Categorie: Riflessioni
Tags: Acronico blog Fabio Marzocca racconto
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:20
Un bel regalo di un nostro amico
Cari lettori, sapete bene che lo spirito di questo Circolo non è certo quello di catturare o "rubare" lettori da altri siti. bensì quello di contribuire a dare stimoli per imparare, riflettere e pensare con la propria testa. Ben vengano, quindi, altri blog in cui si cerchi di raggiungere lo stesso scopo. Questa volta voglio riportare una racconto-riflessione dell'amico Fabio Marzocca che trovo non solo interessante, ma in perfetta sintonia con molte delle nostre idee. Ne approfitto per darvi anche il link al suo bellissimo blog "Acrònico" che, nei ritagli di tempo, vado spesso a leggere. Chi vuole commentarlo lo può fare sia nella sua sede originaria sia qui da noi.
Eccovi l'articolo L'involuzione futura.
Aggiungo, come commento personale, che le ultime frasi sui bambini non possono non portarmi, come al solito, alla Meccanica Quantistica, al bisogno di insegnarla adeguatamente fin da piccoli e alla sua grande importanza per capire veramente quale sia la via migliore da seguire per far sì che l'uomo non finisca a livello macchina... Mi sentirei di parafrasare Feynman: "C'è tanto posto lassù, nel cervello!"
Buona lettura e mille grazie a Fabio per avermi permesso di condividere il racconto e per mantenere alla grande un luogo dedicato al pensiero e non solo...
20 commenti
Grazie Enzo e un caro saluto a tutti i tuoi lettori!
Come vedi, i collegamenti possibili sono molteplici, ma alla fine sembrano tutti convergere verso la stessa destinazione!
Fabio
Un racconto che è soprattutto una lucida radiocronaca di quello che sta accadendo nella nostra società. Fa sempre piacere riconoscere il proprio pensiero nelle riflessioni di altri.
Complimenti a Fabio per questa oasi che coltiva con passione e che non mancherò di visitare in futuro.
Complimenti Fabio e attenzione alta cari tutti. Quando si vede cosa stanno facendo alla Cultura, alla Scuola, alla Scienza, si capisce dove stiamo andando. Verso l'Homo Abilis si ma a produrre , in silenzio ed a testa bassa, insomma verso l'Homo Deficens che deve solo obbedire e non capire, fare ma in modo acritico, parlare ma di cose futili. Grazie Fabio e grazie Enzo per averci impreziosito con questa chicca.
Ho letto con piacere questo articolo,che guarda con disincanto,quella che sembra essere la direzione futura dell'umanità.Vale la pena di rileggerla con maggior riflessione.Per fortuna noi umani,conserviamo nelle nostre cellule il ricordo di qualche decina di migliaia di anni e quasi sempre,dopo un periodo di entusiasmo verso il nuovo,ritorniamo ad una via più moderata.Certo,se capita un Giordano Bruno nel bel mezzo di questo entusiasmo,finisce bruciato.L'Universo è più forte di noi,contrariamente a quello che le masse pensano, attraverso l'assunzione di equivoci molto "correct",più o meno suggeriti,l'uomo e tutto quello che lo circonda,non è "uguale"come enfatizza uno dei tanti principi cosiddetti universali,ad un altro uomo,è solo un suo simile.Il motore della natura è nato per diversificare,e questo è un buon antidoto contro la massificazione estrema,l'appiattimento alle tecnologie,abbruttimento livellatore.Mi ricordo il film di Charlie Chaplin,dove il povero Charlot era ormai alienato alla catena di montaggio.A cent'anni da quel film,la realtà ha già altre sfide.La natura troverà sempre la forza di buttare,anche se con dolore,il perdente nel cestino.A presto!
Spero nessuno si offenda ma non capisco l'entusiasmo per questo articolo. La tecnologia ci consente di migliorare la qualità del lavoro e qui la si vede come una disgrazia, ci mette al riparo da quei "genii" che pensano sempre di saperla più lunga e diventa un controllo di massa. Neanche l'esempio del romanzo è attuale, se non ricordo male Asimov ne scrisse uno in cui un ragazzo impara a fare di conto e riscopre la matematica in una società dove era ormai deputata ai soli computer. Io di contadini come questo non ne ho mai incontrati anzi di solito lo si prende ad esempio proprio per indicare il contrario e attenzione che la tradizione col tempo deve diventare folclore altrimenti si resta al passo. Tutti i software che uso sono compatibili con il mio essere umano, altrimenti qualcuno dovrebbe spiegarmi come faccio ad usarli. Provo un poco di fastidio a sentir trattare tutti i giovani come fossero degli imbecilli, mi pare di sentire il farfallino di turno che dice agli anziani cosa fare e non fare in base alle temperature previste. Ma se quelli sono anziani e magari hanno pure visto due guerre secondo voi gli servono questi consigli? In ogni caso mi pare una visione molto domestica della problematica sollevata, che comunque esiste. Vedo parecchi modi tipici della società italiana nel racconto che rappresenta meno dello 0,.... della popolazione mondiale così come il territorio.
