10/06/21

Quando si spegne la luce... realtà e riflessioni **

Un articolo che riporta finalmente due ricerche "vere" e che mi permette di riflettere (a modo mio, s'intende) sulle contraddizioni ipocrite dell'essere umano. La luce si spegne realmente nei buchi neri, seguendo Natura, ma la luce del pensiero si spegne molto più miseramente per il dominatore dell'Universo (così come si valuta lui stesso...).

Finalmente un paio di ricerche che non parlano di vita su altri mondi, di cambiamenti drastici delle condizioni di sopravvivenza marziane e, ovviamente, delle sempre più misteriose ed usate materia ed energia oscure.

Riguardo a Marte, permettetemi un solo appunto... Nel nostro pianeta sono ormai infinite le voci che si alzano per proteggerlo, salvarlo dall'inquinamento (mischiando tranquillamente inquinanti con composti chimici fondamentali), per evitare la chimica nell'agricoltura (dimenticando che qualsiasi reazione avvenga nelle creature viventi oppure no è solo e soltanto chimica!). Bugie, ipocrisie, interessi e soprattutto tanta ignoranza infestano coloro che dovrebbero salvare la Terra.

"Salvare"... cosa vuol dire? Probabilmente, riportare la tecnologia e le costruzioni artificiali dell'uomo a livelli diversi, molto più simili alle condizioni naturali. Tornare a situazioni in cui la natura stessa della Terra possa realmente seguire il suo corso con il minimo cambiamento da parte dell'homo sapiens sapiens. Bene, pienamente d'accordo (anche se non ci credo assolutamente), ma, allora, come far convivere questa volontà di bello, buono, NATURALE, con l'entusiasmo sollevato dai prossimi viaggi (?) dell'uomo su Marte e soprattutto dei progetti atti ad alterare il suo suolo, la sua atmosfera, ad intervenire con una chimica "aliena" per trasformare un pianeta che la Natura ha invece voluto fare evolvere in un certo modo? Da un lato urliamo di dare nuovamente alla Terra la sua naturalezza e dall'altro incitiamo a trasformare, a "uccidere" la naturalezza di un mondo intero? No, scusate, non riesco proprio a capire come le due speranze possano conciliarsi sotto una stessa etica "buonista".

Spostiamoci, allora, molto lontano, dove l'uomo non potrà mai intervenire per svariati motivi, soprattutto pratici... dove dovrà solo cercare di descrivere e "spiegare" sempre meglio. Sappiamo ormai molto bene che le stelle sono le vere lavoratrici del Cosmo. Sono loro che si occupano della formazione dei vari elementi chimici, attraverso processi via via più violenti ed energetici. Sono capaci di trasformare piuttosto banalmente e a basso prezzo l'idrogeno in elio, ma sono anche capaci di arrivare alla loro distruzione completa pur di regalare al Cosmo gli elementi più pesanti del ferro. Quegli stessi elementi che vengono da loro faticosamente costruiti e donati senza alcuna richiesta e che noi, piccoli miserabili uomini, facciamo invece pagare a caro prezzo sfruttando il lavoro di bambini affamati, scaraventati a forza nei cunicoli sempre a rischio di collasso. Chi lo fa? L'uomo cattivo? Il lupo mannaro? No, le multinazionali che in fondo adoriamo perché ci regalano una tecnologia che ci sta trasformando in fantocci privi della capacità di ragionare e di avere un minimo di pensiero etico. Chissà che qualche stella abbastanza vicina, stufa di vedere questa ignobile farsa terrestre, non decida di anticipare la sua fine creando sì, ma anche distruggendo certi antipatici e bugiardi parassiti.

Le stelle sono meravigliose, ma devono essere contenute in strutture che cerchino di mantenere una certa organizzazione, senza crescite smodate e senza invadente pigrizia. Parliamo ovviamente delle galassie e del  loro motore centrale, il quasi-invisibile ma fondamentale Buco Nero Super Massiccio (BNSM). Ormai ne abbiamo "visti" tanti, soprattutto quando sono in piena attività operativa, ossia quando ingoiano materia e la risputano sotto forma di getti potentissimi. Si parla di oggetti di massa superiore a 10 miliardi di volte quella solare, che stanno divorando ciò che hanno intorno.

