15/03/19

Ironia, questa sconosciuta!

Per puro caso, girellando nei meandri dell'archivio, mi sono imbattuto in questi vecchi articoli e mi sono ricordato che la prima volta che Enzone me li inviò, li lessi sul mio papal-smartphone mentre passeggiavo per strada e feci fatica a nascondere le lacrime provocate dal ridere!        

In attesa che il nostro Enzone, momentaneamente "offline", riprenda in mano il timone del Circolo, mi è sembrata una buona idea riproporli per ricordare lo spirito che sempre aleggia da queste parti e che, come lui stesso ha ribadito più volte, "La vera Scienza è talmente seria e sincera che non ha paura di apparire allegra e infantile".

Che l'ironia sia sempre con Noi!scherzy1

 

 

IL VINO E CORIOLIS

Ormai sappiamo che il vino ha effetti estremamente benefici sulla salute. Sappiamo anche che il vino stimola l’amicizia, la voglia di comunicare, le relazioni sociali. Purtroppo stimola anche la nascita di personaggi che ne fanno una specie di “verbo” assoluto e lo impongono ai miseri mortali. E vi sono anche miseri mortali che preferiscono bere il “verbo” piuttosto che il vino. Ma sono di gran lunga le ricadute positive quelle che accompagnano la bevanda così benignamente diffusa sulla terra dal dio Dioniso. Cosa c’è di meglio di un brindisi con delle ottime “bollicine” per celebrare una lieta occasione, come un compleanno, un matrimonio, una promozione, una nascita, una vincita al lotto e via dicendo?

Però dobbiamo anche dare a Cesare quel che è di Cesare. Il vino non può e non deve essere bevuto come un’aranciata o un succo di frutta. Il vino va guardato con la luce giusta, va annusato, aspirato, sniffato adeguatamente con il naso, va sballottato, palleggiato, succhiato con la bocca, ed infine va deglutito con gli occhi chiusi, in attesa della sua ultima suggestione. Su questo siamo d’accordo tutti. Sia quelli che ne fanno una scienza pura, austera e compassata, sia quelli, come me, che ne fanno essenzialmente motivo di emozione, di piacere, di cultura. Ed allora bisogna saperlo degustare nel più modo adeguato: si deve poter estrarre tutta la ricchezza dal nettare divino, senza farci nascondere niente.

Ben vengano allora i bicchieri giusti, la temperatura più adatta, la concentrazione, il silenzio e tutto ciò che, a seconda del momento e dello spirito, può comunicare il massimo delle sensazioni. Seguite queste regole, in fondo abbastanza semplici, il nostro cervello riceverà le giuste informazioni per poter discriminare, confrontare, rallegrarsi, rattristarsi, rimpiangere, desiderare, ecc... ecc... Solo così si valuteranno veramente le qualità migliori del meraviglioso liquido e si capiranno le vere ragioni delle emozioni che abbiamo provato. Si comprenderà l’importanza del territorio, del microclima, del vitigno, dell’abilità del “maestro” di vigna, della giusta permanenza in cantina, dell’uso dei contenitori e così via.

In tutto questo contesto sensoriale ed emotivo, uno dei gesti fondamentali che ci dovrà sempre accompagnare sarà la rotazione del bicchiere. Questo semplice atto, darà il via, quasi per prodigio, al vortice impetuoso del vino che si avvolgerà a spirale e permetterà di inebriarci con tutte le sue più alte qualità o ci distruggerà con i suoi peggiori difetti. Il movimento deve essere deciso, fermo, anche violento, ma nello stesso tempo dolce, benevolo, appassionato. Ci vorrà un po’ di esercizio, ma poi i risultati saranno stupefacenti. La sintesi “bicchiere perfetto – movimento preciso – qualità innata del prodotto” sarà in grado di regalarci uno dei più grandi piaceri della nostra vita terrena. Ma è proprio così? Dipende dalle circostanze o, meglio, dalla latitudine...

Purtroppo sembra che le leggi fisiche complichino di molto le cose. Uno studio accurato dei corpi in movimento e delle forze cui sono soggetti, ha dimostrato che la triade descritta precedentemente viene notevolmente influenzata da un quarto effetto, subdolo, ma fondamentale: la forza di Coriolis. E’ questa una forza spesso sconosciuta o male interpretata, anche se sotto gli occhi di tutti. In realtà più che una vera forza è solo un effetto, dovuto al movimento di un oggetto (e quindi anche di un liquido) in un sistema rotante. L’osservatore che gira con l’intero pianeta intorno al suo asse vedrà il liquido cadere verso il basso non in maniera rettilinea ma lungo una linea curva. Ciò è dovuto al fatto che l’uomo si muove di moto circolare, mentre il liquido “cade” per effetto della sola gravitazione.

Non voglio certo fare una lezione di fisica o di meccanica razionale, ma basta aprire un rubinetto e questo risultato salterà agli occhi di tutti. Il liquido non scenderà direttamente verso il foro dello scarico, ma girerà a spirale prima di infilarsi nel condotto di sfogo. Provate a riempire un lavandino e poi guardate l’uscita dell’acqua. Oppure – scusate l’azzardo – provate a tirare l’acqua del water… (detto tra noi, la forza di Coriolis è anche quella che causa una perdita di equilibrio quando il tram fa una curva). Ma torniamo a noi, al nostro amato nettare di Bacco.

