14/12/17

Aiuto! Anche i saturniani rischiano il riscaldamento globale… **

Saturno e la Terra si assomigliano più di quanto ci si potesse aspettare. Il pianeta con gli anelli potrebbe subire variazioni climatiche simili alle nostre… Perché non mandare qualche inviato molto televisivo e poco specialista in loco?

Immense tempeste settentrionali su Saturno disturbano le caratteristiche strutturali atmosferiche equatoriali del pianeta. Lo stesso effetto si è notato anche nell’atmosfera terrestre, suggerendo che i pianeti siano più simili di quanto si pensi (e possano insegnare molti di più a livello climatologico…).

Malgrado le differenze considerevoli, le atmosfere della Terra, di Giove e di Saturno, mostrano un fenomeno molto simile nelle regioni equatoriali. Sistemi ciclici di variazione di temperatura e di venti che si ripetono con periodi diversi, ma che regolano molte caratteristiche ricorrenti. Tuttavia, fenomeni anche molto lontani possono rompere queste quasi-regolarità e scompaginare tutte le carte.

Queste caratteristiche  quasi periodiche sono note come Quasi-Periodic Oscillation (QPO) su Saturno, Quasi-Quadrennial Oscillation (QQO) su Giove, e Quasi-Biennial Oscillation (QBO) sulla Terra e sono caratteristiche tipiche delle fasce intermedie delle atmosfere planetarie.

I QBO terrestri si ripetono ogni 28 mesi, in media. Tuttavia, queste fluttuazioni possono essere distrutte rapidamente da eventi estremamente lontani dall’equatore. La stessa cosa sembra capitare su Saturno. Dato che non sono uno specialista  di fenomeni atmosferici così delicati e complessi, vi rimando a questo link per saperne di più.

Queste oscillazioni  possono essere considerate come dei battiti cardiaci planetari. Potremmo dire che, anche se la struttura e le dimensioni sono ben diverse, tutti i pianeti (con atmosfera) hanno un... cuore!

Osservando Saturno (il suo battito si ripete rozzamente ogni 15 anni terrestri) si è notato che vi è stata una forte “palpitazione” nel periodo 2011-2013, durante la quale la regione equatoriale si è raffreddata drasticamente. Proprio in quel periodo vi era appena stata una gigantesca tempesta  che si era estesa su gran parte dell’emisfero nord del pianeta.  Non poteva non esserci un collegamento tra i due eventi: l’attività associata alla tempesta si era diretta verso l’equatore distruggendo la QPO, malgrado la distanza tra i due fenomeni fosse di migliaia di chilometri . Questa tempesta è stata chiamata la grande tempesta settentrionale e si è vista ripetere circa ogni 30 anni terrestri (un anno saturniano).

Il grande vortice di Saturno nel medio infrarosso. Fonte: ESA.
Il grande vortice di Saturno nel medio infrarosso. Fonte: ESA.

Sebbene l’influenza delle tempeste sull’intera circolazione atmosferica fosse già nota, nessuno si aspettava una rilevanza così netta e decisiva. In altre parole, qualsiasi evento di grande portata, in una zona qualsiasi dell’atmosfera di Saturno, è in grado di distruggere un andamento “cardiaco”, di norma abbastanza regolare. Eh sì, amici miei, l’atmosfera di un pianeta è una brutta bestia, ancora profondamente sconosciuta… altro che creare un’atmosfera artificiale respirabile su Marte!

La vera sorpresa si è ottenuta, però, confrontando questa palpitazione saturniana con quella terrestre del 2016. In quel caso si ebbe un trasporto di “momento” dalla zona polare a quella equatoriale  che distrusse completamente il QBO. Un  distruzione del genere non era mai stata vista da 60 anni.

Le strutture meteorologiche del globo terrestre sono legate in modo molto estremamente debole e sottile, ma danno risultati eclatanti, quasi come in una reazione a catena. Un tipico esempio di ciò è l’oscillazione meridionale El Nino, che riesce facilmente a influenzare le temperature e il clima dell’intero globo terrestre.

Uno degli autori ha detto una frase molto indicativa che va ben oltre il suo significato più immediato: “Cassini ha finito la sua missione, ma vi sono ancora una montagna di dati da analizzare con grande attenzione. Informazioni, che possono sicuramente essere fondamentali per il pianeta con gli anelli, ma anche per il nostro stesso pianeta.”.