L'anno che si è appena chiuso è stato denso di scoperte scientifiche e l'anno prima altrettanto, la capacità di collaborazione in questo ambito mi pare vada sempre meglio. Abbiamo dei giovani ricercatori preparatissimi in tutto il mondo nonostante i politici che ci ritroviamo. Pretendere che tutti diventino dei pensatori mi pare eccessivo.
Pongo io una questione: non è che questo modo di porre il problema è da "anziani" che non capiscono più il mondo in cui vivono? Se penso a cosa diceva mio nonno prima e mio padre poi durante l'evoluzione sociale dell'ultimo secolo mi pare di sentire le stesse lamentele. Sia chiaro che non sto dicendo che va tutto bene, anzi se ci si concentra sulla società italiana vi è parecchio da lavorare ma l'analisi dei problemi va rifatta.
Scommetterei una pizza che noi cinque (commenti e articolo) insieme siamo facciamo quasi 300 anni, se non li superiamo.
Mi correggo, oltre 350 anni. Leggo solo ora il commento di Gianni.
Ciao Frank,noi tutti quando leggiamo uno scritto o osserviamo un fenomeno,abbiamo la tendenza a concentrarci su qualcosa dell'evento che più ci colpisce.Per esempio se considero il mio vicinato medio,che quando parte al mattino per i primi cinque minuti o forse più del viaggio,guida con un occhio o forse meno,il resto è concentrato sullo smartphone.Se sono vivo è anche perché,capito l'antifona,quando passo sulle strisce pedonali o al semoforo cerco di capire dove sono con la testa,gli altri utenti della strada e dove hanno gli occhi,non sto esagerando!Concordo che gli strumenti di oggi sono un bel salto avanti nel progresso dell'umanità,specialmente la parte informatica e il fatto che stiamo usando questo bel sito ne è la prova,ma esiste anche una parte alienante e pericolosa che non è negli strumenti, ma nell'uso che di questi ne fanno parecchi utenti.
Grazie a Fabio Marzocca per questo stupendo racconto che obbliga a meditare sulla realtà di quello che sta accadendo oggi, grazie a Vincenzo per averci fatto scoprire questo autore e questo sito e grazie ai commenti di tutti voi. E' un vero piacere leggere e imparare da queste riflessioni, ha proprio ragione Maurizio Bernardi:"Fa sempre piacere riconoscere il proprio pensiero nelle riflessioni di altri."
Ciao Gianni, mi scuso per averti "schiaffato" negli over 50 senza averne certezza. Forse sono stato travisato in quanto scritto sopra. Premetto che prima di postare ho letto un paio di articoli a caso su quel sito e pur con una casistica di lettura inesistente mi sono sembrati dello stesso tenore. Ma quel che volevo dire è che mi sono stupito dell'assenza di senso critico manifestata, poco importa ciò che diceva l'articolo, Fabio è libero di esprimere il suo pensiero come vuole però questo è un circolo di scienze e accettare così l'articolo mi pareva strano. Per questo motivo ho evidenziato alcune cose che mi paiono "forzate". Tutto qui. Forse messo in un panorama più ampio, dato dall'assidua lettura del sito, ha un suo filo logico.
Voglio permettermi un critica a quanto dici nel post: come mai ti preoccupano quelli che guardano lo smart phone e non gli ubriachi al volante, ben più pericolosi? Non sarà che rientri davvero negli over 50 e gli ubriachi sono ormai parte del vissuto mentre gli smart phone sono il nuovo?
Voglio fare un esempio per essere ancora più esplicito. Durante un dibattito televisivo un prof. universitario racconta:
" Esco dall'aula e vedo quattro miei studenti che si parlano tramite lo smartphone, li raggiungo e chiedo: ma siete uno di fronte all'altro perché non vi parlate direttamente?"
Risposta.
" Si prof. è vero ma stiamo parlando anche con circa altre 40 persone."
Il prof. " Mi sono sentito un cretino."
Siamo veramente sicuri di essere in grado di insegnare ai giovani ad usare questa tecnologia pieni come siamo di preconcetti? Per lo smart phone alla guida c'è il codice della strada che va rispettato e la maleducazione stradale, particolarmente in Italia, impera. Ma non ha molto a che fare con la nuova tecnologia, questa si è solo aggiunta.