Come può influire questa maledetta forza di Coriolis sulla nostra splendida bevanda? Sembrerebbe impossibile ed invece è vero. E lo fa anche in maniera macroscopica. La prima ed inconfutabile conseguenza è che difficilmente chi abita nell’emisfero boreale (ossia a nord dell’equatore) potrà apprezzare a pieno i vini dell’Australia, del Cile e della Nuova Zelanda. Analogamente gli appassionati di queste ultime nazioni non riusciranno ad assaporare le sfumature dei nostri capolavori quali il Barolo, il Brunello, il Pinot Nero, ecc. Proprio per colpa di Coriolis ci sarà sempre una frattura, un’incomprensione difficilmente sanabile, a meno che i consumatori non bevano i prodotti nel luogo di produzione.

bisonte-canguroIn altre parole, se volete capire uno Syrah australiano vi toccherà andare a Sidney. E se, invece, siete cittadino neozelandese, dovrete venire a Barbaresco per gustare uno dei più grandi vini a base nebbiolo. Ma neanche così si otterrà un risultato soddisfacente. Come mai? Torniamo allora alla forza di Coriolis per capire come tutto questo sia possibile. Ebbene (dovete credermi sulla parola, ma basterà cercare sul web o su un libro di fisica per avere la conferma), nell’emisfero nord il liquido, il vino ad esempio, scende spiraleggiando in senso ANTIORARIO, mentre nell’emisfero sud in senso ORARIO. E tutto ciò è massimo vicino ai poli per poi diminuire verso l’equatore dove non vi sarà alcuna rotazione. Avete già capito il problema? Non è difficile…

Fateci caso e vedrete che i veri grandi esperti europei ed americani gireranno sempre il vino in modo antiorario. Perché? Ma è ovvio. Per assecondare la forza di Coriolis! Al nostro movimento, infatti, si sommerà l’effetto naturale, ed il vino riuscirà a creare il mulinello perfetto per esprimersi al massimo. In Nuova Zelanda invece dovremo girare il nettare divino in senso orario per avere le perfette sensazioni. Sembrerebbe un problema facilmente risolvibile, a parte la spesa del viaggio. Purtroppo però, pure andando nell’altro emisfero, chi è abituato a vivere a nord non riuscirà mai a compiere questo movimento in modo opposto a quello profondamente radicato nella propria tradizione: la rotazione riuscirà scomposta e scoordinata (è una reazione nervosa involontaria che la medicina sa spiegare molto bene). Ma allora perché non portare la bottiglia da noi e seguire la nostra regola?

bicchieri-ed-emisferiPurtroppo nemmeno questo si può fare! Tutto in natura, sia esso un minerale, un vegetale o un animale, ha acquisito nei milioni e milioni di anni di evoluzione una memoria storica, geologica e biologica del suo luogo di formazione od origine. Se qualcosa o qualcuno è abituato alla forza di Coriolis antioraria, avrà nei suoi atomi, nelle sue molecole, nel suo DNA, una predilezione per quello stato fisico. E lo stesso succederà per un vino nato a nord. La sua uva, i suoi polifenoli, i suoi antociani, i suoi lieviti, “ricorderanno” perfettamente dove sono nati e la loro struttura avrà caratteristiche antiorarie. Se portati a sud, non riusciranno mai ad esprimersi, anche se imponessimo la giusta rotazione: un vino nato in zona antioraria non potrà essere bevuto nel suo luogo di origine girando in modo orario, ma nemmeno se bevuto con movimento orario in una nazione oraria.

Tutto molto semplice direi… Questa è proprio la nuova frontiera dei vitigni “autoctoni”. Ed è anche per questo che essi hanno attualmente un successo incredibile, anche se compreso solo in maniera empirica e non scientifica. Ma qualora si affrontasse la problematica con la giusta umiltà culturale e con un po’ di sforzo intellettuale, la vera motivazione apparirebbe in tutta la sua evidenza.

Allora si capirebbe perché i migliori vini si fanno nelle zone temperate. Non certo per le condizioni climatiche. Nemmeno per sogno! Solo e soltanto perché la forza di Coriolis raggiunge un valore medio che si accoppia perfettamente alla forza media di un uomo medio. Un bevitore gigantesco dovrebbe bere un vino nelle zone più vicine all’equatore per trarre lo stesso piacere di un esperto di piccole dimensioni (e quindi con minore forza nel polso) che centellina il suo nettare in Finlandia. In qualche modo la memoria biologica del vino si è adattata all’uomo medio (o il viceversa, ma è lo stesso), ed ecco perché ha avuto il suo più grande sviluppo proprio nelle zone medie. Un vino della Groenlandia avrebbe avuto successo solo se gli abitanti del luogo fossero stati “mediamente” dei pigmei. Gli sfortunati dell’equatore, dovrebbero essere stati giganti (come i Watussi, che in realtà sono ampiamente riconosciuti come i migliori degustatori africani) per sperare in una coltivazione locale.

Come si è visto il vino è pur sempre scienza e frutto della complessa fatica della natura. Io spero ardentemente che i più grandi esperti abbiano nel loro bagaglio culturale queste semplici leggi fisiche. In caso contrario comincerei ad avere qualche dubbio sui loro giudizi, specialmente quando le degustazioni di vini molto diversi per origine e latitudine si effettuino nella stessa sala.