E, aggiungo io, soprattutto per iniziare veramente a capire quel meraviglioso e complesso sistema che è l’atmosfera. Il suo cuore batte regolarmente, ma subisce palpitazioni e cambiamenti inattesi. Prima di dare in mano a cassandre prezzolate e incompetenti la diffusione di dati fasulli non sarebbe meglio che veri scienziati , privi di ambizioni personali e di interessi vari, si riunissero per cercare di avvicinarsi ancora di più a questo “organo” indispensabile del nostro pianeta? E non parlo solo di riscaldamento globale o di raffreddamento globale, ma di eventi più o meno catastrofici (per il nostro metro egoistico)  che potrebbe essere capiti, spiegati e seguiti con ben più scientifica attenzione. Amici miei, il clima e l’atmosfera sono punti delicati, il labile confine tra il Cosmo e la nostra casa, che il Sole cerca di rendere meno rischioso, ma che è qualcosa di ben più fragilità della pelle umana che protegge gli organi interni.

Invece di fare riunioni miliardarie che mirano solo a interessi economici e finanziari, in cui la parola spetta  a incompetenti politici o a pseudo scienziati prezzolati, basterebbe una frazione ridicola di quei fondi per permettere ai veri scienziati di riunirsi, discutere, litigare, con onestà e libertà… Chissà perché mi viene in mente, con tristezza, la celebre riunione del 1927 a Bruxelles

Articolo originale QUI

4 commenti

  1. Mario Fiori

    Insomma caro Enzo il  minimo solare, i QBO, el Nino, la Nina e quì si continua a parlare di riscaldamento Globale ? Ma fatemi il piacere. I Pianeti con atmosfera ci danno pure la possibilità di capire meglio e noi continuiamo con i "fiochini" in TV:

  2. e magari, caro Mario, chissà quanti giovani volenterosi vorrebbero dedicarsi a queste ricerche sulle atmosfere e sulla ricaduta sul clima e non possono farlo per mancanza di fondi o per "ricatti"  carrieristici...

  3. Gianni Bolzonella

    Lo ha detto a Parigi Vàclav Klaus, ex presidente della Repubblica ceca perseguitato dal Pcc
    Riscaldamento globale: una bufala
    È una teoria che non accetta di essere dimostrata
    di Václav Klaus* * Presidente della Repubblica Ceca nel decennio 2003-2012

    Discorso tenuto al contro-vertice dell'Association des Climato-réalistes al Musée Social, Parigi, in contrapposizione con la conferenza internazionale convocata da Emmanuel Macron per sollecitare l'applicazione dell'Accordo di Parigi del 2015.

    Avendo fatto personalmente esperienza dell'economia pianificata di Stato e dei tentativi di organizzare l'intera società con direttive dall'alto, mi sento in dovere di avvertire contro le argomentazioni ed ambizioni di coloro che credono alla dottrina del riscaldamento globale, molto simili a quelle che sentivamo quando vivevamo sotto il regime comunista. La dottrina del riscaldamento globale è un arrogante insieme di credenze, se non addirittura una religione, che mette a repentaglio la libertà e la prosperità del genere umano. Essa vive indipendentemente dalla scienza climatica. Le sue dispute non riguardano le temperature, esse fanno porte del «conflitto delle ideologie».

    Non sono d'accordo con il cosiddetto consensus proclamato riguardo a questa questione da parte degli allarmisti del riscaldamento globale. Il vero consensus è molto piccolo. Gli scienziati (e tutti gli esseri umani razionali) concordano che le temperature si sono alzate negli ultimi due secoli e che le attività umane potrebbero aver influito in qualche modo: tutto qui. È evidente che sia le dimensioni del riscaldamento sia le sue cause continuano a essere oggetto di accesi dibattiti. A questo riguardo non esiste assolutamente alcun consensus.

    I politici che hanno firmato due anni fa l'Accordo di Parigi, o non sono consapevoli della sua mancanza di basi scientifiche, o ne sono consapevoli ma hanno firmato comunque perché era utile ai loro interessi personali o politici. Forse c'entrano entrambi i motivi: l'ignoranza e la disonestà.