Caro Frank,non volevo risponderti perché mi sembrava maleducato impegnare questo sito per qualcosa che sembra un botta e risposta tra me e te,mentre in realtà parliamo a tutti quelli che leggono.Che ci sia differenza tra giovani e vecchi è normale e anche salutare,ognuno recita la parte che la natura e il destino gli ha dato.Tuttavia,troppo spesso,leggo giudizi sui vecchi (quanto vecchi?),sempre o troppo spesso negativi,interessati,ideologizzati e prevenuti.Non mi riferisco a te in particolare,ma me ne dai lo spunto.Se si vota,la parte che perde dice che sono i voti dei vecchi che hanno fatto perdere i trombati.Se l'opinione pubblica per un motivo o per un altro esprime un parere non conforme,è colpa dei vecchi conservatori,spesso anche ignoranti.Decenni di esaltazione della giovinezza,commercialmente paganti,probabilmente hanno convinto molti ingenui e sprovveduti e qualche giovane,di essere intelligenti,capaci,innovativi,più di quelli che li hanno preceduti,che poi sono i fratelli maggiori i padri e i nonni loro,che generazionalmente parlando hanno inventato la pubblicità di cui sopra,per mantenere agli studi i pargoli che li sostituiranno respirando nel tempo.A costoro(non tutti per fortuna) non passa manco per l'anticamera del pensiero,che fessi si nasce come pure intelligenti,poi la cultura qualche volta aiuta,altre volte per qualche categoria di persone, no,anzi le peggiora creando dei mostri di saccenza e dei ciocchi di teste di legno bagnate,scarse anche per il fuoco.Comunque,a parte chi muore prima invecchiamo tutti,e anche un trentenne visto dal figlio è "vecchio".Caro Frank,ripeto questo mio sfogo non è diretto a Te,che rispetto e leggo con piacere.By the way,io sono nato lo stesso anno in cui è nata la Repubblica Italiana,e come si dice in veneto:"Sono ancora capace di mangiare i fagioli in testa a parecchi miei simili".Di tutte le età!
Ma no dai Gianni è stato Enzo a chiedere di commentare, Enzo non è uno sprovveduto sapeva bene che sarebbe potuta seguire una discussione. Forse sperava che si spostasse nell'altro sito che poi probabilmente è quello che vuole Fabio con il suo articolo. Da parte mia non ci penso proprio, l'argomento non mi affascina, preferisco seguire la matematica di Enzo anche se posso permettermi solamente di fare qualche domanda.
Però ci ho beccato, almeno un grazie per averti messo nei cinquantenni potevi concedermelo ah ah ah. A già stavo dimenticando, anche i fagioli sono fuori moda come il detto, che non sentivo da quando mio zio, che era di Lentiai, è passato a miglior vita. Meglio riderci sopra, credo sia chiaro che mi piace scherzare. Comunque hai ragione torniamo alle cose serie del circolo, thanks Gianni è stato un piacere scambiare opinioni con Te.
“Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori; i giovani esigono immediatamente il posto degli anziani; gli anziani, per non apparire retrogradi o dispotici, acconsentono a tale cedimento e, a corona di tutto, in nome della libertà e dell'uguaglianza, si reclama la libertà dei sessi”
Così parlava Platone nel IV secolo a.C., chissà cosa avrebbe detto se quei giovani antichi greci avessero avuto lo smartphone, ma forse non è così difficile immaginarlo...
Touché...........
Brillante Daniela!!!!!!
Non potevi postarlo subito che evitavo di consumare la tastiera.
Meno male non l'ho fatto ... lo scambio di idee tra te e Gianni crea valore aggiunto alla riflessione proposta da Fabio!
Se devo dire la mia, sono felice di vivere in un mondo tecnologicamente avanzato, pur con tutti i rischi (anche involutivi) che esso comporta e che Fabio ha efficacemente sintetizzato nelle poche righe di quel dialogo. Sono felice di poter accedere ad un pozzo di Pandora di informazioni in qualunque momento grazie a pc e telefono e sono felice di poter tenere vivo il contatto con chi mi sta a cuore anche grazie a certi strumenti.
E mi dà sicurezza il fatto che se, per esempio, devo andare a prendere le mie figlie in un posto sconosciuto, lo possa fare semplicemente usando il telefono come navigatore dopo aver ricevuto un loro messaggio con la posizione in cui si trovano. La differenza tra me e loro, però, è che, oltre alla posizione io, cresciuta senza smartphone, mi faccio inviare anche l'indirizzo in modo da poterle raggiungere anche in caso di guasto al telefono o mancanza del segnale internet, loro a questa eventualità non pensano neanche...
Ho letto con interesse i vostri contributi e non volevo intervenire (gli articoli del mio blog chiariscono bene la mia posizione) ma forse un piccolo "post" lo devo a tutti.