Quest’articolo è un invito a migliorarsi sempre e comunque: meditate gente, meditate …

P.S. Ieri pomeriggio, poco prima dell’uscita di questo articolo, nella cantina di un caro amico produttore si è presentato un rappresentante per vendergli un ADAC (Agitatore Degustativo Anti-Coriolis), ossia un agitatore per degustazioni programmabile per qualunque parallelo. Accidenti! La tecnologia enologica è sempre un passo avanti a noi…

P.P.S. Accidenti! La notizia si sta allargando a macchia d’olio… Non solo un altro rappresentante si è presentato sempre dallo stesso produttore, ma con un macchinario ancora più sofisticato: l’ADACCERMB (Agitatore Degustativo Anti-Coriolis Cancellatore E Riscrittore Memoria Biologica), che sembra si basi sul fatto che una certa sequenza di inversioni di polarità del campo magnetico induca la materia a “dimenticare” la propria memoria accettando quella suggerita dall’operatore. Eccezionale!!

P.P.P.S. Porca miseria! Qualcuno è già passato all’azione. Una grande e famosa azienda americana, tanto per cambiare, ha modificato geneticamente i suoi vigneti con una molecola (messa a punto dai suoi laboratori e sulla quale detiene i diritti esclusivi planetari) che contrasta chimicamente l’effetto Coriolis, in modo che l’altissima qualità dei suoi vini possa essere apprezzata compiutamente, a prescindere dall’emisfero e dal parallelo sul quale ci si trova: è questo che fa la differenza tra un grande vino internazionale ed i nostri piccoli vini locali…

Nota dell’autore: Signori cari, non perdiamoci comunque d’animo… Il dibattito è ancora aperto. Vi invito a commentare estesamente questo articolo e cercare soluzioni alternative e fantasiose (l’Italia in questo non è seconda a nessuno…)

(21 Novembre 2008)

 

 

COME SPEZZARE LA NEFASTA CATENA DELL'ALCOL

Un recente studio scientifico, non ancora pubblicato, ha dimostrato che sotto certe condizioni di marea luni-solare e per certe latitudini elevate è possibile ridurre drasticamente e naturalmente i tragici effetti dell’alcol. Ancora una volta la fisica viene in aiuto del vino.

 

bicchiere-coriolis

 

I lettori di questo blog rammenteranno sicuramente che pochi giorni fa abbiamo affrontato l’importanza fondamentale dell’effetto di Coriolis sulla degustazione di un vino non proveniente dalla zona di assaggio e su altro ancora. Ricordo solo che l’effetto di Coriolis è quel fenomeno fisico, legato alla gravità ed alla rotazione della Terra, che fa ruotare un liquido nel lavandino in un senso nell’emisfero nord ed in senso opposto nell’emisfero sud; l’effetto è massimo vicino ai poli e praticamente nullo all’equatore. catena-alcolAttraverso studi eseguiti recentemente presso l’ADAE (Analcoholic Department of Applied Enology) di Fishing City (Ohio, USA), si è giunti ad un’applicazione ancora più straordinaria, che va ben oltre la tecnica di degustazione. Premetto che ho avuto il permesso di descrivere i risultati preliminari, anche se solo sommariamente e semplificandoli alquanto, poiché ho collaborato direttamente agli studi su cui vige ancora il più assoluto riserbo.

Per comprendere la rivoluzionaria scoperta, ci sarà utile descrivere brevemente un altro fenomeno fisico di estrema importanza: la marea luni-solare, proprio quella che alza di parecchi metri il livello del mare in moltissime zone costiere. Essa è legata alla forza gravitazionale e tende a “stirare” un oggetto posto nella direzione dei due astri, in quanto la parte più vicina subisce una forza maggiore di quella più lontana. Nelle condizioni giuste può addirittura frantumare il corpo che la subisce. E’ lo stesso fenomeno che su scala gigantesca ha distrutto un satellite di Saturno ed ha originato gli anelli del celebre pianeta.

deformazione-alcolMa torniamo all’alcol, il grande nemico del degustatore e dell’appassionato di vini. Pesantissime sanzioni incombono sulla sua testa se solo supera di un’inezia il livello limite del terribile veleno ingerito con il bicchiere. Tutti sanno che l’alcol etilico ha la formula chimica CH2CH3OH e che la sua malefica molecola può essere rappresentata da una catena a forma triangolare, come riportato in Fig. 1, dove è schematizzata in fase di riposo (a bicchiere fermo). Sotto l’azione dell’effetto di Coriolis, unito alla rotazione del bicchiere, la suddetta catena viene ovviamente trascinata insieme al liquido. Tuttavia, la parte superiore della molecola subirà uno spostamento maggiore rispetto alla parte più bassa, in quanto quest’ultima sarà frenata dalla viscosità e dalla pressione del vino sovrastante. Inoltre essa è soggetta ad una gravità maggiore in quanto più vicina al suolo terrestre. Ne deriva una situazione come quella della Fig. 2, in cui la catena mostra chiaramente i segni della deformazione. Voglio ricordare che tutti gli spostamenti illustrati sono stati “volutamente” esagerati per facilitare la comprensione.

deformazione-alcol-2Fino a qui, però, solo uno “stiramento” laterale, che non può, per le ben note proprietà dell’elasticità molecolare, cambiare la struttura complessiva e le caratteristiche essenziali: l’alcol rimane un diabolico nemico! Tuttavia, nel nostro bicchiere, soprattutto se di forma acconcia, incombe anche la marea luni-solare. Di solito si parla solo di marea lunare, ma esiste anche quella dovuta al Sole, anche se di minore intensità. Come agisce questa forza elusiva e ambigua sulla nostra catena, già deformata in senso orizzontale? Ebbene, la parte superiore sarà attratta dalla Luna (e dal Sole) in modo più sensibile di quella inferiore.