Cannibali, perciò? Piano, piano... il loro gioco è importantissimo per mantenere l'ordine nell'intera galassia e non è certo un  gesto di prepotenza e di sfruttamento (siamo sempre noi piccoli uomini ad accostare qualsiasi opera a un interesse privato e/o alla cattiveria pura). I BNSM mangiano per crescere e per potere maneggiare sempre maggiore energia, atta a migliorare le condizioni di vita della loro "citta", rendendosi visibili solo attraverso il disco di accrescimento dovuto alla materia che aspetta il suo turno per "sfamare" il motore. Non stupiamoci... ogni motore ha bisogno di carburante. Non solo i nostri veicoli, ma anche noi stessi e così anche le stelle e i BNSM (non illudiamoci di avere inventato qualcosa... abbiamo solo "copiato").

Capire, perciò e riuscire a descrivere tutte le fasi di formazione ed evoluzione di una galassia (e quindi anche della nostra Via Lattea) vuol dire riuscire a capire tutte le fasi evolutive seguite dal suo motore centrale. Non è certo un discorso nuovo e ne abbiamo parlato decine di volte in questo Circolo.

Lo schema di massima potrebbe anche apparire abbastanza semplice, ma, come sempre, nasconde vari trabocchetti...

Che siano primigeni, ossia nati prima ancora della fine delle prime stelle, o che si siano formati dall'unione di tanti buchi neri stellari è ancora un mistero da svelare completamente. Comunque sia, accettiamo la presenza dei BNSM al centro delle galassie in costruzione. Crescono loro e cresce anche la galassia, catturando materia e permettendo la creazione di nuove stelle (con i soliti "sacri" limiti della Natura: non troppo caldo, ma nemmeno troppo freddo...). E' una fase concitata, apparentemente violenta, che possiamo chiamare quasar o, se preferiamo, AGN (Nucleo Galattico Attivo). La differenza è quasi puramente "linguistica".

In poche parole, siamo di fronte a un buco nero che aumenta in dimensioni, che ha attorno a sé un disco di accrescimento capace di mostrarsi molto bene attraverso le radiazioni che emette e che urla verso lo spazio con i sui getti capaci di lanciare materia a velocità comprabili a quella della luce.

Poi, molto lentamente, il buco nero si acquieta, sempre pronto però a valutare le condizioni della sua "città" cosmica, per intervenire risvegliandosi più o meno completamente. Abbiamo usato la parola "lentamente". Eh sì, dobbiamo accettare un dato di fatto incontrovertibile: il tempo degli oggetti cosmici passa molto più lentamente del nostro. Per loro i milioni di anni sono "momenti" per noi sono "eternità".

Per riuscire ad assistere in tempi umani alla storia evolutiva di questi giganti ci vuole, perciò, parecchia fortuna, accompagnata da osservazioni incessanti e continue. E tutto ciò non si fa con i computer e con i programmi arrangiati "ad hoc", ma con la umile e paziente osservazione attraverso le metodologie più sofisticate (questa tecnologia serve sicuramente per darci occhi migliori per "vedere" l'Universo).

Ed ecco la prima ricerca, capace di scovare con tecniche spettroscopiche d'avanguardia quasar che apparentemente svanivano nel nulla per poi ricomparire. La scomparsa della radiazione proveniente dal disco di accrescimento non è vera sparizione, ma solo affievolimento della luce che giunge a noi. Una specie di respiro che avviene su tempi umani e che ancora non trova spiegazioni veramente valide. L'unico modo è continuare, scoprirne di più e crearsi una serie di esempi che possano far comprendere le ragioni più profonde di questi alti e bassi luminosi. Un tassello fondamentale per capire come crescono ed evolvono i BNSM e, di conseguenza, l'intera galassia che li ospita.

La seconda scoperta è -forse- ancora più eclatante. Risponde praticamente a un dubbio che proveniva dalle osservazioni e che possiamo esprime con una semplice domanda: "I BNSM possono crescere per sempre?". Lavori teorici sembravano dire di NO... Sembrava, infatti, che vi sia un limite alle dimensioni raggiungibili, qualcosa dell'ordine dei 10 miliardi di masse solari o poco più. In realtà questo sembra anche il limite osservativo, ma a cosa è dovuto? Probabilmente è dovuto a un'interazione sempre più blanda tra tra il gas galattico e il disco di accrescimento del buco nero. Cerco di essere ultra semplice: il disco cresce sempre di più, ma la materia che dovrebbe rifornirlo comincia a scarseggiare o diventa poca cosa rispetto alle dimensioni del disco. E' come se si interrompesse il flusso continuo di cibo verso il motore centrale. Inoltre, la mancanza di nuovo carburante dall'esterno dà molto meno vigore al disco di accrescimento che comincia a comportarsi in modo diverso da prima e riesce a fuggire molto lentamente dal buco nero. Un processo molto complicato, che cerca di spiegare una realtà osservativa.

