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Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:30
C'è vita su Venere? ALMA sembra dire di sì *
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"Venere: la dea della bellezza" e "Quanta vita sulla Terra e (forse) oltre..."
Ai miei tempi si diceva: "C'è vita su Marte?" e la risposta era sempre: "Beh... un po' il sabato...". Oggi potremmo fare la domanda: "C'è vita su Venere?" e la risposta potrebbe forse essere: "Beh... sì, tutti i giorni!".
ALMA e un suo caro amico, il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) delle Hawaii, hanno osservato con attenzione le nubi di Venere e si sono accorte che parte della luce emessa veniva assorbita da una molecola, esattamente la PH3, che noi chiamiamo fosfina.
Beh... la sua struttura piramidale con tre atomi di idrogeno e uno di fosforo è ben lontana dalla Venere che ci immaginiamo noi e che ha dipinto così bene il Botticelli.
Tuttavia, hanno una cosa in comune... entrambe possono essere create solo da organismi biologici. Almeno, questo è quello che sappiamo noi terrestri.
Uno più uno fa quasi sempre due e ne segue che se osserviamo fosfina vuol dire che qualche organismo biologico la deve produrre. Il fatto stesso che ancora se ne veda implica, inoltre, che si continui a produrre, dato che la sua vita non è molto lunga. Sarebbe, perciò, esclusa la possibilità che qualche alieno di passaggio, magari un paio di miliardi di anni fa, l'abbia lasciata su Venere, quando era un po' meno infernale di oggi...
La conclusione sarebbe allora una e una soltanto: c'è vita su Venere e non solo il sabato. D'altra parte la temperatura in mezzo a quelle nuvole non sarebbe poi terribile, anzi... intorno ai 30°C... niente male, in fondo (e sarebbe anche normale che la nostra Venere si sia messa "in libertà")!
Fermi tutti, però... la fosfina non è vita, ma solo un prodotto della vita. Tuttavia, uno di quei prodotti che sembrano privilegio delle creature viventi, come i batteri. Temo che su qualche social, tra non molto, si parlerà di vita venusiana osservata in diretta. No, assolutamente no. Mettiamola così: se nel cielo di Venere vedessi sfrecciare uno strano aereo fatto di metallo, di plastica e di quello che volete, non penserei certo che l'aereo è una creatura vivente, ma penserei sicuramente che deve esistere qualcuno (vivente e soprattutto biologico) che l'abbia costruito. La fosfina terrestre è opera di batteri che prendono il fosforo dai minerali o altro materiale biologico, gli aggiungono un po' di idrogeno ed espellono proprio la fosfina. Un po' come la nostra respirazione...
Tuttavia, c'è ancora un problema da superare prima di immaginarci una dolce creatura dai capelli lunghi e biondi. La temperatura sarà anche più che piacevole, ma l'acidità dell'ambiente lo è molto meno. Da noi sopravvive fino a un tasso di acidità pari al 5%, mentre le nuvole di Venere sono super acide, essendo quasi completamente composte da acido solforico. I più ottimisti dicono che i batteri sanno come adattarsi all'ambiente e potrebbero tapparsi il naso e sopravvivere anche in quelle condizioni. Altri dicono che, in modo analogo, su Venere la fosfina potrebbe anche prodursi in modo non biologico.
Comunque sia, la notizia è una bella bomba e stamattina, guardando Venere (il pianeta), mi è sembrato di vedere una tenue immagine botticelliana... Scherzi della fantasia di un vecchio visionario, sicuramente!