Voi potreste esclamare: “ma come? non ho mai visto alzarsi il vino in un bicchiere!” Io vi risponderei prontamente che non avete nemmeno mai visto una molecola di alcol etilico! Così come questa è troppo piccola per vedersi ad occhio nudo, altrettanto piccolo sarà lo “stiramento” dovuto agli astri. Non è riscontrabile dai nostri limitati sensi, ma è più che sufficiente a deformare drasticamente la “catena”.

Cosa succede allora? Le conseguenze si vedono nella Fig. 3, con la molecola che si allunga anche in senso verticale. Bisogna ricordare a questo punto che il processo che ci interessa avverrà in modo corretto SOLO E SOLTANTO SE AVREMO CURA DI TENERE IL BICCHIERE IN POSIZIONE PERFETTAMENTE PERPENDICOLARE AL SUOLO. Guai a piegarlo o a degustare comodamente sdraiati in poltrona! Qualche piccolo accorgimento è obbligatorio per ottenere l’epocale risultato!

rottura-alcolLa nuova azione deformante della marea è ben diversa da quella dovuta a Coriolis. Essa, infatti, non può essere controbilanciata dalla già menzionata elasticità molecolare (la quinta forza della materia, che come è ben noto agisce soltanto orizzontalmente).

La combinazione dei due spostamenti (Coriolis + marea) porta alla ROTTURA della catena, che da triangolo si trasforma in segmenti ed infine libera completamente CH3 (Fig. 4). Ma quanto avvenuto non è stata solo una trasformazione geometrica… Ben di più. Tutti sanno che CH3 soffre generalmente di crisi di solitudine, studiate a fondo dagli specialisti psicochimici. Perde la sicurezza in sé stesso e si chiude in una neutralità e tristezza devastante. Il risultato è che il vino perde le caratteristiche bioelettriche dell’alcol originario, pur mantenendo perfettamente i parametri gustativi.

In parole povere: il gusto del vino non cambia assolutamente, ma la sua capacità psicofisica è completamente stravolta. Cambia cioè quello che viene comunemente chiamato “grado alcolico”. In condizione di alta marea si può ridurre fino ad un valore dieci volte inferiore a quello originario. In altre parole, un valore di 0.6 (mostruosamente pericoloso) può essere portato da Coriolis + marea a solo 0,06 (completamente innocuo). Purtroppo, al momento, ciò capita alle nostre latitudini solo in condizioni di massima alta marea luni-solare (Luna piena o nuova nel punto più vicino alla Terra della sua orbita, ossia al perigeo). Ciò è ovviamente dovuto al valore dell’effetto di Coriolis troppo basso. Risultati nettamente migliori e quasi perfetti si ottengono in Finlandia, Islanda, Svezia, Groenlandia o in Antartide, sud del Cile o dell’Argentina, dove l’effetto di Coriolis è ben più imponente (Fig. 5).

condizioni-per-non-ubriacarsiTranquilli, comunque. Questo è solo il primo passo. Basterà imporre una rotazione artificiale ben più violenta (sono già in fase di sperimentzione speciali autorotatori programmabili) e amplificare tecnologicamente l’effetto della marea lunare e solare.

Cari degustatori ed appassionati, d’ora in poi: braccio fermo, rotazione decisa, un occhio al vino ed un altro alla Luna!
Ancora una volta la fisica pura ci può veramente salvare, spezzando finalmente quella nefasta catena etilica che pesa come un macigno sulle nostre serate allegre e spensierate, facendo inoltre risparmiare soldi allo Stato che non dovrà più combattere con tutti i mezzi i terribili effetti dell’alcol.

P:S.: In attesa delle nuove soluzioni tecnologiche, a richiesta degli interessati (maggiorenni), potrò comunicare privatamente i giorni in cui la Luna e il Sole sono in condizioni ottimali per  farli sfogare tranquillamente in bevute anche importanti!

(27 Luglio 2010)

 

Qui termina l'articolo e iniziano i commenti, tra i quali si annida un paradossale equivoco...