Dalla mia breve "conversazione" (ennesima puntata delle mie disquisizioni) credevo si capisse meglio la mia posizione, eppure solo ora mi rendo conto che leggendo solo quell'articolo forse la stessa potrebbe non essere chiara. Sono un Ingegnere Elettronico, e ho lavorato (e tuttora provo a farlo) con la tecnologia da quando uscii dall'Università nel lontano 1983. Ho vissuto e partecipato allo sviluppo della tecnologia elettronica e informatica, con una passione specifica per la meccanica quantistica e le sue indubbie fondamentali basi verso la comprensione del Tutto.
Scrivo e sviluppo software (ma anche libri di narrativa e saggi!), uso intensamente lo smartphone e sono un "mago" dei computer anche a livello di reti e server.
Ciò non toglie, però, che cerco di vedere i pericoli di una tecnologia male impiegata, male interpretata e soprattutto spesso inutile. Inconsapevolmente, tutto ciò sta riducendo nell'uomo le caratteristiche peculiari di un pensiero estremamente potente, per costringerlo a un linguaggio e una modalità molto più consona al dialogo con le macchine. Si parla e si legge meno (non mi riferisco a questa meravigliosa oasi creata da Enzo), si pensa per schemi e i neuroni non più sollecitati tendono a ridursi.
Una sintesi potrebbe essere nell'articolo "Il futuro avrà ancora bisogno dell'uomo?" (https://www.fabiomarzocca.com/blog/2016/11/13/il-futuro-avra-ancora-bisogno-delluomo/)
Con le premesse in questo breve messaggio avrete capito che non sono e non sarò mai un Luddista. La scienza e la tecnica mi appassionano, ma cerco di mantenere il dovuto distacco, di usare la tecnica per i miei scopi senza che essa tenda a condizionare la mia vita o le mie scelte crtitiche.
Credo che Daniela abbia veramente colto il segno quando dice che oltre alla posizione si fa inviare anche l'indirizzo! Ma questo comportamento vivrà fino alla nostra generazione, perchè nella prossima nessuno avrà mai conosciuto un mondo senza navigatori automatici e quindi "l'affidamento" alla tecnologia sarà completo!
Affidarsi ciecamente alla tecnologia aiuta infatti a scacciare le paure e i dubbi di un essere umano fallibile, "docile fibra dell’universo" (G.Ungaretti), lasciando il posto a una sensazione di immenso (ma falso) potere.
grazie Fabio di questa precisazione che, ovviamente, mi trova completamente d'accordo. Viva la tecnologia, ma ricordiamoci sempre che il computer è e deve essere "stupido" e deve dipendere dalla nostra mente. guai se dovesse succedere il contrario. Lui continuerebbe ad essere stupido e noi molto peggio di lui... No, non possiamo tradire l'intelligenza del microcosmo, mantenendo in vita una loro costruzione così perfetta (anche se molto complessa) in modo del tutto inutile. Interpretare i risultati della tecnologia, valutarli, sfruttarli ma mai esserne schiavi e dipendenti!
Grazie Frank!
Bene alla fine tra tutti non la pensiamo poi tanto differente.
Sarebbe stato utile sentire l'opinione di qualche giovane al riguardo. Giusto due cose: un suggerimento per Fabio, dovresti aggiungere al menù principale del tuo sito una pagina di presentazione. Ho trovato solo poco fa, con fatica, tre righe nei contatti che inquadrano un poco la tua esperienza di vita e che al primo accesso non avevo trovato. Anche per quello ero un poco diffidente nell'affrontare l'articolo, le credenziali sono importanti e dal mio punto di vista un background tecnico-scientifico fa differenza.
Daniela visto che hai tirato in ballo il navigatore do una piccola avvertenza sull'utilizzo. Quando siete in posti sconosciuti tipo grandi città, magari all'estero, ricordate che il gps vi indica sempre un percorso "tecnico" senza curarsi se vi fa passare in quartieri che sarebbe molto ma molto meglio evitare e in questo caso di solito ci cadono sia i giovani che i meno.
Meglio tardi che mai Gianni ahahahahahah.
Grazie Frank, me ne ricorderò in caso di bisogno... in tal caso utilizzerò una delle app ad'OK (vero Pautasso? ) più specializzate del navigatore standard di Google Maps, che tenga conto delle condizioni del traffico, deviazioni, situazioni "particolari" ed altro ancora... (che bella la tecnologia!!!!! )
Consentitemi una divagazione religio/fantasiosa che mi è venuta in mente leggendo l'articolo di Fabio: "Il futuro avrà ancora bisogno dell'uomo".Non è che ci stiamo preparando per una seconda cacciata dal paradiso per aver voluto sostituirsi a Dio di nuovo?Potremmo essere noi quelli che hanno superato chi ci ha creato.Ci stiamo preparando a passare il testimone a qualcosa più efficiente,obbedendo più o meno inconsciamente le leggi della natura.