Articoli originali QUI , QUI e QUI
Non è la prima volta che si ipotizza la presenza di una possibile forma di vita batterica nelle nubi di Venere: ne abbiamo parlato anche QUI
P.S: Stiamo bene attenti... una cosa è guardare e una cosa è "toccare". Noi e i nostri viaggi spaziali da Indiana Jones, con la solita idea fissa della CONQUISTA, potremmo portare indietro qualche batterio capace di produrre non solo un potentissimo veleno come la fosfina, ma anche di resistere in condizioni acide estreme. Mi immagino già la lotta contro quel batterio, in cui verrà pompato acido solforico sempre più potente in atmosfera. Peccato che le maschere anti acido le possano comprare solo i più ricchi, ma soprattutto che i batteri venusiani lo sopportino perfettamente! No, no... è solo un racconto di fantascienza di serie B e non ha niente a che vedere con il futuro dell'umanità sempre alla conquista di qualcosa... Qualsiasi riferimento alla società odierna e alla sua impreparazione di fronte a un virus piccolo piccolo (non) è del tutto casuale.
30 commenti
Ieri, non appena letta questa notizia, ero certo che ne avresti parlato anche tu e mi sono preparato una domanda:
come si lega la ricerca odierna a quella di due anni fa http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2018/04/02/gli-stormi-batterici-venere/ ? Potrebbero essere una la conseguenza dell’altra? O è più probabile che siano indipendenti e solo per caso vadano nella stessa direzione?
Oltre a soddisfare la mia personale curiosità, la risposta sarebbe molto utile e gradita per sapere come impostare l’inevitabile link tra i due articoli
ottima domanda Scherzy...
Siamo di fronte a un vero e proprio teorema di cui sembra aver trovato la dimostrazione.
Ipotesi: Venere era abitabile
Tesi: c'è ancora vita sulle nuvole
Dimostrazione: se c'è ancora vita si deve osservare. E questa potrebbe essere la realtà dei fatti!
Carissimo Enzo è proprio vero tutti a pregare per la vita su Marte e poi , come molti avevano detto , compreso tu, le nuvole di Venere potrebbero, ripeto potrebbero, nascondere microrganismi molto estremofili che rilasciano pure fosfina. Piedi di piombo alla grande perchè potremmo scoprire qualche meccanismo chimico che la produce pur sensa bisogno della vita. Comunque è un buon inizio per una ricerca seria senza che spuntino omini verdi , ops ma quelli sono di Marte, quelli venusiani come sono? Gi alli?
Se così fosse, mi vedo già tutti gli Elon Musk e le multinazionali del sensazionalismo ad organizzare in quattro e quattr’otto una missione lampo su Venere, per poter dire di essere i primi a verificare la presenza di vita extraterrestre...
Non sono certo un esperto ma dire che la fosfina indicherebbe l esistenza di vita equivale a dire che la presenza di idrogeno nello spazio indica che un tempo era costellato di Zeppellin.
non proprio, almeno a sentire i chimici...
Ipotesi (oggi, domani chissà!): quella fosfina la producono batteri. Meraviglioso già di per sé. Ma lo diventa ancora di più per gli scenari che apre. Da dove vengono? Potremmo ramazzarli da dove sono con una sonda, e analizzarli qui, sulla Terra. Cosa hanno in comune con i nostri; cosa hanno di diverso!? Quello che hanno in comune è un tratto distintivo del fenomeno vita (e che perciò dovremmo trovare pure nei batteri di un pianeta della stella Vattelapesca) oppure è conseguenza di una comune origine? E se l'origine fosse comune, perché sarebbe tale? Come potrebbe esserlo? Etc etc etc...
Se sono nati lì, magari in superficie, prima che Venere diventasse tanto inospitale come è oggi, potrebbero aver avuto tutto il tempo di evolvere e adattarsi alle nuove condizioni che venivano a crearsi, fino ad essere confinati in una zona rifugio dove c'è ancora luce, temperatura accettabile e pressione sopportabile... E se alcuni di loro fossero rimasti laggiù, in superficie, quali adattamenti avrebbero dovuto mettere a punto? Forse, per i Biologi, Venere diventerebbe più interessante che per i fisici e i planetologi... Chissà se un domani un Astro Darwin... con un razzo Beagle...