  1. Il mio scetticismo sugli esperti di cose <> mi porta a dire che è una cavolata; confermata dal fatto che in Finlandia, dove sono stato per qualche tempo, gli ubriachi, di semplice birra, sono in strada anche nelle notti di luna piena!
  2. @Fabrizio, ma forse è perchè sono… licantropi!!
    A parte le battute, penso che tu abbia capito che l’articolo è solamente una bonaria invenzione scientifica… Ogni tanto bisogna pure scherzare…
  3. Ciao Enzo , sarà per il tuo passato cattedratico ma ti prendono sempre troppo sul serio……..
  4. Salve... Parlo da studente in Farmacia al 5° anno.. In questi anni ne ho visti di alcoli con la chimica organica e l’etilico disegnato qui sopra a me pare un pò strano: il C del CH3 ha già i suoi 4 legami e l’O dell’OH ha già i suoi 2 legami.. Sono aperto a qualsiasi spiegazione che mi possiate portare sul fatto che un carbonio possa formare 5 legami covalenti e l’ossigeno 3.. Detto questo, non so se l’articolo sia vero o una bufala, ma date le premesse………….lo prenderei con le pinze!
  5. caro Matteo,
    si vede che non hai letto la risposta che ho inviata a Fabrizio… E’ ovvio che è una invenzione che cerca di ironizzare su un mondo a volte preso troppo sul serio. Temo che l’ironia sia un piacere ormai dimenticato… sarà la TV, la politica o qualche altra cosa? Puoi andare a leggere la prima puntata sull’effetto di Coriolis di un paio di anni fa e capirai meglio lo spirito che spesso mi anima.
    caro Lamberto, forse hai ragione, ma io vorrei continuare comunque. L’ironia non deve morire in un mondo che sta perdendo tutti i valori che non siano solo soldi, affari, ritorno economico, professionalità a basso livello, ecc., ecc. Se poi pensate che vada troppo controcorrente, potete sempre cassarmi… Io comunque persevero e mi dispiace per Fabrizio e Matteo. Viva il vecchio Arbore e la sua ex banda!!
  6. @ enzo
    Si, ok, è uno scherzo..
    Solo che c’è gente che prende per oro colato quello che dite su questo sito.. E poi magari va in giro a dire che l’alcol etilico ha la struttura a triangolo….. Siccome non sono un assiduo frequentatore, ma l’articolo mi è stato riportato da uno che voleva saperne di più, quando ho sentito la storia dell’etanolo triangolare…………….
  7. Caro Enzo figurati! L’ironia è l’ultima arma che ci rimane contro la cultura dell’omologazione.. Solo che anche la mia era ironia … e certo l’avrai capito, la mia ironia era rivolta verso la potenza stessa dei media (e nel nostro piccolo anche noi l’abbiamo) di far apparire vero anche quello che palesemente non lo è ma è solo proposto come vero…. Ciao Enzo e continua così!
  8. caro Lamberto, vi conosco troppo bene e so benissimo quanto amiate il vero “spirito”. Anche la mia risposta era -per così dire- provocatoria e in fondo ironica… Come dici benissimo chi continua a credere nei media anche se palesemente si dimostra l’inconsistenza del fatto deve cambiare e non sperare che gli si dia il cibo già “digerito”. Tra noi non vi è bisogno di spiegazioni…ormai mi avete abbondantemente compreso e accettato e io mi trovo benissimo in un sito che non teme la sana e innocente ironia! Caro Matteo, in fondo ho risposto anche a te e al tuo amico… Un articolo che si appoggia leggermente ad una costruzione “scientifica”, ma che poi dice: “Tutti sanno che CH3 soffre generalmente di crisi di solitudine, studiate a fondo dagli specialisti psicochimici. Perde la sicurezza in sé stesso e si chiude in una neutralità e tristezza devastante. Il risultato è che il vino perde le caratteristiche bioelettriche dell’alcol originario, pur mantenendo perfettamente i parametri gustativi. In parole povere: il gusto del vino non cambia assolutamente, ma la sua capacità psicofisica è completamente stravolta”, oppure: “Essa, infatti, non può essere controbilanciata dalla già menzionata elasticità molecolare (la quinta forza della materia, che come è ben noto agisce soltanto orizzontalmente). La combinazione dei due spostamenti (Coriolis + marea) porta alla ROTTURA della catena”, come può essere preso sul serio? E nemmeno con le pinze… Soprattutto da chi studia in una facoltà scientifica… Accidenti… la quinta forza era troppo grande come “palla”. E forse varrebbe la pena che anche la gente appassionata di vino sapesse qualcosa in più sulla realtà VERA e non solo su quella riportata dai media che cercano solo di instupidire tutto e tutti. Potevi sicuramente tranquillizzarlo da solo…. Anzi, è proprio da gente come te che abbiamo bisogno di aiuto per far capire la differenza tra ironia e sarcasmo (questo) e la becera stupidità della TV e dei suoi falsi comunicatori…. Loro sì che cercano di ingannarci per scopi solo e soltanto di lucro e di falsa informazione…
    Non credi? Ti invito anzi ad andare a leggere i molti articoli che ho scritto su queste pagine e diretti a ironizzare sulla falsa scienza mediatica… Poi mi dirai…
  9. Ma praticamente stiamo dicendo la stessa cosa: solo che la persona in questione, al posto di essere “tranquillizzata” da me, persisteva nella sua tesi (ed in quella dell’articolo).. Buona serata..
  10. Tra l’altro, l’amico in questione, mi dice che ci sono bellamente cascati un primario ed un assistente medico (quindi con almeno 10 anni di università alle spalle e, nel caso del primario, ormai prossimo alla pensione, una notevole quantità d’anni d’esperienza) che lavorano nel suo stesso ospedale.. Alla faccia dello studente!
  11. caro Matteo, che dirti… in fondo sono contento di aver costruito una messinscena credibile. Tuttavia, pensare che un primario ci creda…. mi mette un po’ in imbarazzo. E’ proprio vero che ciò che viene pubblicato non fa scattare nessun senso critico e responsabile. Abbi pazienza…ormai mi conosci e continuerò….
  12. Ciao Enzo, grandissimo come al solito, qui è nato un tuo fan club… non so se ti prendono sul serio o no ma a noi vai bene così
  13. grazie grande Mirko e relativo fan club…. Io continuo… a presto!
  14. grande enzo, io proverei a mandare il tuo trattato ai nostri 975 dipendenti dei prezzolati faccendieri che governano l’italia.
    Pensando ad una tua (comunque etica) tangente accetterebbero coglioli' e non romperebbero piu' i co***oni' xke' il vino di uva nulla, nulla c'entra con le stragi della strada. Ma, il vino vino non pagando tangenti ha sulle spalle, ma non sulla coscenza, i disatri dello sballo. ecc…. ecc… ecc.
  15. caro Dino (alias Valterio??!!) parole sante che ben definiscono il tuo spirito battagliero da tempi medioevali… E giunto al fin della licenza…io tocco!! (fonte: Guccini)
  16. senti caro, ti consiglio di ridurre drasticamente le sbornie quotidiane, cerca di farti un po’ meno pere, ingoia meno pastiglie che si vendono in discoteca, poi dopo un mese di vita ascetica in cui ti sei depurato di tutte le ka***te che albergano nella tua ridotta scatola cranica, comincia a studiare un po’ di chimica organica. Almeno impara che la formula dell’alcool etilico è un po’ differente da come la scrivi tu.
  17. caro flavio, complimenti per la tua CULtura fenomenale e per la tua vivacità intellettuale. Se non hai capito che era ironia meriti di abboccare all’amo al posto dei pesci rossi. Continua così…il mondo ha proprio bisogno di persone come te…
  18. Non credo che Il prof. Zappalà a secolo Enzo abbia bisogno di una difesa da parte della redazione ma mi permetto di far notare all’Amico Flavio che alla redazione partecipano 2 Fisici 1 ingegnere i Agronomo ed Enologo . Gli articoli di Enzo sono spesso ironici, provocatori e controculturali, noi l’avevamo capito forse tu……
    Qualche Info su Vincenzo Zappalà (1945): è un astronomo italiano. Il suo campo di interesse prevalente è quello relativo allo studio del Sistema solare ed in particolare dei corpi minori, quali comete ed asteroidi. Difatti, ha scoperto 11 asteroidi.Vanta al suo attivo oltre 250 pubblicazioni sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. I suoi maggiori risultati scientifici hanno riguardato lo studio delle proprietà rotazionali degli asteroidi e la definizione di un nuovo metodo, oggi universalmente riconosciuto, per la definizione delle famiglie asteroidali. È stato varie volte membro di consigli scientifici di congressi internazionali, oltre che presidente di alcuni di questi. Ha tenuto numerose conferenze in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e in Russia (presso l’Accademia delle Scienze). Dal 1997 al 2000 è stato il Presidente della Commissione 15 dell’Unione Astronomica Internazionale, di cui è membro dal 1975. È stato anche co-leader del gruppo di lavoro sul Sistema Solare della missione spaziale Gaia.
  19. caro Lamberto, ti ringrazio di cuore, anche se come dici tu non vi è bisogno di molte spiegazioni quando ti accorgi che una delle più libere capacità dell’intelletto umano, l’ironia, è ormai diventata una merce veramente rarissima. Non solo nel manifestarla, ma anche e soprattutto nel comprenderla. Sarà colpa del Grande Fratello o di altri programmi simili? Non so, ma il fatto resta… Non sarei magari nemmeno intervenuto: chi non comprende (e non legge nemmeno i commenti precedenti più che esaurienti a riguardo) non merita risposta. Il fatto è che io accetto e ammiro la critica e la discussione, ma sicuramente non l’insulto gratuito. Esso è segno di pochezza intellettuale e di scarsità dialettica. E poi, come in questo caso, porta sempre a terrificanti “autogoal”!!
    Forse delle scuse, anche tardive, permetterebbero di salvare almeno la faccia. Non trovi?
    Un abbraccio a tutta la redazione…