    I politici hanno capito che giocare la carta del riscaldamento globale è un gioco facile, almeno a breve o medio termine. E, come Keynes, sanno che, a lungo termine, saremo tutti morti. Il problema è che i politici non considerano le conseguenze a lungo termine delle politiche che si basano su questa dottrina.

    La dottrina del riscaldamento globale si può sintetizzare come segue:

    1. Comincia con l'affermazione che esiste un riscaldamento indiscusso e indiscutibile, confermato empiricamente, statisticamente significativo, globale e non locale;

    2. Continua sostenendo che la sequenza temporale delle temperature globali dimostra un trend crescente che domina le loro componenti cicliche e random. Questo trend si dà per non-lineare, forse esponenziale;

    3. Il trend viene dichiarato pericoloso per la gente (agli occhi degli ambientalisti «soft») e per il pianeta (dagli ambientalisti «deep»);

    4. La crescita delle temperature medie globali è postulata come fenomeno puramente o maggiormente causato dall'uomo attribuibile alle crescenti emissioni di Co2 dalle attività industriali e dall'uso dei combustibili fossili;

    5. Si pone in premessa una grandissima sensibilità delle temperature globali a variazioni anche piccole nella concentrazione di Co2 nell'atmosfera;

    6. Gli attuali aumenti di temperatura si possono ribaltare con una riduzione radicale delle emissioni di Co2, che andrebbero organizzate dalle istituzioni della «global governance». Si dimenticano di dirci che questo non è possibile senza minare la democrazia, l'indipendenza dei singoli paesi, la libertà umana, la prosperità economica e la possibilità di eliminare la povertà nel mondo.

    Io non credo a nemmeno uno di questi sei articoli di fede e sono felice di non essere il solo. Ci sono molti naturalisti e anche molti sociologi, e soprattutto molti economisti, che non ci credono neanche loro. Il problema è che gli scienziati veri (o almeno, la maggior parte di loro) fanno scienza e non sono disposti a farsi coinvolgere nella discussione pubblica di questa dottrina.

    Come cambiare? Temo che la scienza stessa non lo farà. La Dottrina del Riscaldamento Globale non si basa sulla scienza. Di conseguenza il dibattito scientifico non lo può delegittimare. Temo anche che un cambiamento decisivo non potrà avvenire in base a nuovi dati empirici. È evidente che gli attuali dati sulle temperature non confermano né i punti di vista allarmisti e apocalittici dei credenti nella Dottrina del Riscaldamento Globale né le loro ipotesi quasi-scientifiche intorno all'esclusività del rapporto fra Co2 e temperature. Com'è noto, i dati statistici non mostrano un riscaldamento globale per i 18 anni intercorsi fra il 1998 e il 2015.

    Né ci sarà di aiuto approfondire sempre di più gli aspetti tecnici, perché ai sostenitori della Dottrina del Riscaldamento Globale non interessano. Le loro idee sono le idee di ideologi, non di scienziati o climatologi. Dati e teorie, per quanto sofisticati, non cambieranno i loro punti di vista. Lo stesso vale per la dimensione economica di questo dibattito. Se qualcuno vuole ridurre se non addirittura eliminare le emissioni di Co2 deve o aspettarsi una rivoluzione nell'efficienza economica (che determina l'intensità delle emissioni) oppure un declino economico mondiale. Non è possibile nessun'altra alternativa.

  4. che dirti, Gianni...

    hai fatto una sintesi perfetta della situazione e delle motivazioni. Resta il problema che non sempre i cicli atmosferici terrestri favoriranno una lieve risalita della temperatura e un aumento del verde. Ci saranno periodi opposti, come ben sappiamo... Se la climatologia non riuscirà a lavorare tranquillamente e senza baionette nella schiena, si farà presto a ribaltare la frittata con conseguenze economiche e politiche terrificanti. Ricordiamoci l'incubo del raffreddamento globale degli anni '60...

    Non si dovrebbe eliminare la CO2, ma l'ignoranza dilagante, la corruzione, il potere, l'arricchimento sfrenato, le ideologie fondate su atti di fede mediatici... Ma questa è una scienza ben più difficile della climatologia...

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