Categorie: Strumenti e missioni Via Lattea
Tags: nascita stellare nucleo centrale starburst un miliardo di anni fa Via Lattea VLT
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Quando la Via Lattea era nervosa... **
C'è voluto lo strumento ESO's HAWK-I montato sul VLT nel deserto di Atacama per scoprire come la nostra galassia, apparentemente tranquilla al giorno d'oggi, abbia avuto una vita spericolata circa un miliardo di anni fa.
Mettete un pallone da calcio a Zurigo e cercato di vederlo da Monaco di Baviera (montagne permettendo...). Per il nostro occhio non sarebbe certo un'impresa semplice, ma non per l'occhio infrarosso di HAWK-I sistemato sul VLT. Lo strumento non è stato usato per vedere da lontano una partita di calcio, ma per osservare la parte centrale della Via Lattea. La risoluzione raggiunta è stata straordinaria e ha permesso di raccontare un po' di storia della nostra galassia. In particolare, è stato spiato il nucleo, quello che con le sue dimensioni di circa 150 parsec, meglio di tutti racconta la storia primitiva.
Si è avuta conferma della fase di intensa formazione stellare nel periodo di poco precedente gli otto miliardi anni fa, cosa abbastanza comune per molte galassie (ricordiamo il mezzogiorno di fuoco). In quel periodo si è formato il nucleo vero e proprio. Poi è iniziata la fase tranquilla e pacifica, in cui le stelle nascevano col lumicino, non più di un paio di masse solari all'anno. Oggi la situazione non è molto diversa, anche se sembra che ci sia stata una maggiore "fertilità" negli ultimi 30 milioni di anni.
Ma è sempre stata così calma e svogliata? Sembra proprio di no! Intorno a un miliardo di anni fa vi è stato un vero "boom" demografico. Almeno cento stelle all'anno e moltissime stelle giganti, tutto nel giro di circa 100 000 anni. In poche parole, la Via Lattea è diventata una galassia "starburst" in piena regola. Ovviamente, il buco nero era anch'esso in attività frenetica... Forse quello è stato il momento più violento della vita galattica, con l'esplosione di ameno centomila supernove (chissà che meraviglia guardare il cielo notturno...).
Insomma, mai fidarsi delle "acque chete"
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