Articolo e commenti originali QUI

 

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PARADIGMA DELL'ELABORAZIONE DELL'INFORMAZIONE

Pi= Pr x Pa

Pi = Probabilità di essere influenzati dal messaggio persuasivo

Pr = probabilità di prestare attenzione e capire adeguatamente il messaggio

Pa = probabilità di accettare le conclusioni

Sarebbe interessante capire se il primario e il suo assistente si sono fatti influenzare dal messaggio di Vin-Census a causa di una Pr troppo bassa o di una Pa esageratamente alta... qualunque sia il caso che li riguarda, speriamo che nel frattempo si siano dati all'ippica! (Con tutto il rispetto per l'ippica, s'intende...)

 

In questo Circolo si ride e si scherza, ma (ogni tanto) ci si occupa anche di divulgazione seria... QUI trovate la spiegazione sulla forza di Coriolis (quella vera!) e QUI quella sulle forze di marea.

 

 

UNA SCUSA TARDIVA

Ma come è possibile? Il nostro Vin-Census davvero credeva nella fine del mondo prevista per il 21 Dicembre 2012? Nonostante abbia cercato in tutti i modi di nascondere questo suo scivolone scientifico, sono riuscito a scovare questo articolo scritto nel giugno del 2009 e, per onestà dei confronti di voi lettori, non potevo non pubblicarlo! Ma, prima di scandalizzarvi e di formulare giudizi resi ormai facili dalla conoscenza di come sono andate le cose, mi raccomando... leggete fino in fondo!! scherzy1

 

Troppe volte sulle pagine di questo sito abbiamo deriso tradizioni, leggende, profezie. Convinti di essere nel giusto abbiamo seguito razionalmente la Scienza ufficiale, giudicandola perfetta ed onnipotente. Purtroppo anch’essa può invece sbagliare. E ciò che sta capitando adesso è una punizione fin troppo terribile per questo atto di superbia. Non ci rimane che chiedere scusa a chi aveva intuito e divulgato la verità. Con profonda tristezza invitiamo tutti gli esseri viventi a trascorrere ciò che rimane della loro vita con amore, umiltà e coraggio.

Purtroppo anche la Scienza sbaglia. O quantomeno è costretta a chinare il capo di fronte ad avvenimenti che ha cercato con presunzione e superbia di trascinare sui comodi binari delle sue leggi ben conosciute e verificate. I molteplici successi del passato l’hanno resa sicura ed invincibile. Talmente forte e solida, da non poterla in fondo accusare più di tanto del gravissimo errore commesso. Forse, però, ci si sarebbe aspettata una più tempestiva ammissione delle proprie colpe. Non che “sapere” prima avrebbe probabilmente cambiato di molto una situazione che ha preso ormai una piega irreversibile, ma almeno qualcosa si poteva tentare. Certamente si sarebbe potuto indorare l’amarissima pillola con una spiegazione graduale e calibrata.