Purtroppo, però, la realtà osservativa, dati i tempi in gioco, può solo mostrarci un quasar o -meglio- un AGN ancora in piena attività oppure uno già spento.  Sarebbe bello vederlo nel momento in cui si sta spegnendo. Ma, ma... ci vorrebbe un colpo fortuna micidiale. La fortuna, però aiuta gli audaci (ed i pazienti) ed ecco che con  l'aiuto del VLA , di ALMA e di NuSTAR X (i loro occhi vedono perfettamente nell'invisibile, ossia nelle microonde e nei raggi X) un buco nero è stato colto proprio sul fatto. In poche parole i getti espulsi dal buco nero quando era ancora attivo sono ben visibili, mentre il motore è ormai spento da circa 3000 anni: un brevissimo istante nella vita galattica, ma sicuramente fondamentale per regalarci risposte non solo teoriche.

Bastano due splendide immagini (la seconda non sembra tale, ma lo è, credetemi!) per descrivere ciò che è stato osservato:

Nella prima ALMA  e VLA ci mostrano i getti del BNSM o, meglio, ci mostrano la parte più esterna di tali getti. Non si vede assolutamente niente al loro interno, né i getti molto più compatti e nemmeno il disco di accrescimento del motore centrale.

L'immagine di Arp 187 ottenuta con VLA e ALMA (blu: VLA 4.86 GHz, verde: VLA 8.44 GHz, rosso: ALMA 133 GHz). Sono ben chiari i due "lobi" terminali dei getti, ma, al loro interno, niente di niente.  Fonte: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), Ichikawa et al.

Nella seconda Nu-STAR ci conferma che non c'è proprio niente che emette radiazioni nel centro del nucleo.

L'immagine di NuSTAR X-ray  sta guardando proprio nel centro di Arp 187 (cerchietto centrale), ma non rileva assolutamente niente. Fonte: Ichikawa et al

Come è possibile tutto ciò?

Semplice, si fa per dire..., come mostra lo schema della figura che segue:

Fonte: Ichikawa et al.

I fotoni che partono dal nucleo attraversano il disco galattico relativamente piccolo per poi lanciarsi verso di noi. Essi sono partiti e sono già arrivati da tempo... circa 3000 anni fa. Poi tutto si è spento. I getti invece per arrivare nella posizione in cui li vediamo oggi hanno impiegato proprio 3000 anni e quindi vediamo ancora la loro parte finale, anche se è ormai terminata la loro creazione nel disco ormai scomparso. Una specie di eco lontana che giunge con un ritardo ancora misurabile con tempi "umani".

Ricapitolando, abbiamo assistito a due fenomeni rari se non rarissimi: un'apparente scomparsa dell'attività di un BNSM, dovuta invece soltanto a un affievolimento dell'energia emessa dal motore  e, ancora più prezioso, il momento brevissimo della effettiva scomparsa dell'attività di un BNSM. Non confondiamoci, però, il secondo caso non vuol dire che il buco nero è scomparso, ma solo che non riesce più a mostrarsi nella sua versione attiva. Un buco nero che riposa e che non è morto, come invece si tende a dire nell'articolo originario. Un buco nero che ha raggiunto i limiti superiori di massa accettabile e che è stato ancora capace di segnalarci attraverso le parti terminali dei suoi getti il processo che è avvenuto in un arco di tempo cosmico brevissimo.

Questo è vero Universo!

Riporto i  lavori originali (QUI il primo, mentre il secondo è ancora in corso di pubblicazione), uno che spiega l'ipotesi della massa limite (QUI) e uno che mostra come l'uomo "ecologista" voglia in realtà cercare di modificare in modo arbitrario e artificiale ciò che la Natura ha deciso di compiere (QUI, riguardo all'estrazione di ossigeno dal suolo marziano). L'uomo che si esalta dicendo che vuole salvare il proprio pianeta è lo stesso uomo che non si cura assolutamente di oscurare la visione del cielo con i satelliti per telecomunicazioni, di dare la Luna nelle mani dei soliti ultraricchi che legano la grandezza del loro portafoglio alla limitatezza del loro cervello, di trasformare egoisticamente un pianeta a loro piacimento, con la scusa che l'uomo è sempre stato "esploratore". Potrei aggiungere: "Attenzione uomo! tu sarai esploratore, ma un pianeta è come la celebre livella di Totò: prima o poi sa veramente ripristinare le condizioni migliori per TUTTE le sue creature".

 

1 commento

  1. Mario Fiori

    Caro Enzo interessantissime osservazioni e scoperte. Quello che mi fa un po' infuriare è cercare di capire perchè si atteggia sempre a grande padrone del tutto questo microbo bipede che usufruisce abusivamente della lettera maiuscola quando si nomina.

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