Eh sì, caro Fiore... quanti scenari meravigliosi e quanta materia per chi vuole studiare. Risulta sempre più chiaro che le scienze (e non solo) devono sempre stare in contatto e non isolarsi. Un'informazione deve essere analizzata sotto tutti i punti di vista e con tutte le competenze acquisite.
Ma se la vita sulla Terra sembra arrivata da antichi impatti con Meteoriti, ciò probabilmente sarà successo sia su Marte che su Venere.. IMMAGINO.
Chi lo sa... Da qualche parte deve essere pur nata... È difficile pensare che sia nata direttamente sui corpi minori (in questo caso, ovunque ce ne siano) e poi questi abbiano inseminato i pianeti, sia quelli che potevano accoglierla, e consentirne la successiva evoluzione, sia quelli inospitali (!?).
Diciamo che i mattoni si costruiscono nelle nubi interstellari (non troppo calde né troppo fredde). Le meteoriti sono solo dei fattorini che li distribuiscono ovunque. Poi bisogna costruire gli edifici e non tutti ci riescono...
Per chi volesse approfondire l'argomento...
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/figli-delle-stelle-degli-asteroidi-delle-comete/
... E un batterio già è un bel palazzo...
direi proprio di sì, caro Fiore!!!
Questi fattorini che hanno consegnato la vita sulla terra, nel corso di milioni di anni, hanno fatto molto probabilmente lo stesso sia su Marte che su Venere.
caro Francesco... non hanno consegnato la VITA, ma i mattoni per poterla costruire. La faccenda è ben diversa. Io posso anche portare davanti a casa tua milioni di mattoni, ma non è detto che tu sia capace di costruire un edificio. Li potresti lasciare lì per sempre...
...anche sulla Luna... ma sembra che lì nessuno dei passeggeri sia sopravvissuto agli impatti
Ho letto che la fosfina è stata osservata anche su giove e saturno, la cui prsenza sarebbe da imputare a processi chimici naturali, probabilmente dovuti alle elevate pressioni interne delle atmosfere dei due giganti gassosi.
Posso capire l'entusiasmo, ricordo ancora l'entusiasmo per il meteorite ALH 84001, ma dire che siccome certi processi chimici sulla terra avvengono solo a causa di fenomeni biologici e di sintesi dell'attività umana, allora anche altrove dovrebbe essere così mi pare una forzatura, forse, alimentata dal voler vedere a tutti i costi il gatto nero nella stanza buia.
Attendiamo ,con prudenza e fiducia, gli sviluppi degli studi.
È la quantità di fosfina trovata che non si accorda con i processi abiotici noti e alle condizioni che di Venere noi conosciamo. Ciò lascia, come ipotesi più probabile da verificare comunque, quella dell'origine biotica.
esattamente Fiore. Comunque, ogni dubbio è lecito...
In ogni caso, mi spaventa assai l'eventualità di mandare una sonda per prelevare gli eventuali batteri responsabili della persistenza della fosina nelle nubi di Venere e portarli qui sulla Terra... Ammetto che sarebbe una cosa irrinunciabile per la Scienza , ma già non siamo in grado di proteggerci al 100% dai virus nostrani... Meglio analizarli in loco con adeguate missioni senza equipaggio. Già oggi la tecnologia consente cose impensabili fino a qualche decennio fa.
Comunque, attendo molto curioso gli sviluppi della scoperta.
(fosfina)
caro Artù, io la penso esattamente come te...
Temo che i mattoni della vita, stiano alla vita, come la sabbia e la ghiaia stiano all'empire state building o una bella (meglio) villa in Sardegna.
Tuttavia, se la vita è un fenomeno naturale possibile, allora è ripetibile e ripetuto in presenza di un habitat indoneo.
Il punto è che noi, come ben noto, conosciamo solo il nostro di habitat indoneo e nonostante questo non sappiamo ancora definire esattamente cosa sia la vita, se non una disposizione codificata e ordinata di materia che si autosostiene, da sembrare per certi versi "artificiale".