Non è certo facile trovare le parole, soprattutto in questo sito che si è sempre eretto paladino della Scienza, con la S maiuscola, e che non si è fatto mai mancare le occasioni per deridere le superstizioni e le credenze più grossolane. Questa volta però dobbiamo fare marcia indietro ed avere il coraggio di riportare, tra i primi, una notizia che gradatamente sta uscendo allo scoperto e che diventerà tra non molto di dominio pubblico. Quello che fino a pochi mesi fa era un incubo privo di valide motivazioni astronomiche, sta ormai precipitando impietosamente verso una terribile certezza: la fine del mondo del 2012 quasi sicuramente ci sarà. Oggi, alla luce di dati scientifici inconfutabili, la situazione sta assumendo contorni sempre più chiari e netti. Le continue ed ormai parossistiche osservazioni del Sole non possono sbagliare: il suo diametro si sta riducendo velocemente.

In un primo momento si era pensato ad una pulsazione anomala di una stella che, malgrado non sia una variabile, resta pur sempre un’enorme e naturale bomba nucleare, regolata da delicati equilibri sul filo della precarietà. Momenti di turbolenza coronale o difficoltà nel trasporto radiativo avrebbero potuto innescare una contrazione del guscio esterno. Probabilmente solo una fase anomala, sconvolgente, ma di breve durata. Almeno così si sperava, od almeno si cercava di sperare. Ma le misure spettroscopiche effettuate sia da Terra che dalle sonde orbitali hanno chiarito che la misteriosa riduzione delle dimensioni del Sole aveva ben altra causa. La NASA ha dovuto ammettere, anche se ancora in maniera non del tutto ufficiale, che la contrazione è solo apparente ed è dovuta al fatto che il Sole si sta rapidamente allontanando dalla sua posizione al centro del Sistema Solare. La direzione verso cui sta procedendo è quasi perpendicolare al piano dell’eclittica, 78 gradi per l’esattezza, mentre la velocità di spostamento era, al 18 giugno 2009, di 24 km/sec. In realtà il moto non è uniforme, ma subisce una costante e frenetica accelerazione. Tra circa due mesi la velocità arriverà a sfiorare gli 80 km/sec. I primi calcoli ci dicono che il fenomeno di allontanamento dovrebbe essere iniziato circa 11 mesi fa e che a tutt’oggi la distanza percorsa dalla nostra stella rispetto alla posizione di partenza sia già di 5,74 milioni di chilometri.

Sole Maya
Due immagini del Sole riprese il 28 luglio 2008 (sinistra) ed il 18 giugno 2009 (centro). Ovviamente le immagini sono state corrette per la variazione “normale” della distanza Terra-Sole. Resta tuttavia una differenza ben visibile nel diametro, dovuta alla concomitanza degli effetti gravitazionali del buco nero e della nube molecolare nei pressi del piano galattico. L’immagine a destra riporta invece una estrapolazione delle dimensioni solari prevista per il 12 gennaio 2010

Se questo può sembrare un valore abbastanza trascurabile rispetto ai quasi 150 milioni di chilometri che lo separavano dalla Terra, tra poco più di tre anni la distanza arriverà ad oltrepassare 85 miliardi di chilometri. Proprio il valore che, secondo la legge di Newton, libererà completamente il nostro pianeta dal campo gravitazionale del Sole. A quel punto la Terra non sarà più legata alla sua stella e inizierà a vagare autonomamente nello spazio. Già prima però la situazione sarà diventata insostenibile. Urano e Nettuno si staccheranno circa due mesi prima e poi sarà la volta di Saturno e Giove. Infine nessun pianeta avrà più alcun legame e cominceranno a farsi sentire le attrazioni reciproche. Il più grande, Giove, la farà ovviamente da padrone ed i più piccoli, tra cui la Terra, si inseriranno in orbite caotiche, estremamente eccentriche, a rischio altissimo di collisione mutua. Purtroppo questo scenario già di per sé apocalittico si svolgerà nel buio assoluto, mancando ormai completamente il contributo della radiazione luminosa della stella alla deriva cosmica.

Perché tutto ciò e perché proprio nel 2012, data che sembrava appartenere ad una delle tante ipotesi strampalate legate a scenari fantasiosi, strumentalizzati dal catastrofismo becero dei mass media? Esiste una risposta abbastanza semplice, che i centri di ricerca astrofisica non hanno voluto mai analizzare in dettaglio, utilizzando magari allo scopo quegli strumenti, quali lo Space Telescope, che avrebbe potuto rivelare lo scenario con anni di anticipo. Il Sole sta subendo l’attrazione gravitazionale, intensa ed irrefrenabile, di un buco nero di massa pari a circa dodici masse solari, attorno a cui orbita con un periodo estremamente variabile. La traiettoria non è infatti stabile, ma soggetta a variazioni continue e caotiche dovute alle forze mareali delle nubi molecolari che si addensano nel piano galattico. Nel 2012 non solo la nostra quasi ex-stella si troverà ad attraversare questa densa regione dello spazio (cosa che normalmente fa ogni circa 30 milioni di anni), ma sarà anche al periastro rispetto al massiccio compagno invisibile. Le due azioni gravitazionali si stanno quindi sommando con le conseguenze che stiamo ormai subendo e che si completeranno tra poco più di tre anni.

