescio della medaglia è ben conosciuto: atmosfera inquinata con conseguente aumento di gravi patologie (costa più curare i malati di cancro o gli incentivi sul fotovoltaico?) devastazione del suolo e dei mari e pure del sottosuolo anche grazie al "nuovo" shale gas. Anche trascurando l'impatto della co2 visto che la sua influenza non è al momento determinabile non mi sembra la cosa porti grandi vantaggi. Tralascio le biomasse perché se non da fonti di scarto potrebbero rappresentare una minaccia enorme ai popoli che vivono al margine dell'economia cosiddetta evoluta. Chi acquista grano per produrre combustibile sicuramente ha un potere di acquisto maggiore rispetto a chi lo vorrebbe comprare per il mero bisogno di nutrirsi, risultato: aggravamento della fame nel mondo. Smettiamola però di dire che vorremmo dare a miliardi di persone al mondo  ciò che il progresso gli ha negato. E' ipocrisia: con le fonti attuali non ci sarebbe sostenibilità per tutti e noi stiamo in piedi anche grazie al fatto che qualcuno non se lo può permettere! E' ingiusto? Si! E' un discorso cinico? Si! Purtroppo è anche la realtà! E' ammirabile e facile dire: dovremmo dare energia e bistecche a tutti! ma finché non ci saranno fonti adeguate la coperta rimarrá corta. Sputiamo nel piatto che ci ha sfamato, per deprecabile che si. Però non ho mai visto nessuno trasferirsi in Congo nella foresta per solidarietà energetica. Invece ho visto tanti che spaventati dal GW hanno iniziato a pensare al risparmio energetico, alla raccolta differenziata, ad una morale più sensibile ai temi dell'ecologia. Non credo che questo spauracchio (vero o falso che sia) abbia prodotto più danni di quelli causati da uno spregiudicato utilizzo delle risorse. Poi possiamo anche dire che sia stata tutta una falsità, ma almeno non del tutto inutile o dannosa. Aspettiamo allora la fusione a freddo, la panacea di tutti i mali. Non illudiamoci però, non ci sarà mai energia per tutto e per tutti, non sarebbe profittevole. Potremmo arrivare ad avere tanta energia per tante persone, ma è la necessità di maggiori risultati che spinge in avanti l'evoluzione. Il pieno appagamento equivarrebbe alla morte dell'uomo per come lo conosciamo. L'utopia è un obiettivo nobile che va sempre perseguito ma per definizione mai raggiungibile. Il denaro, il fabbisogno di energia, il potere sono emanazioni dell'animo umano. Possiamo desiderali per noi o per tutti, biasimarli o bramarli ma non negarli. Non deleghiamo ad un ipotetico dio malvagio la natura del nostro essere umani. Ai posteri constatare i risultati. 
     

  38. cari tutti,
    vedo che l'argomento ha sollevato e chiarito abbastanza bene le idee di molti. Direi che, però, possiamo anche fermarci qui. Come ho già detto, ciò che penso sia doveroso da parte mia, come scienziato "planetologo", è riportare la medaglia che di solito viene nascosta. Più che della politica, il succo vero del discorso che ho affrontato nell'articolo è  la poverissima conoscenza dei rapporti Sole-atmosfera e di quanto siano perciò prive di fondamento le previsioni catastrofiche basate su modelli che NON possono per definizione essere di una validità anche minima. Se sia  un bene o un male usare le menzogne e l'ipocrisia per un bene comune (limitato solo ai paesi ricchi) non è cosa che accomuna tutti. Su questo ognuno si è espresso abbastanza bene.  E va oltre lo scopo dell'articolo se non per le tiritere dei falsi esperti televisivi. Sicuramente l'ipocrisia e la falsità non aiutano lo sviluppo del sapere, e su questo ne sono più che convinto. E se facessimo lo stesso sulle leggi dell'Universo? Dovete comprarvi tutti l'ombrello XYZ se no i raggi cosmici non perdoneranno... e mille altri facili terrorismi. No, ragazzi, speriamo che esista ancora una piccola fetta di scienza non legata alla politica e al potere. Poi sarà proprio la fine dell'umanità, per tanto che "nobili" siano gli scopi delle bugie.

    Bene... io concludo con le risposte personali... Non voglio però chiudere un post dato che il blog deve essere di tutti... Però vi invito anche a leggere gli articoli della fisica, della matematica e delle derivate. Anche lì possiamo innescare discorsi pieni di risvolti interessanti... :wink:  

  39. Valerio Ricciardi

    Perfetto, Enzo. :-D  Io se posso aggiungere una cosa (per una volta) brevissima, direi: nella vita dovremmo cercar di comportarci bene, non uccidere, non rubare, non devastare l'ambiente in cui viviamo e non prevaricare il più debole, anche se un Grande Teologo Fine di Mondo riuscisse a dimostrare che dopo questa vita non esiste Paradiso né Inferno, non v'è premio né punizione, e dunque finito "il nostro giro" avessimo la certezza di uscirne del tutto impuniti come ritengono sia loro diritto tanti politici e malfattori.
    Il Bene (anche nel rapporto col pianeta e nella gestione delle sue risorse, in primis energetiche) va fatto "perché si", perché potendo scegliere dobbiamo perseguire quello, e... gratis. 

  40. Grande Valerio! :-P
    E' proprio così. L'Universo ce lo insegna: le stelle nascono, evolvono, muoiono, ma non lo fanno per nessun ritorno economico o di immagine. Il bello e il buono non hanno bisogno di motivazioni. 

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