Sono passati tantissimi anni dagli esperimenti del brodo primordiale e siamo fermi, più o meno, ancora li.
Venere è a qui due passi dalla terra, così simile, così diverso, plausibile che la vita abbia attecchito nel circondario, magari anche su marte, ma poi abbia preso strade diverse.
Forse la nostra cecità selettiva ci impedisce di vedere quello che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi...chissà.
Portarli qui, quei batteri, genera una certa apprensione pure a me. Ma prima o poi dovremo sviluppare dei protocolli che ci consentiranno di studiarli...ovunque.
D'altra parte se resistono molte bene sia alle nostre sterilizzazioni che al bombardamento dei "raggi" nello spazio, tanto che, partiti per sbaglio e tornati giù, sono ancora vitali, figuriamoci quanti di essi arrivano qui giù, in superficie, all'interno di anfratti di meteoriti sopravvivendo, magari, anche all'aumento della temperatura...e non ci hanno creato problemi...
Buongiorno, riporto un aggiornamento all'argomento "fosfina" nell'atmosfera venusiana, tratto da un recente articolo (PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences of the U.S.A, giugno 2021 - https://www.pnas.org/content/118/29/e2021689118 ).
L'articolo ipotizza l'origine abiotica della fosfina rilevata nell'atmosfera di Venere imputandone l'origine alle conseguenze dell'attività vulcanica. Il meccanismo, in estrema sintesi, potrebbe partire dall'immissione in atmosfera di fosfidi (P3-) provenienti dal mantello (legati ad atomi di Fe, per es.) ed eruttati in forma di polveri. L'atmosfera venusiana, ricca in acido solforico (H2SO4), fornisce gli atomi di H che si legano ai gruppi fosfidici ed il gioco è fatto.
Perchè tutto funzioni, tuttavia, è necessario che l'attività vulcanica su Venere sia di ragguardevole entità in modo da poter fornire la sufficiente quantità di fosfidi che possa giustificare la fosfina rilevata nelle nubi. Sull'attività vulcanica venusiana si sa ancora troppo poco, da una parte le morfologie superficiali ricostruite dalle analisi radar (Venere, seppur dea della bellezza, pare in quest'occasione non gratificarci della vista delle sue grazie...) mostrano evidenze di attività effusiva, mancano però dati sulla presenza di una vera e propria tettonica a placche e del grado effettivo di attuale dinamismo della crosta (qual'è il tasso di immissione di materiali d'origine effusiva su Venere?).
Come si vede il problema è aperto ed assai stimolante.
grazie di cuore a Guido!
Un'altra "variazione sul tema" (da non geologo): il vulcanesimo, è necessariamente legato al movimento di placche? Io e Marte hanno una tettonica a zolle o (insisto da non geologo) hanno solo "punti caldi" (come le Hawaii)?
Il vulcanesimo non è necessariamente legato alle placche crostali, in particolare i "punti caldi" sono proprio il caso di vulcanesimo non connesso al movimento delle placche. I "plumes", cioè le risalite di flussi molto caldi dal mantello possono dare origine ai punti caldi, come correttamente richiami nel caso delle Hawaii.
Non ci sono evidenze di tettonica a zolle attiva su Marte. Marte non sembra neppure avere veri e propri punti caldi attivi o almeno non si è individuata la loro manifestazione superficiale, al momento viene classificato come "geologicamente morto o quasi morto".
Io è un caso a sè e anche particolarmente intrigante per i geologi. Lo stress mareale dovuto alla vicinanza a Giove domina completamente l'emissione di calore, la mancanza di crateri indica inoltre che la crosta è soggetta a un frenetico ringiovanimento, molto probabilmente diverso dal meccanismo terrestre della tettonica a placche. Modelli realmente convincenti del suo interno, a quanto ne so, non sono ancora stati proposti.