maya 3

E pensare che i mezzi modesti ed empirici dei Maya avevano previsto con grande esattezza la tragedia. Ovviamente l’antico popolo centro-americano fu aiutato da una situazione favorevole. Il Sole era considerato il padrone assoluto del Cosmo e proprio su di lui doveva perciò basarsi il calendario. Quando i Maya lo idearono e lo trascrissero nelle raffigurazioni scultoree, stavano vivendo in un periodo di massimo avvicinamento al buco nero. Le condizioni non erano molto critiche, dato che la distanza del Sole dall’invisibile compagno oscuro era ben superiore a quella odierna. Comunque la situazione doveva essere piuttosto anomala, ben osservabile anche con strumentazioni molto primitive. I Maya, lettori attenti del cielo, rilevarono, probabilmente attraverso continue ed attente misurazioni, il movimento della nostra stella rispetto a quelle vicine e riuscirono a descrivere con grande precisione l’evoluzione futura della sua traiettoria. Non poterono certo rendersi conto della massa possente ed invisibile del buco nero, ma furono in grado di misurare le variazioni orbitali del Sole, base della loro religione e di ogni azione della vita quotidiana. Il calendario doveva perciò rispecchiare questo andamento a carattere ciclico e non poteva che finire proprio quando lei, la madre-stella, li avrebbe lasciati per sempre.

La Scienza moderna ha chiuso gli occhi proprio nel momento più critico della storia del nostro pianeta, previsto con secoli di anticipo, anche se in condizioni fortunate, da un popolo che amava e si sentiva legato alla Natura ben più profondamente di noi. A questo punto i cambiamenti climatici degli ultimi anni, il minimo solare ed altri fenomeni estremi acquistano un ben diverso significato e si inseriscono perfettamente in un unico quadro generale. Se si fossero ascoltati con maggiore attenzione i messaggi di pericolo che provenivano da più parti e che svariati personaggi, magari non professionisti, ma attenti lettori delle antiche tradizioni, cercavano di lanciare alle orecchie del mondo, avremmo potuto fare qualcosa? Probabilmente no. A meno di non agire qualche decennio prima utilizzando sapientemente le riserve nucleari delle super potenze per cercare di sacrificare un grande asteroide, un satellite o addirittura Mercurio per un’azione di disturbo magneto-dinamico nei confronti del buco nero. Inserito in un’orbita parabolica, l’oggetto prescelto avrebbe forse perturbato sufficientemente il campo magnetico del mostro dello spazio, a causa dell’altissima velocità relativa. Il campo magnetico così deformato dal passaggio ravvicinato del corpo planetario avrebbe potuto innescare una reazione a catena frenante nei confronti del buco nero, variandone la posizione quel tanto che bastava per non produrre lo “strappo” irreversibile del 2012. Le speranze sarebbero state minime, ma non del tutto nulle.

Forse, analizzando con maggiore accuratezza ed umiltà le profezie dei Maya si sarebbe anche potuto prevedere con larghissimo anticipo non solo la fine, ma anche l’unica modalità di intervento: il sacrificio di un intero pianeta per la salvezza degli altri e dell’umanità tutta. Loro lo avevano quasi certamente capito, ma non avevano ancora i mezzi per intervenire. Noi invece sì, ma la Scienza ha guardato altrove proprio nel momento sbagliato, irridendo chi, magari solo empiricamente, aveva compreso.

Potremo mai chiedere scusa abbastanza? Ormai è troppo tardi e non rimane che mettere da parte i peggiori sentimenti umani e cercare di affrontare il destino con un nuovo spirito di umiltà, fratellanza ed amore. Sarà un periodo breve, molto breve, ma cerchiamo di renderlo finalmente degno di una razza pensante e raziocinante. Chiediamo infine scusa a chi aveva cercato di avvisarci e che la nostra Scienza orgogliosa e saccente non ha voluto ascoltare. La vita futura durerà un attimo, ma vale comunque la pena di viverla nel modo migliore.

 

Ma, soprattutto, vale la pena di viverla, corta o lunga che sia, cercando di utilizzare al meglio le nostre capacità intellettive e di cercare di distinguere tra serietà e fandonie, magari leggendo e riflettendo di più. Come sicuramente tutti gli amici di questo sito avranno già capito, quanto descritto precedentemente è una storia del tutto inventata! Ci vuole ben poco a costruire una favoletta pseudo-scientifica, che utilizzi parole un po’ difficili, usi una falsa seriosità e faccia leva su qualche catastrofe incombente, anche se basata su motivazioni assurde, chiaramente sgangherate e senza alcun senso logico. Il “raccontino”, fatemelo chiamare così, ha voluto semplicemente provare che creare dal nulla una messinscena capace di catalizzare l’interesse dei mass media e di certi imbonitori pronti a trasformare la scarsa conoscenza scientifica della gente a scopo di lucro, ha bisogno soltanto di un po’ di immaginazione e di malafede. Non per niente un ormai celebre libro sul 2012, di un altrettanto celebre “giornalista” televisivo, ampiamente pubblicizzato a destra e a sinistra, sta raggiungendo i primissimi posti nelle vendite. La Scienza può essere ancora piena di dubbi e di incertezze, ma ha almeno il grande merito di non sfruttare per i propri interessi l’ingenuità delle persone più semplici. Ed avrebbe sicuramente i mezzi per architettare pantomime ben più credibili di quelle che riempiono le pagine dei giornali e gli schermi televisivi. Ma, fortunatamente, gli scienziati veri non sono disposti a vendere la propria dignità per qualche dollaro in più…

Vincenzo Zappalà, 27 Giugno 2009

 

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