Categorie: Pianeti Sistema Solare Strumenti e missioni
Tags: conglomerato delta alluvionale geologia Mars 2020 Marte Perseverance
Scritto da: Guido Ghezzi
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GEOLOGIA DELL'ALTRO MONDO (4) *
Aggiornamento della missione MARS2020: 13.7.2021 (Sol 141)
Potete seguire gli aggiornamenti nella pagina dedicata a Mars 2020, all'interno della sezione d'archivio "Strumenti e Missioni"
Dopo l’ultimo aggiornamento (QUI) l’elicottero Ingenuity ha effettuato svariati voli finalizzati a verificare le dinamiche di volo. Volare su Marte non è certo come volare sulla Terra, che ci gratifica di un’atmosfera molto più densa, quindi, in previsione di futuri spostamenti aerei nel cielo marziano è necessario avere precisi riscontri sperimentali. A parte qualche incertezza iniziale, Ingenuity ha fornito risposte incoraggianti ai suoi progettisti, che saranno la base per la realizzazione di mezzi aerei più potenti e in grado di effettuare rapide ricognizioni a bassa quota di grandi estensioni di territorio, premessa necessaria per individuare le aree più interessanti ove condurre indagini mirate.
Il rover Perseverance ha continuato negli spostamenti secondo il piano di missione e scattato immagini ravvicinate di numerose rocce interessanti, ma l’immagine finora di gran lunga più ghiotta rimane sempre una tra le prime scattate: l’emergenza morfologica ritenuta con elevata probabilità un residuo di deposito fluviale, già commentata in occasione del secondo aggiornamento (QUI).
In particolare in quella foto le telecamere MASTCAM ripresero un elemento isolato in mezzo alla pianura cosparsa di rocce e già alcune caratteristiche peculiari avevano lasciato ipotizzare una genesi legata all’accumulo e successiva deposizione di materiali sciolti trasportati da una corrente liquida.
La combinazione di 5 foto scattate questa volta con lo strumento RMI (Remote Microscopic Imager, in grado di risolvere dettagli delle dimensioni di una palla da baseball da 1.6 km di distanza) di una porzione della scarpata del presunto corpo alluvionale (foto 11 e 12) ha confermato l’importanza di questo elemento di superficie.
L’immagine ad alta risoluzione contiene dettagli che meritano sicuramente un paio di ingrandimenti. Nel primo sono visibili con grande chiarezza i rapporti geometrici (i geologi direbbero “giaciturali”) tra alcune porzioni dell’elemento ripreso (foto 12a).
L’esistenza di angoli tra i piani (detto in modo più preciso la “non complanarità”) dei diversi livelli di un corpo sedimentario testimonia, di norma, un fenomeno chiamato di “sedimentazione incrociata”, ed è tipico, sulla Terra, dell’azione di erosione e deposizione compiuta dalla corrente di un corso d’acqua. Nel caso specifico il materiale depositato appare abbastanza fine, potrebbe trattarsi di sabbia o di una mescolanza a prevalente componente sabbiosa.
L’ingrandimento successivo (foto 12b) non fa che rafforzare quanto suggerito dal primo:
Il livello mostrato dall’ingrandimento è composto da elementi di dimensioni molto variabili, arrotondati e cementati da materiale fine; in sostanza sembra proprio trattarsi di un conglomerato in tutto simile a quelli terrestri. Il conglomerato indica sedimentazione in ambiente ad alta energia, cioè flussi ragguardevoli e ad elevata velocità, in grado di trasportare elementi anche di grandi dimensioni.
Il quadro generale fornito da queste immagini riduce notevolmente lo spazio per i dubbi, sembra proprio di essere in presenza di un corpo sedimentario di derivazione fluviale e le sue caratteristiche lasciano supporre che le quantità di liquido fossero decisamente rilevanti. Nel 2022 il rover dovrebbe avventurarsi proprio in direzione del delta per indagarne da vicino la struttura.
Alla prossima puntata....